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Vincenzo Monti
Poesie

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

     Parte
501 III| disparte alle devote~Ceremonie assistea colle tranquille~Luci nel 502 III| udite, odi, o terra, l’assoluta~Di Dio parola. Tu che l’ 503 II| cerèbro, e sì regnava~Solo e assoluto imperador del mondo.~Tale 504 III| giustizia~Lo scellerato assolve e il giusto fiede.~Nella 505 II| spalancando le voraci grotte~L’assorba il nulla, e tutto lo sommerga~ 506 II| Onde solleva, e il lido assorbe e preme.~Poi, ministra di 507 III| Giustizia in gran letargo assorta;~ dall’alto suo sonno 508 III| Feronia complessi, e come assunta~Al concilio de’ numi era 509 III| ed Orïano~L’amico tuo qui assunto un vedrai;~Lui che primiero 510 III| dall’obblio non tocchi.~Non assurse però; ma con diletto~Le 511 I| Insanisce la terra, e torna Astrea~All'adirato empiro.~Quindi 512 III| dormía;~Quando i figli d’Astreo con gran fracasso~Dall’ëolie 513 I| oltraggio,~Ricchi infingardi, astuti cherci, ed altra~Gente di 514 III| pianto,~E di contra d’Atamante e d’Ino~Tisifone invocar. 515 III| incalza e stimola,~Negli atlantici flutti si sommergono,~E 516 III| furor di Giove~Tacean d’Ato e di Rodope le rupi,~E avea 517 III| cercâro intenta e vaga~Quest’atomo rotante, ove dell’ire~E 518 III| su la soglia~Del grande Atride ad incontrar vien oltre~ 519 III| di mortella,~Di rispetto atteggiata e di pietate.~Bella la guancia 520 I| saggio senza impallidir ti attende.~Morte, che se' tu dunque? 521 I| celato,~E miglior tempo attendere~Dall’ordine del fato?~Io 522 I| nella tua paura~Se ceppi attendi o libertà non sai.~Oh più 523 II| penetrale~Di nostra vita attentamente spia.~O uomo, o del divin 524 II| innalza, e opposti monti atterra;~Piede, su cui l’uman tronco 525 III| sua nemica,~Ferma in cor d’atterrarlo, incenerirlo,~E spegnere 526 II| terribili del vero~Fulminando atterrasti della cieca~Ignoranza gli 527 III| regali orti sconfitti~Dell’atterrata Cerasunte ancora~Quel fiammante 528 III| a ripararse.~Ma con muso atterrato e avverse groppe~L’una all’ 529 III| mandâr d’Ilio le torri,~E atterrita la frigia onda si fea~Specchio 530 I| Egli del fango prometéo m'attesta~La corruttibil tempra, e 531 III| care alme pupille,~Ergea d’attico gusto eccelsa mole,~Sovra 532 II| perenne~(A chi saggio v’attigne), veneranda~Mitica dea! 533 III| spalle.~Quindi del Lario attinsi le ridenti~Rive e la terra 534 III| di Bassville anch’essa~L’attonitombra in suo dolor sepolta.~ 535 I| figlio.~Applaudi, Europa attonita,~Al volator naviglio.~Non 536 III| l’onda crudele~Che tutte attorno le cittadi inghiotte.~Tre 537 II| occulto amore~Che informa e attragge le create cose.~Te ricerca 538 III| sangue piove che le stelle attrista.~Di qua tutto sorriso il 539 III| lupi ed arpie;~Pianto d’attrite meschinelle, avulse~Ai sacri 540 III| covigli~Tremar fa gli altri augei, questi a riposo~Stansi 541 III| tigurina,~A cui fe’ Giulio dell’augel di Giove~Sentir la prima 542 II| corno, e al suo scettrato augello~Fe’ l’italo sperar nido 543 III| ’l tira.~Per le sacrate auguste chiome il tenne~La terza 544 II| dettato;~Non da colei che in Aulide col sangue~D’Ifigenia propizi 545 I| nel carcere~Di queste tane aurate,~Che fabbricò degli uomini~ 546 III| lieve insulto di villana auretta~D’abbronzato guerriero in 547 II| Venti e bufere le sue molli aurette;~I lieti allori dell’aonie 548 III| Ausonia, e l’alte mura~D’Aurunca percotea, la più guerriera~ 549 III| fama ascendeva, e degli Aurunci~Venerevoli padri alto suonava~ 550 III| alemanno~Strugger la speme dell’ausonie glebe~Sì che i nepoti ancor 551 II| antico.~Perocchè, duce ed auspice Fernando,~D’un Pericle novel 552 II| all’ombra de’ tuoi possenti auspici,~Trattando la maggior lira 553 III| cospira~L’orto e l’occaso, l’austro e l’aquilone,~E tutta quanta 554 | AVANTI 555 III| delle turbe cupi~Lui sereno avanzar la fronte e il passo~In 556 III| umil zolla, che i mortali avanzi~Del mio Giulio nasconde, 557 II| di vil odio ancella,~Alma avara e crudel non è tua figlia,~ 558 III| uscite parean dai muffi avelli.