'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo
Parte
2002 II| masso; ed il pensiero è in forsi~Di crederlo insensato e
2003 III| furtivo~D’Egeria ai santi fortunati amplessi~(Chè di tanto fu
2004 III| al cor che ti rinserra,~Forz’è il blasfema proferir di
2005 III| nell’urna.~Ma desto non foss’io, chè manomessa~Non vedrei
2006 | Foste
2007 | fosti
2008 II| della seconda notte,~Al fracassato mondo allor le terga~Darai
2009 I| morti polveroso~Mostri in fragile salma il cor d’un dio;~All’
2010 III| le bionde gote,~Del cui fragrante sugo hanno in costume~Le
2011 III| Sede alla pietra che il mio fral copría.~Fra il canto delle
2012 II| Vita le cose inanimate e frali.~Tumide allor di nutritivi
2013 III| Usciranno a cozzar colle francesche,~Se non v’ha quella onde
2014 III| in curvi solchi~Arandole frangean sovra le molli~Crespe dell’
2015 III| pubblica ragion, sin che, già franta~De’ buon la speme, addio
2016 III| dì che a lui~L’argicida fratel cesse la lira:~Con questa
2017 I| l'olmo e il cerro,~Ma de' fratelli il petto.~Ahi di Giapeto
2018 III| vendicar del giglio.~Al fraterno ruggito alza la testa~L’
2019 III| vestirsi la virtù dispoglia,~La Fraude che si tocca il petto e
2020 III| Altri è schiuma di prete, e fraudolento~De’ galeotti aringator,
2021 III| Giaccion gli archi e le frecce, onde famosi~Suonâr di caccia
2022 II| sposa delle Grazie alunna~Fregiarne il crin: che ti darà? Secondo~
2023 III| vanni rugiadosi: corsero~A fregiarsene il crine e il colmo seno~
2024 III| corrugata il ciglio,~Uom par che frema di veduto oltraggio.~Dalla
2025 III| querimonie dall’opposto speco.~Fremè d’orror, di doglia generosa~
2026 III| per questa~Chi per quella fremea l’alto consesso;~Qual freme
2027 III| che dall’aura mosso~Dir fremendo parea: Nessun mi tocchi.~
2028 III| le chiome agl’immortali,~Frementi in suon di nembi e di tempeste.~
2029 III| tutto il franco cielo~Un fremere, un tuonar d’armi s’intese~
2030 III| maledir già roche.~D’orror fremetti; e venni alla cittade~Che
2031 III| dar subito all’arme ed un fremire~Di cruda plebe, e dietro
2032 III| Ahi! che pensando ancor ne fremo e scoppio.~Vidi il tartaro
2033 II| altari, e la gigante~Forza frenasti dell’error, che, stretta~
2034 I| Pèra lo stolto Cinico~Che frenesia ti chiama.~De’ corpi entro
2035 III| mare e ’l monte,~Sente de’ freni cisalpini il morso.~E di
2036 III| minori han nome;~Ma mossero frequenti ad onorarla~Di cortese saluto
2037 III| Alla pastura intemerata e fresca~Dell’ovile roman volse le
2038 III| altri eterni.~Ciò detto, frettolosi e furïosi~Si dileguâr per
2039 III| Della madre l’arrivo, e frettoloso,~Fra tanaglie e martelli
2040 III| Giove non seppe un’amorosa~Frode fuggir. La vide, e da’ begli
2041 III| giustizia di lassù, che fruga~Severa, e in un pietosa
2042 III| circondò le rose,~Ed accanto al frumento e al cinnamomo~L’ispido
2043 II| PARIGINE~D’AVANTI IL 18 FRUTTIDORO ANNO V~ ~Stendi, fido amor
2044 III| Da portentosa visïon gli fue~La voce che dal labbro uscía
2045 II| ramoso, ed il leggiero~Daino fugace; e mille altri animanti,~
2046 I| di là profondasi~Il suol fuggente ai lumi,~E come larve appaiono~
2047 II| natura.~Altri a torma e fuggenti in lunga fila~Vengono e
2048 III| perduta nel peccar vergogna,~Fuggì la patria no, ma il manigoldo;~
2049 I| egli pur del suo delitto~Fuggia quel crudo; e stretta la
2050 III| celarmi, tremante il piè fuggío.~Oh mia dolce consorte!
2051 I| ai lampi~L’onde attonite fuggîr.~Di Marengo la pianura~Al
2052 II| seduti,~Cesser proscritte e fuggitive il campo~Ai lemuri e alle
2053 III| negra spelonca, e parve il fulgido~Volto del Sole che fra dense
2054 III| e presala per mano,~Di fuliggine tutta le ne tinse~La bianca
2055 II| Quand’il grand’avo tuo, fulmin di guerra,~Delle italiche
2056 II| pensieri~Da quelle bocche fulminanti uscío;~E parole di morte
2057 II| donzella,~E corse in Flegra a fulminar tremenda~I figli della terra,
2058 III| mirando la rival Brettagna~A fulminarle dritta al cor la lancia,~
2059 II| e Pluto~Dal vostro senno fulminati, ei sono~Nomi e concetti
2060 III| dal gran petto esala~D’un fulminato. A fronte alza il Vesevo~
2061 III| laurentini~Boschi, e quei che la fulva onda nudrisce~Del sacro
2062 III| Oneglia che ancor combatte e fuma.~Allor che vide la ruina
2063 I| luce, e d’infernal rugiada~Fumarono le membra a quel baleno.~
2064 II| di Giano a te devoti~Non fumassero altari e sacrifici.~Tu,
2065 II| allori dell’aonie rive~In funebri cipressi; in pianto il riso;~
