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Giulio Douhet Il dominio dell'aria IntraText CT - Lettura del testo |
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CAP. XXI
AVIAZIONE CIVILE
Sull'avvenire della navigazione aerea, come mezzo di civile progresso, si possono avere opinioni diverse, ma una cosa è certa ed indiscutibile: il nuovo mezzo di traslazione non può morire. La macchina che l'uomo, dopo millenni di tentativi infruttuosi, seppe forgiarsi col suo genio e con la sua audacia, nella storia del progresso dei mezzi di traslazione rappresenta quello che ha compiuto i progressi più rapidi e più meravigliosi. Non si può dire fin dove giungerà il perfezionamento della macchina alata; certo tutto dice che esso è ben lungi da un punto di arresto. «Il mezzo aereo presenta due caratteristiche essenziali che, indipendentemente da qualsiasi altra condizione, lo impongono:
«1. È il mezzo di traslazione più rapido, sia per la velocità propria, sia perché permette sempre di collegare il punto di partenza con quello di arrivo mediante un percorso rettilineo. «2. È il solo mezzo di traslazione che sia completamente tale a sé, perché è l'unico che non ha bisogno della strada, nel significato che comunemente si dà a questa parola.
«Tutti i mezzi di traslazione finora esistenti erano costituiti da una coppia di elementi fra i quali compariva la strada. La locomotiva da sola non serve come mezzo di comunicazione, né l'automobile permette di collegare due punti rilegati solo da una mulattiera. Sul mare l'elemento strada appare meno, tuttavia anche per i mezzi di navigazione marittima l'uomo fu costretto talvolta a compiere grandiosi lavori per aprire strade di più breve percorso, quali i canali di Suez, di Panama, ecc. Solo il mezzo aereo è completamente libero ed indipendente su tutta la superficie del globo terracqueo e non ha bisogno che di punti di partenza e di arrivo. «Le due caratteristiche essenziali del mezzo aereo lo fanno adatto a rendere più celeri le comunicazioni esistenti ed a stabilire, il più rapidamente ed economicamente possibile, celerissime comunicazioni fra punti della superficie terrestre comunque separati e lontani. Rendere più celeri i mezzi di comunicazione e raffittire le comunicazioni è una delle necessità del viver sociale, e perciò, necessariamente, la navigazione aerea dovrà svilupparsi, ed appunto in virtù delle sue speciali caratteristiche comincerà a svilupparsi mediante l'impianto di linee di navigazione a lungo percorso - e cioè capaci di far guadagnare molto tempo - e di quelle attraverso a regioni povere o prive di strade ordinarie e ferrate - e cioè capaci di risolvere il più rapidamente possibile l'assillante problema delle comunicazioni in tali regioni. Non è possibile che l'uomo trascuri un mezzo capace di ridurre a poche ore la distanza Roma-Londra, ed è certo che Alessandria d'Egitto sarà collegata con la Città del Capo con mezzi aerei prima che con la ferrovia. «Le comunicazioni aeree minori e quelle fra i punti già rilegati da mezzi celeri seguiranno man mano che il mezzo aereo diverrà più popolare e più pratico; tuttavia è facile prevedere che molto presto la macchina da volo verrà largamente impiegata sportivamente e pel grande turismo. In tale materia, lo scetticismo è ingenuo e pericoloso. La macchina da volo ha superato le speranze più ardite e la guerra ha dimostrato che ogni scetticismo era frutto di miopia. «Ciò che interessa maggiormente l'Italia si è che, certamente e rapidamente, verranno istituite grandi linee di navigazione aerea, la maggior parte delle quali necessariamente attraverseranno il bacino del Mediterraneo. «Le tre grandi potenze d'Europa presentano il loro asse in direzione N.O-S.E, e tale asse, prolungato attraverso il Mediterraneo, viene a cadere sul canale di Suez, precisamente là dove l'Asia e l'Africa si ricongiungono. È evidente che la maggior parte delle linee di navigazione aerea si orienterà