'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo
Parte
2504 II| pensiero è in forsi~Di crederlo insensato e palpitante;~Per te di
2505 I| le belle chiome,~Fra gl’insepolti ruderi~M’andò chiamando
2506 II| E il vago e vario degl’insetti ammanto,~E l’indole diversa
2507 III| sabbia;~Poi ne’ presepi insidïando vanne~La vedova giovenca
2508 I| Non egli vien d’Orizia~A insidïar le voglie:~Costa rimorsi
2509 III| pochi,~E i pochi o muti o insidïati o spersi.~Inique leggi,
2510 III| prese insania ed arroganza,~Insolente mortal, che una cotanta~
2511 II| dell’alma il furor che Febo inspira,~Quando ai carmi son segno
2512 II| convenïenti?~Forse l’austero genio inspiratore~Delle nordiche nenie? Ohimè!
2513 III| ninfa~Delle leggi romane inspiratrice.~S’apría di nero cïanèo
2514 II| ha sponda che sia, come l’insúbre,~Dalle Grazie sorrisa e
2515 III| l’avello~(Cominciò l’alto insùbre economista);~Desío che pure
2516 III| queste colpe? e rifaran gl’Insúbri~Le tolte chiome o andran
2517 III| il tuo nome? Ve’ tu come insulti~L’umano seme a tua bontade,
2518 III| veggenti,~Ed or l’odi di Volta insuperbirsi,~Che vita infonde pe’ contatti
2519 III| pendolo che fa l’arco all’insuso.~Batte il turbo crudel l’
2520 III| vedrai;~Lui che primiero dell’intatto Urano~Coi numeri frenò la
2521 III| la persona;~Colei che gl’intelletti apre e sublima,~E col valor
2522 II| Carolanti, non più mosse da dive~Intelligenze, ma dannate al freno~Della
2523 III| miglior calle,~Alla pastura intemerata e fresca~Dell’ovile roman
2524 III| Qual madre che del figlio intende espresso~Grave fallo, si
2525 I| silenzio, di quel pianto intendo,~O mia diletta, la cagion.
2526 III| parole del villan pietoso~S’intenerì la diva, e in cor sentissi~
2527 III| sereno,~Con pupilla cercâro intenta e vaga~Quest’atomo rotante,
2528 III| gran lite. Ad ascoltarle intenti~Lascian l’arpe i celesti
2529 III| sacerdoti all’onor primo~Interamente il renderan; chè l’opra~
2530 III| Fu chiamato ribelle ed interditto.~Anche il sospiro, e il
2531 III| Cinque tiranni avean le forze intere.~Fine agli odi promise:
2532 III| città, proscritti~Popoli interi, e di taglienti scuri~Tutte
2533 II| di bonaccia,~Dalle marine interminabil’onde~Lanciasti un guardo
2534 III| Dell’Olimpo il convesso interminato.~Carca d’ire celesti cigolava~
2535 II| Ma nei legami della salma interna,~Ammiranda prigion! cerco,
2536 II| guatârsi entrambi; e nell’interne~Del cor latèbre ognun si
2537 I| allor la rubiconda spada~Interpose Giustizia: e il Nazareno~
2538 II| difende;~Occhio, dell’alma interprete eloquente,~Senza cui non
2539 III| querce,~Non vinte ancor, l’interrompea la cima.~E già su le placate
2540 II| soffio,~Veggo del ciel per gl’interrotti campi~Qua e là deserte scintillar
2541 I| propaggine~E all’amistade inteso~Lieto vivea, nè oppresselo~
2542 II| con bollor grato natura~Intiepidille, e diventâr feconde;~E tosto
2543 I| i vasti campi~Di Marengo intiepidîr,~E de’ bronzi ai tuoni ai
2544 III| strame letame e putridame~D’intollerando puzzo, e lo fermenta~Tutto
2545 III| petto.~Vidi l’umil Agogna intollerante~Del suo fato novel: vidi
2546 III| sulle soglie~Fan di lagrime intoppo e di lamenti.~Ma tenerezza
2547 II| santo trono;~Tremò Parigi, intorbidossi Senna~Alle spade civili
2548 III| alla soave colocasia gode~Intrecciar le sue fronde. Ecco il portento~
2549 III| di bronzo; e una virtude~Intrinseca le gira e le spalanca.~Risonò
2550 III| oro, che uno spirto move~Intrinseco e possente: e tale intorno~
2551 III| ognuna un pugnal di sangue intriso;~Alla strozza un capestro
2552 II| la terra e fra i sepolti~Intromessa la luce, eran pensieri~Che
2553 I| intanto si sentía,~Che Dite introna in suon profondo e rotto:~
2554 III| cavalli, che, le regie~Stalle intronando, inferocian da strano~Terror
2555 III| l’ardua vòlta~Dell’Olimpo intronava. Attenta e muta~Trema natura
2556 III| piene le celesti mense.~Ma inulta non andrò, se Giuno io sono;~
2557 III| castigo, e fino a quando inulti~Fian d’Europa i misfatti,
2558 III| invan consuma,~Di Nizza inulto rimirando il lutto~Ed Oneglia
2559 II| non era.~Di sua vaghezza inutile parea~Lagnarsi il suolo;
2560 III| in alto poggia,~E i petti invade penetrante e lieve~E le
2561 III| quell’amplesso non intese, e invano~Vivi corpi abbracciai spirto
2562 | invece