~Batte la fame ad ogni porta, 559 | aventi 560 III| fe’ sopra il ladron dell’Aventino~Delle tolte giovenche alta 561 | avergli 562 | avessero 563 | avessi 564 | aveste 565 | avete 566 III| vistapietosa,~Che fatto avia clementi anco le rupi,~Quando 567 II| troni;~Già Lamagna, già l’avida Inghilterra~Fan su la Senna 568 II| pensoso:~E a lui che intorno avidamente guata~Fra téma e sdegno: 569 II| ferrigno~Dente agli appesi avidi brandi il lampo~La ruggine 570 III| Esecutori, che nel pugno aviéno~L’un d’olivo la fronda, 571 II| di Marte,~Quand’il grand’avo tuo, fulmin di guerra,~Delle 572 III| mi scontò l’offesa.~E pur avola a Bacco era colei,~E a Venere 573 | avrebbe 574 | avremo 575 II| pensiero~Le ben trovate cifre avrían sospinto,~Pregustava la 576 III| Pianto d’attrite meschinelle, avulse~Ai sacri asili, e con tremanti 577 III| guardo attento~Al piano che s’avvalla spazïoso~Fra l’ánsure dirupo 578 III| gonfio lo fea;~E i salci gli avvampai, gli olmi, i cipèri~E l’ 579 II| aurea face~Fe’ nell’alme avvampar quella d’amore.~Vien dunque, 580 III| voti,~Del morto amico gli avvampâr la pira.~Già stendendo venìa 581 II| crine~Delle comete rubiconde avvampi,~Che agli occhi di quaggiù, 582 II| un tanto onore.~Pur, dove avvenga che funesto nembo~Turbi 583 III| spelonche sprigionati~S’avventâr su l’incendio, e per la 584 I| viscere~Tu l’acre sguardo avventi,~E invan celarsi tentano~ 585 III| Bauci e Filemone~Rammentâr l’avventura, e quel che udito~Da’ vecchi 586 III| surta~Su l’Olimpo contesa, avventurarmi~In tuo soccorso io volli. 587 III| sculte~Di quell’almo paese avventurato~Le trascorse memorie e le 588 III| alma, e nel materno seno~L’avventurosa si venía vestendo~Di sì 589 III| spieghi~Alto le palme; e, s’avverrà che stanco~Talvolta il polso 590 III| disiose~Braccia si strinse l’avversaria al seno,~E dolce in caro 591 III| offrì l’olivo al crudo~Avversario maggior della meschina,~ 592 III| Ma con muso atterrato e avverse groppe~L’una all’altra s’ 593 | avverso 594 I| armonia dell’ordine~Tutte avvezzai le menti.~L’uomo alla sua 595 III| arbor felice,~Di cui non avvi più possente e pronto~(Se 596 III| terreno ingrassa,~E lubrico s’avvia verso la valle.~Scorre intorno 597 III| recesso i peregrini~Spirti avviârsi; e qui, seduti al rezzo~ 598 III| ancora~Spira, e infamato avvicinar non lascia~ greggia 599 III| vita è concessa,~Privilegio avvilito, e dea l’adora~La bagnata 600 III| de’ venti. Impugna indi l’avvinta~Verga di serpi, prezïoso 601 III| Disser le braccia al collo avvinte e strette.~— Pur ti trovo. — 602 III| nascondea.~Da queste Dire avvinto il derelitto~Sire Capeto 603 III| scorta dietro~Con volto s’avviò pensoso e basso;~Di ritroso 604 III| fra la vittoria orrendo avviso,~Che in doglia il gaudio 605 III| dall’aspetto~Del pensier s’avvisò, dolce alla sua~Dolorosa 606 II| a lite, ed azzuffarsi,~E avviticchiati insieme ambo repente~Giù 607 III| alla ritrosa~Le man sacrate avvolga entro i capegli,~Sì che 608 III| pur diva, in tanto lutto~Avvolgere potéo? Fu la crudele~Moglie 609 III| orrenda e folta~Il trono avvolse dell’Eterno ed Uno.~E una 610 I| dardo,~Gli occhi di bende avvolsegli,~E lo privò del guardo.~ 611 III| turbini di fumo e di faville~Avvolser tutto l’incombusto dio.~ 612 III| Liberi accenti e al crin gli avvolti allori,~De’ poeti superbia 613 III| redivivo, e in densa nube avvolto,~Con mutati sembianti all’ 614 III| sveglia le procelle; altri s’avvolve~Nel nembo genitor della 615 II| E venir tosto a lite, ed azzuffarsi,~E avviticchiati insieme 616 II| Lanciasti un guardo su l’azzurra faccia.~Penetrò nelle cupe 617 III| al rezzo~Tra color persi azzurri e porporini,~Fèr di stessi 618 II| cose egli sublime~Per l’azzurro del ciel spingea le rote.~ 619 III| le torri, ecco l’orrenda~Babilonia francese approssimarsi.~ 620 III| ne’ miei carmi inonorato,~Babilonico salcio, che piangente~Ami 621 III| le piante e delle pingui~Bacche oleose nereggianti i rami.~ 622 III| lagrime rotte da’ singulti~Baciâr l’augusta fronte, e ne serraro~ 623 III| vergini tinte il gelsomino.~A baciarlo lascive, a carezzarlo~D’ 624 III| benedette~Si disser vale e si baciaro in faccia.~Ed una si rimase 625 III| cadaveri alle spalle,~Né più vi bada, e innanzi il campo netta.~ 626 III| nebulosa il piede aspro gli bagna~La pomezia palude, a cui 627 III| il mesto letto~Cingean, bagnate i rai, scomposte il crine,~ 628 III| sacra vena~La ria terra bagnava, ancor più ria~Di quella 629 III| le lagrime, che mute~Le bagnavan le gote, e le sapea~Solo 630 I| Ascolta un infelice.