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Vincenzo Monti
Poesie

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

     Parte
2504 II| pensiero è in forsi~Di crederlo insensato e palpitante;~Per te di 2505 I| le belle chiome,~Fra gl’insepolti ruderi~M’andò chiamando 2506 II| E il vago e vario degl’insetti ammanto,~E l’indole diversa 2507 III| sabbia;~Poi ne’ presepi insidïando vanne~La vedova giovenca 2508 I| Non egli vien d’Orizia~A insidïar le voglie:~Costa rimorsi 2509 III| pochi,~E i pochi o muti o insidïati o spersi.~Inique leggi, 2510 III| prese insania ed arroganza,~Insolente mortal, che una cotanta~ 2511 II| dell’alma il furor che Febo inspira,~Quando ai carmi son segno 2512 II| convenïenti?~Forse l’austero genio inspiratore~Delle nordiche nenie? Ohimè! 2513 III| ninfa~Delle leggi romane inspiratrice.~S’apría di nero cïanèo 2514 II| ha sponda che sia, come l’insúbre,~Dalle Grazie sorrisa e 2515 III| l’avello~(Cominciò l’alto insùbre economista);~Desío che pure 2516 III| queste colpe? e rifaran gl’Insúbri~Le tolte chiome o andran 2517 III| il tuo nome? Ve’ tu come insulti~L’umano seme a tua bontade, 2518 III| veggenti,~Ed or l’odi di Volta insuperbirsi,~Che vita infonde pe’ contatti 2519 III| pendolo che fa l’arco all’insuso.~Batte il turbo crudel l’ 2520 III| vedrai;~Lui che primiero dell’intatto Urano~Coi numeri frenò la 2521 III| la persona;~Colei che gl’intelletti apre e sublima,~E col valor 2522 II| Carolanti, non più mosse da dive~Intelligenze, ma dannate al freno~Della 2523 III| miglior calle,~Alla pastura intemerata e fresca~Dell’ovile roman 2524 III| Qual madre che del figlio intende espresso~Grave fallo, si 2525 I| silenzio, di quel pianto intendo,~O mia diletta, la cagion. 2526 III| parole del villan pietoso~S’intenerì la diva, e in cor sentissi~ 2527 III| sereno,~Con pupilla cercâro intenta e vaga~Quest’atomo rotante, 2528 III| gran lite. Ad ascoltarle intenti~Lascian l’arpe i celesti 2529 III| sacerdoti all’onor primo~Interamente il renderan; chè l’opra~ 2530 III| Fu chiamato ribelle ed interditto.~Anche il sospiro, e il 2531 III| Cinque tiranni avean le forze intere.~Fine agli odi promise: 2532 III| città, proscritti~Popoli interi, e di taglienti scuri~Tutte 2533 II| di bonaccia,~Dalle marine interminabil’onde~Lanciasti un guardo 2534 III| Dell’Olimpo il convesso interminato.~Carca d’ire celesti cigolava~ 2535 II| Ma nei legami della salma interna,~Ammiranda prigion! cerco, 2536 II| guatârsi entrambi; e nell’interne~Del cor latèbre ognun si 2537 I| allor la rubiconda spada~Interpose Giustizia: e il Nazareno~ 2538 II| difende;~Occhio, dell’alma interprete eloquente,~Senza cui non 2539 III| querce,~Non vinte ancor, l’interrompea la cima.~E già su le placate 2540 II| soffio,~Veggo del ciel per gl’interrotti campi~Qua e deserte scintillar 2541 I| propaggine~E all’amistade inteso~Lieto vivea, oppresselo~ 2542 II| con bollor grato natura~Intiepidille, e diventâr feconde;~E tosto 2543 I| i vasti campi~Di Marengo intiepidîr,~E de’ bronzi ai tuoni ai 2544 III| strame letame e putridame~D’intollerando puzzo, e lo fermenta~Tutto 2545 III| petto.~Vidi l’umil Agogna intollerante~Del suo fato novel: vidi 2546 III| sulle soglie~Fan di lagrime intoppo e di lamenti.~Ma tenerezza 2547 II| santo trono;~Tremò Parigi, intorbidossi Senna~Alle spade civili 2548 III| alla soave colocasia gode~Intrecciar le sue fronde. Ecco il portento~ 2549 III| di bronzo; e una virtude~Intrinseca le gira e le spalanca.~Risonò 2550 III| oro, che uno spirto move~Intrinseco e possente: e tale intorno~ 2551 III| ognuna un pugnal di sangue intriso;~Alla strozza un capestro 2552 II| la terra e fra i sepolti~Intromessa la luce, eran pensieri~Che 2553 I| intanto si sentía,~Che Dite introna in suon profondo e rotto:~ 2554 III| cavalli, che, le regie~Stalle intronando, inferocian da strano~Terror 2555 III| l’ardua vòlta~Dell’Olimpo intronava. Attenta e muta~Trema natura 2556 III| piene le celesti mense.~Ma inulta non andrò, se Giuno io sono;~ 2557 III| castigo, e fino a quando inulti~Fian d’Europa i misfatti, 2558 III| invan consuma,~Di Nizza inulto rimirando il lutto~Ed Oneglia 2559 II| non era.~Di sua vaghezza inutile parea~Lagnarsi il suolo; 2560 III| in alto poggia,~E i petti invade penetrante e lieve~E le 2561 III| quell’amplesso non intese, e invano~Vivi corpi abbracciai spirto 2562 | invece 2563 III| rammenta~E l’ombra di Bellisle invendicata,~Che rabbiosa s’aggira e 2564 III| conchiglia~La prima perla invenne, e Doto e Proto,~E tutta 2565 III| incensi e voti;~E la bionda inventrice era con lui~Dell’auree spiche 2566 III| il come.