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Pietro e detti, poi Angiolillo.
NICOLA: Ah, bravo, justo justo, ve presento lo padre de la sposa.
BENEDETTO: Tanto piacere! Voi dunque siete il padre della bella sposa?
IGNAZIO (ride): Egli è il padre di quella tale figliola?
FELICE (ride): Sicuro! Sicuro! (I preti ridono.)
PIETRO: (Chiste pecché ridono!?).
BENEDETTO: Ma non bisogna ridere, fratelli, il signore è un artista degno di stima e di ammirazione. Pietro Fanelli, è questo il vostro nome.
BENEDETTO: Bravissimo!... I giornali fanno meritamente i vostri elogi. Egli è il padre, non solamente della sposa, ma mi pare anche di un cane?
FELICE (ridendo): Egli è il padre di un cane?... (Tutti ridono.)
PIETRO: Ah, sissignore, Blok. Ma il cane oramai è una cosa vecchia.
BENEDETTO: Lo so, lo so. Voi adesso avete toccato l’apice dei meccanismo. Io, per dirvi la verità, deploro soltanto, che un artista come voi, si sia prestato a fare una finzione, ed abbia accondisceso ad essere complice di una falsità.
PIETRO: Ah, capisco quello che volete dire, ma io non ne so’ niente padre, io non ho fatto altro che vendere il mio lavoro... perché cosa sia servito poi non lo so.
I PRETI: Ah, ah, ah!... non lo sa. (Ridono.)
NICOLA: (Io vularrìa appurà chiste pecché rideno!).
ANGIOLILLO (dal fondo): Zizì, state ccà?... Che beco!... Lo Rettore, lo maestro... (Bacia la mano a tutti.)
BENEDETTO: Benedetto, figlio mio.
IGNAZIO: Benedetto, benedetto.
ANGIOLILLO: E come va che site venuti ccà?
NICOLA: È stata na sorpresa che t’aggio voluta fà io, t’ha fatto piacere?
ANGIOLILLO: Ma ve pare? Assai, assai!
BENEDETTO: Siamo venuti per conoscere la bella sposa.
IGNAZIO: Per vedere il vostro gusto. (Quasi ridendo.)
NICOLA: Va, Ngiulì, falla venì.
ANGIOLILLO: Subito. (Cielo mio, aiuteme tu!) (Entra 1° porta a sinistra.)
NICOLA: Vedarate n’angiulillo, na pupatella!
BENEDETTO: Proprio! Quello che è! (Ride.)
IGNAZIO: Che bontà di uomo! Che cretinismo!