~Si bagneran di lagrime~I tuoi vezzosi 631 III| volte sul destin tuo fello~Bagnò di pianto i rai. Per lo 632 I| Eschine~La testa ardita e balda,~Che col rival Demostene~ 633 III| soccorso.~Doma del Siro la baldanza, al lido~Folgorando tornò 634 III| ardori~Di ch’ella il cielo balenando segna.~Qual si solleva il 635 III| crudele di Marte orrido ballo;~E, scossa la cattolica 636 I| l’onde,~Parean di miele e balsamo~Tutte stillar le fronde:~ 637 III| suo muggito~Rimormorar la baltica si sente.~Fin dall’estremo 638 II| ardimento~Sovra i piedi balzar ritto il destriero,~E nitrendo 639 I| tremuoto in quel momento.~Balzava il monte, ed ondeggiava 640 II| con esso,~L’itala poesia bambina ancora~Seco traendo, che 641 III| che lósca fra gli specchi~Banchetta, e l’osso che non unge arcigna~ 642 III| E, scossa la cattolica bandiera,~In su la rupe pirenea s’ 643 III| onda crudele~Cadaveri e bandiere; e disperdea~L’ira del vento 644 III| di rupi era disceso,~Buio baratro immenso, a cui di zolfi~ 645 III| vortici suoi sepolti intorno~I barbarici campi, e fatto un lago~Della 646 III| del canto che il chiomato bardo~Sposava al suon di bellicosa 647 III| Sofferse asciutto il piè di Barïona.~Sallo il fiume che corse 648 III| foschi ceffi un pallido barlume.~Scendi, pïeria dea, di 649 II| NELLE NOZZE~DEL MARCHESE BARTOLOMEO COSTA SUO FIGLIO~ ~Audace 650 III| intorno il Furor coll’asta bassa,~Scorre il Tumulto temerario, 651 II| apparenta dell’uomo alla bassezza.~Ma dove, o diva del mio 652 II| MARCHESA~Anna Malaspina della Bastia~DEDICATORIA DELL’AMINTA 653 III| Strage ne’ campi: già delle bastite~Crollano i fianchi; già 654 III| Sfrondano il franco tricolor bastone.~Quinci move dell’anglico 655 III| guancia.~L’udir le rive di Batavia, e rosse~D’ostil sangue 656 III| al casto~Esangue corpo si batteano il petto~Di Trezene le vergini; 657 III| cacciata dai potenti in bando~Batto indarno ai lor cuori, e 658 III| fianco.~Poi, seguendo, di Bauci e Filemone~Rammentâr l’avventura, 659 II| possente armonia che l’alme bèa,~E gli affetti lusinga ed 660 III| sparse~L’ima radice, che le bebbe, e a lui~Di ben cento color 661 III| tremò, tremò Gebenna~E il Bebricio Pirene, e lungo e roco~Corse 662 III| sospirose~Voci soggiunse Beccaria; poi mise~Su la fronte la 663 III| e di muggiti~E nitriti e belati alto risuona;~E prigioniera 664 II| frale,~Chi può cantar le tue bellezze? Al petto~Manca la lena, 665 I| l’ardue mura~Non mai più belli apparvero~Che quando io 666 I| di madri il pianto~ di belliche trombe udrai lo squillo;~ 667 III| bardo~Sposava al suon di bellicosa lira.~Traversa Normandia, 668 III| fier settentrïone~L’aquile bellicose, e coll’artiglio~Sfrondano 669 II| sopraccigli.~Di Sambra e Mosa i bellicosi flutti~Risposero a quel 670 III| ella rammenta~E l’ombra di Bellisle invendicata,~Che rabbiosa 671 II| opra e il consiglio,~E la beltate, l’eloquenza, il senno~D’ 672 III| par tra’ ferri~La generosa belva che gli orrendi~Occhi travolve, 673 III| e di coraggio.~Quindi al Benàco che dal vento ha briga~Pari 674 II| quel dio~Su mortal labbro, benchè assai di Grecia~Erudito 675 I| vicende artefice,~Fanciul bendato e nudo.~Le delicate e timide~ 676 III| traccia~L’alato duca, l’ombre benedette~Si disser vale e si baciaro 677 I| del giorno.~Ed aspettai benefica~Etade in cui sicuro~Levar 678 III| sostanze e su le inferme~Benefico del par gli sguardi abbassa;~ 679 III| altre che il sonno~Inducono benigne, il dolce sonno~Degli afflitti 680 III| Sacro delubro raccogliea benigno~Dal timor de’ mortali incensi 681 III| sospettosi e vagabondi~A ber venuti a truppa in su la 682 III| peccato.~Non paventar: tu non berai la bruna~Onda d’Averno, 683 III| in larghi sorsi~L’obblio beran delle passate cose.~Va dunque, 684 III| chiome~Stridono in capo al berecinzio pino,~A sfidar nato su gli 685 III| Di crisolito scanni e di berillo~Si locàr taciturni e riverenti.~ 686 III| lion per fame egli ruggía~Bestemmiando l’Eterno, e le commosse~ 687 III| l’affannoso esiglio.~Il bestemmiar di quei superbi udiva~La 688 III| croce col divin suo peso~Bestemmiato e deriso un’altra volta,~ 689 I| rabbioso e tristo,~E Gesù bestemmiava, e il suo peccato~Ch’empiea 690 III| il morso.~E di dolore di bestemmie e d’onte~Per tutto intesi 691 III| Mosche lo sciame che alla beva intento~Sul vaso pastoral 692 III| sapea~Solo il terren, che le bevea pietoso.