'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo
Parte
1002 | ciascheduna
1003 | ciascun
1004 | ciascuno
1005 III| misera plebe,~Che sol si ciba di dolor, di scherni,~E
1006 III| ciacchi di Parigi in tresca~A cibarsi di ghiande, onde la Senna,~
1007 III| madri pie~D’erba e d’acqua cibate, onde di mulse~E d’orzo
1008 III| brutto~Di polve, di sudor, di cicatrici,~Chiedea plorando del suo
1009 III| orrendo albergo~Degli adusti Ciclopi e di Vulcano.~Stava questo
1010 III| cinnamomo~L’ispido cardo e la cicuta pose.~Vedi il rio vermicel
1011 III| invitar le mani.~Ecco il melo cidonio alle gibbose~Sue tarde figlie
1012 I| Nome d’Amor gli diedero~Le cieche genti, e piacque.~Vago figliuol
1013 III| Il primo spiro, allor che ciechi aggira~I sussurri forier
1014 III| v’impose~L’Onnipotente. Cigolando allora~Traboccâr le bilancie
1015 I| dell’incudini,~De’ carri il cigolío,~De’ marmi offesi il gemere~
1016 III| Maia il figlio dal natío Cillene~La tenera portò bruna radice,~
1017 III| nereggianti~Sul capo tremolavano i cimieri;~E furtive dell’elmo e folgoranti~
1018 III| Color di fiamma l’altra si cingea,~Siccome il pellican piagata
1019 III| mentre visse, il mesto letto~Cingean, bagnate i rai, scomposte
1020 III| ed adirarsi~Nelle stalle cinghiali ed orsi orrendi,~Che fûr
1021 III| felici~Che con dolce pendío cingon le liete~Dell’Eupili lagune
1022 I| la fama,~Pèra lo stolto Cinico~Che frenesia ti chiama.~
1023 III| accanto al frumento e al cinnamomo~L’ispido cardo e la cicuta
1024 II| piacque dell’idee divine.~Cinta adunque di calma e di bonaccia,~
1025 III| forato il ventre ed altri ha cionco~Di capo il busto, e chi
1026 III| adulterasti;~E mitre e gonne e ciondolini e suono~Di molli cetre abbandonar
1027 III| gli avvampai, gli olmi, i cipèri~E l’alghe e le mirici in
1028 III| fatto, la tremenda coppia~Circondata di nembi; e come lampo~Che
1029 III| d’auree frange il lembo~Circondato n’avea. Nè tu sicura~Da’
1030 III| la collina,~D’acute spine circondò le rose,~Ed accanto al frumento
1031 III| del valor di Buonaparte.~Circuisce la misera fanciulla~Multiforme
1032 III| Poich’ebber densi e torvi circuito~Il cadavere sacro, ed in
1033 III| gran campione, è come pria~Circuíto da vermi e da colúbri?~Sai
1034 III| mammoletta,~Tu che negli orti cirenei dal fiato~Generata d’Amore
1035 II| favore~Più che all’ombre cirrèe crebber mai sempre~Famose
1036 III| e cara~Più che l’antro cirrèo. Le serpe intorno~Con tortuoso
1037 III| l monte,~Sente de’ freni cisalpini il morso.~E di dolore di
1038 II| Anco le Grazie al tribunal citate~De’ novelli maestri alto
1039 III| le belle membra~Lavâr di Citerèa, quando dai primi~Ruvidi
1040 III| orror fremetti; e venni alla cittade~Che dal ferro si noma. O
1041 III| spago;~V’ha chi versuto ciurmador le quadre~Muta in tonde
1042 II| Di selvaggia per te si fa civile~L’umana compagnia; per te
1043 III| mondo, e quanta insieme~Civiltà, sapïenza e gentilezza~Renderanno
1044 III| monili, e gettò lunge~La clamide regal che di sua mano~Tessè
1045 III| cupi~N’intese i cozzi ed un clangor di squilla.~Quindi gemere
1046 III| Quind’ei m’accolse Iddio clemente e buono,~Quindi un desir
1047 III| pietosa,~Che fatto avia clementi anco le rupi,~Quando venne
1048 III| ognuno~Qual fia vittrice, la clemenza o l’ira;~Del ciel cangiossi
1049 III| e di volanti~Splendidi cocchi fervida la via,~E care donne
1050 III| grida;~Mentre lo spirto alle cocenti pene~D’Averno si martíra.
1051 I| Crèmera vel dica,~E di Coclite il ponte, e quel di Serse,~
1052 III| piangeranno.~Vidi chierche e cocolle armar la plebe,~Consumar
1053 II| Romoreggiar del profondo torrente.~Codardo! ancora non osai dall’alto~
1054 III| o figlio, la virtude, e cògli~Di mie fortune dolorose
1055 III| che verde ancor fioría, la coglie,~Dopo molto affannarsi entro
1056 II| due gran dii t’allegra,~Ma cognato al tonante egíoco Giove~
1057 I| Borea,~Che giù dal crin ti cola:~L’etra sereno e libero~
1058 III| furto, ch’al poter fatto è collega;~Tirannia, che col dito
1059 II| opposta balza,~E fumar le colline, e tutta in faccia~Di sparsi
1060 III| piedestallo, su cui l’alma effigie~Collocar della diva. E sulle quattro~
1061 III| Versano l’urne abbeverate e colme;~E quattro di maggior superbia
1062 III| alza il Vesevo~Brullo il colmigno, ed al suo piè la dolce~
1063 III| molle acanto~Che alla soave colocasia gode~Intrecciar le sue fronde.
1064 II| Con eletto parlar sculpe e colora,~Negar lo dritto delle sue
1065 III| sole~Co’ raggi il venga a colorar dal cielo.~Poi, gli amplessi
1066 III| Già moría sulle cose ogni colore,~E terra e ciel tacea, fuor
1067 I| sacra fronda~Del suo sangue colorì.~Su quel lauro in chiome
