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Giulio Douhet
Il dominio dell'aria

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  • LIBRO PRIMO
    • PARTE SECONDA   L'ARMATA AEREA
      • CAP. X   L'UNITÀ DI BOMBARDAMENTO
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CAP. X

 

L'UNITÀ DI BOMBARDAMENTO

 

L'unità da bombardamento deve possedere una capacità offensiva tale da poter ottenere un risultato di conveniente entità.

Ho già accennato al principio fondamentale che deve informare l'azione offensiva dall'alto, e cioè che un bombardamento aereo deve riuscire a distruggere completamente il bersaglio su cui è diretto: ciò evita di dover ritornare sullo stesso bersaglio ed, oltre ad un completo risultato materiale, provoca ripercussioni morali il cui valore, se non è facilmente determinabile, non può mancare di essere notevolissimo.

Ho quindi detto che l'unità da bombardamento deve essere capace di distruggere tutto ciò che si trova su di una determinata superficie - che, a mio parere, dovrebbe essere quella di 500 metri di diametro. Base per stabilire la forza dell'unità da bombardamento deve essere tale superficie - superficie distruggibile.

Determinata la grandezza della superficie distruggibile mediante criteri di opportunità rispetto ai bersagli che possono presentarsi, occorre determinare la quantità di materiale attivo - esplosivo, incendiario e venefico - necessario per distruggere completamente tutto ciò che può trovarsi sulla superficie distruggibile.

Questa quantità sarà tanto minore quanto più il materiale attivo sarà efficace. Ora, se si pensa che dalle quantità di materiali attivi dipende - a parità di altre condizioni - il numero degli apparecchi delle unità di bombardamento, si comprende quanto sia vantaggioso usare materiali attivi della massima efficacia.

Stabilita la quantità di materiali attivi necessari per la superficie distruggibile prescelta, e conosciuto il rapporto fra il peso delle bombe ed il peso del materiale attivo che possono contenere, si calcola facilmente il peso totale delle bombe necessarie per quella superficie distruggibile.

Conoscendo il peso di bombe che ogni aeroplano può trasportare, si ha immediatamente il numero degli aeroplani che occorrono per costituire l'unità di bombardamento.

Partendo dalla supposizione che un quintale di materia attiva fornisca la distruzione completa in un raggio di 25 metri, e che, in media, la metà del peso di ogni bomba possa venire data dalla materia attiva, ho dedotto che, per una superficie distruggibile di m. 500 di diametro, occorrono 20 tonnellate di bombe. Ammettendo che ogni aeroplano da bombardamento possa trasportare 2 tonnellate di bombe, sono giunto alla conclusione che l'unità da bombardamento dovrebbe essere della forza di 10 di tali aeroplani. Le supposizioni fatte sono contenute nei limiti delle possibilità attuali, perciò, anche se non esatte in modo assoluto, forniscono un ordine di grandezza dal quale la realtà non può molto distanziarsi. Certo, solo l'esperienza potrebbe fornire dati esatti e ad essa bisognerebbe ricorrere prima di stabilire praticamente la composizione dell'unità da bombardamento.

Ciò a noi, ora, non interessa; interessa il principio, ed interessa anche sapere, all'ingrosso, quale potrebbe risultare la forza dell'unità da bombardamento capace di una superficie distruggibile, all'incirca, di 500 metri di diametro.

Ogni unità da bombardamento, stabilita con questo principio non rappresenta una potenza offensiva indefinita che può arrecare un certo danno al nemico: rappresenta, invece, una potenza offensiva perfettamente determinata, possedente una capacità distruttiva completa su di una determinata superficie. Lanciando una di tali unità da bombardamento su di un bersaglio nemico che possa venire compreso nella superficie distruggibile, si ha la certezza matematica di distruggere quel bersaglio. La potenza offensiva dell'Armata Aerea viene ad essere rappresentata da tante superfici distruggibili quante sono le sue unità da bombardamento, e questa potenza offensiva - meglio: distruttiva - è possibile gettare sul nemico, dove più conviene, per ottenere gli scopi che si intende conseguire.

Disponendo di 50 superfici distruggibili di 500 metri di diametro (Armata Aerea, all'incirca di 500 apparecchi da 2 tonnellate di bombe) si possono distruggere, giornalmente, 50 nidi d'aviazione nemici (campi, magazzini, stabilimenti di produzione, ecc.). Quanti giorni potrebbero occorrere per mettere a terra l'aviazione attuale di una qualsiasi delle grandi potenze europee?

Quali opposizioni potrebbero incontrare tali azioni offensive?

Opposizioni aeree ed opposizioni provenienti dalla superficie.

Delle opposizioni aeree tratterò parlando delle unità da combattimento, appunto destinate a superarle. Le opposizioni provenienti dalla superficie non possono esser costituite che dalle armi contraeree terrestri: dai cannoni contraerei. Dirò come anche l'azione dei cannoni contraerei può venire contrastata dalle unità aeree da combattimento, ma, indipendentemente da ciò, resta il fatto che l'efficacia dei cannoni contraerei non può risultare che minima, sia per la difficoltà di colpire, sia per l'inevitabile disseminamento di mezzi che impone un tal genere di difesa. I cannoni contraerei possono certamente produrre delle perdite nelle unità da bombardamento - perdite limitate - ma in guerra non si può pretendere di agire senza correre rischi, ed è già molto quando questi rischi si possono ridurre al minimo. Occorrerà quindi, a tale riguardo, mettersi in grado di mantenere in efficienza la potenzialità delle unità da bombardamento provvedendo complementi aerei per ripianare le possibili perdite.