secondo questa direzione generale N.O-S.E, costituendo un grande fascio che, mantenendosi raccolto dall'Inghilterra attraverso la Francia e l'Italia, verrà da quest'ultima aprendosi a ventaglio verso l'Africa, l'Asia e la penisola Balcanica. «Per la sua posizione geografica e per quella politica alla quale la guerra l'ha fatta assurgere, l'Italia deve necessariamente divenire il grande centro di smistamento delle comunicazioni aeree del vecchio mondo. Questo fatto ineluttabile, mentre mette l'Italia in una posizione privilegiata rispetto alla navigazione aerea, le impone il dovere di mettersi, al più presto, in grado di corrispondere alle nuove esigenze che si andranno determinando allo scopo di non far getto degli immensi vantaggi che ne conseguono e sotto pena di diventare il comodo campo della navigazione aerea straniera. «Se la situazione geografica e politica dell'Italia nel Mediterraneo deve venire sfruttata nel campo marittimo, deve, a maggior ragione, venire sfruttata nel campo aereo, ancora più vasto, e dove si può ottenere il vantaggio di giungere prima degli altri, perché in questo campo tutto è da cominciare e noi ci troviamo in casa nostra. «Per ragioni politiche, morali, economiche e di sicurezza, la navigazione aerea sul nostro territorio e sul Mediterraneo deve battere bandiera italiana. Tale deve essere il concetto fondamentale della nostra politica aeronautica, perché l'Italia non deve limitare la sua ambizione a divenire il comodo molo al quale vengano ad attraccare linee di navigazione straniere. Per sfruttare convenientemente la sua posizione privilegiata, l'Italia deve, non solo trovarsi in grado di rispondere alla navigazione aerea mediterranea internazionale, ma prevenire questi bisogni in modo da eccitare, essa stessa, lo sviluppo di tale navigazione. «Evidentemente l'impianto di una linea aerea Torino-Roma-Alessandria d'Egitto provocherebbe l'impianto della linea Londra-Parigi-Torino e quello di linee aeree da Alessandria verso il Sudan e la Palestina. Noi dobbiamo quindi provvedere non solo alla istituzione delle grandi comunicazioni aeree interne e coloniali, ma anche a tutte quelle che, attraverso il Mediterraneo, rilegano le nostre coste all'Africa, all'Asia ed alla penisola Balcanica; dobbiamo cioè istituire il grande fascio di smistamento delle linee aeree del vecchio mondo. «Poiché la penisola Balcanica è più vicina a noi che ad altri ed in essa l'industria aeronautica è in ritardo, è conveniente che noi provvediamo anche alla navigazione interna di tale penisola, ciò che ci è grandemente facilitato dal fatto che i porti italiani sulla costa orientale dell'Adriatico costituiscono le basi naturali per spingersi verso la Russia meridionale e l'Asia Minore, appunto attraverso la regione Balcanica. «Da queste brevi e riassuntive considerazioni risulta che l'Italia è, forse, la nazione che più di tutte le altre è interessata allo sviluppo della navigazione aerea. Indipendentemente dai vantaggi di ordine generale accennati, un adeguato sviluppo della navigazione aerea ne apporterebbe altri che debbono essere giustamente valutati, e cioè:
1) Vantaggi di ordine economico industriale. Lo sviluppo di una grande navigazione aerea produrrebbe a sua volta il grande sviluppo di tutta l'industria aeronautica. Ora tale industria è fra quelle che meglio si addicono al genio ed alle risorse del nostro Paese. Essa, di fatto, esige limitate quantità di materie prime ed una mano d'opera intelligente e raffinata, e noi, mentre siamo poveri delle prime, disponiamo abbondantemente della seconda. L'industria aeronautica è certamente una delle industrie in cui l'Italia può primeggiare, purché vi si possa largamente applicare. 2) Vantaggi di sicurezza nazionale. È da sperarsi che la grande guerra sia l'ultima, ma non è possibile affidarci a questa sola speranza. La guerra, pur non avendo avuto il tempo di mostrarne tutta l'importanza, ha svelato l'Arma aerea.
