CAP.
VIII
ARMATA AEREA ED
AVIAZIONE AUSILIARIA
Considerando il problema
in linea generale, e cioè basandoci solamente sulle qualità del mezzo aereo -
indipendenza dalla superficie e grande velocità di traslazione - siamo giunti a
questa conclusione:
La difesa nazionale non
può essere assicurata che da una forza aerea atta, in caso di conflitto, a
conquistare il dominio dell'aria.
Abbiamo visto che per
conquistare il dominio dell'aria è necessario distruggere tutti i mezzi di volo
del nemico, sia in volo, sia nelle loro basi, sia nei loro magazzini, sia nei
loro stabilimenti di produzione, dovunque insomma esistono o possono crearsi, e
che a tali distruzioni le armi terrestri e marittime non possono in alcuna
guisa concorrere.
Ne risulta che una forza
aerea atta a conquistare il dominio dell'aria è indipendente nella sua costituzione
e nel suo impiego dalle armi di terra e di mare.
Per semplicità di
espressione chiamerò, d'ora innanzi, Armata aerea il complesso di quei
mezzi aerei che, nel loro insieme, possono costituire una forza aerea atta a
conquistare il dominio dell'aria. La conclusione più sopra ricordata può quindi
trascriversi in questo modo:
La difesa nazionale non
può essere assicurata che da un'Armata Aerea di adeguata potenza.
Attualmente i mezzi
aerei vengono militarmente impiegati solo per agevolare le azioni delle armi di
terra e di mare, e quindi sono messi, rispettivamente, alla dipendenza
dell'Esercito o della Marina. Non esiste alcuna forza aerea la cui missione sia
quella di agire per conquistare il dominio dell'aria: se esistesse, dato che
l'aria si estende ugualmente sulla terra e sul mare, non potrebbe dipendere né
dall'Esercito né dalla Marina, perché una tale dipendenza costituirebbe una
attribuzione arbitraria, non rispondente a necessità reali, e dividerebbe le
forze.
Vi sono mezzi aerei
direttamente legati alle armi di terra e di mare, in quanto non avrebbero
ragione di essere se quelle non esistessero, come, ad esempio, l'aviazione
d'artiglieria, assegnata all'artiglieria allo scopo di agevolare la sua azione
di fuoco; vi sono altri mezzi aerei che, pur non essendo legati direttamente
alle armi di terra e di mare, vi sono uniti da vincoli di dipendenza, come, ad
esempio, l'aviazione da bombardamento e quella da caccia.
L'aviazione da
bombardamento dipendente dall'Esercito ha lo scopo generico di offendere bersagli
che interessano l'Esercito, quella dipendente dalla Marina di offendere
bersagli che interessano la Marina. L'aviazione da caccia dipendente
dall'Esercito ha lo scopo generico della polizia del cielo sulla terra, quella
dipendente dalla Marina della polizia del cielo sul mare.
Si sente che in tutto
ciò vi è qualche cosa che stride. Si comprende facilmente che, di fronte ad un
tale stato di cose, un nemico che organizzasse una forza aerea allo scopo
definito e preciso di conquistare il dominio dell'aria avrebbe buon giuoco, in
quanto nulla di preparato né di organico potrebbe venirgli opposto.
E si comprende anche
facilmente che tutti questi mezzi aerei dell'Esercito e della Marina verrebbero
annullati da una Armata Aerea nemica che conquistasse il dominio dell'aria.
Che l'Esercito e la Marina si provvedano di
quei mezzi aerei che possono riuscire utili allo svolgimento delle loro azioni
è perfettamente logico, ma questi mezzi che integrano l'azione dell'esercito e
della Marina sono ancora Esercito o Marina, e non possono rappresentare una
forza aerea propriamente detta. L'aviazione d'artiglieria rappresenta utili
osservatori aventi la forma di aerei: niente altro.
Tanto è vero che noi
abbiamo potuto ragionare sulla guerra aerea e trarre la conclusione della
importanza dell'Armata Aerea, indipendentemente dai mezzi aerei dell'Esercito e
della Marina.
Quando si giunse
all'espressione di Arma aeronautica parve un trionfo del nuovo mezzo di
guerra. Ma non lo fu, anzi questa espressione rappresentò un legame, perché
un'arma non può costituire se non la parte di un tutto, tutto che solo può
risultare indipendente.
Bisogna giungere
all'espressione di Armata Aerea, ente capace di combattere nel nuovo
campo di lotta aperta all'uomo, là dove né Esercito né Marina possono in alcun
modo agire.
I mezzi aerei addetti
all'Esercito ed alla Marina non possono considerarsi che come mezzi ausiliari
dell'uno e dell'altra, e, perciò, per semplicità d'espressione, d'ora innanzi,
li chiamerò Aviazione ausiliaria dell'Esercito e della Marina.
Fino ad ora, volendomi
mantenere sulle linee sintetiche, ho parlato in genere di mezzi aeronautici, ma
poiché in aeronautica i mezzi sono divisi in due grandi categorie: più leggero e
più pesante dell'aria - dirigibili ed aeroplani, - così, per incominciare a
sbarazzare la via, dirò che solo la categoria dei più pesanti dell'aria offre
aerei utilizzabili a scopi guerreschi.
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