IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Benedetto, Ignazio, Alfonso, Bonifacio e detto.
BENEDETTO (di dentro): È permesso?
FELICE: Ah, Lo Rettore! Mò lo dico pure a isso; favorite, fratello.
BENEDETTO (fuori): Pace e sanità, fratello! (Si leva il cappello e lo posa.)
IGNAZIO: Sanità e Provvidenza!
ALFONSO: Salve! (Si levano il cappello e lo posano.)
(Si mettono a bere e mangiare biscotti vicino alla tavola.)
FELICE: Rettore, come va che siete venuti qui?
BENEDETTO: Abbiamo avuto l’invito da D. Nicola Sarachella... un biglietto col quale ci ha mandati a chiamare in tutta fretta per farci prendere parte anche a noi alla cena che dà stasera, in onore della sposa di suo nipote, e noi, regolarmente, siamo venuti per mangiare e per ridere. (Ridendo.)
FELICE (guarda i tre): Mò finiscene li biscotte e lo vino... piano piano, fratelli... Che ridere, Rettore, qua l’affare ha pigliato no poco de fummo, l’acqua si è intorbidita.
FELICE: Lo zio, credo, che ha scoperto tutto, ha capito che è na mbroglia, ha capito che quella è una pupa.
FELICE: Io così credo, e così è. Pecché tanto a me, che a lo nepote, ha parlato mazzecato assaje? Ha ditto che se fosse ingannato, sarieno guaje pe lo nepote, e pe chi le dà mano.
BENEDETTO: Questo è grave, fratello! E come si fa?
FELICE: Io pe me diciarrìa de trovarce nuje da coppa.
FELICE: Chiamammo a D. Nicola e dicimmele, che non cacciasse manco no soldo pe lo nepote, perché quella che l’ha presentata, non è femmena, è na pupa.
BENEDETTO: Benissimo!... Che a noi non ci conviene di nascondere la verità.
BENEDETTO: E come l’abbiamo saputo questo?
FELICE: Me ne sono accorto io, ed ho creduto regolare dirlo a voi.
IGNAZIO (avvicinandosi con gli altri due): Neh, che cos’è, scusate?
BENEDETTO: (Incominciamo da questi!). Dovete sapere, fratelli, che la sposa di D. Angiolillo, non è una donna, è una pupa movibile...
I TRE: Come!... (Ridendo.)
IGNAZIO: Una pupa movibiie? (Lazzo di soffocarsi col biscotto.)
FELICE (gli dà dei pugni nelle reni): E a chisto no biscotto de 3 mise chi nce io leva da la gola! Perfettamente, è na finzione che vò fà lo nepote pe se piglià 200 mila lire da lo zio.
IGNAZIO: Una cattiva azione!... E come l’avete appurata, fratello.
FELICE: Sono stato io che l’ho scoverto.
BENEDETTO: Bisogna dire tutto allo zio.
I TRE: E si capisce!