Certo col perfezionarsi del mezzo, l'Arma aerea acquisterà sempre un maggior valore ed, in una eventuale guerra futura, il possedere il dominio dell'aria supererà il vantaggio di possedere quello del mare. Il disporre di una potente flotta di navigazione aerea equivale a possedere, in potenza, una grande Armata Aerea, sempre pronta alla difesa del nostro diritto.
«In definitiva, per l'Italia lo sviluppare intensamente la navigazione aerea mediterranea significa avvalersi della magnifica posizione geografica in cui il destino l'ha situata e di quella politica conquistata col sangue dei suoi figli: significa mettere una grande e nobile industria in grado di primeggiare nel mondo, costituendosi insieme un mezzo di potenza politica, di ricchezza nazionale e di sicurezza militare. «Nello studiare l'impianto di linee di navigazione aerea interne, coloniali e mediterranee, bisogna partire da idee larghe e comprensive, tenendo conto dell'insieme dei vantaggi ora enunciati, e non lasciarsi arrestare dal gretto criterio economico diretto. «Certamente le prime linee di navigazione aerea saranno passive, almeno durante i primi anni, perché, oltre al costo elevato del mezzo, esso è contrario alle atavistiche abitudini dell'uomo ed incontrerà qualche difficoltà e parecchie ostilità. Tuttavia queste verranno in breve dissipate, ed il costo della navigazione aerea andrà rapidamente scemando, grazie alla concorrenza che verrà a stabilirsi. «La macchina aerea è macchina di audacia in tutti i sensi. Essa sopravanza l'immaginazione più fervida. Chi disse, prima della guerra, che gli aeroplani si sarebbero contati a migliaia, passò come un esaltato. Lo sviluppo della navigazione aerea procederà collo stesso crescendo. Fra qualche anno i direttissimi saranno composti di sole terze classi, la Compagnia dei Vagoni letto avrà cambiato nome e la Posta internazionale non viaggerà più che attraverso l'atmosfera. «Lanciarsi decisamente sulla via nuova, specie nella nostra situazione, è atto di saggia ed audace previdenza. Il denaro che potrà costare al suo inizio l'impianto di linee aeree, non è denaro gettato; rappresenterà, invece, una solida assicurazione sull'avvenire. «Lo sviluppo della navigazione aerea, specialmente per l'Italia, costituisce un alto interesse di ordine generale che non deve sfuggire all'attenzione del Governo. «La navigazione aerea interna, coloniale e mediterranea, presenta una quantità di problemi di ordine diversissimo: politico, economico, sociale, militare, ecc., che debbono essere risolti armonicamente da un unico Ente politico competente, il quale deve assurgere alla dignità di Ministero. Se, durante la guerra, si ritenne sufficiente l'istituzione di un Commissariato Generale di Aeronautica, dipendente in una certa guisa dal Ministero della guerra o da quello delle armi e munizioni, in quanto che esso C. G. doveva limitare la propria attività alla preparazione di una determinata specialità di armi, nel susseguente periodo di pace l'Ente preposto alla navigazione aerea deve possedere una maggiore autonomia ed una maggiore libertà di azione, pur mantenendosi in stretto collegamento coi dicasteri dei trasporti, dell'industria, delle poste, della guerra, ecc. Il Ministero di Aeronautica dovrà avere competenza su tutte le questioni aeronautiche di qualunque genere esse siano. Tali questioni andranno mano mano crescendo di numero e di importanza, e, data la novità della cosa che trova pochi uomini preparati, l'accrescimento graduale presenta i suoi vantaggi, e, se pure sul principio il Ministero di Aeronautica potrà apparire di secondaria importanza, esso assurgerà ben presto ad una importanza di primo ordine per la forza stessa delle cose, nel tempo stesso che, passando dal piccolo al grande, preparerà gli uomini necessari alla risoluzione dei più vasti problemi che andranno presentandosi col tempo. «Rispetto alla navigazione aerea interna, coloniale e mediterranea, l'azione del Ministero di Aeronautica potrà svolgersi sia come funzione attrice che come funzione coordinatrice, ossia le grandi linee di navigazione aerea potranno venire esercitate dallo Stato o da società private concessionarie. Nel primo caso si avrà un esercizio diretto, nel secondo il Ministero di Aeronautica dovrà stabilire il percorso delle grandi linee e determinarne le modalità di esercizio, conservando su questo l'alta sorveglianza ed il superiore controllo. In nessun caso lo Stato