1068 II| e l’orror della soggetta~Colpevole Natura, ove l’immerse~Stolta
1069 III| Frutto del suo valor non colse intero~Gallia, ed obbliquo
1070 III| Sorger più belle e numerose e colte.~D’Italia in questo i più
1071 II| fior de’ garzoni,~Di rose còlte in Elicona io sparga~Il
1072 III| tuoi vien Brenno?~Or va! coltiva il crin, fatti riparo~Delle
1073 III| terra, con attento amore~La coltivaro, e de’ suoi dolci pomi,~
1074 III| crude belve un tempo e di colubri,~Ed or vasta, ridente, aprica
1075 III| pria~Circuíto da vermi e da colúbri?~Sai come si arrabatta esta
1076 III| Giunon carco de’ miei~Forti comandi. Con le fiamme assalga,~
1077 III| mormorando, e dalla balza~Comandò che perenne ella scorresse,~
1078 II| delle sante Muse.~E per Comante già tutto l’avea,~Eccelsa
1079 III| consiglio,~Più che la morte combattèa l’immago~Dell’innocente
1080 III| la face che sanguigna~De’ combattenti scoloría le guance.~Vienle
1081 II| scritta ragion l’orrenda larva~Combatterà; vendicherà del nume~Da
1082 I| che di noi pensoso,~Dei re combatti il perfido desìo;~Tu, che,
1083 III| fiamme gli occhi rilucenti~E cometa che morbi e sangue adduce~
1084 II| di nuovo a suonar l’aura comincia~Dei miei sospiri, ed in
1085 III| adegua i flutti.~Cade al commercio, che ritorte abborre,~Il
1086 III| pianser le ninfe, a cui commessa~De’ suoi vaghi giardini
1087 III| traditore.~A che mani è commesso il suo riscatto?~Libera
1088 III| palpitando alla segreta cura~Il commette d’Egeria, inclita ninfa~
1089 III| puleggio e di farina~D’acqua commisti una bevanda chiese,~Grata
1090 III| rumore~Qual se a’ tuoni commisto giù da’ monti~Vien di molte
1091 III| onde il re da’ gorghi imi commoto,~Sporge il capo divino,
1092 II| germana, e di Natura~Amabile compagna e maraviglia;~Madre de’
1093 II| Delle Grazie mai sempre a te compagne.~~ ~
1094 III| mirto;~Disdegnoso d’aver compagni accanto~Fra cotanta empietà,
1095 III| Ultimo al fier concilio comparía,~E su tutti gigante sollevarse~
1096 III| lamentando.~Prime le quattro comparian che sotto~Poc’anzi al taglio
1097 II| più degna~Cosa vi torna il comparir d’orrendo~Spettro sul dorso
1098 II| spesso)~D’Orïente sul balzo compariva~A risvegliar dal suo silenzio
1099 III| appresentossi.~All’improvvisa sua comparsa il passo~Stupefatti arrestâr
1100 II| sembiante ad arduo monte,~Qui comparve lo spettro maledetto:~Tremâr
1101 II| Apollo a salutarla anch’esse~Comparvero le Muse. Una ghirlanda~Stringea
1102 III| li misura, e del primiero~Compasso armò di Dio la destra, quando~
1103 II| libere le genti~Mandar, compenso della sua rapina:~E voi,
1104 I| fuggitivo piede,~E accolte si compiacquero~Della cangiata sede.~Ed
1105 I| spirto gentile~A’ miei casi compianse (e fra gl’Insubri~Quale
1106 II| quell’alto saper che la compío.~Taccion d’amor rapiti intorno
1107 III| quelli il rio precetto~A compir della diva, e ai duri sassi~
1108 II| vasta idea~Del gran fabbro compita ancor non era.~Di sua vaghezza
1109 III| vibrando e neghittoso;~E compito del dì la nona ancella~L’
1110 III| tutto~Versando il corno, ben compiuta e ricca~Fea dell’avaro agricoltor
1111 III| e i conceduti~Di Feronia complessi, e come assunta~Al concilio
1112 III| risposta alzando il mento.~Compose l’altro il volto, e quel
1113 III| canto in quel medesmo atto composti~Gli eran due figli in vista
1114 III| ed Anglia cruda~L’onor ne compra e coll’onore il sangue.~
1115 III| amâr la patria o la tradir comprati.~Containi! Lamberti! o ria
1116 I| l'onor, falsi gli amici,~Compre le leggi, i traditor felici,~
1117 II| terra in sen l’accolse e la comprese,~E un dolce movimento, un
1118 III| divino,~Da subito terror compresi, i dolci~Nidi e i covili
1119 III| piangenti figliuoi fugge compreso~Di pietade il villano e
1120 III| porta in porta ad accattar compulse:~Pianto di padri, ahi lassi!,
1121 III| si velò la fronte.~Nella comun sventura erasi Timbro,~Dopo
1122 III| ferve,~Che al toccar della conca in un momento~Levansi tutte,
1123 II| La ruggine consuma, a te concede~Altra gloria e più bella
1124 III| togliesti. Entro quell’onde~Concedimi perir, che la tua Giuno~
1125 III| con parola al volgo~Non conceduta, e sol dal saggio intesa?~(
1126 III| armi che un giorno~Fian concedute con miglior fortuna~Di Dardano
1127 III| La mentita sembianza, e i conceduti~Di Feronia complessi, e
1128 II| Altra volta l’avea già conceduto,~Quando novella Venere di
1129 III| dolce, e la vestía~Di tebani concenti e venosini.~Parea de’ carmi
1130 II| Onde un fremito diede, e concepío;~E il suol, che tutto già
1131 III| altro a desiar costrigne,~Ne concepîr meraviglioso affetto,~E
1132 III| costei l’immortal vita è concessa,~Privilegio avvilito, e
1133 III| cura della patria mia~Qui concesse più degna e taciturna~Sede