~In quel misero 693 III| la testa,~Come campo di biada già matura~Nel cui mezzo 694 III| qua tutto sorriso il ciel biancheggia;~Di son tuoni e nembi, 695 III| qual di cigno~Apre la piuma biancheggiante e pura:~Ondeggiavano all’ 696 III| favella.~ dove impôsto a biancheggianti sassi~Su la circèa marina 697 II| faccia~Di sparsi armenti biancheggiar la rupe;~Or rivolto col 698 III| Norba, a cui di cento greggi~Biancheggiavano i colli. E tu cadesti,~Cora 699 III| del veder periglio;~Qui Bianchin, qui Ricciòli, ed altri 700 III| sorridea)~Colle dita venía bianco-rosate~Spargendolo di fiori e di 701 I| incognite~Qua mira uscir Biante,~Ed ostentar l’intrepido~ 702 II| Spiccarsi fuora della rotta bica,~E fuggir nelle selve a 703 III| profan vietate~Il Favor, che bifronte or apre or chiude,~E dice 704 III| Vetra.~V’ha chi salta in bigoncia dallo spago;~V’ha chi versuto 705 III| virtù, la giustizia, e sue bilance~In man del ladro e di vil 706 III| Cigolando allora~Traboccâr le bilancie ponderose:~Grave in terra 707 III| molle~Lanugine vestir le bionde gote,~Del cui fragrante 708 II| lunge~Degli alti gioghi biondeggiar le cime;~Poi, come lenta 709 III| fiammeggiâr gli strali.~E già bisbiglia il ciel, già d’ogni lato~ 710 III| scosse, e nell’orecchio~Bisbigliando soave: O mia diletta,~Svégliati, 711 III| Senavra impetra~Con questo che biscazza il patrimonio.~V’ha, ventoso 712 III| l’effluvio~De’ commossi bitumi, entro un immane~Fendimento 713 II| delfica favella? E qual bizzarro~Consiglio di Maron chiude 714 I| ond’alzasi~Di Sthallio e Black la fama,~Pèra lo stolto 715 III| dirò come il fui.~Fra i boati di barbaro latino~Son tre 716 II| NOME DEL TIP. PARMENSE G.B. BODONI~ ~I bei carmi divini, onde 717 III| la virtù che in cor gli bolle.~Fu di pietoso cittadin 718 II| profonde~Quel guardo, e con bollor grato natura~Intiepidille, 719 II| Cinta adunque di calma e di bonaccia,~Dalle marine interminabil’ 720 II| Rovesciato cadrai, tardo Boote,~Tu degli artici lumi il 721 III| Italia vilipesa e quello~Del borbonico nome egli sostenne.~E cento 722 I| regno.~Rattien la neve, o Borea,~Che giù dal crin ti cola:~ 723 III| peste sol va caldo e pieno~Borgofontana, ma d’Italia mia~Ne bulica 724 III| de’ pieni scaffali tra le borre~Dorme Giustizia in gran 725 II| a traverso di folte irte boscaglie~Aprir la via col petto, 726 II| con occhio indagatore,~Di botaniche armato acute lenti,~Nelle 727 III| Diva; ed ella, esperta~De’ botanici arcani, immantinenti~Di 728 III| Delle fornaci. All’infocate brage~Appressò le tanaglie: una 729 III| scintillar la rubiconda~Bragia ne fece. Ne sentiro il puzzo~ 730 III| pudor caccia e medesmo in brago,~E segnato da Dio corre 731 I| mio desir propizia~L’età bramata uscío,~E tu sul sacro Tevere~ 732 III| patria il sospiro... E più bramava~Quel magnanimo dir; ma nella 733 I| oppresselo~Delle sue brame il peso.~Virtude e Amor 734 III| e al gran misfatto~Salir bramosi i manigoldi e presti;~E 735 III| face d’Imeneo le guida~Di bramoso garzone ai caldi amplessi.~ 736 III| augusta madre.~Tal di lïoni un branco, a cui non abbia~L’ucciso 737 III| la luce egli disdegna,~E brancolando per dolor già cieco~Si querela 738 III| vermiglia orrida luce~Una spada brandía, che da lontano~Rompea la 739 III| affrettando ed oltre il Brembo,~Alla tua patria giunsi, 740 III| volta a’ danni tuoi vien Brenno?~Or va! coltiva il crin, 741 III| patria, e lo mostrò l’ardita~Brescia sdegnosa d’ogni vil pensiero.~ 742 III| Venir mirando la rival Brettagna~A fulminarle dritta al cor 743 | breve 744 III| affetto~I genitori. Ahi brevi e false in terra~Le speranze 745 III| assalse il muro~E armò di Brïareo le cento braccia,~E Dïagora 746 III| Benàco che dal vento ha briga~Pari al liquido grembo d’ 747 III| col senno e col valor la briglia~Messo alla gente avea che 748 I| bel cor magnanimo~Chiaro brillar si vide,~Qual astro che 749 III| cura~Di Pio salvi gli avea, brillommi il core,~E il suo sospese 750 III| orribilmente,~Mugge l’onda britanna; e al suo muggito~Rimormorar 751 III| che ritorte abborre,~Il britannico ceppo, e per le tarde~Vene 752 III| è la semenza;~Sterpane i bronchi, e la vedrai fiorita.~Molti 753 III| dito,~Gli occhi e la spalla brontolando torse.~Strinse allora le 754 II| putrido ventre cavernoso~Brulicando per fame avean contrasto.~ 755 II| s’ingrossa e figlia,~La brulicante superficie aprío.