~Or la Forza le invía fusa e disfatta~La pubblica 2567 II| presagio di feral fortuna,~Invian fiamme innocenti e porporine.~ 2568 I| lo pianse Bonaparte,~Ma invidiollo e sospirò.~Ombra illustre, 2569 II| il cielo~Al mio desire invidïollo, e l’odio~Mi lasciò della 2570 I| Come occupar de’ fulmini~L’invïolato impero?~Deh! perchè al nostro 2571 III| leggeri vestigi, che levarsi~L’invisibile dea l’aquila vide,~L’aquila 2572 III| vacche, e immote e sparse~Invitan sotto alle materne poppe~ 2573 III| tutti~Adescar gli occhi ed invitar le mani.~Ecco il melo cidonio 2574 II| Antonietta, a cantar nozze m’inviti?~E vuoi che al figlio tuo, 2575 III| rustical coperse il desco,~Ed invitò la dea, la quale assisa~ 2576 I| ascoltami,~Novello Tifi invitto:~Vinse i portenti argolici~ 2577 II| sangue~D’Ifigenia propizi invoca i venti,~E, spinta in ciel 2578 II| volgerai le piante,~Te propizia invocando alle fatiche.~Per te all’ 2579 III| devote,~E Giove Imberbe l’invocâr sull’are;~Ch’egli loro così 2580 III| alleanza~Il sacramento; e l’invocata diva~Le dilesse, e su lor 2581 III| sull’ara Sospita le genti~L’invocheranno; ed ella, il fianco adorna~ 2582 III| monti, e l’armi all’armi invoco.~Il tradimento tradimento 2583 III| portò per l’ossa il gelo.~Invocò la vittoria: ed ella scese~ 2584 III| lo stolto desir l’alma t’invogli.~E se l’ira del ciel sì 2585 III| Immagini de’ templi, ed involato~Temer le genti eternamente 2586 II| consentir che le tue rose involi~Alle caste sue gote. A lei 2587 III| che a scusar s’affretta~Involontaria offesa, e più coll’atto~ 2588 III| verecondi astri minori~D’Iperïone il luminoso figlio,~Quando 2589 III| morti al tradimento.~Dell’ipocrito d’Ipri ei son gli schivi~ 2590 I| traesti,~E delle rauche ipotesi~Tregua al furor ponesti.~ 2591 III| della ninfa~Egeria in cura, Ippolito traeva,~Cangiato in Virbio, 2592 III| questo~L’ardito Aconzio e Ippòmene già fèro~(Che non insegni, 2593 III| tradimento.~Dell’ipocrito d’Ipri ei son gli schivi~Settator 2594 III| Mentre fuggía,~Si percotea l’irata ombra la testa~Col chiuso 2595 III| sanno,~Disse PariniPerchè irati e mesti~Son tuoi sguardi, 2596 III| Cipro e Chio~E gli orti ircani e i misii e il verde Egitto,~ 2597 III| sepoltura.~Mugge l’onda tirrena irrequïeti~Levando i flutti, e non 2598 III| Freme Emilia, e col fianco irrequïeto~Stanca del rubro fiumicel 2599 II| trapianta che Panaro e Trebbia~Irrigano di chiare onde felici;~E 2600 II| aperti, corrono veloci~Ad irrigar le sitibonde menti.~Per 2601 III| liete~Dell’Eupili lagune irrigatrici;~E nel vederli mi sclamai: 2602 III| cader Mulcibero l’ardente~Irritato carbone. In un baleno~Fiammeggiò 2603 III| aure notturne~Ingiurïose e irriverenti furo,~Siccome a membra di 2604 III| dosso~Era letto alla guancia irta e sparuta.~Ombrata avea 2605 III| Cernobbio in sul mattino~Isabella ed Emilia, alme fanciulle,~ 2606 III| all’onde~Procida spinse ed Ischia e Pitecusa.~Pluto istesso 2607 III| sul nonacrio giogo,~Sull’Ismen, sull’Asopo, ove sovente~ 2608 III| vario il favor ne’ petti ispira~Desïanze diverse, incerto 2609 III| occhi,~Terror d’Egitto, e d’Israel conforto;~E se monta in 2610 II| la mia polve,~E un altro istante mi condanna il fato~Di questo 2611 II| Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque,~Dunque io per 2612 | istesso 2613 I| vezzosi rai,~Se la crudele istoria~Di mie vicende udrai.~Luce 2614 III| in fronte ritti,~Come l’istrice gonfio e rabbuffato.~Al 2615 III| gli dica: Da’ miei mali istrutto~Apprendi, o figlio, la virtude, 2616 II| il bue, che pigro e lento~Isviluppa le gran membra a fatica.~ 2617 III| della maga i filtri~Contra l’itaco eroe fece impotenti;~E il 2618 III| che morte or toglie~All’italica speme e su lo stelo~Vital 2619 III| lustri il senno e l’opra~D’italici potenti al mio furore~E 2620 II| dirsi!) il bel zaffiro~Dell’italico cielo; in procellosi~Venti 2621 III| etra~Vi dispenso le piogge, ite, abbattete,~Distruggete, 2622 III| Filomena nella siepe ascosa~Va iterando le sue dolci querele.~In 2623 III| erbe, le fronde~Animarsi e iterarmi in suon pietoso:~Il cantor 2624 | IV 2625 III| folle assalitor la rabbia:~Jaffa e Gaza crollarno, e in Ascalona~ 2626 III| alle notti estive~Precipite labendo il cielo fende~Di momentaneo 2627 II| viene~A rischiararmi il laberinto occulto?