1134 II| fulminati, ei sono~Nomi e concetti di superbo riso,~Perchè
1135 II| rallegranti al suon di tube e conche~Il gran padre Oceáno ed
1136 III| Galatea, che nel sen della conchiglia~La prima perla invenne,
1137 III| ed abbracciò la schiera~Concittadina. Il volto avea negletto,~
1138 III| bui~Suscitò l’ombra tua? — Concittadino~Amor, rispose, e dirò come
1139 III| affollate intorno ombre pietose~Concordemente replicâr: Perdona.~Allor
1140 II| polve,~E un altro istante mi condanna il fato~Di questo sole a
1141 III| il sal samosatense onde condita~L’empietà piacque e l’uom
1142 II| Qualunque~Mi serbi il ciel condizïon di spirto,~Perchè, Gismondo,
1143 III| Contro l’umile Giuda avea condotte.~Dalla spada del terzo i
1144 III| e non del duce,~Ma de’ condotti il cor vinse la lite.~E
1145 III| asciutto;~E il suo fido condottier seguiva~Vergognando e tacendo,
1146 I| Era Gesù, che in suo poter condotto,~D’Averno i regni a debellar
1147 III| Espero all’auree stalle i conducea;~Mentre la notte di pensier
1148 II| ai dolci~Fonti i mortali conducean, velando~Di lusinghieri
1149 I| E tu sul sacro Tevere~La conducesti, o Pio.~Per lei già l’altre
1150 III| téma si stringea~Al suo conducitor, che pensieroso~Le triste
1151 III| Fu l’alta cortesia che ti condusse.~Col favor di Feronia iva
1152 III| Corruttibil vivanda non confassi~A palato immortal; ma ben
1153 II| con lui sembra~Gran cose conferir: questi d’un fiore~L’ambrosia
1154 III| abitar contrade~Dai pelasghi confini eran venuti;~Ch’ella a tutti
1155 I| tra le tempie gliel’avea confitto,~Nè sillaba di Dio mai si
1156 III| vide con amor tre petti~Confondersi e serrarsi, ed affollarse~
1157 III| impudica e senza fede.~Pur ti conforta; chè per te son io~A tutto
1158 III| con un riso la raccolse~E confortolla l’angelo beato~Che contro
1159 III| giunge alfine alla città confusa,~Alla colma di vizi atra
1160 III| gioghi all’estreme Alpi congiugne;~Siccome il dì, che col
1161 III| E più del cor che al suo congiunse il fato.~Al pio rito funèbre,
1162 I| Di sacri alterni vincoli~Congiunsi allor le genti,~E all’armonia
1163 II| in vista,~Ma in segreto congiunta, a sè t’invita~Chè non osando
1164 III| là si stanno~Mie regali congiunte, e che gli orrendi~Piangon
1165 III| temea ch’India disserra,~Congiurati in suo danno alzâr la fronte;~
1166 III| della sozzura.~E dirò come congiurato uscío~A dannaggio di Francia
1167 III| Multiforme di mostri una congrega~Che la sugge la spolpa e
1168 III| assai ne vola~Dall’infame congrèga, in che s’affida~Cotanto
1169 I| Per il Congresso d’Udine~ ~Agita in riva
1170 II| iva di Cadmo~All’eccelso connubio, e la seguía~Tutta fuor
1171 III| riverente il ciglio,~Allor conobbi che fatale è Roma,~Che la
1172 III| appena~Il memore pensier la conoscea.~Ne cercai l’ardimento;
1173 III| palpitando, e la giacente~Non conoscendo (chè a mortal pupilla~Difficil
1174 I| dier di gioia un fremito~Le conoscenti rive:~Spirto acquistar pareano~
1175 III| s’invola, e non si cura~Conoscere d’amor l’alma dolcezza.~
1176 III| che il cader degli astri~Conoscono e del sole e della luna~
1177 III| duol che sdegna testimon conquise~Vide Borda quell’alme, e
1178 I| ascendono~Del cielo alla conquista.~Umano ardir, pacifica~Filosofia
1179 III| beato~Che contro Dite a conquistarla tolse.~E, Salve, disse,
1180 III| procedea, che del novello~Conquistato terren prendea diletto,~
1181 III| ed altri assai~Del ciel conquistatori, ed Orïano~L’amico tuo qui
1182 I| saluto, o tenera~De’ cor conquistatrice:~Amor son io, ravvisami;~
1183 I| il mio santo impero,~E le conquiste apparvero~D’usurpator straniero.~
1184 III| memoria di quel divo ingegno~Consacrano pietose anime belle.~E,
1185 III| ma di baleni~Arse il ciel consapevole, ed i lunghi~Ululati iterâr
1186 III| Digli che tutta a sua pietà consegno~La franca fede combattuta;
1187 III| e de’ pensier suoi primi~Conseguisti l’onor. Pudica e cara~Nunzia
1188 III| già pronte eran le tede,~E consentian gioiosi al casto affetto~
1189 II| figlia, e al tempo avaro~Non consentir che le tue rose involi~Alle
1190 III| ella a ciò si prepara, e consentire~Io le vo’ pur quest’ultima
1191 II| onor giustizia cortesia consiglia:~Liberi tutti, se dover
1192 III| Francia, ahi stolta!, e si consola.~Quindi un demone spesso
1193 III| la santa~Madre d’Amore a consolar la donna~Dal terzo cerchio
1194 III| sospiro,~Nè d’un sol fiore consolâr l’estinto,~Dolce almeno
1195 III| aita~Di lassù la vendetta a consolarmi.~Di ragion, di pietade hanno
1196 III| silenzii della notte~Escono consolate ombre a raccôrre~Sul freddo
1197 II| rimasto negli avversi casi~Consolator, che non torcesti mai~Dalle
1198 I| mille nuovi affetti.~La consonanza ruppesi;~L’ira, il livor,