potrà abbandonare l'esercizio della navigazione aerea alla iniziativa privata, la quale non può tener calcolo che degli interessi diretti, trascurando completamente quelli riflessi che, per lo Stato, possono essere grandemente superiori. «Poiché i mezzi aerei pacifici possono e debbono, all'occasione, trasformarsi in mezzi aerei da guerra, occorrerà che il Ministero di Aeronautica porti la sua vigilanza sull'armamento delle flotte aeree da trasporto e sulla organizzazione delle medesime in modo che l'uno e l'altra possano facilmente e rapidamente trasformarsi in mezzi ed organismi di guerra. «Il Ministero di Aeronautica dovrà inoltre favorire, integrandolo, lo sviluppo della navigazione aerea secondaria, e cioè di quella su percorsi di interesse locale, di diletto e sportivo, quello della navigazione aerea nella penisola Balcanica e nella America del Sud - e quello della industria aeronautica di ogni genere, il che varrà a dare all'Italia una importanza di primo ordine nel modo aereo avvenire. «Dalla esposizione di questo succinto sommario di attribuzioni su di una materia così vasta e quasi completamente nuova, che chiede di essere governata con idee larghe ed audaci, si può facilmente dedurre quanto sia necessario che l'Ente che vi deve presiedere assurga all'altezza che gli spetta e che solo può agevolarne l'arduo compito. «La macchina da volo, in sé e nelle sue applicazioni, ha proceduto sulla via del perfezionamento e dello sviluppo con una velocità che ha del fantastico. In tale materia il perdere tempo e l'andar lenti può essere fatale. Bisogna far presto per non essere sorpassati. I piedi di piombo mal si conciliano colla leggerezza dell'ala. La guerra ha fatto sorgere in questo campo, quasi inesplorato, una quantità enorme di nuove energie e di nuove risorse che sono pronte a porgere il loro concorso alla fervida opera di pace che deve seguire la Vittoria. In tutto il mondo civile una grande quantità di tecnici, di maestranze e di industrie si sono andate adattando alla nuova produzione, una somma cospicua di interessi si sono venuti raccogliendo attorno alla cosa nuova, una numerosa schiera di giovani ardimentosi ha appreso l'arte del volo. Tutte queste fresche energie, finita la guerra, cercheranno la loro strada, che non potrà trovarsi fuori dal campo della navigazione aerea, e sorgerà immediatamente una concorrenza formidabile fra le nazioni per impadronirsi delle principali linee di navigazione aerea come quelle che possono riuscire più redditizie nei diversi sensi. «Poiché l'Italia si trova al centro di smistamento delle maggiori e più importanti linee internazionali, l'Italia ed il Mediterraneo diventeranno certamente i campi delle competizioni pacifiche della navigazione aerea internazionale del vecchio mondo. Unico mezzo per uscire vittoriosi in questo campo è quello di trovarsi pronti a soddisfare tutte le esigenze del nuovo mezzo di traslazione nel bacino aereo che ci compete. Se trascuriamo questa specie di obbligo che la nostra situazione ci impone, dovremmo rassegnarci a lasciare che gli stranieri volino sul nostro territorio e sul nostro mare. Necessità quindi non solo di fare, ma di fare presto e bene. Ogni esitazione ed ogni timidezza potrebbe venire amaramente scontata. «Concludendo queste brevi note, secondo noi, l'Italia deve svolgere una pronta, saggia ed oculata politica aeronautica, fondandosi essenzialmente sui seguenti concetti:
«1. Favorire lo sviluppo della navigazione aerea interna, coloniale e mediterranea, esercitando un'azione statale attrice o coordinatrice, e stabilendo come principio che la navigazione aerea interna, coloniale e quella mediterranea proveniente dall'Africa, dall'Asia e dalla penisola Balcanica debba battere bandiera italiana. Favorire, inoltre, lo sviluppo della navigazione aerea con bandiera italiana nella penisola Balcanica, nell'Asia Minore e nell'America del Sud; «2. Favorire lo sviluppo dell'industria aviatoria, proteggendola, facendola conoscere, fornendola di larghi mezzi di indagine, di studio e di esperimento; «3. Favorire lo sviluppo della navigazione aerea e dell'industria aviatoria nazionale mediante opportuni provvedimenti che valgano a trasformare l'una e l'altra, rapidamente, in strumenti di guerra; con che gran parte delle somme che lo Stato dovrebbe stanziare per la sua difesa aerea potrebbe essere resa redditizia riservandola a favore dello sviluppo dei mezzi aerei pacifici.