2066 III| lungamente~Vagando in terra, e funestar di stragi~Le contrade latine,
2067 II| Tu del nero aquilon su le funeste~Ale per l’aria alteramente
2068 III| sangue ausonio~Sparga, e le funi e la Senavra impetra~Con
2069 I| virago cisalpina~L’etereo fuoco infuse, anzi, il suo spirto.~
2070 III| gli animanti avean riposo,~Fuorché l’insetto che ne’ rozzi
2071 III| madre a’ suoi trastulli il fura,~Che il piè va lento innanzi
2072 III| una perversa gente~Cercar furendo a morte una regina,~Dir
2073 III| paterne, e de’ suoi vanti~Ino furente mi scontò l’offesa.~E pur
2074 III| Vi son le rubiconde Ire furenti,~E la Discordia pazza il
2075 I| Tardissimo~Al mondo il Ciel ti furi,~E con l’amor de’ popoli~
2076 III| divampante tizzo alto agitando~E furïando, vola al gran delubro,~Ch’
2077 III| E struggendo venian le furibonde~La speranza de’ campi già
2078 III| Ciò detto, frettolosi e furïosi~Si dileguâr per la caverna
2079 III| avea. Nè tu sicura~Da’ suoi furori andar potesti, o sacra~Alla
2080 III| come.~Or la Forza le invía fusa e disfatta~La pubblica sostanza;
2081 III| e il tempo e il modo~De’ futuri successi: e non diè fine~
2082 II| A NOME DEL TIP. PARMENSE G.B. BODONI~ ~I bei carmi divini,
2083 II| anco~Di Bonaparte l’anima gagliarda~Le cozie porte superate,
2084 III| prego ai venti di soffiar gagliardi~Dentro le fiamme, e promettendo
2085 II| vivono, e sempre~Del più gagliardo, come avvien tra noi,~O
2086 II| fe’ ricchi ed eleganti e gai,~Ei vi fece superbi; e se
2087 III| prete, e fraudolento~De’ galeotti aringator, per fame~Va trafficando
2088 III| onor la via.~Di Nemi il galeotto e di Libetra~Certo rettile
2089 III| ancor tra l’erbe~Urta le gallic’ossa, e quell’aspetto~Par
2090 III| stagno abitatrici,~E di Galvan ricrea gli alti sistemi.~
2091 III| famiglia;~Poi, ghermite le gambe, ne si getta~I pesanti cadaveri
2092 III| E i due figli di Leda, e Ganimede,~Ch’altra ancor ne s’aggiunge,
2093 III| rito funèbre, a quella viva~Gara d’amor mirando, già di mente~
2094 III| spinge obliqua al ciel la Garisenda.~Cercai la sua grandezza;
2095 III| giusto, poi disse, il tuo garrito.~Forza li vinse: e che può
2096 III| Promesse, accompagnate~Dalle garrule Ciance e dall’Inganno.~Sta
2097 III| leggere.~Tutti dell’aure i garruli sospiri~Eran queti, e le
2098 III| nel sangue s’abbevera e gavazza~E sol del nome fa tremar
2099 III| assalitor la rabbia:~Jaffa e Gaza crollarno, e in Ascalona~
2100 II| tenebrose~Nebbie soffiate dal gelato arturo~Si cangia (orrendo
2101 I| Ne ricercaro i posteri~Gelosi il loco e l’orme,~E il fato
2102 III| i suoi grand’occhi,~Che gelosia più grandi anche facea,~
2103 III| Le sue vergini tinte il gelsomino.~A baciarlo lascive, a carezzarlo~
2104 III| se allo sguardo credi:~Or gemebonde rïalzar diffuso~L’enorme
2105 III| nol so dirti~Giunsero dove gemebondo e roco~Il mar si frange
2106 III| rotto il decreto.~E de’ gemiti al suon che il ciel feriva,~
2107 III| negli orti cirenei dal fiato~Generata d’Amore e dallo stesso~Amor
2108 II| le bacia, ed in vederti~Genero eletto a due gran dii t’
2109 III| Sai come si arrabatta esta genía,~Che ambizïosa obliqua entra
2110 III| consorte; e ai mansueti~Genii di pace traducea le genti~
2111 II| della terra, e fe’ sicuro~Al genitore dell’Olimpo il seggio:~Tal
2112 III| gioiosi al casto affetto~I genitori. Ahi brevi e false in terra~
2113 III| Delle piove e de’ nembi genitrice~Tu ne riempi l’urne, tu
2114 II| MARCHESA ANTONIETTA COSTA DI GENOVA~NELLE NOZZE~DEL MARCHESE
2115 III| e sé dir Bruto e Gracco,~Genuzii essendo Saturnini e mostri.~
2116 III| annunzio l’alma~Dell’amoroso geomètra, e uscire~Parve alcun poco
2117 II| candida figlia,~Prima d’Amor germana, e di Natura~Amabile compagna
2118 III| fattore, ei brilla, e solve il germe~Or salubre or maligno entro
2119 III| lieta~Sotto i lor fianchi germogliò la terra~La violetta, il
2120 III| onnipossente tuo consorte e sire~Di gettar quelle faci, e invïolata~
2121 III| Ruppe armille e monili, e gettò lunge~La clamide regal che
2122 III| all’infernal famiglia;~Poi, ghermite le gambe, ne si getta~I
2123 III| Parigi in tresca~A cibarsi di ghiande, onde la Senna,~Novella
2124 II| e caldo~D’ira e di bile ghibellina il petto,~Per l’itale vagò
2125 II| sulle soglie, e il venerando~Ghibellino parea Giove nascoso~Nella
2126 III| di larve di quel sangue ghiotte,~E tutta di lor bruna era
2127 II| Comparvero le Muse. Una ghirlanda~Stringea ciascuna d’olezzanti
2128 III| ispido pino,~Di questo ramo ghirlandâr le fronti.~Lo volle il dio