1199 III| eterna pace.~E allor s’udiro consonanze e note~D’ineffabil dolcezza,
1200 III| cocolle armar la plebe,~Consumar colpe che d’Atreo le cene~
1201 III| l’ire, e dovrò tutte~Non consumarle? Oh mel contrasta il fato!~
1202 III| dimentico e del cielo.~E qui fe’ conta del fanciullo imberbe~La
1203 III| patria o la tradir comprati.~Containi! Lamberti! o ria mercede~
1204 II| ampolle e di parole,~Tutto contaminâr d’Apollo il regno.~Erano
1205 III| altre vili~Frodi d’amor contaminata e guasta,~Or ne venía d’
1206 III| le città dal tuo vil nume~Contaminate, e ne farò di tutte~Cenere
1207 III| insuperbirsi,~Che vita infonde pe’ contatti estremi~Di due metalli (
1208 I| dipinto dell’Agricola~ ~Più la contemplo, più vaneggio in quella~
1209 III| con gli aurei figli~Gli contende superbo i primi onori;~Perocché
1210 III| Chè la piena del cor lo contendea;~E tuttavolta il suo diverso
1211 II| di voi che libertade~Le contendete non divisa ed una,~E con
1212 III| creata, e primo vide~Il contener delle contente sfere.~Seco
1213 III| primo vide~Il contener delle contente sfere.~Seco è il calabro
1214 III| fra voi surta~Su l’Olimpo contesa, avventurarmi~In tuo soccorso
1215 III| son sì vivi i volti e le contese,~Che non tacenti ma parlanti
1216 III| divino; e, se vietato,~Se conteso il dolor non gliel avesse,~
1217 III| per gridar pietade~E per continuo maledir già roche.~D’orror
1218 III| labbro de’ numi, e l’ebbe in conto~Di sacra libagion. Forte
1219 III| bianchi in viso.~Ben mille ne contorse entro i suoi gorghi~Quell’
1220 III| L’orme segnando al cor contrarie e lente.~Vagai per tutto:
1221 III| piegava.~Quando due donne di contrario affetto~Levârsi, e ognuna
1222 III| tutte~Non consumarle? Oh mel contrasta il fato!~E una fama pur
1223 III| spose che ai mariti ardenti~Contrastano l’uscita e sulle soglie~
1224 II| Brulicando per fame avean contrasto.~All’apparir che fece il
1225 III| eloquente ed irto~Orator del Contratto, e al par del manto~Di sofo
1226 II| fronte. Anco de’ numi~Si contristâr gli aspetti, ed un silenzio~
1227 III| e sia delle sue tresche~Contristata una volta e vergognosa.~
1228 II| ai misteri d’Amor più si convegna~D’amoroso volume? E qual
1229 II| pensieri~Al subbietto gentil convenïenti?~Forse l’austero genio inspiratore~
1230 III| madre,~E di vile semenza di convento~Sparso il solco accusò del
1231 III| e gli occhi~Ognuna avea conversi in due ruscelli.~Stretto
1232 III| Palpitando ristette; e alla convessa~Regïon sollevando la pupilla~
1233 III| rispose:~— A te l’esaminar conviensi, o diva,~Il tuo desire,
1234 III| Ne’ romani teatri e ne’ conviti~Alle antiche patrizie il
1235 II| le severe~Del suo nobil Convito alte dottrine.~Odi il suon
1236 III| alghe e le mirici in larga copia~Cresciute intorno alla sua
1237 III| mesto portamento~Una lucida coppa sostenea:~E sculto ciascheduna
1238 III| avea, con alta mole~D’acque coprendo le pomezie valli~E le cittadi
1239 I| un fonte,~E torse il piè, coprendosi~Per alto orror la fronte.~
1240 II| suo bel manto primavera~Copria la terra, ma la vasta idea~
1241 III| profonda e sacra~Caligine coprío; ma di baleni~Arse il ciel
1242 III| corso) alto squallore~Lo coprirà; nè zelo, arte o possanza~
1243 II| danzando; e mezzo il mar copriro~Col vastissimo ventre orche
1244 II| Staccar l’incerto piede, e coraggioso~In giù col capo rovesciarmi.
1245 III| Della gorgiera e della gran corazza;~Mentre un pugnal battuto
1246 III| crude.~Nere sul petto le corazze, e neri~Nella manca gli
1247 III| Filosofante, ch’or tra’ morti è corbo,~E fu tra’ vivi poetando
1248 III| Agli ebuli sanguigni ed ai corimbi;~E lo volle Silvan, dimenticate~
1249 III| oro con argentee spume~La corinzia marina, a cui dal mezzo~
1250 III| smarrite virtù prische il coro;~E maestosa al fianco le
1251 II| stelle i firmamenti.~Tu coronasti di sereni lampi~Al sol la
1252 II| cinto,~Romper minaccia, e le corporee forze,~Qual tarlo roditor,
1253 III| a truppa in su la sera.~Correan quei vani simulacri immondi~
1254 II| Libero l’uomo cui ragion corregge~E onor giustizia cortesia
1255 III| padre e degli dei,~E voi le correggete e a vostro senno~Le mandate
1256 III| malnati. Essa il rigoglio~Ne correggeva ed il non casto istinto,~
1257 III| son; ma col rigor talvolta~Correggono i più cari. Alzati, o donna;~
1258 III| intorno ed infinita~D’Oceàn la corrente mormorava.~Ivi per tema
1259 III| arretrò la Senna~Le sue correnti stupefatte e mute.~Vogeso
1260 II| terra, e dell’irate~Procelle correttore, il mar, soggiorno~Di tanti
1261 III| timon sciogliea~Impauriti i corridor divini;~Chè la memoria ancor
1262 III| spinge~Sulla fervida curva i corridori,~Che d’un solo color tutta