Sempre in relazione alle perdite alle quali possono andare soggette le unità da bombardamento, converrà che queste siano costituite da un numero di apparecchi non inferiore ad un certo limite. Dato, ad esempio, che la potenzialità dell'unità debba essere di 20 tonnellate di bombe, tale potenzialità può venire fornita da 10 apparecchi capaci di trasportare ognuno 2 tonnellate di bombe, da 5 apparecchi capaci di 4 tonnellate di bombe, da un solo apparecchio capace di 20 tonnellate di bombe qualora esistesse. Conviene, da un lato, che le unità siano composte del minimo numero di apparecchi, perché ciò semplifica enormemente la costituzione delle unità stesse; ma da un altro lato non conviene che questo numero sia troppo piccolo, perché la perdita di un apparecchio ridurrebbe troppo fortemente la potenzialità dell'unità. Ritengo perciò che il minimo numero di apparecchi per unità non dovrebbe mai risultare inferiore a 4, il che esigerebbe apparecchi della portata massima di 5 tonnellate di bombe nel caso specifico che ho considerato.

Cerchiamo ora di determinare quali caratteristiche generali debbono presentare gli apparecchi per riuscire adatti a costituire unità da bombardamento.

Un apparecchio da volo deve possedere due categorie di caratteristiche, ossia caratteristiche aeronautiche e caratteristiche di impiego. Le caratteristiche aeronautiche sono indipendenti da quelle d'impiego, e determinate solo dal fatto che un apparecchio di volo deve, anzitutto, volare, e volar bene - il che comprende la facilità e la sicurezza della partenza e dell'atterraggio -: un requisito che si richiede a qualunque apparecchio da volo, qualunque sia il suo impiego, sia in pace che in guerra, un requisito tecnico aeronautico che noi possiamo mettere a fattore comune per tutti i tipi, disinteressandocene e lasciandolo alla competenza dei tecnici di aeronautica.

Sono le caratteristiche d'impiego quelle che noi dobbiamo determinare, in vista appunto dello speciale impiego al quale l'apparecchio è destinato; ed esse riguardano: la velocità, il raggio d'azione, la quota di volo, la capacità d'armamento ed il carico utile trasportabile.

Velocità. - Ho detto che le unità da bombardamento debbono essere poste in grado di compiere le loro missioni, col concorso di quelle da combattimento, nonostante le possibili opposizioni nemiche. Perciò le unità da bombardamento non hanno bisogno di possedere una velocità tale da poter fuggire il nemico. Ciò ha grande importanza perché esclude gli apparecchi da bombardamento da una gara di velocità sempre incerta. Chi nell'aria cerca la propria salvezza, oppure la propria potenzialità, nella velocità giuoca una carta sempre incerta, dato, specialmente, il rapidissimo progresso della velocità degli apparecchi aerei: d'altra parte la vittoria non si raggiunge mai fuggendo.

La grande velocità negli apparecchi da volo viene ottenuta a scapito del carico utile trasportabile; perciò negli apparecchi a grande carico occorre accontentarsi di una velocità media, e si comprende facilmente come siano appunto gli apparecchi a velocità media quelli che praticamente volano meglio. L'apparecchio da bombardamento deve quindi essere un apparecchio a velocità media, dato che non deve sfuggire gli attacchi aerei nemici e trasportare carichi rilevanti.

Raggio d'azione. - Il raggio d'azione di un apparecchio da guerra è dato dalla massima distanza alla quale può recarsi dal suo campo di partenza, conservandosi la facoltà del ritorno.

Conviene che il raggio di azione degli apparecchi da bombardamento sia il massimo possibile, perché, più sarà grande più addentro nel territorio nemico sarà possibile esercitare le offese aeree. La grandezza del raggio di azione dipende dalla quantità di materiali di consumo dell'apparecchio motore che è possibile trasportare in volo. Maggiore è questa quantità, maggiore è il raggio di azione.

In un apparecchio da bombardamento il carico trasportabile dall'apparecchio deve venire convenientemente diviso - escluso l'equipaggio - fra peso dei materiali di consumo dell'apparato motore ed il peso delle armi (bombe). Si comprende che, dato il carico massimo trasportabile dall'apparecchio - quantità fissa e determinata, - è possibile accrescere il raggio d'azione accrescendo la quantità dei materiali di consumo dell'apparato motore e diminuendo il carico di armi, e viceversa. Bisognerà quindi stabilire quale deve essere il raggio d'azione normale dell'apparecchio da bombardamento - e ciò dipenderà dalla dislocazione dei bersagli nemici che si intende offendere in via normale - e scegliere quell'apparecchio che sia capace, entro quel raggio d'azione normale, di trasportare un conveniente carico di bombe.