2129 III| vittime, d’incensi e di ghirlande~Dalle genti latine avea
2130 III| In un sol punto tutte, e ghirlandorno~Dodici lauri in un sol lauro
2131 II| odoroso ergeasi in alto,~Gía rinfrescando le divine chiome,~
2132 III| sacra laguna abbandonati~Giaccion gli archi e le frecce, onde
2133 II| seguaci~Forme che inerti le giaceano in grembo,~L’une contro
2134 III| cortesia nutrice arena,~Come giaci deserta! e dal primiero~
2135 III| violetta, il croco ed il giacinto,~Ed abbondanti tenerelle
2136 II| sì forte,~Che il crin ne giacque oppresso e imprigionato.~
2137 II| dì tenean la cima.~Or che giacquer Nettuno e Giove e Pluto~
2138 III| speme, addio vi dissi, e giacqui!~Piansi di gioia nel veder
2139 III| favilla~Che in te trasfuse la giapezia prole.~Rendimi dunque l’
2140 I| di Montgolfier~ ~Quando Giason dal Pelio~Spinse nel mar
2141 III| Ecco il melo cidonio alle gibbose~Sue tarde figlie di lasciva
2142 III| famosa sepoltura~De’ percossi Giganti. Intorno tutta~Manda globi
2143 III| fede!~Poniamo, o figli, le ginocchia a terra;~Supplichiamo agli
2144 III| regnator libecchio orrendo gioco,~E sbattuti dall’aspra onda
2145 II| quaggiù converse.~Per lei gioconda e lusinghiera in vista~S’
2146 III| frattanto risonar le rive~Non di giocondi pastorali accenti,~Non d’
2147 III| eran le tede,~E consentian gioiosi al casto affetto~I genitori.
2148 III| arringo degli eterei calli.~Gioiva intanto del misfatto enorme~
2149 III| E alla nemica la fatal giornata~Di Guastalla e d’Assietta
2150 III| Ausonio padre, nè potêr giovarti~Di Dardano i Penati, nè
2151 III| insidïando vanne~La vedova giovenca ed il torello,~E rugghia,
2152 III| dell’Aventino~Delle tolte giovenche alta vendetta.~Poi, com’
2153 II| lei concedi~La non caduca gioventù de’ numi,~Ch’ella di numi
2154 I| suo tramonto; ma sperar ti giovi~Che tutto io non morrò:
2155 I| amplessi raddoppiarono~Le giovinette spose;~E a’ vecchi padri
2156 I| propinque arene.~Ma che giovò? Dimentici~Della mia patria
2157 II| fôra orribil cangiamento.~Girar tranquillo sul mio capo
2158 II| fronte.~Stette in mezzo, girò torvo l’aspetto,~E stendendo
2159 II| danze, ed Amor vedi, che gitta~Via le bende, e la terza
2160 III| dal costoro empio furore~A gittar strascinato (ahi! parlo
2161 II| immaginando nel piacer mi perdo~Di gittarmi là dentro, onde a’ miei
2162 III| e vivo in lontananza~Non gittasse l’odor, lauro saría.~Candidissimo
2163 I| Sulla morte di Giuda~ ~I.~Gittò l’infame prezzo, e disperato~
2164 III| mazza con la man battea:~Poi gittolla in disparte, e corse ad
2165 I| Così lion, cui grave~Su la giubba il notturno vapor cada,~
2166 I| spose;~E a’ vecchi padri il giubilo~Spianò le fronti annose.~
2167 III| vedea.~Quando il mortal giudizio e l’ultim’ora~Dell’augusto
2168 III| penne già pronti a calar giue.~L’uno in sembianti di pietade
2169 II| tornarno~Vedrai stender giulive a te la mano~Grandezza e
2170 I| peregrina.~Tutte dall'elce al giunco han lor favella,~Tutte han
2171 I| aspetterà, cantando,~Finchè tu giunga, le tue lodi; e molto~De’
2172 III| Smarrito errava, e alla città giungea~Che spinge obliqua al ciel
2173 I| tradite.~Sentì la selva il giungere~Delle celesti dive,~E dier
2174 III| strette.~— Pur ti trovo. — Pur giungi. — Io piansi mesto~L’amara
2175 III| in men che nol so dirti~Giunsero dove gemebondo e roco~Il
2176 III| Brembo,~Alla tua patria giunsi, o pellegrino~Di Bergamo
2177 III| Accompagnâr l’onnipotente; e giunti~Al grande limitar, per sè
2178 III| che si tocca il petto e giura,~La fallace Amistà che sul
2179 II| tiranni, pace pace~Gridan, giurando riverenza e fede:~Ma se
2180 III| mezzo al sangue~De’ torelli giurâr dell’alleanza~Il sacramento;
2181 III| seguía, della sua figlia~Giurò la vita, e il suo gran giuro
2182 III| culto, e raddolcisca~La mia giust’ira di Feronia il pianto.~
2183 III| ospite suolo, ov’io ti lasso,~Giuste son l’alme, e la pietade
2184 III| la dea:~Alte in mezzo de’ giusti odo salire~Di vendetta le
2185 III| nascose:~Drimo, Nemerte, e Glauce de’ cavalli~Di Nettuno custode,
2186 | gliene
2187 III| Venerevoli padri alto suonava~E glorïoso fra le genti il grido.~L’
2188 III| quante sul suolo~Caddero gocce del licor celeste,~Tante
2189 III| nè veruno~Del delitto si goda, nè sia loco~Che lo ricovri:
2190 III| costume,~Del ciel cangiato si godean superbe.~Ed essa la gentil
2191 III| tui,~Vien; tu con esso di goder se’ degno.~Ma di rincontro
2192 II| geloso~Dei primi onori dubitò Goffredo,~Non è, donna immortal,
2193 III| resto di scopa, altri di gogna:~Qual repe e busca ruffianando