1263 III| fonti~N’ebber senso d’orror. Corrotte allora~La prima volta la
1264 II| accenti;~Padre incorrotto di corrotti figli,~Che prodighi d’ampolle
1265 III| una ninfa, che alla stessa~Corrucciosa Giunon bella parea.~Sventurata
1266 III| Che il dito al mento e corrugata il ciglio,~Uom par che frema
1267 III| v’esala,~L’aria e l’onde corruppe, ed un orrendo~Spiraglio
1268 III| saggio intesa?~(Chè al volgo corruttor d’ogni favella~Parlar la
1269 III| antenne~Per le sarde e le còrse onde sorelle.~Ei sol tarpò
1270 II| orrendo~Spettro sul dorso di corsier morello~Venuto a via portar
1271 II| arbuscelli~Grato stillâr dalle cortecce il pianto;~Allor dal monte
1272 III| accorrà d’Ausonia i numi~Cortesemente, e porgerà di pace~A Feronia
1273 III| Lasciato avea le mense, e le cortine~De’ talami celesti, e che
1274 III| solea vestire;~Ma dignitosa coscïenza il tenne,~E il narrar grave
1275 II| severa maestà sublime~Di quei coscritti che in muta terra~Reggean
1276 III| immensa~Fertile valle si vedea cosparsa,~S’animâr, s’abbelliro,
1277 III| Tu vedi,~Signor, nel tuo cospetto Ugo Bassville,~Della francese
1278 III| Arme fremon le genti, arme cospira~L’orto e l’occaso, l’austro
1279 III| su le gote;~L’anime che costanti e pellegrine~Per la causa
1280 III| cattivi.~Sì crudo è il nume di costor, sì morta,~Sì ripiena d’
1281 | costoro
1282 III| Del pio cultore ad obbedir costrette:~Mentre all’ombra d’un’elce,
1283 III| padri, ahi lassi!, a dar costretti~L’aver la dote e tutto,
1284 III| e l’un l’altro a desiar costrigne,~Ne concepîr meraviglioso
1285 III| ch’ogni ciglio a lagrimar costringa?~Uom d’affannosa ma regal
1286 III| l’offesa obbliai, che mi costrinse~A sbandirlo dal ciel. L’
1287 III| e gli ardui sassi, ove costrusse~Cora la sua città, Cora
1288 III| sulle lance, il pianto.~Cotai sul vaso acerbi fatti impresse~
1289 III| saggezza~Tolse la scusa di cotanti sdegni;~Fa cor! Quel Dio
1290 III| ed arcigno,~Superbamente coturnato il piede,~È costui di Ferney
1291 III| D’ambo le gote si parean coverte.~Era un vel bianco della
1292 III| mentre la bufera entro i covigli~Tremar fa gli altri augei,
1293 III| Quinci move dell’anglico coviglio~Il biondo imperator della
1294 III| compresi, i dolci~Nidi e i covili abbandonâr stridendo~E ululando
1295 I| tomba tua starà.~Per la cozia orrenda valle,~Usa i nembi
1296 II| Bonaparte l’anima gagliarda~Le cozie porte superate, e doma~Di
1297 III| aspri e cupi~N’intese i cozzi ed un clangor di squilla.~
1298 II| Serse il ponte~Quando al cozzo d’Europa Asia correa.~Improvviso,
1299 III| ponderose:~Grave in terra cozzò la mortal sorte,~Balzò l’
1300 II| pensiero a suo voler si crea.~Rendi dunque ad Amor l’
1301 III| spersi.~Inique leggi, e per crearle rochi~Su la tribuna i gorgozzuli,
1302 II| produce effetti,~Tanti numi crearo: onde per tutta~La celeste
1303 II| ombre ritrose~L’onnipossente creator comando~Uscir fe’ tutte
1304 III| appena i pensier. S’alza di crebre~Stipe un nembo e di foglie
1305 III| dentro il pianto),~E venir mi credei nell’Antenòra,~Nella Caína,
1306 II| donzella,~Che abbracciar si credendo il suo diletto,~Stringe
1307 III| del ciel la strada,~Che a creder nulla e a disperar ne porta.~
1308 II| il pensiero è in forsi~Di crederlo insensato e palpitante;~
1309 III| in inferno arrivar la si credette:~E in quel sospetto sospettò
1310 III| suo timor gli espose,~E creduta ne fu; chè facilmente~Cuor
1311 II| Dietro ai portenti che tu crei smarrita~Si confonde la
1312 I| teme.~Se vero io parlo, Crèmera vel dica,~E di Coclite il
1313 III| su l’olmo e su l’abete:~Crepita il lauro; e le loquaci chiome~
1314 III| L’ira e il dispetto~Tu crescesti nel cor della gelosa,~Che
1315 III| pio riguardo~Educata tu cresci, o mammoletta,~Tu che negli
1316 II| fior tra i dumi del dolor cresciuti~Tempo già fu, che, dilettando,
1317 III| freschi venti combattuta e crespa,~Mentre i raggi del sol
1318 III| frangean sovra le molli~Crespe dell’acque la saltante luce:~
1319 I| Il bronzo ricevea~I capei crespi e tremoli~Di qualche ninfa
1320 III| Campidoglio rimettea la cresta:~E, divina guerriera in
1321 III| Dodona ed Ida,~E men care di Creta ebbe le selve;~Tal che le
1322 III| sacre danze, e su lucenti~Di crisolito scanni e di berillo~Si locàr
1323 III| percosse;~E una súbita fonte cristallina~Scaturì mormorando, e dalla
1324 III| polle~Sì dolci in prima e cristalline. E Alcone,~Pastor canuto,
1325 III| Anfitrite~Rapido volve e cristallino il flutto;~E il superbo
1326 III| Con diverso fragor l’ampio cristallo,~Che in mezzo dell’altar
1327 III| la terra~La violetta, il croco ed il giacinto,~Ed abbondanti
1328 III| caosse il mar mugghiando~E crollando le dighe entro la scura~