~Dalle 756 III| A fronte alza il Vesevo~Brullo il colmigno, ed al suo piè 757 III| volubile bruna sopravvesta~Da brune penne ventilata addietro~ 758 III| patrizio~Sì di frodi perito che Brunello~Saría tenuto un Mummio ed 759 III| anco le belle~Spiagge a bruttar de’ suoi lascivi ardori,~ 760 III| Era Vulcan dalla tremenda buca~Lieto dell’opra, e con piacer 761 II| cadde al fondo. Entro la buccia~Di quella pianta palpitava 762 II| implíca,~Divincolarsi il bue, che pigro e lento~Isviluppa 763 III| a appresa,~E, mentre la bufera entro i covigli~Tremar fa 764 II| cielo; in procellosi~Venti e bufere le sue molli aurette;~I 765 I| avea posta in servitù.~Ma bugiarda e mal sicura~La speranza 766 III| negli atti in volta vanno~Le bugiarde Promesse, accompagnate~Dalle 767 III| o padre: chi da’ marmi bui~Suscitò l’ombra tua? — Concittadino~ 768 III| Borgofontana, ma d’Italia mia~Ne bulica e ne pute anco il terreno.~ 769 III| culla~La figlia del valor di Buonaparte.~Circuisce la misera fanciulla~ 770 III| incudi, un suonar d’arme~Buone in pace ed in guerra, onde 771 III| altri di gogna:~Qual repe e busca ruffianando il soldo;~Qual 772 III| altri ha cionco~Di capo il busto, e chi trafitto il lombo,~ 773 III| fatal guardan la soglia~Le Cabale pensose e l’Impostura~Che 774 I| patrii campi, e videsi~L’Arte cacciar Natura;~Fra l’uom e l’uom, 775 II| mostri abisso. Orche deformi~Cacciâr di nido di Nerèo le figlie,~ 776 III| Felsineo vidi Anacreonte~Cacciato di suo seggio, e da profani~ 777 II| urtate e rotte~Dell’universo cadano le mura,~E spalancando le 778 III| e prime al suol troncate~Cadder le teste de’ suoi figli, 779 III| grondava ogni capello,~E ne cadea una pioggia ad ogni scossa.~ 780 III| colpo inesorato e crudo.~Cadean le teste, e dalle gole uscía~ 781 III| Come gruppo di folgori cadenti~Sotto povero ciel, quando 782 II| alfin l’ombra si mosse,~E a cadenza le lunghe orme alternava.~ 783 III| Primo quadrò la curva del cadere~De’ proietti creata, e primo 784 III| Biancheggiavano i colli. E tu cadesti,~Cora infelice, e nelle 785 II| mondo.~Tale è il mostro, o cadmèa nobile figlia,~A cui guerra 786 II| infranto carro~Rovesciato cadrai, tardo Boote,~Tu degli artici 787 I| ma non vinti,~Ma liberi cadremo, e armati, e tutti:~Arme 788 II| gote. A lei concedi~La non caduca gioventù de’ numi,~Ch’ella 789 II| anella serpentine~Del più caduco vermicciuol negletto.~ 790 III| queti, e le foglie al suol cadute~Si movean roteando in presti 791 II| Siccome incauto pellegrin caduto~Nella man de’ ladroni, allorchè 792 II| capo ne vacilla, e par che caggia.~Stracciato e sparso d’aurei 793 II| contrade, e per miglior cagione~Del fiume tiberin férmati 794 III| Strigi solinghe, e ulular cagne e lupi;~E la quïete abbandonar 795 III| credei nell’Antenòra,~Nella Caína, o s’altro luogo è tanto~ 796 III| contente sfere.~Seco è il calabro antico, che precide~Alle 797 II| percossa~Dafne morì; ne’ calami palustri~Più non geme Siringa; 798 III| a quella guisa~Che suol, calando al pallido occidente,~Passar 799 III| folgorando~Due cherubini si calaro in giuso:~Que’ due medesmi 800 III| piede.~Quando repente della calca il folto~Ruppe un ombra 801 II| al terzo si volgea~In sui calcagni eretto e sui vestigi;~E 802 III| madre; e già le sacre soglie~Calcano entrambi: dai commossi altari~ 803 I| e l’uom domasti.~Oggi a calcar le nuvole~Giunse la tua 804 III| cantava, e per sentiero~Non calcato traea l’itale muse.~All’ 805 III| di sue larghe chiome~Il calcidico fico, il cui bel frutto,~ 806 I| piante.~Frenò guidato il calcolo~Dal tuo pensiero ardito~ 807 II| Scorreami quindi per le calde vene~Un torrente di gioia, 808 III| Perocchè per dolor posta in non cale~La sua celeste dignitade 809 III| Gl’imporporati Aronni e i Calebidi~De’ quai soffolto e coronato 810 III| e meritò poi tanto~De’ Calidòn la colpa e de’ Lapiti?~Ed 811 III| suo disdegno in preda~I Calidonii: e meritò poi tanto~De’ 812 III| fragor cupo.~Carco d’atre caligini la fronte,~Vola l’umido 813 III| Stampâr l’arringo degli eterei calli.~Gioiva intanto del misfatto 814 II| canto arcano,~Della diva Calliope, a cui tutte~Stanno dinanzi 815 II| note~L’amica degli eroi Callïopea~Col guardo in raccolto 816 III| lei di rinnovar bramosa~Di Callisto la pena, ad un vincastro~ 817 III| esorcismo;~Tal vi tuona, che il callo ha della marra;~Tal vi trama, 818 III| E la sostenne con la man callosa.