2194 III| Cadean le teste, e dalle gole uscía~Parole e sangue, per
2195 III| campi inonda, a tal che gonfi~Dell’alta strage Simoenta
2196 III| tempeste e i nembi,~E subito gonfiâr le bocche i venti,~E le
2197 III| caso~Del figliuol di Tesèo. Gonfiata ed aspra~Spandeasi d’oro
2198 III| divina guerriera in corta gonna,~Il cor più che la spada
2199 III| tiranni adulterasti;~E mitre e gonne e ciondolini e suono~Di
2200 III| l’elmo e la maglia~Della gorgiera e della gran corazza;~Mentre
2201 III| tuffa~Nella fredda onda, che gorgoglia e stride.~Rimbomba la caverna,
2202 III| la polve il nome~Di Gesù gorgogliando e di Maria.~E l’un su l’
2203 II| negli elementi~Sogliono al gorgoglío d’acre vasello~I chimici
2204 III| crearle rochi~Su la tribuna i gorgozzuli, e in giro~La discordia
2205 III| In pianto il giusto, in gozzoviglia il ladro,~E i Bruti a desco
2206 III| virtude, e sé dir Bruto e Gracco,~Genuzii essendo Saturnini
2207 III| trifoglio,~Gradita erbetta, che gradir suol anco~Ai destrieri di
2208 I| stretta la mascella,~Forte graffiava con la man lo scritto.~Ma
2209 III| sitibonda dea:~Simile a nembo di gragnuole gravido,~Che bruno il ciel
2210 III| lasso!~Ma piangea il sole di gramaglia cinto~E stava in forse di
2211 III| Stranier, cui meglio si daría gramigna.~Mossi più addentro il piede;
2212 III| passe ulive~Récavi e pomi e grappoli, che salvi~Dal morso abbiam
2213 II| Giuno, degli Dei la schiera,~Gratulando al marito e presentando~
2214 III| cinque; di più ria catena~Ne gravarno i crudeli, e invan si pianse.~
2215 III| ciurma prava,~A cui le membra grave-olenti e rance~Traspaiono da’ sai
2216 II| superficie aprío.~Dalle gravide glebe, oh maraviglia!~Fuori
2217 III| Simile a nembo di gragnuole gravido,~Che bruno il ciel vïaggia
2218 I| l’alma digiuna~L’antica gravità di polpe e d’ossa,~La gran
2219 III| Achille,~Alcuna meritai grazia o mercede,~Su questi carmi,
2220 I| errar sentivasi~Su l’alme greche il canto.~O della Senna,
2221 III| Erculea Norba, a cui di cento greggi~Biancheggiavano i colli.
2222 III| servi ne ritenne.~Pietà gridammo; ma pietà non transe~Al
2223 II| Palpitanti i tiranni, pace pace~Gridan, giurando riverenza e fede:~
2224 II| e orribilmente urlando~Gridano: pazïenza, pazïenza.~Ombra
2225 III| collo ignudo,~Signor, pietà, gridavano: e venía~In quella il colpo
2226 III| sparsa le chiome,~E di gelo grondante e di pruina;~Perocchè per
2227 III| sangue rossa;~Sangue e tabe grondava ogni capello,~E ne cadea
2228 III| muso atterrato e avverse groppe~L’una all’altra s’addossano
2229 III| artiglio.~Della squallida grotta in su l’uscita~Di rugiadose
2230 III| di catene,~Urlar lupi, e grugnire ed adirarsi~Nelle stalle
2231 III| terribile e nera compagnia;~Come gruppo di folgori cadenti~Sotto
2232 III| piaghe intanto e gl’infiniti guai,~Di che fosti gran parte,
2233 III| Radamanto.~Dell’albergo fatal guardan la soglia~Le Cabale pensose
2234 III| e dall’un canto~Le fiere guardie impietosite anch’esse~Sciogliean,
2235 III| veniéno i fulgid’occhi,~Guardò Lorenzo, e in lei del caro
2236 III| rizzando ambe le orecchie,~Guardolla, e muto su l’impressa arena~
2237 III| nemica la fatal giornata~Di Guastalla e d’Assietta ella rammenta~
2238 II| petto,~Per l’itale vagò guaste contrade,~Fuggendo il vincitor
2239 III| che il goto~Furor d’Italia guasterà la faccia.~Da boreal tempesta
2240 II| gli occhi rifisse.~Così guatârsi entrambi; e nell’interne~
2241 I| muta in pensoso atto mi guati,~E di segrete stille~Rugiadose
2242 I| quella via~Lo scontrò, lo guatò senza far motto:~Pianse
2243 II| contrade,~Fuggendo il vincitor guelfo crudele,~Simile ad uom che
2244 III| ed or ne ’l toglie.~Sì guernito, e con tal d’ali remeggio~
2245 II| tutte le mondane cose,~E al guerreggiar degli elementi infesti~Silenzio
2246 I| tessere~Le lane e le fiscelle.~Guidai con loro i candidi~Armenti
2247 II| il pensiero~Del tuo vate guidasti e la parola?~Torna, amabile
2248 III| Chi con man pura da virtù guidata~Dispicciarvi saprà dalla
2249 II| silenzio amici,~Che da Febo guidati e da Sofia~Traggon l’uom
2250 II| carole.~Della danza Tersicore guidava~I volubili giri; e in queste
2251 III| fuggitivo,~Siccome veltri dal guinzaglio, uscire;~Poi tra le spade
2252 III| natura~Per infinite varïate guise~Spiegò la pompa della sua
2253 II| tosto vari d’indole e figura~Guizzaro i pesci, e fin dall’ime
2254 III| la polve,~E tal altro col guizzo del baleno~Fende la terra
2255 III| pupille,~Ergea d’attico gusto eccelsa mole,~Sovra cui