1329 III| campi: già delle bastite~Crollano i fianchi; già sfasciati
1330 III| trono, e, visti intorno~Crollar di Dite i muri e le colonne~(
1331 III| la rabbia:~Jaffa e Gaza crollarno, e in Ascalona~Il britanno
1332 III| E di due mari nutritor, crollasti,~O nimboso Appennin, l’alte
1333 III| riceva; scuoterò le rupi;~Crollerò le città dal tuo vil nume~
1334 III| invidia alle vicine:~Ma sul Crostolo assisa la sorella~Freme,
1335 III| informar pervenne,~E di Crotone empièo le mute scuole~Del
1336 III| speco, in atto~Di maestà, di cruccio e di preghiera,~Fa dal labbro
1337 III| sagrifici e l’are~Di Dïana cruente, e i lagrimosi~Riti latini,
1338 III| mali ha la misura.~Su i cruenti suoi campi più non freme~
1339 III| Vulcano, ad una lunga mazza~Il cubito appoggiato; e, poi che Giuno~
1340 III| all’ostinata cura~Del pio cultore ad obbedir costrette:~Mentre
1341 III| Sotto la mano della pia cultrice~Ricevean nuove leggi e nuova
1342 III| Che di lei fanno i tripodi cumani,~Tutta trema la terra: e
1343 III| già nello speco~Della rupe cumea mugge d’Apollo~La delfica
1344 III| dirama, e tutte~Per segreti cunicoli e sentieri~Pasce le membra
1345 I| dolci palpiti~Dell’uman cuore ottenni.~Duce natura e regola~
1346 III| sente altri che l’eco,~Che cupa ne ripete e lamentosa~Le
1347 II| scelte~Forme più care al cupid’occhio offerti~I lai del
1348 III| altari alle Grazie ed a Cupido,~E operose officine, e di
1349 III| e i sonni~E gli amor ne curava e i maritaggi,~Securo a
1350 III| le vie,~E i teatri e le curie; e dappertutto~Un gemere
1351 III| sesso minor diero gli dèi~Curïose pupille, e accorgimento~
1352 II| d’acre vasello~I chimici curvati e pazïenti.~Ma più le tracce
1353 II| pianura.~I delfin snelli colle curve schiene~Uscîr danzando;
1354 III| tormento dolorar parea.~Curvo il capo ed in lungo abito
1355 III| destra, quando~Il grand’arco curvò dell’emispero~E spinse in
1356 II| gelo aquilonar percossa~Dafne morì; ne’ calami palustri~
1357 III| fumo~Ed ogni tristo odor. Dagl’immortali~Capelli della
1358 II| cervo ramoso, ed il leggiero~Daino fugace; e mille altri animanti,~
1359 II| trïoni.~Già de’ suoi vanni le dalmatich’onde~Copre l’aquila ingorda,
1360 III| terror de’ regi e di natura.~Damiens l’uno, Ankastrom l’altro
1361 III| accatta.~Scorre a fiumi il danaro, e la rapina~Di color mille
1362 II| Pingi la voce, e, color dando e corpo~All’umano pensiero
1363 III| E vagante ombra qui mi danna, intanto~Che di Francia
1364 III| come congiurato uscío~A dannaggio di Francia il mondo tutto:~
1365 II| Audace scuola boreal, dannando~Tutti a morte gli Dei, che
1366 II| da dive~Intelligenze, ma dannate al freno~Della legge che
1367 III| sacro drappello,~Ch’empio dannava popolar decreto.~Un barbaro
1368 II| raggio di luna oscene larve~Danzano a tondo, e orribilmente
1369 II| del pensier le piume.~Nel danzar delle stelle armonïose~Ella
1370 III| E i teatri e le curie; e dappertutto~Un gemere di rote, un picchio
1371 II| fracassato mondo allor le terga~Darai fuggendo, e su l’eterea
1372 II| principio al canto, o Dea, daranno~Le Muse? e dove mai degne
1373 II| Dell’estinto tiranno i cuor dardeggia.~E subito un tumulto un
1374 I| omeri,~Diede alla mano il dardo,~Gli occhi di bende avvolsegli,~
1375 II| premio d’affanni,~Sol catene darete e tradimenti?~Deh! non rida
1376 III| Stranier, cui meglio si daría gramigna.~Mossi più addentro
1377 I| una a morte ti toglie,~E dárlati crudel l’altra procura.~
1378 I| Del Tebro onor ti chiama.~Darti l’udii d’ingenua~E di pietosa
1379 III| raggio di stella.~Poscia che dati i mirti ebbe a man piena,~
1380 | davanti
1381 III| l’achea contrada~Lasciar debbano i numi, e nell’opima~Itala
1382 III| ascoso il tenne,~Sacro esser debbe, nè aver dato asilo~Di Giove
1383 I| condotto,~D’Averno i regni a debellar venía.~Il bieco peccator
1384 I| al ciel le folgori,~Che debellate innante~Con tronche ali
1385 II| Non ti scorge del vulgo il debil lume,~Che si confonde nell’
1386 III| disegno aspetta:~E, di là dechinando il guardo attento~Al piano
1387 III| lo prese.~Indi in Ausonia declinando i lumi,~D’Ansuro nereggiar
1388 III| Nobil fierezza, matronal decoro,~Candida fede, e tutto la
1389 I| siede.~Ma già di Francia il Dedalo~Nel mar dell’aure è lunge:~
1390 II| Anna Malaspina della Bastia~DEDICATORIA DELL’AMINTA DI T. TASSO~
1391 II| sozzi mostri abisso. Orche deformi~Cacciâr di nido di Nerèo
1392 III| corpi abbracciai spirto defunto.~Mi staccai da’ miei cari:
1393 III| porte aperse:~Donde prima degg’io, Giove crudele,~Il mio
1394 II| daranno~Le Muse? e dove mai degne parole~Dell’origine tua
1395 III| rimosso il velo~D’ascoltar degni il ver che v’appartiene.~. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .~