~Nell’appressarsi, nel toccar 819 II| tinse? e chi sul ciglio~Mi calò questa benda? Ohimè! l’orrore,~ 820 I| orrenda valle,~Usa i nembi a calpestar,~Torva l’ombra d’Anniballe~ 821 II| chinosse~Di quella dolorosa; il calpestato~Scettro raccolse, ed alto 822 III| aggiunse~L’improvviso nitrito e calpestìo~De’ suoi neri cavalli, che, 823 III| patto era solenne;~Ma fu calpesto. Si trattò; ma franse~L’ 824 III| manía, vate più destro~La calunnia a filar che il sillogismo;~ 825 I| strangolata e nera.~Gli angeli dal Calvario in sulla sera~Partendo a 826 III| chiome o andran più mozzi e calvi?~Verran giorni più lieti 827 III| Progne alla sua prole.~Dal calzato allo scalzo le fortune~Migrar 828 I| Bruto, a Scipio!~Leggiadro cambio, accorto senno in vero!~ 829 III| fronte,~Quando gli disputâr Camilla e Turno~Di Lavinia e d’Italia 830 III| immonda~Che ancor la strage camisarda accenna.~Lasciò l’irresoluta 831 III| grandi penne~Furtiva e cheta camminar la nube,~E tra le piante 832 III| è già sceso, e preme~Il campano terreno, un nomato~Campo 833 III| sommerse,~E d’ogni mille non campâr li diece.~Ahi gioie umane 834 III| O pietosa mia guida, che campato~M’hai dal lago d’Averno, 835 III| fuman le coppe, e a quei campioni~Il cherubico volto si scolora;~ 836 III| eterni~Dell’uom diritti cancellar si sforza:~Mentre nuda al 837 III| ella, che i ruggiti ode al cancello,~Di doppio timor trema, 838 III| scritto,~Il mio peccato cancellò col dito.~Ma giustizia mi 839 III| all’improvviso,~ dove il cancro il piè d’Alcide abbranca~ 840 III| argentea lista~Mirò fra i sette candelabri ardenti~Il rapito di Patmo 841 III| giardini. Aleppo e Cipro,~Candia, Rodi e Damasco in umil 842 I| fiscelle.~Guidai con loro i candidi~Armenti alla collina,~E 843 III| gittasse l’odor, lauro saría.~Candidissimo è il fior di che s’ingemma,~ 844 II| cultor felice, e speglio~Di candor, d’amistade e cortesia,~ 845 III| ver la capanna, e il fido cane~Nel mezzo del cortil gli 846 III| fiume tiberin, quantunque~Di Canente superbi e di Pomona,~Non 847 III| Venere trasporta~D’Amatunta i canestri, e Bacco e Vesta~E Cerere 848 II| idea; tu mi spaventi, e cangi~Tutta in furor la tenerezza 849 II| soffiate dal gelato arturo~Si cangia (orrendo a dirsi!) il bel 850 II| Questo non fôra orribil cangiamento.~Girar tranquillo sul mio 851 III| questo~La mia vendetta? Se cangiar non lice~Delle Parche il 852 II| Ma più quell’io non son. Cangiaro i tempi,~Cangiâr le cose. 853 I| segnava Amore.~Ma quando si cangiarono~In cittadine mura~I patrii 854 III| clemenza o l’ira;~Del ciel cangiossi il volto e si fe’ bruno,~ 855 II| forti e de’ poeti,~Quella canna che fischia, e quella scorza~ 856 III| ucciso tauro appien sazie le canne,~Anche il sangue ne lambe 857 II| favella altro non sembra~Che canora follía. Povero il senno~ 858 III| quassù l’intesi, o pellegrino~Canoro spirto; e desïai che ratto~ 859 III| cadendo atto sommesso,~Di Dio cantaro la bontà che solve~Le rupi 860 III| Deh! torna al riso~Del cantato giardin, torna ai profumi,~ 861 III| Ciel la stella languir di Canterzani;~E per la notte intanto 862 III| morte di Lorenzo Mascheroni~CANTICA~ ~ 863 III| ruggenti: altri con rozze~Cantilene molcendo la fatica,~ il 864 I| delle selve alza la fronte.~Canzon, l’italo onor dal sonno 865 II| E tue pur son le dolci canzonette~Che ad Imeneo cantar dianzi 866 III| tira~Il poter delle tessale canzoni.~E l’occhio sotto l’elmo 867 III| fiammanti mura,~Contro cui del caosse il mar mugghiando~E crollando 868 III| folgore suprema,~Secondo Capaneo, sotto lo scudo~D’un gran 869 III| talor la strozza~Tutto nol cape, e il vome, e vomitato~Lo 870 III| sacrate avvolga entro i capegli,~Sì che dal fango suo la 871 III| Sangue e tabe grondava ogni capello,~E ne cadea una pioggia 872 III| fondamenta?~Oh inopia di capestri! oh maladetta~Lue cisalpina! 873 III| bile empi il mio carme.~Capitano di mille alto si vede~Uno 874 III| larghi feltri,~Impiombate le cappe, e il pièlento,~Che 875 III| le pene?~Cui non duol di Caprara e di Moscati?~Lor ceppi 876 III| di serpente,~E di zampe caprigne ed altre vili~Frodi d’amor 877 III| fianco adorna~Delle pelli caprine, e dentro il fumo~De’ lanuvini 878 III| che tolto al procelloso~Capro, il sol monta alla troiana 879 III| le larghe pale~Altri il carbon nelle fornaci infonde~Scintillanti 880 III| Mulcibero l’ardente~Irritato carbone. In un baleno~Fiammeggiò 881 III| tempesta roggia~Par di vivi carboni di fiammelle.