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NICOLA: Che volite?... Guè, Pulicené, te saluto.
PULCINELLA: Alla razia toja, Nicò...
LUCREZIA: (Nicò, agge pacienza, chesta è na mezza lira va da lo cafettiere derimpetto, e fanne portà latte, cafè e pane).
NICOLA: (Va bene). (Per andare.)
LUCREZIA: (Guè, Nicò, non lo portà ccà, miettelo alla cammera appriesso).
LUCREZIA (piano a Pulcinella): (Capisce, si nò, D. Felice lo vede e nce conviene de mmitarlo).
PULCINELLA: (Aggio capito).
ASDRUBALE: Andiamo, scrivete. (Leggendo e dettando.) L’asino ed il cavallo.
PULCINELLA: O pure fate così: D. Asdrubale e D. Felice.
ASDRUBALE: Ma che vuò fà fà scola, o no?
FELICIELLO: (Se potessi rimaner solo con lei!).
ASDRUBALE: Scrivete. Un asino portando una grossa soma...
FELICIELLO (scrivendo): (Te dà no punio nfronte m’ha ditto, e pecché?).
ASDRUBALE: Incontrò per istrada un cavallo.
FELICIELLO (ripetendo): Cavallo.
ASDRUBALE: E gli disse fammi il favore.
PULCINELLA (ridendo): (Vuje vedite chillo che le mpara!).
FELICIELLO (c.s.): Il favore.
ASDRUBALE: Di aiutarmi a portare metà del mio peso.
PULCINELLA: Lo ciuccio se fidava a dicere tutte sti cose!
FELICIELLO: (Io non arrivo a sapere il perché!).
FELICIELLO: No... voleva sapere una cosa: Metà si scrive con l’accento sopra a l’a?
FELICIELLO: Metà del mio peso.
ASDRUBALE: Il cavallo gli disse: No, mio caro amico non posso.
PULCINELLA: Io mò crepo, non ne pozzo cchiù! (Ridendo.) Tu che le mpare a chillo povero guaglione? E chill’autro che se sta zitto, e scrive... L’aseno diceva... nfaccia a lo cavallo... ajutame a portare... Lo cavallo diceva.., non posso, mio caro amico... Uh mamma mia, io mò crepo!
ASDRUBALE: Puozze crepà veramente, va, te lo dico co lo sango all’uocchie. Non sapeva che era succieso!... Vuje vedite chisto mò non me vò lassà ire!
PULCINELLA: Comme, tu non haje ditto?
ASDRUBALE: Che nce have che fa. Chella è na favola. Che d’è, l’asino parlava?
PULCINELLA: Embé, tu non parle?
ASDRUBALE: Mò le chiave lo calamaro nfaccia.
MARIUCCIA: Comme site curiuso.
ASDRUBALE: Scrivete, D. Felì, non le date udienza. Dove siamo rimasti.
FELICIELLO (leggendo): Mio caro amico, non posso.
ASDRUBALE: L’asino stanco cadde, e morì.
FELICIELLO (c.s.): Morì.
ASDRUBALE: Allora il padrone prese tutta la soma e la pose sul cavallo.
FELICIELLO: Sul cavallo.
ASDRUBALE: Ed è anche la pelle dell’asino.
FELICIELLO: La pelle dell’asino.
ASDRUBALE (prende il quaderno e legge): “L’asino ed il cavallo. Un asino portando una grossa soma, incontrò per istrada un cavallo, e gli disse... due punti... Fammi il favore di aiutarmi a portare la metà del mio peso... punto. Il cavallo gli disse, due punti no mio caro amico, virgola, non posso... punto... L’asino stanco, virgola, cadde e morì.., punto e virgola. Allora il padrone prese tutta la soma e la pose sul cavallo ed anche la pelle dell’asino”. Il carattere è un poco cattivo, ma non fa niente...