CAPITOLO
PRIMO.
La maschera
misteriosa.
La
mezzanotte era ribattuta a tutti gli orologi della città,
quando Maria, la bella guantaia di Porta Vittoria, si decise chiudere
il suo negozio. Aveva fatto così tardi, perchè era
l'ultimo giorno di carnevale e gli avventori non erano mancati.
Maria
appariva stanca, abbattuta. I suoi grandi occhi azzurri, lieti e
brillanti, si mostravano leggermente velati; i capelli finissimi
castani, le cadevano in disordine sul collo e sulla fronte; le
guancie aveva pallide, la piccola bocca sorridente, un po' scolorita.
Tuttavia
era sempre affascinante: un abito di panno verde con corsaletto di
panno bianco ricamato in spighetta dorata, dava risalto alla grazia
delle tornite spalle e faceva spiccare la vita sottile, flessibile:
alla leggiadra semplicità del suo portamento, univa un'altera
castità.
Messi
gli sporti alle vetrine, Maria stava per ritirarsi, quando un
individuo mascherato, che veniva correndo dalla parte del bastioni,
si slanciò nel negozio, respingendo indietro con un urto la
giovine ed esclamando con voce soffocata:
-
Per pietà, nascondetemi, salvatemi.
Nel
primo sbalordimento, Maria era per chiamare aiuto; ma l'individuo si
era tolta la maschera e mostrava un viso così gentile, animato
dal fulgore di due occhi nerissimi e da un sorriso così
incantevole, che la giovine si affrettò a chiudere l'uscio e
mettervi il catenaccio.
-
Eccovi al sicuro - disse quindi colla sua voce fresca, armoniosa - ma
non posso già tenervi qui tutta la notte.
-
Nè io abuserò a lungo della vostra gentilezza; mi basta
far perdere le mie traccie.
Maria
sussultò, guardando con maggiore curiosità lo
sconosciuto. Egli indossava un ampio domino nero, che aprendosi sul
dinanzi, lasciava scorgere al disotto un ricco costume di raso
celeste e argento: il cappuccio del domino essendogli caduto sulle
spalle, mise allo scoperto una testa bionda e ricciuta come quella di
un fanciullo.
-
Eravate dunque inseguito? - chiese la giovine arrossendo alquanto.
-
Sì, ma spero non mi prenderete per un ladro o qualche
malfattore travestito, sorpreso dalle guardie: chi mi seguiva è
un mio nemico ed io avevo le mie buone ragioni per non cadere nelle
sue mani.
Poi
cambiando vivamente discorso:
-
Mi dispiace darvi incomodo - aggiunse - voi forse stavate per recarvi
al riposo.
-
È vero, ma se starò alzata un'ora di più, non ne
soffrirò. Abito qui sopra: dalla retrobottega, posso salire in
casa.
-
State sola?
-
Ho con me la mamma, ma ella, povera vecchia, va a letto presto.
-
Non avete paura giovane e bella come siete rimanere senza alcuno, di
notte, in negozio?
Maria
alzò il bel capo con alterezza, schiuse le labbra al sorriso e
fissando sul giovane uno sguardo calmo e sicuro, che annunziava la
perfetta quiete della sua anima.
-
Paura? - esclamò - E di chi? I ladri farebbero un magro
bottino e in quanto a me, se qualcuno ardisse insultarmi, saprei
difendermi.
Il
suo viso, l'atteggiamento, esprimevano una tale energia, che lo
sconosciuto la guardò con viva ammirazione.
-
Sapete a cosa penso? - -disse dopo un momento di espressivo silenzio,
appoggiandosi con un gomito al banco, mentre la guantaia rimetteva in
ordine alcune scatole negli scaffali.
-
Che volete che sappia se non me lo dite. - rispose volgendosi a
riguardarlo.
-
Penso che si deve essere molto felici amati da voi.
Un
vivace rossore salì alle guancie di Maria: ella alzò
graziosamente le spalle.
-
Io non amo alcuno. - disse.
Egli
scosse dolcemente il biondo capo.
-
Non è possibile.
Maria
ebbe un sorriso affascinante.
-
Avete ragione, vi ho ingannato: amo, anzi adoro... mia madre.
Poi
ritornando seria e come pigliasse un'improvvisa risoluzione.
-
Temete signore - chiese - che la persona, dalla quale eravate
inseguito, vi abbia veduto entrar qui?
-
Spero di no, avevo molto vantaggio su di lei, tuttavia scommetto che
sta perlustrando la strada...
-
Se ascoltaste un mio consiglio, cangereste d'abiti.
-
Potete procurarmene degli altri?
-
Ve ne posso dare uno dei miei.
-
Un travestimento da donna? Ebbene, perchè no? Siamo di
carnevale: accetto.
-
Attendete un momento: vado a prepararvi quanto può occorrervi.