2256 III| ed ella un sorso~Nè pur gustò dell’immortal bevanda;~Chè
2257 III| E maestosa la gran donna ibera~Al crudele di Marte orrido
2258 III| vergognosa.~Digli che invan l’ibere e le tedesche~E l’armi alpine
2259 III| Nel Tevere lavò l’armento ibero,~E fe’ sopra il ladron dell’
2260 III| pace l’Elba, pace~Iterava l’Ibèro; ed alla terra~Rispondean
2261 III| Ma stillante più ch’altri ibleo sapore,~L’onor dispiega
2262 II| de’ vati. Ora il bel regno~Ideal cadde al fondo. Entro la
2263 II| PARTE II~SERMONI, IDILLI, CANTI~ ~
2264 III| l’Eterno, e le commosse~Idre del capo sibilâr per via.~
2265 II| che in Aulide col sangue~D’Ifigenia propizi invoca i venti,~
2266 III| oltre~I pellegrini figli, Ifigenía~Sacerdotessa ed il fratello
2267 I| prostrati i nervi~Superba ignavia non t’avesse e il molto~
2268 I| Onde il creato ha vita.~L’igneo terribil aere,~Che dentro
2269 III| tirrene.~In altro lato avea l’ignipotente~Sculti i novelli sagrifici
2270 I| volgerete,~O come fia che ignobile~allor vi sembri e mesta~
2271 II| t’è maniera di bell’opra ignota?~Qual fonte ascoso di saper?
2272 III| Olimpo, e la bionda Ebe,~Ilare il volto, e l’abito succinta,~
2273 III| quando con piena impetuosa~Gl’iliaci campi inonda, a tal che
2274 II| che l’onda glorïosa~Dell’Ilisso vincesti e dell’Eurota~E
2275 III| abborrita sua rival si fêro,~Ed illeso agitar l’argute frondi~Non
2276 III| amplessi~Da trista e cara illusïon rapita,~Datti pace, o meschina;
2277 II| buoni, il cielo~Di doppie illustri nozze oggi beati~Rende i
2278 III| varïate polveri ne sparse~L’ima radice, che le bebbe, e
2279 III| ben olenti spirti in voi s’imbeve,~E felice lo stelo onde
2280 III| sentina,~«Dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa~Ch’or questa
2281 II| è l’alma che gli affetti imbriglia,~Libero l’uomo cui ragion
2282 III| nembo di duol che denso imbruna~Tutto d’Olanda il ciel;
2283 II| Guizzaro i pesci, e fin dall’ime arene~Tutta increspâr la
2284 III| premio è questo~De’ concessi imenei? Questi gli onori~E le tante
2285 III| Dell’onde il re da’ gorghi imi commoto,~Sporge il capo
2286 II| selva, che la selva ascrea~Imita, e suona di febeo concento,~
2287 III| tracotante,~E gli sdegni imitarne e le nembose~Folgori e i
2288 II| arte di Cadmo e della sua~Imitatrice i monumenti accolti~Di grave
2289 III| mole,~Sovra cui d’ogni nube immacolato~Raggiava immemor del suo
2290 III| intelletto~Rivela il corpo immaculato e santo.~Una veste inconsutile
2291 II| laggiuso, e il cor respira,~E immaginando nel piacer mi perdo~Di gittarmi
2292 III| il vero~Valor de’ corpi immaginati estima;~Colei che li misura,
2293 III| truci~I neri sopraccigli. Immantinente~Iri a sè chiama, e: Prestami,
2294 III| esperta~De’ botanici arcani, immantinenti~Di varïate polveri ne sparse~
2295 III| nube immacolato~Raggiava immemor del suo corso il sole.~E
2296 III| Licenziosa, ed abbracciò le immense~Ossa de’ monti, e delle
2297 II| Colpevole Natura, ove l’immerse~Stolta lusinga e una fatal
2298 I| assalto.~Il gran prodigio immobili~I riguardanti lassa,~E di
2299 III| Le cave rupi e la pianura immonda~Che ancor la strage camisarda
2300 III| Correan quei vani simulacri immondi~Al sanguigno ruscel, sporgendo
2301 II| generosi~Spirti rallegra, e immortalmente vive~L’alto parlar che dal
2302 III| Calma il duolo, Feronia; immoti e saldi~Stanno i tuoi fati
2303 I| ribalda corte,~Filosofia s'impara.~Quel fior che sul mattin
2304 III| maure, e dal timon sciogliea~Impauriti i corridor divini;~Chè la
2305 III| alza la testa~L’annoverese impavido cavallo~E il campo colla
2306 III| Cor di Giuno esultava; e impazïente~Di vendicarsi al tutto (
2307 III| Al tuo pronto intelletto impennâr l’ali;~Colui che strinse
2308 II| viventi perdona e a tutti impera!~Stava tacito attento alle
2309 II| regnava~Solo e assoluto imperador del mondo.~Tale è il mostro,
2310 II| apollinee frondi,~«Onor d’Imperatori e di Poeti».~Del gran padre
2311 III| Proserpina, la bella~D’Averno imperatrice (che sovente~Prendea diletto
2312 III| Starsi ritto Mercurio, e imperïoso~Contro il lor petto le temute
2313 III| viene~Fermo alla scala, imperturbato e forte.~Già vi monta, già
2314 III| e le funi e la Senavra impetra~Con questo che biscazza
2315 II| severo comanda, or dolce impètra;~Mano che tutto sente e
2316 II| sopravvenne d’un orrendo spetro.~Impetrommi le membra la paura;~E trema
2317 III| tedesche~In vomeri cangiate impiagheranno,~Meglio d’assai che de’
2318 III| un canto~Le fiere guardie impietosite anch’esse~Sciogliean, poggiate
