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Giulio Douhet
Il dominio dell'aria

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  • LIBRO PRIMO
    • PARTE QUARTA   L'ORGANIZZAZIONE
      • CAP. XXV   LE STRADE AEREE
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CAP. XXV

 

LE STRADE AEREE

 

Prima di concludere ritengo necessario soffermarmi alquanto su questo argomento di capitale importanza.

Il mezzo aereo non ha bisogno di strade, nel senso che comunemente si a questa parola, perché per esso tutto lo spazio è strada.

Ma anche il mare è strada per i mezzi galleggianti, tuttavia il fiorire di una navigazione marittima dipende dalle predisposizioni che per essa si prendono sulla terra.

Similmente accade per la navigazione aerea. Teoricamente basta ad un aereo un punto di partenza ed uno d'arrivo; praticamente occorre prepararne la superficie perché sopra di essa si possa volare, poiché la facilità e la sicurezza del volo dipendono, in grandissima parte, dalle predisposizioni prese sulla superficie, e ciò tanto più in un paese rotto, frastagliato e coltivato come il nostro. Non si può sperare in un largo sviluppo della navigazione aerea finché non si sia provveduto alle strade aeree. Se in guerra se ne è fatto generalmente a meno, ciò è dipeso dal fatto che i rischi propri della guerra sono tali da far apparire trascurabili tutti gli altri. Ma in pace occorre ridurre tutti i rischi.

Le strade aeree esigono poco: buoni campi di atterraggio, qualche campo di fortuna, un buon servizio di segnalazioni, qualche servizio a terra nei centri principali; ma questo poco va fatto.

La rete stradale aerea non può risultare che a larghe maglie costituite dall'incontro di grandi arterie, e deve riuscire tale da facilitare lo sviluppo dell'Aviazione civile e l'impiego di quella militare.

Il provvedere alla costituzione delle strade aeree risponde ad un interesse collettivo ed è di competenza dello Stato.

La forma del nostro Paese indica nettamente il tracciato che dovrebbero presentare le nostre maggiori arterie aeree: due litoranee ed una padana, sulle quali potrebbero venirsi a collegare tutte le linee di aeronavigazione convergenti nel Mediterraneo atmosferico.

Questa grande maglia triangolare assumerà rapidamente una importanza internazionale, trasformando l'attuale ostacolo aereo, rappresentato dal nostro Paese, in una zona di facilitazione per le comunicazioni aeree fra la Spagna e la Francia meridionale coi Paesi balcanici, e per quelli fra l'Europa centrale coll'Africa e con l'Asia.

Nel tempo stesso la grande maglia triangolare si presterà egregiamente agli eventuali scopi strategici aerei, che possono richiedere il rapido concentramento delle forze aeree nella valle del Po, oppure sulle due fronti litoranee.

Essa rappresenta il minimo assolutamente necessario, senza di che è vano sperare che un qualunque sviluppo possa prendere la nostra aeronavigazione; è quindi uno dei primissimi provvedimenti che lo Stato deve prendere.

Ciò non vuol dire affatto che lo Stato debba farsi esso stesso assuntore dei lavori ed attore dell'esercizio stradale: vuol dire semplicemente che deve agire in modo che le strade aeree vengano create e mantenute. Dati i risultati d'esperienza forniti dagli esercizi statali, è fuor di dubbio che l'esercizio delle strade aeree converrebbe venisse affidato all'iniziativa privata.

Facilitato il volo con un conveniente apprestamento della superficie, incoraggiate e sussidiate, colla possibile larghezza alla quale ho accennato, le iniziative civili derivanti da serietà di intenti, ordinata l'aviazione militare, differenziate le funzioni e ripartite le competenze, alimentata la fiamma con uno spirito nuovo, vivace, ardente verso un avvenire che non può mancare, la nostra Aviazione spiccherà finalmente il suo libero volo; ché tutti i fattori del volo sicuro sono per noi, che possediamo uomini di genio e d'ardimento, un cielo senza nebbia ed una Patria che si adagia mollemente nel mare dove nacque la civiltà.

 

 

 




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