~Veggo muscoli ed 2628 III| ciglio,~Carca di ferri e lacerata il manto,~Pur venisti, gridava, 2629 III| pazza il capo avvolta~Di lacerate bende e di serpenti.~Vi 2630 III| lido~Rovesciato dal carro e lacerato~L’innocente garzon. D’intorno 2631 III| suo dispetto~Abbandonossi; lacerò le bende,~Ruppe armille 2632 III| sostenne.~Già il sol lavava lacrimoso i crini~Nell’onde maure, 2633 III| stolte insegne e le man ladre~Nel sangue del suo re fumante 2634 III| libertà divenne~Merce di ladri e furia di tribune.~V’eran 2635 II| gli errori~Del figliuol di Laerte e del Pelide~L’ira, e fu 2636 II| vorago.~L’occhio guarda laggiuso, e il cor respira,~E immaginando 2637 I| siede,~E par che afflitta lagnisi,~Che il volto mio non vede.~ 2638 III| ed al suo piè la dolce~Lagrima di Lieo stillan le viti.~ 2639 III| sospese palpitar natura.~Lagrimai di rimorso; e sull’errore~ 2640 III| rumor d’alti lamenti,~Un lagrimare, un dimandar mercede,~Con 2641 III| villanello~Le méssi invola e i lagrimati armenti.~E invan si batte 2642 III| Dunque Europa le guance lagrimose~Porterà sempre? E per chi 2643 III| si stupía, quinci vedendo~Lagrimoso il suo duca e possedute~ 2644 III| cingon le liete~Dell’Eupili lagune irrigatrici;~E nel vederli 2645 II| al cupid’occhio offerti~I lai del suo pastor fan dolce 2646 III| tradir comprati.~Containi! Lamberti! o ria mercede~D’opre onorate! 2647 III| verno, e un nappo~Di soave lambrusca, e s’altro in serbo~Tieni 2648 III| Che rabbiosa s’aggira e si lamenta~In val di Susa e arretra 2649 III| rotto~Fra due scogli si vada lamentando.~Prime le quattro comparian 2650 I| gran colonne usciro.~Si lamentaro i tessali~Alpestri gioghi 2651 III| pel buio della tarda notte~Lamentarsi e ruggir s’udian leoni~Disdegnosi 2652 III| e di dove alla dïurna~Lampa il corpo perd’ombra, la 2653 III| nudi, irti i capelli,~E di lampe notturne al chiaror tetro~ 2654 III| altro è turbo di fumo che lampeggia,~E sangue piove che le stelle 2655 II| marine interminabil’onde~Lanciasti un guardo su l’azzurra faccia.~ 2656 II| maraviglia!~Fuori allor si lanciò scherzante e presta~La vaga 2657 I| m’insegnaro a tessere~Le lane e le fiscelle.~Guidai con 2658 III| non è lungi; e le forze languenti~Ivi di qualche cibo e di 2659 III| le tarde~Vene la vita che languía ricorre.~Al destarsi, al 2660 III| dell’oscure artiche grotte~Languían le mute abitatrici al cheto~ 2661 III| tenebroso~Ciel la stella languir di Canterzani;~E per la 2662 III| e per la schiva~Vedean languire i giovinetti figli;~ mai 2663 III| figlie di lasciva e molle~Lanugine vestir le bionde gote,~Del 2664 III| caprine, e dentro il fumo~De’ lanuvini sagrificii avvolta,~Tutti 2665 II| Ed or che brilla~Nel tuo larario d’Imeneo la face,~Di Citerea 2666 III| impero:~Tempo verrà, che largamente reso~Tel vedrai, non temerne, 2667 III| verdi spalle.~Quindi del Lario attinsi le ridenti~Rive 2668 II| scritta ragion l’orrenda larva~Combatterà; vendicherà del 2669 III| e infamato avvicinar non lascia~ greggia pastor. L’ 2670 III| farfalletta dell’ingegno mio,~Lasciando la città della sozzura.~ 2671 III| Si ritrassero entrambi, e lasciâr sola~La taciturna diva. 2672 II| petto, e del mio sangue~Lasciarmi dietro rosseggianti i dumi.~ 2673 III| per questo ella d’Olimpo~Lasciato avea le mense, e le cortine~ 2674 III| il gelsomino.~A baciarlo lascive, a carezzarlo~D’ogni parte 2675 III| Spiagge a bruttar de’ suoi lascivi ardori,~Della moglie dimentico 2676 III| compulse:~Pianto di padri, ahi lassi!, a dar costretti~L’aver 2677 II| armonia ch’entro le cave~Latebre alberga del sonoro legno,~ 2678 II| e nell’interne~Del cor latèbre ognun si penetrava,~Chè 2679 III| per terror dalla scillea~Latrante rupe la selvosa schiena~ 2680 III| gli corse incontro:~Volea latrar; ma sollevando il muso,~ 2681 III| questa erbetta e del suo latteo fiore~Alla virtù si dee: 2682 III| bronzi suonar doppio~Per laudarlo che giunto era il tiranno:~ 2683 III| era~Il suo nome Feronia. I laurentini~Boschi, e quei che la fulva 2684 III| andrai più che l’Anfriso,~Già lavacro d’Apollo. Ecco venirne~Poscia 2685 III| con ambrosia il divo~Corpo lavando, ne deterse il fumo~Ed ogni 2686 III| Grazie un le belle membra~Lavâr di Citerèa, quando dai primi~ 2687 III| cherubin sostenne.~Già il sol lavava lacrimoso i crini~Nell’onde 2688 III| ne’ tuoi fonti il volto~Laverassi e le mani; e tu di questo~ 2689 III| disputâr Camilla e Turno~Di Lavinia e d’Italia il grande acquisto.