2319 III| rabbassati ha i larghi feltri,~Impiombate le cappe, e il piè sì lento,~
2320 II| Vedi sotto la zolla, che l’implíca,~Divincolarsi il bue, che
2321 III| non ben anco avvezzo;~Ed implorar parea d’un vagabondo~Nugolo
2322 II| scorrea la luce~Il dorso imporporando e i fianchi alpestri,~E
2323 III| destro braccio e il manco~Gl’imporporati Aronni e i Calebidi~De’
2324 III| le coppe; e in un baleno~Imporporossi il cielo e delle stelle~
2325 III| sentieri~Pasce le membra degl’imposti monti.~In questa di tremuoti
2326 III| pimplea favella.~Là dove impôsto a biancheggianti sassi~Su
2327 III| Dio ti mandò, ma inerme ed impotente~De’ tuoi nemici a sostener
2328 III| Contra l’itaco eroe fece impotenti;~E il suo bel fior, che
2329 II| sospinge~Oggi le menti a impoverir del bello~Dall’idea partorito,
2330 I| Alpestri gioghi anch’essi~Impoveriti e vedovi~Di pini e di cipressi.~
2331 II| tanta e vasta~Sua fatica ed impresa una mercede~Sì ria gli torna,
2332 III| Guardolla, e muto su l’impressa arena~Ne fiutò le vestigia.
2333 II| crin ne giacque oppresso e imprigionato.~Allor si feo gigante; e
2334 III| tempra, e in cavo rame~L’imprigionò. Di cotal pèste carchi,~
2335 II| sembiante un feritore~Raggio imprimesti de’ begli occhi tui;~Raggio
2336 I| piume adultere~Lasciò l’impronta, e rise.~Per la vendetta
2337 III| scorno anco mancava,~Adultera impudente, che dovesse~Farlosi eterno!
2338 III| marito~Bella, è ver, ma impudica e senza fede.~Pur ti conforta;
2339 III| rattezza~Passa de’ venti. Impugna indi l’avvinta~Verga di
2340 I| ciglio,~E il suo fulmine impugnò.~Tremâr l’Alpi, e stupefatte~
2341 III| di nebbia e di blasfema impuro,~E con sistemi e con orrende
2342 III| rovesciarsi in giuso,~E inabbissarsi se allo sguardo credi:~Or
2343 III| potesti, o sacra~Alla beltade, inaccessibil ara,~Che non hai nome in
2344 II| tuoi splendori~Vita le cose inanimate e frali.~Tumide allor di
2345 II| Ahi misero!~In un immenso, inanimato, immobile~Globo di foco
2346 III| pensiero.~Nè d’onorati spirti inaridita~In Emilia pur anco è la
2347 II| infesti~Silenzio e calma inaspettata impose,~Tu con essa alla
2348 III| Questi fûr delle nozze inauspicate~I cantici, le faci, i testimoni;~
2349 II| tutto afferra,~E nell’arti incallisce, e ardita e pronta~Cittadi
2350 III| il muso,~L’un dall’altro incalzati e sitibondi.~Ma in guardia
2351 III| Colà bieca sbuffando s’incammina~La di vendetta sitibonda
2352 III| vide~Verso la sacra selva incamminarsi,~Ove Feronia nel maggior
2353 III| Verso i boschi di Trivia incamminossi,~E ad or ad or volgea lo
2354 III| in prima, e della cruda~Incantatrice sventurati amanti.~Queste
2355 III| meonii campi~Sì lodato, o d’incanti e di malíe~Possente domator,
2356 II| E gli affetti lusinga ed incatena.~E questa selva, che la
2357 III| fanciullo, e sì deluse~L’incauta ninfa, e la si strinse al
2358 II| e nel cordoglio,~Siccome incauto pellegrin caduto~Nella man
2359 III| seno~Della donna di Pietro incende e lima.~Nè di tal peste
2360 III| parte fuggendo. I primi incendi~Eran già desti, e già di
2361 III| Ferma in cor d’atterrarlo, incenerirlo,~E spegnere con esso ogni
2362 III| tacea, fuor che del mare~L’incessante muggito; allor che pronto~
2363 III| sol cerca; ed ogni spera~N’inchiede, e prega che di lor non
2364 III| dolenti amici~Di Larina inchiedea; Larina intorno,~Larina
2365 I| Afro, cedi e il ciglio inchina:~Muore ogni astro in faccia
2366 III| alfine~Sentîr del nume, e l’inchinâr devote,~E Giove Imberbe
2367 III| Fûr sacre le primizie. Ad inchinarla~Sovrana e diva i numi adunque
2368 III| iniqui! E tutti in arroganti inchiostri~Parlar virtude, e sé dir
2369 II| sottil coltello~I cadaveri incide, e l’armonia~Delle membra
2370 II| lagrimando del mio nome incisi,~Su quel sasso fedel siedi
2371 II| allargo le tremanti braccia~Inclinandomi verso la vorago.~L’occhio
2372 III| Sculte il fabbro le Grazie, inclite dive,~Senza il cui nume
2373 III| braccia.~E tu, padre di mille incliti fiumi,~E di due mari nutritor,
2374 II| catene.~Bacia queste catene, inclito figlio~D’Agenore; le bacia,
2375 I| forme argive.~Da rotte glebe incognite~Qua mira uscir Biante,~Ed
2376 III| faville~Avvolser tutto l’incombusto dio.~Più veloce dell’ali
2377 III| crudele,~Il mio lamento incominciar? Già tempo~Fu che, superba
2378 III| immaculato e santo.~Una veste inconsutile di schietto~Color di fiamma
2379 III| il ferirsi~Di cinquecento incontra a mille e mille,~E dell’
2380 III| soglia~Del grande Atride ad incontrar vien oltre~I pellegrini