~Sotto la strana 882 III| e al cinnamomo~L’ispido cardo e la cicuta pose.~Vedi il 883 III| t’abbandona alla ventura.~Carezzanti negli atti in volta vanno~ 884 III| gelsomino.~A baciarlo lascive, a carezzarlo~D’ogni parte volâr l’aure 885 III| nobile bile empi il mio carme.~Capitano di mille alto 886 III| Sacro all’inclita donna del Carmelo~Apriasi un tempio, e distendea 887 I| accoppiarmi,~Per cui di Samo e Carnia~Ruppi l’orgoglio e l’armi?~ 888 II| Armonïoso e per l’eterea vôlta~Carolanti, non più mosse da dive~Intelligenze, 889 III| allora~La prima volta la caronie linfe~Mandâr l’alito rio, 890 I| fragor dell’incudini,~De’ carri il cigolío,~De’ marmi offesi 891 III| speranze esclude.~Con umil carta in man lurido e brutto~Grida 892 III| rivo,~Che con grato rumor casca e zampilla~Dalle fesse pareti. 893 III| caduta ancor deride.~Qui Cassin, che in me tutto affisse 894 III| tempio sacro al divo di Cassino.~Pietosa cura della patria 895 I| animatrice;~E d’Adrïano e Cassio,~Sparsa le belle chiome,~ 896 III| e lo sgabello~Di liscio cassitèro, ove la diva~Posò l’eburnee 897 II| non muore~Il fior che da castalia onda è nudrito);~E tal di 898 III| E scuotono dal dosso le castella~E le svelte cittadi. Addolorata~ 899 II| Fatto quest’ozio. Risonò il castello~Dei cantici divini, e il 900 III| l sonno ti spogliâr de’ casti~Primi costumi, e fra l’altare 901 III| tenerelli parti ne nudría,~Castigando i ritrosi, e a culto onesto~ 902 III| martelli e sgominate~Di metalli cataste zoppicando,~Le corse incontro; 903 III| promise: e di ritorte~Fu catenata la discordia, e tutte~Della 904 III| E la seguía di drudi una caterva,~Che da questa d’Italia 905 III| loco~L’assetate del Tartaro caterve,~Un grido alzando lamentoso 906 III| città, Cora il fratello~Di Catillo e Tiburte; e non lontano~ 907 I| destino.~In grembo al suol di Catilo~(Funesta rimembranza!)~Mi 908 III| La fiera di Renallo ombra cattiva, —~Come, disse, fra’ morti 909 III| Cesare e del par con Dio cattivi.~Sì crudo è il nume di costor, 910 III| Poi tra le spade ricondur cattivo~E tra l’onte quel misero 911 III| orrido ballo;~E, scossa la cattolica bandiera,~In su la rupe 912 III| chiuso da nube oscura e cava~L’angel coll’ombra inosservato 913 III| ed alle caste~Di Minerva cavalle polverose.~Alto a rimpetto, 914 II| Che nel putrido ventre cavernoso~Brulicando per fame avean 915 I| chiamò la folle~Teologia di Cecrope,~E templi alzar gli volle:~ 916 I| DI PIO VI~ ~Io de’ forti Cecropidi~Nell’inclita famiglia~D’ 917 II| Minerva, con dolor fuggendo~Le cecropie ruine. E qui, siccome~Di 918 III| ulivi. Tra le verdi file~De’ cecropii arboscelli alteramente~Minerva 919 II| Venere il cinto; ed essa il ceda~A te, divina Antonïetta, 920 II| Che a lei tu stesso, Amor, cedesti un giorno~Le tue saette, 921 II| fuggite,~E povere d’orror cedete il loco~Ai romantici spettri. 922 III| Ora etrusco limone, or cedro ed ora~Arancio lusitan l’ 923 III| che mandava~Su i foschi ceffi un pallido barlume.~Scendi, 924 III| sotto il faticoso vestimento~Celan ferri e veleni; e qual tra’ 925 III| immortale, al patrio tetto~Per celarmi, tremante il piè fuggío.~ 926 I| sguardo avventi,~E invan celarsi tentano~Gl’indocili elementi.~ 927 I| doveami~Fra tanti io sol celato,~E miglior tempo attendere~ 928 III| occidente. Il solo~Barbaro celta, in suo furor più saldo,~ 929 III| calata la visiera;~E la celtica putta alto minaccia,~E l’ 930 III| onda flagella.~Quindi ai celtici boschi si rigira~Pieni del 931 I| E i trecento con Pluto a cenar spinti.~E noi lombardi petti, 932 III| Consumar colpe che d’Atreo le cene~E le vendette vincerían 933 III| Contaminate, e ne farò di tutte~Cenere e polve che disperda il 934 III| infelice, e nelle tue ruine~Le ceneri perîr sante del primo~Ausonio 935 III| esecutor veloce~De’ suoi cenni, gli fe’ queste parole:~ 936 III| genitor fe’ d’Absalone~Caro il censo costar di Palestina.~L’ultimo 937 III| loto i campi e di paura.~E cent’altri v’accorrono di fama~ 938 III| ritorte abborre,~Il britannico ceppo, e per le tarde~Vene la 939 III| sconfitti~Dell’atterrata Cerasunte ancora~Quel fiammante rival 940 III| nuovo sereno,~Con pupilla cercâro intenta e vaga~Quest’atomo 941 II| minore impero.