~ 2690 III| vincitor tornando,~Nel Tevere lavò l’armento ibero,~E fe’ sopra 2691 II| dito immortale~Ineffabil lavor, forma e ricetto~Di spirto, 2692 III| per la fucina,~Visitando i lavori, e rampognando~I neghittosi: 2693 II| urta e mantiene;~Ma nei legami della salma interna,~Ammiranda 2694 III| io vana allor corsi ombra leggera,~E gli strinsi, e sentii 2695 III| Fortunato Melampo! se qualcuna~Leggerà questi carmi alma cortese,~ 2696 III| Senza vento passar basse e leggere.~Tutti dell’aure i garruli 2697 III| anco non avea la terra~Coleggeri vestigi, che levarsi~L’invisibile 2698 III| contemplando, alfin la mano~Leggermente le scosse, e nell’orecchio~ 2699 III| ecco a suo rincontro una leggiera~Lucida fiamma, che nel grembo 2700 III| E già su le placate onde leggieri~Spiravano i favonii, e in 2701 II| Indi il cervo ramoso, ed il leggiero~Daino fugace; e mille altri 2702 II| colui che il dito allunga~Al leidense vetro che fiammeggia~E par 2703 II| e fuggitive il campo~Ai lemuri e alle streghe. In tenebrose~ 2704 III| ritrovar la via,~Ma quando lene mormorando irriga~I feacii 2705 II| biondeggiar le cime;~Poi, come lenta in giù scorrea la luce~Il 2706 III| segnando al cor contrarie e lente.~Vagai per tutto: nel tugurio 2707 II| Di botaniche armato acute lenti,~Nelle fibre or d’un’erba 2708 III| nessun mi tocchi.~Questo leone in Vaticano io vidi~Far 2709 II| foresta:~Ecco la tigre e il leopardo in alto~Spiccarsi fuora 2710 III| Vende pel quarto e men d’un leopoldo.~Quei chiede un Robespier 2711 III| cui fan lunga~Le montagne lepine ombra e corona,~Una ninfa 2712 III| Informasi dall’ossa e i lerci denti~Fanno orribile siepe 2713 III| sacramento.~Tutto è strame letame e putridame~D’intollerando 2714 III| Dorme Giustizia in gran letargo assorta;~ dall’alto suo 2715 III| Morféo~Sparger ricusa la letea rugiada,~D’ogni parte la 2716 III| ei m’assunse all’immortal letizia.~ il guardo vinto dal 2717 III| E abbracciato l’altar. Letta nel fato~Del misero la sorte 2718 III| terreno~Più povero cultor, dal letticciuolo~Era surto con l’alba, e 2719 III| affisse,~Che gli occhi anch’io levai, certa aspettando~La tua 2720 III| l’onda tirrena irrequïeti~Levando i flutti, e non aver si 2721 III| della conca in un momento~Levansi tutte, e quale alla muraglia,~ 2722 III| potenti alzâr le ciglia.~Tremò levante ed occidente. Il solo~Barbaro 2723 I| benefica~Etade in cui sicuro~Levar la fronte, e l’etere~Fruir 2724 II| sospiri~In tanto grido si levâr d’Aminta,~Sì che parve minor 2725 III| donne di contrario affetto~Levârsi, e ognuna di parlar pregava.~ 2726 III| il venerando~Veglio tenea levate al ciel le palme;~E a canto 2727 III| regal Sirena.~Solo il Tebro levava alta la testa,~E all’elmo 2728 I| Fornicar cotiranni e coleviti:~Onorati mariti,~Che a Caton 2729 III| Quando per l’aria cheta erte levôrsi~Le quattro oscure visïon 2730 III| l’ebbe in conto~Di sacra libagion. Forte di questo~Meravigliossi 2731 I| E della vita il nettare~Libar con Giove in cielo.~ 2732 III| infrante vele,~Del regnator libecchio orrendo gioco,~E sbattuti 2733 II| all’illustre~Esul fu scudo: liberal l’accolse~L’amistà sulle 2734 III| è d’uopo~Come più puossi liberali a questa~Peregrina infelice. — 2735 II| famiglia.~Ecco dal suolo liberar la testa,~Scuoter le giubbe, 2736 I| Per la liberazione d'Italia~ ~Bella Italia, 2737 III| fondo~La delira Parigi, e libertate~In Erinni cangiò, che furibondo~ 2738 III| Di Nemi il galeotto e di Libetra~Certo rettile sconcio che 2739 III| di cotanta spene~Già di Libia fendea l’ampia laguna.~Innanzi 2740 III| avea che si rinserra~Tra la libica sponda e la vermiglia.~Sai 2741 I| al tuo periglio~Dal mar libico volò,~Vide il pianto del 2742 III| la qual profondo~E giusto libra l’uman fato, intanto~Iddio 2743 III| sottile anatomia.~Intrepido a librar l’altro si volse~I delitti 2744 III| contro gli altri duo così librato~Scocchi lo stral dal sillogistic’ 2745 III| Incominciò: Sire del ciel, che libri~Nell’alta tua tremenda estimativa~ 2746 III| sospiro; e l’infinito~Amor nel libro, dove tutto è scritto,~Il 2747 III| sulfuree vie corse la fiamma~Licenziosa, ed abbracciò le immense~ 2748 III| il fonte.~Vidi in vuoto liceo spander Palcani~Del suo 2749 III| innamorata.