A mio avviso il raggio d'azione normale dovrebbe, oggi, aggirarsi fra i 200 ed i 300 chilometri.

Ho detto: raggio d'azione normale; in casi eccezionali, esso può venire facilmente modificato. Se, possedendo un raggio di azione normale di 300 chilometri, si intende svolgere una azione entro i 100 chilometri, è inutile caricare materiali di consumo per 300 e si può utilizzare il peso risparmiato per caricare più bombe. Se, possedendo un raggio d'azione normale di 300 chilometri, si intende svolgere una azione a 400 chilometri, si può diminuire il carico di bombe di quel tanto di peso di materiali di consumo dell'apparato motore che occorrono in più.

Perché gli apparecchi possano godere di una tale elasticità di raggio d'azione sono sufficienti particolari di costruzione che permettano una elasticità nel carico delle bombe e dei materiali di consumo dell'apparecchio motore.

Quota di volo. - In un apparecchio da guerra l'altezza della quota di volo diminuisce la vulnerabilità dalle offese da terra. Dato che le unità da bombardamento debbono eseguire un tiro disseminato, questo tiro può venire eseguito da quote piuttosto elevate. La quota normale di volo dovrebbe risultare fra i 3 ed i 4 mila metri. Si dice plafond l'altezza della quota massima alla quale l'apparecchio può giungere. Dati i nostri confini, costituiti in gran parte da elevati massicci montani, necessita che tutti i nostri apparecchi da guerra posseggano plafonds tali da poter superare agevolmente la cintura alpina in ogni suo punto, cioè plafonds fra i 6 e i 7 mila metri.

Capacità di armamento. - Evidentemente un apparecchio da bombardamento deve essere adatto a trasportare bombe e provvisto di mezzi intesi a lanciarle. Ma occorre anche un armamento difensivo, essenzialmente a scopo morale. Per quanto un apparecchio da bombardamento non possa rappresentare un mezzo perfettamente adatto al combattimento nell'aria, non conviene lasciare nel suo equipaggio la sensazione di non potere, in nessun modo, reagire contro un possibile attacco nemico. Bisognerà dunque che l'apparecchio venga fornito di armi di piccolo calibro a tiro rapidissimo per la sua diretta difesa, pur tenendo presente che il combattimento nell'aria spetta alle unità da combattimento.

Carico utile trasportabile. - Il massimo carico utile trasportabile da un apparecchio da volo, per ogni tipo di apparecchi, è un dato determinato e fisso che non può venire superato dalla somma dei pesi di questi tre elementi: equipaggio, materiali di consumo dell'apparato motore, armi.

Naturalmente conviene che l'equipaggio sia ridotto al minimo indispensabile, pure prevedendo le eventuali perdite che si possono verificare. Abbiamo visto quali legami corrano fra il peso dei materiali di consumo dell'apparato motore e quello delle armi.

Il carico utile complessivo deve essere tale che, assicurata una conveniente conduzione dell'apparecchio ed un conveniente impiego delle armi entro il raggio normale d'azione, il carico bombe non risulti troppo basso in modo da esigere, per la costituzione dell'unità, un numero troppo grande di apparecchi, il che appesantirebbe l'unità stessa.

A mio parere l'unità da bombardamento non dovrebbe, come ho detto, essere composta di un numero di apparecchi superiore a 12 né inferiore a 4.

Tali sono le caratteristiche generali d'impiego che dovrebbe presentare un apparecchio da bombardamento, caratteristiche che, fissate in cifre, dovrebbero venire richieste ai costruttori.

Ho già accennato alla grande importanza dell'efficacia dei materiali attivi contenuti nelle bombe; basta, di fatto, raddoppiare tale efficacia per raddoppiare, mantenendo tutto il resto inalterato, la potenza di un'Armata Aerea.

È qui necessario, a tale riguardo, non economizzare in alcun modo, né nello studio né nei mezzi.

I materiali attivi si dividono in tre categorie: esplodenti, incendiari e venefici; ed è necessario, oltre la ricerca della maggiore efficacia assoluta dei materiali di ogni categoria, ricercare la maggiore efficacia della loro combinazione, opportunamente proporzionandoli nei bombardamenti.

Si intuisce - e l'esperienza potrà confermarlo - che, nelle combinazioni distruttive, i materiali esplodenti entreranno in minima parte, data l'azione più estesa dei materiali incendiari e venefici.

Su bersagli costituiti da fabbricati normali - magazzini, officine, stabilimenti, centri abitati - la distruzione più completa potrà ottenersi provocando incendi e paralizzando, con materiali venefici, ogni attività umana durante un certo tempo.

Eccezionalmente potranno essere utili bombe contenenti solo esplosivo, come, ad esempio, per rendere inutilizzabili, per qualche tempo, campi d'aviazione col produrre in essi imbuti di scoppio.

Ma la definizione dell'armamento più conveniente rappresenta una questione di particolari, alla quale ho voluto accennare solo per dare un'idea del complesso dei problemi che importa la costituzione dell'unità da bombardamento.

 

 

 




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