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Paolo Valera
La catastrofe degli czars

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  • Da Nicola Romanov a Oulianov Lenine.
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Da Nicola Romanov

a Oulianov Lenine.

 

Tra la grande rivoluzione francese e la grande rivoluzione russa non c'è analogia che nel finale catastrofico dell'antico regime. Le due monarchie sono cadute come due immensi bubboni purulenti che si slabbrarono e inondarono i due paesi di un fetore nauseabondo. Il tonfo dei rovesci dinastici è stato sentito in tutto il mondo. Le Corti nello sconquasso sono sembrate due ambienti di putrefazioni feudali. L'una non aveva nulla che non avesse l'altra. Gli stessi cervelli in decomposizione, la stessa corruzione, lo stesso assolutismo, la stessa terra dei supplizi. Due personaggi di trono che avevano lavorato i sudditi con la tirannia massima dei loro mostruosi avi. Due insensibili e insensati che si liberavano dalle moltitudini, che volevano vivere con le cariche dei corazzieri e dei cosacchi, che aggredivano e uccidevano. Due amorali. Luigi XVI viveva circondato da un centinaio di bastardi, sessanta dei quali li aveva ereditati da Luigi XV. Con tutta questa produzione bordelliera vi trionfava il demi-monde pieno di usurpatrici di nomi e di casati e di orizzontali di tutte le classi. Alte e basse Maintenon, alte e basse Pompadour, alte e basse Dubarry. Donne di selciato e di case tollerate. Così alla Corte di Nicola II, lui stesso un falso figlio di Alessandro III. Sciami di femmine e di lenoni. Sciami di granduchi e di grandi duchesse dell'alta scuola bagascera, gentiluomini e gentildonne invertiti, scandali viventi. L'amante dell'imperatore collocata in margine alla reggia, nel palazzo dietro gli alberi del giardino Alessandro, all'angolo di Kamenny-Ostro e di uno dei quais della Neva. La mantenuta Kchòtinskaia ai primi sentori della rivolta ha abbandonato il mantenitore imperiale e si è data alla fuga. Il palazzo è stato subito occupato da Lenine, dal cui balcone ha disperso le idee della rinnovazione sociale alle folle adunate di sotto. La regina austriaca e l'imperatrice tedesca odiavano ed erano odiate. Esse non amavano un popolo che non conoscevano e del quale non parlavano che malamente le lingue e i sudditi non potevano tollerare le donne galanti del trono che offrivano loro focacce nei giorni di carestia e istigavano i mariti a sciabolarli e a sbandarli per le strade. Due Corti e due identici edifici lugubri per i supplizi. La Bastiglia a Parigi e la fortezza di Pietro e Paolo a Pietrogrado. Due Corti e due ricettacoli di indovini, di ciarlatani, di mesmeristi che predicavano l'avvenire, di ciurmadori che andavano da Saint Germain a Giuseppe Balsamo o da Cagliostro a Rasputin — l'ultima potenza occulta che ha istupidita e malefiziato i sovrani con pronostici indiavolati dalle superstizioni, che ha dominata la nobiltà e la plutocrazia russa come guaritore della carne esasperata dai contatti carnali. Milioni di malcontenti in Francia. Milioni di malcontenti in Russia. Un contadiname asservito e spiantato e un esercito di lavoratori salariati da cane in entrambi i paesi.

 




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