~Alle sorti di Licia han tolto il grido~Le prenestine, 2750 III| fioriva da canto la modesta~Licnide figlia delle ambrosie linfe,~ 2751 III| suolo~Caddero gocce del licor celeste,~Tante nacquer vïole 2752 III| flagello~Della patria! Oh Licurghi! oh Cisalpina,~Non matrona, 2753 II| entro i lombardi~Elmi la lidia tessitrice ordisce~L’ingegnosa 2754 III| onda~D’Arari a dritta, e Ligeri a mancina,~Disdegnoso del 2755 II| Devoti per l’Europa animi ligi,~E tempio degno di sì bella 2756 III| peregrine,~Qual d’arabo lignaggio e qual d’assiro,~Qual dall’ 2757 II| ogni allegra idea,~Tu del ligure olimpo astro diletto,~Antonietta, 2758 III| recise~Caste vïole o due ligustri occulti~Cui l’aura 2759 III| donna di Pietro incende e lima.~ di tal peste sol va 2760 I| sicura,~Qual forza mai, qual limite~Il tuo poter misura?~Rapisti 2761 I| core:~Le leggi, i patti, i limiti,~Tutto segnava Amore.~Ma 2762 III| verde fronda.~Ora etrusco limone, or cedro ed ora~Arancio 2763 II| destruttor l’uccise.~Quella limpida fonte uscía dell’urna~D’ 2764 III| splendea l’alma serena,~Come in limpido rio raggio di stella.~Poscia 2765 II| e infino allor più dolce~Linguaggio non avea posto quel dio~ 2766 III| desco~Spiega un candido lino, e passe ulive~Récavi e 2767 III| dell’augusta madre.~Tal di lïoni un branco, a cui non abbia~ 2768 III| Giù calar dalle torri e liquefarsi~In rie bocche di morte e 2769 II| arene~Tutta increspâr la liquida pianura.~I delfin snelli 2770 III| dal vento ha briga~Pari al liquido grembo d’Amfitrite~Quando 2771 I| Parte I~LIRICHE~ ~ 2772 II| Libera entrar d’Apelle e di Lisippo~Nell’officina? Non è forse 2773 III| a Marcello di Sicilia i liti;~Primo quadrò la curva del 2774 III| Francia intanto e i gran litigi~Mirava Iddio dall’alto, 2775 III| crisolito scanni e di berillo~Si locàr taciturni e riverenti.~D’ 2776 III| l’angoscia, e la dira~Che locato il suo trono ha sul ferètro.~ 2777 III| assassino,~E in trono si locò vile marito~Di più vil libertà, 2778 III| D’Italia in questo i più lodati eroi~Porran l’opra e l’ingegno. 2779 I| Finchè tu giunga, le tue lodi; e molto~De’ tuoi cari costumi~ 2780 II| forze,~Qual tarlo roditor, logora e strugge.~Giorni beati, 2781 III| addentro il piede; e in logra zona~Vidi l’inferma che 2782 II| Di Piemonte la valle e la lombarda.~Ei vi fe’ tersa e lucida 2783 III| ancora!~Ancor bella e beata è Lombardia!~Poi nell’ascoso penetrai ( 2784 III| busto, e chi trafitto il lombo,~E chi del braccio e chi 2785 III| campi; e pria mi volsi~Al longobardo piano, ove superbe~Strinser 2786 III| flutti,~L’umil Trapunzio e Longula e Polusca:~Tre la ferocia 2787 II| ohimè! frena le penne,~Loquace fama, e fra’ nemici il pianto~ 2788 III| Crepita il lauro; e le loquaci chiome~Stridono in capo 2789 II| incanto e meraviglia;~E se loquela e affetti e moto e vita~ 2790 III| Anime stolte, svergognate e lorde~D’ogni sozzura. Or fa che 2791 III| empia patria tua, la cui lordura~Par che del puzzo i firmamenti 2792 III| che prega;~Ignoranza che lósca fra gli specchi~Banchetta, 2793 II| vagabondo insetto,~E le lubriche anella serpentine~Del più 2794 III| rio terreno ingrassa,~E lubrico s’avvia verso la valle.~ 2795 III| nipoti?~E te che contro Luca e contro Marco~E contro 2796 II| gigante; e colle torte~Vuote lucerne disfidar parea~Europa e 2797 I| l’armi?~Dunque spiranti e lucide~Mi scorgerò dintorno~Di 2798 III| nulla cosa è bella.~V’era Lucina, a cui fûr date in cura~ 2799 III| flagellava áppule selve,~O di Lucrino i risonanti lidi.~Ma chi 2800 III| d’Europa i misfatti, e di ludibri~Carco il tuo nome? Ve’ tu 2801 III| al lungo di Marte orrido ludo.~Sovra il libero mar le 2802 III| di capestri! oh maladetta~Lue cisalpina! oh patria! oh 2803 III| il pièlento,~Che le lumache al paragon son veltri.~Ma 2804 I| già l’altre caddero~Men luminose e conte,~Perchè di Pio non 2805 II| porre in fuga~Le danzanti al lunar pallido raggio~Malïarde 2806 III| rival fu sì mal fido.~E di lunate antenne irto e selvoso~Del 2807 III| sorte~Valse di sette e sette lune il danno.~Dodici rôcche 2808 II| bordello:~Roma udillo, e la lupa tiberina~Sollevò il muso 2809 III| per pudor le guance.~Vede luride forche e capi mozzi,~Vede 2810 II| figlia~L’orecchio e il core a lusingar li reco,~Or che di prode 2811 II| sol potea,~Un solo oggetto lusingarmi: il cielo~Al mio desire 2812 III| giovinetti figli;~ mai lusinghe la piegâr di quanti~Déi 2813 II| converse.~Per lei gioconda e lusinghiera in vista~S’appresenta la 2814 II| mortali conducean, velando~Di lusinghieri adombramenti il vero,~Spento 2815 II| fiori.