2381 III| Risalía Giove intanto, e ad incontrarlo~Accorrean presti e riverenti
2382 III| E spinse in giro i soli, incoronando~L’ampio creato di fiammanti
2383 II| prima~Le divine sorelle incoronaro~Dell’aureo letto nuzïal
2384 III| vestimenti.~Del narciso d’Averno incoronate~Van le rigide fronti, e
2385 II| savonesi accenti;~Padre incorrotto di corrotti figli,~Che prodighi
2386 I| NIPOTE DI PIO VI.~ ~Degl’incostanti secoli~Propagator divino,~
2387 III| quarto egli cadde, e non gl’increbbe,~Più dal dolor che dal digiuno
2388 III| rupe in lontananza~Dall’incremento delle spume ultrici~Pur
2389 III| agli altri e a sè medesma incresce.~Potea col senno e col valor
2390 II| fin dall’ime arene~Tutta increspâr la liquida pianura.~I delfin
2391 III| perdono.~D’Egitto il primo l’incruente porte~Nell’arcana percosse
2392 III| ventre enormi:~Qual su l’incude le roventi masse~Del metallo
2393 I| cipressi.~Il fragor dell’incudini,~De’ carri il cigolío,~De’
2394 III| caccia,~E la sprona e l’incuora alla battaglia~Un’altra
2395 III| segreta,~Orian degli astri indagator sovrano.~Questi dal centro
2396 II| cose.~Te ricerca con occhio indagatore,~Di botaniche armato acute
2397 III| al cheto~Raggio di luna indebolite e rotte.~Strascinavasi quivi
2398 III| Affumicato~E in gran faccenda l’indefesso iddio,~Di qua di là scorrea
2399 II| regal donzella~Da re tiranno indegnamente offesa.~Quel lauro onor
2400 III| di morte a vil supplizio indegno~Chiamato, ahi lasso!, e
2401 III| fonte~Già dell’auro temea ch’India disserra,~Congiurati in
2402 III| tuo terror, frena la tua~Indignata pietà, chè ancor non hai~
2403 II| nembo.~Quindi alla terra indirizzasti l’ali,~Ed ebber dal poter
2404 III| palpebre.~E tal di tutte un indistinto uscía~Soave olezzo che apprendeasi
2405 III| qual d’assiro,~Qual dall’Indo venuta e qual dal Nilo,~
2406 III| orror suo già spoglia avea~L’indocile montagna, e le ritrose~Alpestri
2407 I| invan celarsi tentano~Gl’indocili elementi.~Dalle tenaci tenebre~
2408 III| Stendean Reno e Panár le indomit’onde~Con immensi volumi
2409 III| ultimo con raro magistero~L’indomito Vulcan v’avea scolpita~Una
2410 II| Stracciato e sparso d’aurei gigli indossa~Manto regal, che il marcio
2411 III| veleni; altre che il sonno~Inducono benigne, il dolce sonno~
2412 III| decreto, e chi ne vieta~L’indugiarlo, e tentar nuove ruine?~Del
2413 III| mandava, che pentita~Dell’indugio pareva e vergognosa.~E spero
2414 I| il forte che ne' rischi indura;~E il saggio senza impallidir
2415 III| e il cor ne trema.~Dell’industre Vulcan l’opra tal era,~Mirabile,
2416 II| Ch’anco i sensi celesti inebbriava,~E tutta odor d’Olimpo era
2417 III| danzando del beato empiro~A inebrïar si vanno i cittadini~Dell’
2418 II| begli occhi~Aver quest’occhi inebrïati, e dolce~Sentirmi ancor
2419 II| Allora~Per dirupi m’è dolce inerpicarmi,~E a traverso di folte irte
2420 III| turpe Bisogno e la restía~Inerzia colle man sotto le ascelle~
2421 III| indarno ai lor cuori, e inesaudita~Vo scorrendo la terra e
2422 III| tranquillo.~Allor Giustizia inesorabil diva,~Incominciò: Sire del
2423 III| storpie gemono alle porte~Inesorate di pretor crudele.~Mentr’
2424 III| venía~In quella il colpo inesorato e crudo.~Cadean le teste,
2425 III| tanaglie: una ne trasse~D’inestinguibil tempra, e in cavo rame~L’
2426 III| che tetro ancora~Spira, e infamato avvicinar non lascia~Nè
2427 I| giustizia e patria,~Prezzo d’infami ardori.~Calcò quell’empio
2428 III| Vendicò della patria, e l’onde infece~Di barbarico sangue, sì
2429 III| onnipossente,~Ingiusto padre ed infedel marito:~Vedrem che vaglia
2430 III| avean già scorto~Di nuova infedeltà. Raro il soggiorno~Del marito
2431 III| d’altre~Opre al mio senno inferïori e vili.~Or i tuoi torti,
2432 III| e in logra zona~Vidi l’inferma che Finanza ha nome,~Che
2433 III| le sane sostanze e su le inferme~Benefico del par gli sguardi
2434 III| Chè dritto a piombo su l’inferna vôlta~Il tremoto ruggía),
2435 III| regie~Stalle intronando, inferocian da strano~Terror percossi,
2436 III| sentiero~D’orrende stragi inferocir vedeste~E strugger Francia
2437 II| guerreggiar degli elementi infesti~Silenzio e calma inaspettata
2438 III| non va di franco sangue infetta,~E l’ira nelle sponde invan
2439 II| occhiaie, dal naso e dall’infetto~Labbro la tabe uscía sanguigna
2440 II| e la trisulca~Folgor s’infiamma di partir bramosa;~Quel
2441 II| divora,~Di fuor trabocca. Infiammansi le membra,~L’anelito s’addoppia,
2442 III| disserra~(Proseguì l’ombra più infiammata in viso),~Per le pene tue
