PARTE
SECONDA
L'ARMATA AEREA
CAP.
IX
COSTITUZIONE
SINTETICA
Abbiamo definito Armata
Aerea quel complesso di mezzi aerei che, nel loro insieme, costituiscono una
forza aerea atta a conquistare il dominio dell'aria, ed abbiamo visto che per conquistare
il dominio dell'aria occorre riuscire a distruggere tutti i mezzi di volo del
nemico, sia in volo, sia nelle loro basi, sia nei loro magazzini, sia nei
luoghi di produzione, ovunque, cioè, si trovino o possano crearsi.
L'Armata Aerea deve
quindi essere organizzata ed impiegata a questo scopo distruttivo.
Per giungere a
distruggere, completamente e rapidamente, una razza di uccelli, non è
sufficiente abbattere tutti quelli che incontrano in volo. Anzi questo è il
mezzo meno efficace, perché, oltre la difficoltà che presenta l'incontrarli
tutti in volo nello spazio indefinito, rimangono sempre i nidi e le uova. Il
sistema più efficace, invece, è quello di distruggere sistematicamente i nidi e
le uova, tanto che, a rigore, basterebbe ciò, dato che nessuna razza di uccelli
può rimanere permanentemente in aria.
Così, per distruggere i
mezzi aerei nemici, il sistema di andare a cercarli, peggio, di aspettarli, in
volo, è il meno efficace - seppure non completamente illusorio. Immensamente
più efficace è, invece, il sistema di distruggere le loro basi, i loro
rifornimenti, i centri di loro produzione. In volo gli aerei nemici possono
sfuggire: i nidi e le uova si trovano sulla superficie e non si possono
muovere. Distrutti i nidi, gli aerei che, per avventura, ne fossero fuori, al
ritorno non saprebbero più ove posare.
Ed è perciò che,
contrariamente, forse, a quanto generalmente si pensa, il sistema più efficace
per distruggere gli aerei nemici non è affatto quello di attaccarli in volo, ma
bensì quello di distruggere bersagli, che li interessino intimamente, situati
sulla superficie. Questi si distruggono mediante bombardamenti. Quindi l'Armata
Aerea deve possedere una potenza offensiva contro bersagli situati sulla
superficie, e cioè: unità da bombardamento.
Ma le unità da
bombardamento, nel compiere le loro missioni possono incontrare, nell'aria,
forze aeree nemiche disposte a contrastare la loro azione. Siccome le unità da
bombardamento, per la loro stessa natura, non sono le meglio adatte al
combattimento nell'aria, è necessario che forze atte al combattimento nell'aria
aprano la strada alle unità da bombardamento, rigettando le forze aeree che si
oppongono al compimento della loro missione.
Queste forze aeree
chiamerò: da combattimento.
L'Armata Aerea deve
quindi essere costituita da unità da bombardamento e da unità da combattimento,
le prime destinate ad agire offensivamente sulla superficie, le seconde per
permettere alle prime di agire anche contro la reazione aerea avversaria.
È chiaro che quanto maggiore
sarà la potenza di bombardamento di una Armata Aerea, con tanta maggiore
facilità essa giungerà a distruggere tutto ciò che, da terra, dà vita
all'aviazione nemica, ossia conquistare il dominio dell'aria. Perciò la potenza
di bombardamento di una Armata Aerea deve risultare la massima possibile.
La forza complessiva
delle unità da bombardamento3, invece, deve risultare proporzionata
alle forze aeree similari che il nemico può opporre, in modo da superarne la
possibile opposizione, perché le unità atte al combattimento nell'aria, quando
l'Armata Aerea abbia conquistato il dominio dell'aria, non possono più trovare
una diretta ragione dell'impiego.
Al contrario, le unità
da bombardamento, una volta che d'Armata4 Aerea abbia conquistato il
dominio dell'aria, libere da ogni opposizione aerea, potranno sviluppare, quasi
senza alcun rischio, tutta la loro potenza offensiva, impiegandola per separare
l'esercito e la marina avversaria dalle loro basi, per disseminare la
distruzione ed il terrore nell'interno del paese nemico, per spezzarne la
resistenza materiale e morale.
Queste semplici
considerazioni ci delineano chiaramente lo scheletro dell'Armata Aerea: unità
di bombardamento nella massima quantità possibile, unità da combattimento in
proporzione alla possibile reazione nemica.
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