~Allor, degli occhi lusinghiero incanto,~Crebber le chiome 2816 III| infurïando~Il veloce Ninfeo che lutulenti~Spinse quel la prima 2817 III| anch’esso~Ve’ come sgorga lutulento, e fugge~Con insolito pianto, 2818 II| difensori e amanti.~E lor di macchia differente i peli~Tu di 2819 III| Che d’uman sangue un macchiâr le glebe~ di Marsiglia 2820 III| plorar su la rovina,~Fra le macerie ricercando a lungo~Andò 2821 III| la sugge la spolpa e la maciulla:~Il furto, ch’al poter fatto 2822 III| tiranni in una cena.~Squallido macro il buon soldato e brutto~ 2823 III| fonte~D’Arad prescelse, e al Madianita altero~Fe’ le spalle voltar, 2824 III| Rideano al suo passar le maestose~Tremule figlie della luce, 2825 III| Vile! e tal altro del rubar maestro~A Caton si pareggia, e monta 2826 | maggiori 2827 II| delle Muse, adopra~Tu quel magico cinto a porre in fuga~Le 2828 II| è straniero il loco e la magione.~Qui fu dove dal cigno venosino~ 2829 III| muse.~All’ultimo con raro magistero~L’indomito Vulcan v’avea 2830 III| vestîr; fûr sacri~I reverendi magistrati; sacra~La patria carità; 2831 III| allacciando le van l’elmo e la maglia~Della gorgiera e della gran 2832 II| troni alteramente assise~Con magnanima calma i colpi aspetta.~Così 2833 II| parlo, in mente afferra~I magnanimi sensi e la grandezza~Ma 2834 II| alle fole, e regni il vero.~Magnifico parlar! degno del senno~ 2835 III| in tonde figure, e non è mago.~Disse rea d’adulterio altri 2836 III| Oh inopia di capestri! oh maladetta~Lue cisalpina! oh patria! 2837 II| E qual può dono~Al genio Malaspino esser più grato~Che il canto 2838 I| ombra oscura,~Un bene, un male, che diversa prende~Dagli 2839 III| sole.~Come vide le facce maledette,~Arretrossi d’Ugon l’ombra 2840 III| gridar pietade~E per continuo maledir già roche.~D’orror fremetti; 2841 II| al lunar pallido raggio~Malïarde del norte. Ed or che brilla~ 2842 III| lodato, o d’incanti e di malíe~Possente domator, tu che 2843 III| non m’avea,~Come questa malnata itala druda,~Tolti i miei 2844 III| veltri~Più generosi; e noi malvagia stirpe~Dell’audace Giapeto, 2845 III| che piangano il che va mancando.~E tutta pinta di rossor 2846 III| CANTO PRIMO~ ~Come face al mancar dell’alimento~Lambe gli 2847 III| disse, al mio scorno anco mancava,~Adultera impudente, che 2848 III| Arari a dritta, e Ligeri a mancina,~Disdegnoso del ponte e 2849 I| Colei che l’universo ebbe mancipio,~Or salmeggia; e una mitria 2850 III| abbominata:~Chè per quella mandai carca di fiera~Pèste la 2851 III| fronti, e un cotal misto~Mandan di riverenza e di paura,~ 2852 III| opponi alle sventure~Che ne mandano i numi: essi nemici~Nostri 2853 III| aggrandì, si scurò, gli occhi mandaro~Due fiamme a guisa di baleni 2854 III| Damasco in umil pompa~Il mandâro alla Diva; ed ella, esperta~ 2855 II| su le penne tese~L’aura mandasti del divino spiro.~La terra 2856 III| correggete e a vostro senno~Le mandate a nudrir l’onda tirrena;~ 2857 III| fianco su la terra~Dio ti mandò, ma inerme ed impotente~ 2858 III| Se di Circe fra le mandre Ulisse~Non stampò di ferine 2859 III| è parossismo~Di delfica manía, vate più destro~La calunnia 2860 III| Molte e forti e felici; e manifesta~Di Feronia apparía per ogni 2861 III| della tempesta.~Ed ecco manifeste al guardo farsi~Da lontano 2862 III| dal maggior de’ troni~Alla mannaia già facea tragitto.~E a 2863 III| Ma desto non foss’io, chè manomessa~Non vedrei questa terra, 2864 III| madri, e, il fero ingegno~Mansüefatto e il barbaro costume,~Del 2865 III| escusa;~Tal si fece Lorenzo, mansueta~Alma cortese a perdonar 2866 III| rigore: e, ricondutte~Le mansuete idee, giustizia rise~Su 2867 III| Della diva consorte; e ai mansueti~Genii di pace traducea le 2868 III| gli atti, il parlare ed il mantello.~E la seguía di drudi una 2869 III| so ben, che più bello è mantenuto~Pur dai delitti il tuo splendor 2870 II| moto che la vita urta e mantiene;~Ma nei legami della salma 2871 III| strali e fe’ parere~Cari a Marcello di Sicilia i liti;~Primo 2872 II| DI GENOVA~NELLE NOZZE~DEL MARCHESE BARTOLOMEO COSTA SUO FIGLIO~ ~ 2873 II| indossa~Manto regal, che il marcio corpo e guasto~Scopre al 2874 III| che contro Luca e contro Marco~E contro gli altri duo così 2875 III| mute e pensose.~Tutta allor mareggiò di cittadino~Sangue la Gallia: 2876 II| le rote.