«L'esame particolareggiato delle grandi questioni qui riassunte richiederebbe un ampio svolgimento. A noi basta richiamare l'attenzione sui problemi aeronautici che, nell'incalzare dei numerosi problemi d'ogni genere che in questo periodo si affacciano, facilmente possono sfuggire od essere considerati di secondaria importanza, mentre ne hanno una capitale, rappresentando il prossimo avvenire di qualche cosa che fin dal suo nascere apparve vittoriosa. «Prenda il lettore una carta dell'Impero Romano ed esamini come la potenza irraggiò da Roma attraverso il grande bacino acqueo che bagna il gran molo d'Europa. Allora l'irradiamento fu di forza, di conquista e di civiltà; oggi le rinnovate condizioni d'Italia e il nuovo mezzo che ne rende padroni dello spazio possono portare ad un simile irradiamento di carattere completamente pacifico. Roma, che fu centro del più grande impero del mondo ai primordi della civiltà, deve divenire, per l'ultima conquista della civiltà, il centro delle comunicazioni più celeri, il porto aereo più importante del mondo. «E su questo centro della nuovissima civiltà deve, su tutto, sventolare il tricolore magnifico, ancor tepido delle battaglie più belle». Così scrivevo non appena finita la guerra («Politica aerea mediterranea» in Nuova Antologia, 16 gennaio 1919); e quanto scrissi allora resta completamente immutato in ordine ai concetti espressi, ma, pur troppo, nel fatto, l'Italia non ha ancora saputo trovare la sua strada aerea, mentre all'estero in questi ultimi due anni già molto è stato fatto. Se, su di una carta d'Europa, si traccia il percorso delle linee esistenti ed in progetto, si scorge come l'Italia risulti da esse strettamente circondata e costituisca quasi come un ostacolo alle comunicazioni aeree del vecchio mondo. Questo fatto non può durare, sia nell'interesse nostro particolare, sia per rispondere al nostro dovere internazionale. È chiaro che, se non provvedessimo noi a dare al nostro Paese il suo valore aeronautico, daremmo agli stranieri una specie di diritto di passare sopra l'Italia colle loro linee aeree11. Quanto precede, circa l'aviazione civile, ho voluto dire, per dimostrare che lo Stato deve promuovere lo sviluppo nell'interesse della collettività. L'aviazione civile presenta manifestazioni di attività che interessano direttamente la Difesa nazionale, altre che non la interessano direttamente. Di queste ultime gli organi preposti alla Difesa nazionale non debbono preoccuparsi perché esulano completamente dalla loro competenza: di esse deve preoccuparsi lo Stato in genere. Di quelle che interessano direttamente la Difesa nazionale debbono invece preoccuparsi gli organi a questa preposti.
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11 Si rammenti che queste parole furono scritte nel 1921. In questo anno (1926) chi le scrisse ha avuto la soddisfazione di vedere il promettente inizio dell'attuazione delle idee in esse espresse. |
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