1396 II| increspâr la liquida pianura.~I delfin snelli colle curve schiene~
1397 III| aricine~Selve poi reca la deliaca diva,~E palpitando alla
1398 I| Fanciul bendato e nudo.~Le delicate e timide~Virtudi in ceppi
1399 II| doni la beata sposa,~Col delio Apollo a salutarla anch’
1400 II| Povero il senno~Che in quei deliri ascoso il ver non vede!~
1401 III| saggia libertà promise:~E i delirii fur queti, e senza velo~
1402 III| orgoglio con lei l’odio il deliro~L’ignoranza l’error, mentre
1403 III| Dimenticata la materna Delo,~Ai dipinti Agatirsi ama
1404 III| tempo esclusa~Da’ suoi santi delubri, e molto pianse,~Dai superbi
1405 III| alla meschina,~E per rabbia delusa, orrendo a dirsi!~Trafitto
1406 III| governa~Dentro Marsiglia d’un demón la possa;~E l’alma geme
1407 III| e si consola.~Quindi un demone spesso ivi s’annida~In uman
1408 I| agli occhi una visiera.~I demoni frattanto all’aere tetro~
1409 I| ardita e balda,~Che col rival Demostene~Alla tenzon si scalda.~Forse
1410 III| vita~Cui, redivivo, e in densa nube avvolto,~Con mutati
1411 III| fulgido~Volto del Sole che fra dense nubi~Improvviso si mostra.
1412 III| quel crudo.~Poich’ebber densi e torvi circuito~Il cadavere
1413 II| sua tela, e col ferrigno~Dente agli appesi avidi brandi
1414 III| maggior danno, e inerme e dependente,~Che far poteva autorità? —
1415 II| perchè non poss’io la mia deporre~D’uom tutta dignitade, e
1416 III| Che far poteva autorità? — Deporse,~Gridò fiero Parini: e,
1417 III| mali entrava.~Ei procedea depresso ed inquïeto~Nel portamento,
1418 III| che laggiù si noma~Libertà depurata, iva in bordello~Coi vizi
1419 III| d’amore e di fortuna,~Tu derelitta sua misera sposa,~Che del
1420 III| La sognata caduta ancor deride.~Qui Cassin, che in me tutto
1421 I| oh de’ tuoi servi~Serva derisa! Sì dimesso il volto~Non
1422 I| Virtù patria lo nutrì,~E Desaix la sacra fronda~Del suo
1423 III| la destra, ohimè! che li descrisse,~Venía sclamando un’altra;
1424 III| bianco~In su la soglia del deserto ostello:~Che non pago d’
1425 III| pellegrino~Canoro spirto; e desïai che ratto~Fosse il vol che
1426 III| il favor ne’ petti ispira~Desïanze diverse, incerto ognuno~
1427 III| corpi~Lega e l’un l’altro a desiar costrigne,~Ne concepîr meraviglioso
1428 II| S’alza su l’ali il buon desîo, Torquato~Per me saluta,
1429 III| parte volâr l’aure tirrene,~Desïose d’aver carchi del caro~Effluvio
1430 III| sguardo, in cor sì disse:~Io desister dall’opra, e del mio scorno~
1431 III| dall’Unno e dallo Scita~Desolato d’Italia il paradiso.~Narrò
1432 II| le nubi,~O su i campi a destar dell’ampio mare~Gli addormentati
1433 III| che languía ricorre.~Al destarsi, al fiorir delle gagliarde~
1434 III| in lei del caro aspetto~Destàrsi i segni dall’obblio non
1435 III| sostenne.~E cento volte sul destin tuo fello~Bagnò di pianto
1436 III| che qui ti lega.~Se i tuoi destini intanto o la tua voglia~
1437 II| i piedi balzar ritto il destriero,~E nitrendo sfidar nel corso
1438 III| il divo~Corpo lavando, ne deterse il fumo~Ed ogni tristo odor.
1439 III| Moscati?~Lor ceppi al vile detrattor fan fede~Se amâr la patria
1440 II| d’Europa, nè di voi sia detta~Fra gli amici quest’onta
1441 II| cor s’apprende da ragion dettato;~Non da colei che in Aulide
1442 III| Lorenzo! — oh Borda mio! — Fur dette~Queste, e non più, per lor,
1443 III| tremanti ripe,~Con furor si devolvono. Spumosa~E fragorosa la
1444 III| la croce e nella polve~In devoto cadendo atto sommesso,~Di
1445 III| Brïareo le cento braccia,~E Dïagora poscia e d’Epicuro~Dettò
1446 III| seguace il furibondo e torbo~Diderotto, e colui che dello spirto~
1447 III| ogni mille non campâr li diece.~Ahi gioie umane d’amarezza
1448 | dieci
1449 I| nacque:~Nome d’Amor gli diedero~Le cieche genti, e piacque.~