~Allor sul fresco margine d’un rivo~M’adagiava tranquillo 2877 II| calma e di bonaccia,~Dalle marine interminabil’onde~Lanciasti 2878 III| alme al fango per partir marita,~Mi fean poc’anzi abbandonar 2879 III| E gli amor ne curava e i maritaggi,~Securo a tutti procacciando 2880 III| saturnia terra~Primiero maritò l’arbor divino~Che tutti 2881 III| La Mosa e al piano che la Marna lava,~E orror per tutto, 2882 II| Vagheggiar ti lasciasti, e da Marone;~E qui reggesti del Pittor 2883 II| febbre d’orgoglio il cor martella.~Libera è l’alma che gli 2884 III| mio, senza l’aita~Del mio martello. In così dir l’irato~Dio 2885 III| cocenti pene~D’Averno si martíra. Or leva il viso,~E vedi 2886 I| innocente or vedilo~Da’ marzii corpi uscire,~E già domato 2887 I| quel crudo; e stretta la mascella,~Forte graffiava con la 2888 III| In morte di Lorenzo Mascheroni~CANTICA~ ~ 2889 III| pïeria dea, di questa prava~Masnada i più famosi a rammentarme,~ 2890 III| vien dal seme che la terrea massa~Diverso gli appresenta: 2891 III| Qual su l’incude le roventi masse~Del metallo castiga, e qual 2892 III| rïarse.~Ella giunse, e a Massena, al suo diletto~Figlio gridò: 2893 I| Volto e vigor prendevano~I massi informi e scabri:~Ubbidïente 2894 II| e parlante~La tela e il masso; ed il pensiero è in forsi~ 2895 III| sparse~Invitan sotto alle materne poppe~Mugolando i lor nati 2896 III| Stansi allo schermo de’ materni artigli.~Chinarsi in gentil 2897 III| patria frattanto, empia matrigna,~Nega il pane a’ suoi figli, 2898 III| contra i veneni~Delle dire matrigne, allor che seco~Scellerate 2899 III| Licurghi! oh Cisalpina,~Non matrona, ma putta nel bordello!~ 2900 III| chiamai. —~Nobil fierezza, matronal decoro,~Candida fede, e 2901 III| la beltà nudrire,~Ma di matrone ancor cura e desío,~Ne’ 2902 II| allora~Su le penne dell’aure mattutine~Grata innalzava di profumi 2903 II| Come rosa che al raggio mattutino~Vereconda si schiude, in 2904 III| E le procelle. Perocchè maturo~Già s’agita nell’urna il 2905 III| Il nume valse della dia Matuta.~E per te cadde, strepitoso 2906 III| lacrimoso i crini~Nell’onde maure, e dal timon sciogliea~Impauriti 2907 III| Esperetusa~Il sospettoso mauritano Atlante;~Finchè di la 2908 | meco 2909 III| Al grande limitar, per medesme~Si spalancâr sui cardini 2910 III| calaro in giuso:~Que’ due medesmi del divin comando~Esecutori, 2911 III| canto aspetta~L’odorato de’ Medi arbor felice,~Di cui non 2912 III| eterno verde, altre dotate~Di medica virtude, onde il furore~ 2913 III| acquista di Maron la Musa)~Medicame verun contra i veneni~Delle 2914 III| esalâr di sopra~Improvvisa mefite. E pria le nari~Ne fûr de’ 2915 III| onore il sangue.~Per lei Megera nell’inferno suda~Armi esecrate, 2916 III| volsi al terren che il Mella irriga,~Ricco d’onor di 2917 III| invitar le mani.~Ecco il melo cidonio alle gibbose~Sue 2918 III| Parea de’ carmi tuoi la melodìa~Per quell’aure ancor viva, 2919 II| torre.~Fama è ch’ivi talor melodïoso~Errar s’oda uno spirto, 2920 III| Spero io ben che il mio Melzi, a cui rivola~Della patria 2921 III| maraviglia a dirsi!)~Nei membri già di pelle e capo scemi~ 2922 III| e sparse~Della polve di Memfi e di Sïene.~La sentîr da 2923 III| oblio~Traggi alla luce il memorando fatto~Non ancor manifesto 2924 III| le morte alme, ed a Pluto~Mena le vive, ed or sopore infonde~ 2925 III| gli scioglie.~Poichè fera menando oscena danza~Scorrean di 2926 I| presi ed abito,~Di peregrin mendico.~Maggior del grido è il 2927 III| del fanciullo imberbe~La mentita sembianza, e i conceduti~ 2928 | Mentr’ 2929 II| la stagion delle pompose~Menzogne achèe. Di fè quindi più 2930 III| virtude.~Dove te lascio ne’ meonii campi~Sì lodato, o d’incanti 2931 III| spargi una stilla~Che dal mëonio fonte si deriva,~Non già 2932 I| venti il fischio e l’ira.~Meravigliando accorsero~Di Doride le figlie;~ 2933 III| desiar costrigne,~Ne concepîr meraviglioso affetto,~E di salso umidor 2934 III| libagion. Forte di questo~Meravigliossi Teletusa, e, fiso~Di Feronia 2935 III| or la meschina~Perdendo merca e supplicando accatta.~Scorre 2936 III| viste, e libertà divenne~Merce di ladri e furia di tribune.~ 2937 III| il portamento assunse;~La meretrice che laggiù si noma~Libertà 2938 III| alvi~Di questori prefetti e meretrici.~Or di’: conte all’eroe 2939 II| lieta aurora e splendido meriggio,~Non forse avrebbe la crudel 2940 III| del Pelide Achille,~Alcuna meritai grazia o mercede,~Su questi 2941 II| sospiri,~Meglio i trasporti meritar sapea.