2443 III| la spinse:~Vola il ramo infiammato, e di sanguigna~Luce un
2444 III| attento sguardo, e ricercò l’infido~Sul mar sidonio, sul nonacrio
2445 I| villano oltraggio,~Ricchi infingardi, astuti cherci, ed altra~
2446 III| Le piaghe intanto e gl’infiniti guai,~Di che fosti gran
2447 III| informa le create cose,~Ed infiora la valle e la collina,~D’
2448 II| da lungi in Vaticano.~T’infioreranno le bell’Arti amiche~La via,
2449 III| salma~Del samio saggio ad informar pervenne,~E di Crotone empièo
2450 III| arbitra Fame, a cui la pelle~Informasi dall’ossa e i lerci denti~
2451 I| vigor prendevano~I massi informi e scabri:~Ubbidïente e docile~
2452 III| intelletto,~Ad ora ad or s’infosca, e lampi invia~Dell’eminente
2453 I| mute.~Che più ti resta? Infrangere~Anche alla morte il telo,~
2454 II| un’innocente Naiade; ed, infranta~L’urna, il crudele a questa
2455 III| Vider spezzate antenne, infrante vele,~Del regnator libecchio
2456 III| americano lito~Il mar s’infuria; e il lusitan n’ascolta~
2457 I| cisalpina~L’etereo fuoco infuse, anzi, il suo spirto.~Ed
2458 III| stata delle dee latine?~Tu m’ingannasti: l’ultima son io~Degl’immortali,
2459 III| fati e le promesse mie;~Nè ingannator son io, nè si cancella~Mai
2460 I| Tu che servo di corte ingannatrice~I giorni traggi dolorosi
2461 II| Alla strage chiamati ed agl’inganni,~Della morte d’altrui vivono,
2462 II| lidia tessitrice ordisce~L’ingegnosa sua tela, e col ferrigno~
2463 III| paterno nume~D’auree stelle ingemmò, mentre volgea~Sanguinosa
2464 I| ti chiama.~Darti l’udii d’ingenua~E di pietosa il vanto;~E
2465 III| tutte attorno le cittadi inghiotte.~Tre ne leva sul corno infurïando~
2466 III| suo sangue il frutto;~Ma l’inghiottono l’arche voratrici~Di onnipossenti
2467 III| corpo divin l’aure notturne~Ingiurïose e irriverenti furo,~Siccome
2468 III| con fracasso~Le capanne ingoiando e i cari armenti,~Fa vortice
2469 II| e di larve all’infelice~Ingombrava il cerèbro, e sì regnava~
2470 III| di taglienti scuri~Tutte ingombre le piazze e di trafitti.~
2471 III| Dietro è tutto di morti ingombro il calle:~Il sangue a fiumi
2472 III| Di onnipossenti duci e gl’ingordi alvi~Di questori prefetti
2473 III| color mille a cento man l’ingozza~E giù nell’ampio ventre
2474 II| superbi; e se non basta,~Ingrati e vili: e ciò fu colpa assai.~
2475 III| muti o insidïati o spersi.~Inique leggi, e per crearle rochi~
2476 II| ardita e pronta~Cittadi innalza, e opposti monti atterra;~
2477 II| dell’aure mattutine~Grata innalzava di profumi un nembo;~E altero
2478 III| quell’alma trasvola, e s’innamora~Or di quel raggio ed or
2479 III| tradutta,~Di Zefiro la sposa innamorasti,~E del suo seno e de’ pensier
2480 I| anime beate,~Di tua virtude innamorate, a Dio~Pregheranno, che
2481 I| le folgori,~Che debellate innante~Con tronche ali ti caddero,~
2482 II| fecondato,~Dove andâr l’innocenza ed il sereno~Della pura
2483 II| allegrezza~Che l’anima t’innonda il suo confonde~Debole canto
2484 III| silenzio~Dei talami divini: inoltre mute~Della foresta dodonea
2485 III| libertà le fondamenta?~Oh inopia di capestri! oh maladetta~
2486 III| cava~L’angel coll’ombra inosservato e queto~Nella città di tutti
2487 III| Ei procedea depresso ed inquïeto~Nel portamento, i rai celesti
2488 III| seggio, e da profani~Labbri inquinato d’eloquenza il fonte.~Vidi
2489 III| ver; ma, spenti i drudi~D’insana libertà, perchè in suo danno~
2490 III| e crude~Van nell’ovile a insanguinar l’artiglio.~Della squallida
2491 I| ahi diro~Secol di Pirra! Insanguinata e rea~Insanisce la terra,
2492 III| sembianza;~De’ Druidi i fantasmi insanguinati,~Che fieramente dalla sete
2493 I| Pirra! Insanguinata e rea~Insanisce la terra, e torna Astrea~
2494 III| fulmine ferì del labbro insano.~Dove te lascio, che per
2495 II| uno scetro,~E di Bruto l’insegna è il suo cappello.~Volea
2496 II| assiso~A’ suoi begli occhi t’insegnai col dito!~Al chiaror di
2497 I| Pastori e pastorelle,~Che m’insegnaro a tessere~Le lane e le fiscelle.~
2498 II| di tanta arte il felice~Insegnatore; e nel segreto petto~Dell’
2499 III| e baldo~Tuffò le stolte insegne e le man ladre~Nel sangue
2500 III| che col ferro e col foco~Insegua chi lo sparse: nè veruno~
2501 III| peso;~Ch’alto il flutto l’insegue, e con fracasso~Le capanne
2502 III| Speranze nude~Van zoppicando, e inseguele per tutto~Colei che tutte
2503 III| D’una diva maggior, che l’inseguía,~Finchè novelli sacrifici
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