Disparve
nella retrobottega, lasciando solo lo sconosciuto. Allora il viso di
questi subì una trasformazione: la fronte gli si corrugò
come quella dì un vecchio: i suoi occhi presero un'espressione
dura, quasi crudele, le sue labbra si raggrinzarono.
-
Che disdetta! - mormorò - Eppure avevo sperato di raggiungere
il mio intento! Ma prenderò la mia rivincita e prima che egli
giunga a possedere Adriana, lo voglio morto.
Si
ricompose, perchè Maria rientrava.
-
Signore - diss'ella con semplicità e franchezza - andate a
cambiarvi: troverete tutto pronto: io vi attendo qui.
Rimase
in piedi, presso il banco, meditabonda. Non sentiva più la
stanchezza, si trovava sotto il fascino di una potente emozione,
senza saper spiegarsene il perchè.
Maria
era usa servire degli avventori giovani, belli, eleganti; molti si
recavano appositamente da lei, per avere l'occasione di ammirarla,
sussurrarle qualche dolce parola, farle un po' di corte. La guantaia
accettava sorridendo quegli omaggi e dichiarazioni, ma non
incoraggiava alcuno; il suo cuore era rimasto fino allora tranquillo,
la sua riputazione d'onestà non aveva ricevuta la più
piccola macchia.
Ma
in quella notte, la presenza dello sconosciuto le cagionava un
insolito, involontario turbamento: il cuore le batteva a colpi
precipitosi. Avrebbe voluto sapere chi egli fosse, da qual luogo era
fuggito in quel costume e perchè lo perseguitavano.
Fu
scossa nel vederlo ricomparire: le sue guancie si infiammarono ed un
sorriso, un po' tremulo, inarcò le sue rosee labbra.
Vestito
da donna, egli sembrava ancora più carino, civettuolo. Se due
piccolissimi baffetti biondi non gli avessero ombreggiata la bocca,
si sarebbe davvero potuto prendere per una leggiadra ragazza. Non
mostrava alcun impaccio sotto quegli abiti femminili, anzi il suo
elegante personale, pareva aver acquistato maggiore sveltezza ed
elasticità.
-
Come vi sembra che stia?
-
A meraviglia, nessuno vi riconoscerà, specialmente se
abbasserete il velo del cappello.
-
Volevo guardarvi ancora una volta.
Per
nascondere il suo rossore e la sua confusione, Maria si affrettò
a rivolgersi ed a togliere il catenaccio dalla porta.
-
Fermatevi - esclamò con vivacità lo sconosciuto -
voglio dirvi che domani vi rimanderò i vostri abiti e pregarvi
a non serbare di me una triste impressione, a perdonarmi.
Maria
invece di rispondere, dischiuse la porta e dopo aver guardato al di
fuori, rivolse il viso, ritornato pallido ed alquanto serio, verso il
giovane.
-
La via è libera - disse - potete uscire, signore.
Lo
sconosciuto con un moto pronto al pari dell'idea, afferrò con
ambe le mani la bella testa della guantaia, depose sulle labbra di
lei un bacio infuocato, poi slanciandosi in istrada, scomparve.
A
Maria le parve che con quel bacio, egli le avesse portata via
l'anima, tanto fu scossa sino in fondo al suo essere.
Rimase
un istante come svenuta, con gli occhi umidi, le labbra frementi...
Poi
sembrò respingere dentro di sè quell'impressione e il
suo viso riprese l'abituale serenità.
Rinchiuso
accuratamente l'uscio, spense il lume e passata nella retrobottega,
senza osservare gli abiti lasciati dal giovane, prese una lucernetta
ad olio e per una scaletta di legno, salì alla camera da
letto, l'unica stanza di quel magazzino.
Era
addobbata modestamente, ma di una pulitezza che incantava. Il suolo
si mostrava lucidissimo, le pareti parevano colorite di fresco.
Due
letticcioli di ottone, separati da un tavolino da notte, un armadio
di noce, quattro seggiole intarsiate, un divano di cuoio, uno
specchio con cornice di rame dorato, un porta-abiti di ferro
verniciato, compivano il mobiglio della camera.
Maria
entrò in punta di piedi e facendo con una mano riparo alla
fiamma della lucerna, si avvicinò ad uno dei letti e si pose a
contemplare il viso soave, sebbene appassito dagli anni, di una
donna, che dormiva profondamente, appoggiando il capo all'alto del
capezzale, sul braccio ripiegato.
Sul
vago sembiante di Maria apparve un'espressione di tenerezza, di
contento.
Quel
sonno calmo, quella respirazione dolce e misurata, L'atteggiamento
stesso tutto pace, rassicurarono la bella guantaia. Sua madre nulla
aveva sentito: ella poteva nasconderle la strana avventura di quella
notte.
Si
ritrasse pian piano e deponendo la lucerna in un angolo, si dispose a
coricarsi.
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