~Torna; e se cerchi errante fuggitiva~Devoti 942 II| interna,~Ammiranda prigion! cerco, e non veggio~Lo spirto 943 III| col ferro, ed il mio petto~Cercò d’orrende faci allo splendore;~ 944 II| all’infelice~Ingombrava il cerèbro, e sì regnava~Solo e assoluto 945 III| in disparte alle devote~Ceremonie assistea colle tranquille~ 946 I| terren, non l'olmo e il cerro,~Ma de' fratelli il petto.~ 947 III| mezzo~Uscía sbuffando una cerulea foca.~E per orride balze 948 II| corso il vento;~Indi il cervo ramoso, ed il leggiero~Daino 949 II| spettacolo già sazio,~Tra i cespi, che mi fean corona e letto,~ 950 II| quarta rosa~Del tuo bel cespo ad Imeneo consegna:~Ed allegro 951 III| agli altri~Di sostarsi e cessar per lo rispetto~Della moglie 952 II| novelli maestri alto seduti,~Cesser proscritte e fuggitive il 953 II| Siringa; ed in quel tronco~Cessò di Mirra l’odoroso pianto.~ 954 III| Delle vie la regina. Indi Cetego:~Indi il possente fortunato 955 I| Fato~D’un altro Orfeo la cetera,~Se Montgolfier n’ha dato?~ 956 III| grido un improvviso~Suon di cetere e d’arpe accompagnava.~Tutto 957 III| tizzone, altri un flagello~Di chelidri e di verdi anfesibene,~Altri 958 I| Ricchi infingardi, astuti cherci, ed altra~Gente di voglie 959 III| coppe, e a quei campioni~Il cherubico volto si scolora;~Pari a 960 I| materna lira;~E al tracio suon chetavasi~De’ venti il fischio e l’ 961 III| Profferir l’infelice, e chete intanto~Gli discorrean le 962 III| foresta dodonea le querce,~Cheti i tuoni dell’Ida, e dissipato~ 963 III| pareva ogni core, io ti chiamai. —~Nobil fierezza, matronal 964 II| tue suore antiche~Che ti chiaman da lungi in Vaticano.~T’ 965 III| che, superba del tuo amor, chiamarmi~Potei felice ed onorata 966 III| l’adoraro, e lei~Antefora chiamaro e Filostefana,~E Persefone, 967 II| vorace istinto~Alla strage chiamati ed agl’inganni,~Della morte 968 I| tu d’Amor, bellissima,~Ti chiamerai la madre.~ 969 III| par che rifugga,~E a sé ne chiami. Ah chi sa quai sventure~ 970 III| svégliati; son io~Che ti chiamo; son Giove. A questa voce~ 971 II| Panaro e Trebbia~Irrigano di chiare onde felici;~E germogli 972 II| Che le città fan belle e chiari i regni,~Suscitando allegrâr 973 II| de’ forti pensier volgi la chiave:~Ch’io le vene tremar sento 974 III| minori spirti~Dell’alme chiavi al difensor sdegnoso.~Indi 975 III| di sudor, di cicatrici,~Chiedea plorando del suo sangue 976 III| di madri afflitte,~Che la chiedeano in nuora, e per la schiva~ 977 III| notte intanto un lamentoso~Chieder pane s’udía di poverelli~ 978 I| Anniballe~Verrà teco a ragionar.~Chiederà di quell’ardito,~Che secondo 979 III| campi e le selve; e più non chieggo.~Intento della madre alle 980 II| dolenti~Alzan la voce e chieggono vendetta.~E la chiede dal 981 III| ancor ne piangeranno.~Vidi chierche e cocolle armar la plebe,~ 982 II| Principe Don Sigismondo Chigi~ ~Dunque fu di natura ordine 983 I| leggi intesa,~Dalla potenza chimica~Soffrì più bella offesa.~ 984 II| gorgoglío d’acre vasello~I chimici curvati e pazïenti.~Ma più 985 III| tace e non fa scusa,~Ma china il guardo per dolor dimesso,~ 986 III| fronte e ’l ciglio umíl chinando,~Oh gran vate, sclamai, 987 III| schermo de’ materni artigli.~Chinarsi in gentil atto ossequïoso,~ 988 III| frattanto, e paurosa e mesta~Chinava il volto la regal Sirena.~ 989 III| retrocedea~Dal veduto delitto; e chini e mesti~Espero all’auree 990 II| letto al capo dolorato e chino.~La destra in grembo dolcemente 991 II| Con feroce dispetto al piè chinosse~Di quella dolorosa; il calpestato~ 992 III| rigira~Pieni del canto che il chiomato bardo~Sposava al suon di 993 III| sgabello al soglio~Sul patibolo chiuda le palpèbre,~E gli emunga 994 III| sotto vago aspetto alma chiudendo~Superbetta, d’amor tutte 995 I| lagrimando~Gli occhi miei chiuderete! Ma sia breve~Per mia cagion 996 II| cantor), non tutti almeno~Chiusi a pietade avrei trovato 997 III| volse le spalle,~Per gir cociacchi di Parigi in tresca~A cibarsi 998 III| accompagnate~Dalle garrule Ciance e dall’Inganno.~Sta fra 999 III| E le minacce una sonora ciancia,~Un lieve insulto di villana 1000 II| fierezza:~ diversa era l’onda cïanea,~O quella che soffrì di 1001 III| inspiratrice.~S’apría di nero cïanèo scolpita~Nel fianco della


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

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