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Vitaliano Ravagli -Wu Ming Asce di guerra IntraText CT - Lettura del testo |
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64 Sentieri dell'odio (Il convoglio)
Colonne blindate in transito continuo. Li ha scrutato a lungo col binocolo l'andirivieni di automezzi e soldati, finché la luce del giorno lo ha consentito. Magro, pallido, il viso trasmette la sofferenza di un uomo sfinito. Non so quanto potrà andare avanti. Eppure resta al suo posto, e attende paziente il momento di attaccare. Appostati sul crinale che domina la strada aspettiamo i suoi ordini. Li ha scelto un punto vantaggioso per l'imboscata: la strada si inerpica sulla montagna, costringendo i blindati a usare le marce ridotte. Sul lato opposto al nostro c'è un precipizio, che impedisce la ritirata. Il piano è isolare l'avanguardia, bloccando il convoglio in due punti. Se fermiamo il primo automezzo e un secondo cinquecento metri più indietro, possiamo spezzare la colonna e bersagliarne la testa con le bombe a mano. La notte trascorre gelida. I portatori attraversano col favore dell'oscurità in un punto più a sud. Metà del gruppo armato li accompagna, mentre noi restiamo indietro per l'attacco. All'alba, Li divide parte della truppa in gruppi di cinque uomini ogni cinquanta metri e tutti gli altri si radunano nel punto di rottura della colonna blindata, dove l'impatto sarà più forte. Vengo assegnato a uno dei piccoli nuclei che hanno il compito di annientare gli automezzi imbottigliati e poi convergere in fretta sul punto di rottura a dare sostegno agli altri. Nel caso si mettesse male, dobbiamo ripiegare verso nord-est, per far credere ai nemici che la colonna di portatori sia là. Li sceglie la mia squadra per colpire il corazzato di testa e bloccarlo sulla strada. Ci appostiamo. Passa un'ora. Due. Poi sentiamo lontano il rombo dei motori. Avanzano lenti. Il cuore batte veloce, fino a fare male, le mani tremano, gola riarsa, infuocata. Vuoto la borraccia e riesco appena a calmare la sete. L'autoblinda viene avanti. Duecento metri. Cento. Ottanta. Fuoco. Sparo un intero caricatore sulla feritoia sopra il posto di guida, sbanda, le ruote sul ciglio del burrone, si ferma. Ricarico veloce e sparo sulla ruota anteriore destra per farla scoppiare. Nello stesso istante i compagni lanciano le bombe a mano sulla colonna. La terra si frantuma sotto lo schianto. Il fumo si dirada: l'autoblinda è capovolta, come un pachiderma in agonia, le ruote sventrate girano a vuoto. Urla strazianti. Le bombe piovono sui cingolati, almeno la metà sono fuori uso, gli altri ci cannoneggiano, i soldati si dispiegano lungo la costa. L'effetto sorpresa è finito, ci tirano addosso. Li ordina di ritirarsi verso nord-est. Da qui non si passa più.
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