1450 III| terrea mole,~Io la vita ti diedi, io la favilla~Che in te
1451 III| chè la parola~Di lui che diella non fu mai tradita:~Spero
1452 III| Ardenna.~Al lor primo apparir diêr ratto il loco~L’assetate
1453 III| spazio~Strinsersi tutti, e diersi a far parole,~Quasi sospeso
1454 II| or bruna, il capo orna e difende;~Occhio, dell’alma interprete
1455 III| spirti~Dell’alme chiavi al difensor sdegnoso.~Indi veloci in
1456 II| crudeli,~Altri dell’uomo difensori e amanti.~E lor di macchia
1457 III| Come aquila che sotto alla difesa~Di sue grand’ali rassicura
1458 II| amanti.~E lor di macchia differente i peli~Tu di tua mano dipingesti,
1459 III| conoscendo (chè a mortal pupilla~Difficil cosa è il ravvisar gli dei),~
1460 III| Quindi al fiume, ove tardi diffinite~Fur l’italiche sorti, e
1461 III| vora;~E tratte in alto le diffonde e solve~Con immenso sparpaglio.
1462 III| credi:~Or gemebonde rïalzar diffuso~L’enorme capo, e giù tornarlo
1463 III| mugghiando~E crollando le dighe entro la scura~Eternità
1464 I| Poichè ripresa avea l’alma digiuna~L’antica gravità di polpe
1465 III| Chè con ugna rapace arpíe digiune~Fêro a noi ciò che Progne
1466 III| atto~D’agno innocente fra digiuni lupi,~Sul letto de’ ladroni
1467 III| voli gli solea vestire;~Ma dignitosa coscïenza il tenne,~E il
1468 III| Vienle appresso la Morte che digrigna~I bianchi denti, ed i feriti
1469 II| Genero eletto a due gran dii t’allegra,~Ma cognato al
1470 II| e i fianchi alpestri,~E dilatata a me venía d’incontro,~Che
1471 II| per te le fonti~Del saper, dilatate in mille rivi~E a tutte
1472 III| e quale al mento;~Tal si dilegua l’infernal ciurmaglia;~Ed
1473 III| frettolosi e furïosi~Si dileguâr per la caverna i fiumi,~
1474 III| la nube,~E tra le piante dileguarsi. A lei~Dovunque passa riverenti
1475 III| tra le vampe e il fumo~Si dileguò; nè disse addio, nè parve~
1476 III| sacramento; e l’invocata diva~Le dilesse, e su lor piovve la piena~
1477 II| cresciuti~Tempo già fu, che, dilettando, i prischi~Dell’apollineo
1478 III| sorridendo il dito;~Con fiera dilettanza in poco spazio~Strinsersi
1479 III| Gl’insubri ravvisò spirti diletti;~E mosse prima che il parlar,
1480 III| al suo calcagno appese;~E dille che la man che ve le avvinse~
1481 III| per valli e per fiumi si dilunga,~E sempre a tergo ha la
1482 II| digli e non altro. E, s’ei dimanda~Come del viver mio si volga
1483 III| Oh! qualunque tu sia, non dimandarmi~Le sue piaghe, e, per Dio!,
1484 III| stringersi a vicenda e il dimandarse~Tra quell’alme finito ancor
1485 III| passa.~Or procede alle tue dimande prime~La mia risposta. Di
1486 III| cortina, ed esso il dio,~Dimenticata la materna Delo,~Ai dipinti
1487 III| corimbi;~E lo volle Silvan, dimenticate~Le ferule fiorenti e i suoi
1488 I| propinque arene.~Ma che giovò? Dimentici~Della mia patria i Numi,~
1489 I| O de’ fiumi algoso re;~Dinne all’Adria che finita~La
1490 III| pudor deriso.~Dopo il tuo dipartir dal patrio suolo~Io misero
1491 III| trovai del repentino~Tuo dipartire, e lagrimosi i volti~Su
1492 III| Chi mi darà le voci ond’io dipinga~Il subbietto feral che quarto
1493 II| differente i peli~Tu di tua mano dipingesti, o diva,~Con quella mano
1494 III| Dimenticata la materna Delo,~Ai dipinti Agatirsi ama preporre~Del
1495 I| Per un dipinto dell’Agricola~ ~Più la contemplo,
1496 III| febbre, e l’angoscia, e la dira~Che locato il suo trono
1497 III| bulicame~Che in cento rivi si dirama, e tutte~Per segreti cunicoli
1498 III| eroe serba il destino.~Lo díran Pio le genti e di quel nome~
1499 III| Marte, Giuda.~Che di Francia direm? A che rïesce~De’ suoi sublimi
1500 III| Egli sanolle,~Nè il come lo diría lingua né penna.~Ei la salute
1501 III| era un sorriso~D’amor; nè dirlo nè spiegarlo appieno~Pur
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