~Oh rimembranze! oh 2942 I| Maggior del grido è il merito:~E nel sederti a lato~L’ 2943 II| cuor villano, e libertà non merta~Chi l’amico lasciò nella 2944 III| non unge arcigna~Getta al merto giacente in su gli stecchi.~ 2945 III| esecrate, per lei tòschi mesce;~Suo brando è l’oro, ed 2946 III| cielo.~Poi, gli amplessi mescendo e le parole,~De’ propri 2947 III| arpie;~Pianto d’attrite meschinelle, avulse~Ai sacri asili, 2948 III| invan si batte l’anca il meschinello,~Invan si straccia il crin 2949 II| sparga~Il talamo beato? Oh me meschino!~Spenti gli Dei che del 2950 I| Di madre e di sorella,~E mescolanza orribile~Trasse da questa 2951 III| al cenno,~Già la sua fida messaggera e ancella~Verso Eolia battea 2952 III| sonora,~Schianta uccide le messi e le travolve;~Poi con rapido 2953 III| soldato al villanello~Le méssi invola e i lagrimati armenti.~ 2954 III| anteporre alle trinacrie mèssi.~ te d’Aricia il bosco, 2955 III| sospirando il passo~Quella mestombra, e alla sua scorta 2956 III| dolce e prima del mio vol la mèta.~Per tutto armi e guerrier, 2957 III| incude le roventi masse~Del metallo castiga, e qual le tuffa~ 2958 III| ritroso fanciul tenendo il metro,~Quando la madre a’ suoi 2959 III| Dell’iniqua città quindi mettea~Le scelleranze tutte; e 2960 III| ch’alla mano il temo vi mettete~Di conquassata nave (e tal 2961 II| pennelli, e di quel d’ArnoMichel più che mortale angel divino».~ 2962 I| fiori e l’onde,~Parean di miele e balsamo~Tutte stillar 2963 III| la spoglia animò, poscia, migrando~Di corpo in corpo, la famosa 2964 III| calzato allo scalzo le fortune~Migrar fûr viste, e libertà divenne~ 2965 III| Damasco i giardini e di Mileto;~Quella rosa che poi, nel 2966 III| alla lor vista~Un cherubino minaccioso e fiero~Un di quei sette 2967 III| e cave grotte~Sbucano di Minèo l’atre figliuole,~Quando 2968 III| Strascinavasi quivi un mansueto~Di ministri di Dio sacro drappello,~ 2969 III| Col rostro della folgore ministro,~L’aquila sacra si pulía 2970 II| schiva~Di minor vanto e di minore impero.~Torna; e se cerchi 2971 III| disse~Noi miseri, che fia? Mirate in quale~Fier silenzio sepolta 2972 III| intanto e i gran litigi~Mirava Iddio dall’alto, e giusto 2973 III| i cipèri~E l’alghe e le mirici in larga copia~Cresciute 2974 I| fiero canto~De’ franchi mirmidóni e delle trombe,~Sussurrando 2975 II| in quel tronco~Cessò di Mirra l’odoroso pianto.~Ov’è l’ 2976 III| stella.~Poscia che dati i mirti ebbe a man piena,~Di lauro, 2977 III| Cittadino,~Muori, ma paga: e il miser paga e spira.~Oh virtù! 2978 III| punita?~Perchè tante perir misere squadre~Per la causa de’ 2979 III| palpitando: — Oh! — disse~Noi miseri, che fia? Mirate in quale~ 2980 III| Chio~E gli orti ircani e i misii e il verde Egitto,~E la 2981 II| sventura col suo dolce è mista:~Lei guarda il ciel dalla 2982 II| ha cosa in pregio~Che ai misteri d’Amor più si convegna~D’ 2983 III| che guasta il pomo,~Vedi misti i sereni alle procelle~Alternar 2984 III| infelici.~Salve, sacra al dolor mistica pianta,~E l’umil zolla, 2985 II| mostrarsi, il trasparente~Mistico vel di tue figure implora,~ 2986 II| e di martíri~Portentosa mistura è il cuor dell’uomo!~Questa 2987 I| de’ popoli~Il viver tuo misuri.~Spirto profan, dell’Erebo~ 2988 II| saggio v’attigne), veneranda~Mitica dea! qual nuovo error sospinge~ 2989 III| in cor sentissi~La doglia mitigar, tanta fra’ boschi~Gentilezza 2990 III| mille tiranni adulterasti;~E mitre e gonne e ciondolini e suono~ 2991 I| mancipio,~Or salmeggia; e una mitria è il suo cimiero.~Di quei 2992 II| seconda piaga.~Tutte allor di Mnemosine le figlie~Fur viste abbandonar 2993 III| restituta;~Tu che vincendo moderanza insegni~All’orgoglio de’ 2994 III| Le fioriva da canto la modesta~Licnide figlia delle ambrosie 2995 III| altri con rozze~Cantilene molcendo la fatica,~ il fiato e 2996 III| Alla strozza un capestro le molesta;~Torvo il cipiglio, dispietato 2997 II| architettrici e pronte~Di moli aggravan la latina arena~ 2998 III| Romor d’ali e di piè che di moltacque~Parea lo scroscio. 2999 I| uom e l’uom, fra il vario~Moltiplicar d’oggetti,~Nuovi bisogni 3000 III| domator, tu che dai numi~Moly sei detto con parola al 3001 III| braccio e chi del naso è monco;~E tutti intorno al regio 3002 II| comando~Uscir fe’ tutte le mondane cose,~E al guerreggiar degli 3003 II| padre Alighier che per te monde~D’ogni labe contempla le


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

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