2563 III| rammenta~E l’ombra di Bellisle invendicata,~Che rabbiosa s’aggira e
2564 III| conchiglia~La prima perla invenne, e Doto e Proto,~E tutta
2565 III| incensi e voti;~E la bionda inventrice era con lui~Dell’auree spiche
2566 III| il come.~Or la Forza le invía fusa e disfatta~La pubblica
2567 II| presagio di feral fortuna,~Invian fiamme innocenti e porporine.~
2568 I| lo pianse Bonaparte,~Ma invidiollo e sospirò.~Ombra illustre,
2569 II| il cielo~Al mio desire invidïollo, e l’odio~Mi lasciò della
2570 I| Come occupar de’ fulmini~L’invïolato impero?~Deh! perchè al nostro
2571 III| leggeri vestigi, che levarsi~L’invisibile dea l’aquila vide,~L’aquila
2572 III| vacche, e immote e sparse~Invitan sotto alle materne poppe~
2573 III| tutti~Adescar gli occhi ed invitar le mani.~Ecco il melo cidonio
2574 II| Antonietta, a cantar nozze m’inviti?~E vuoi che al figlio tuo,
2575 III| rustical coperse il desco,~Ed invitò la dea, la quale assisa~
2576 I| ascoltami,~Novello Tifi invitto:~Vinse i portenti argolici~
2577 II| sangue~D’Ifigenia propizi invoca i venti,~E, spinta in ciel
2578 II| volgerai le piante,~Te propizia invocando alle fatiche.~Per te all’
2579 III| devote,~E Giove Imberbe l’invocâr sull’are;~Ch’egli loro così
2580 III| alleanza~Il sacramento; e l’invocata diva~Le dilesse, e su lor
2581 III| sull’ara Sospita le genti~L’invocheranno; ed ella, il fianco adorna~
2582 III| monti, e l’armi all’armi invoco.~Il tradimento tradimento
2583 III| portò per l’ossa il gelo.~Invocò la vittoria: ed ella scese~
2584 III| lo stolto desir l’alma t’invogli.~E se l’ira del ciel sì
2585 III| Immagini de’ templi, ed involato~Temer le genti eternamente
2586 II| consentir che le tue rose involi~Alle caste sue gote. A lei
2587 III| che a scusar s’affretta~Involontaria offesa, e più coll’atto~
2588 III| verecondi astri minori~D’Iperïone il luminoso figlio,~Quando
2589 III| morti al tradimento.~Dell’ipocrito d’Ipri ei son gli schivi~
2590 I| traesti,~E delle rauche ipotesi~Tregua al furor ponesti.~
2591 III| della ninfa~Egeria in cura, Ippolito traeva,~Cangiato in Virbio,
2592 III| questo~L’ardito Aconzio e Ippòmene già fèro~(Che non insegni,
2593 III| tradimento.~Dell’ipocrito d’Ipri ei son gli schivi~Settator
2594 III| Mentre fuggía,~Si percotea l’irata ombra la testa~Col chiuso
2595 III| sanno,~Disse Parini — Perchè irati e mesti~Son tuoi sguardi,
2596 III| Cipro e Chio~E gli orti ircani e i misii e il verde Egitto,~
2597 III| sepoltura.~Mugge l’onda tirrena irrequïeti~Levando i flutti, e non
2598 III| Freme Emilia, e col fianco irrequïeto~Stanca del rubro fiumicel
2599 II| trapianta che Panaro e Trebbia~Irrigano di chiare onde felici;~E
2600 II| aperti, corrono veloci~Ad irrigar le sitibonde menti.~Per
2601 III| liete~Dell’Eupili lagune irrigatrici;~E nel vederli mi sclamai:
2602 III| cader Mulcibero l’ardente~Irritato carbone. In un baleno~Fiammeggiò
2603 III| aure notturne~Ingiurïose e irriverenti furo,~Siccome a membra di
2604 III| dosso~Era letto alla guancia irta e sparuta.~Ombrata avea
2605 III| Cernobbio in sul mattino~Isabella ed Emilia, alme fanciulle,~
2606 III| all’onde~Procida spinse ed Ischia e Pitecusa.~Pluto istesso
2607 III| sul nonacrio giogo,~Sull’Ismen, sull’Asopo, ove sovente~
2608 III| vario il favor ne’ petti ispira~Desïanze diverse, incerto
2609 III| occhi,~Terror d’Egitto, e d’Israel conforto;~E se monta in
2610 II| la mia polve,~E un altro istante mi condanna il fato~Di questo
2611 II| Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque,~Dunque io per
2612 | istesso
2613 I| vezzosi rai,~Se la crudele istoria~Di mie vicende udrai.~Luce
2614 III| in fronte ritti,~Come l’istrice gonfio e rabbuffato.~Al
2615 III| gli dica: Da’ miei mali istrutto~Apprendi, o figlio, la virtude,
2616 II| il bue, che pigro e lento~Isviluppa le gran membra a fatica.~
2617 III| della maga i filtri~Contra l’itaco eroe fece impotenti;~E il
2618 III| che morte or toglie~All’italica speme e su lo stelo~Vital
2619 III| lustri il senno e l’opra~D’italici potenti al mio furore~E
2620 II| dirsi!) il bel zaffiro~Dell’italico cielo; in procellosi~Venti
2621 III| etra~Vi dispenso le piogge, ite, abbattete,~Distruggete,
2622 III| Filomena nella siepe ascosa~Va iterando le sue dolci querele.~In
2623 III| erbe, le fronde~Animarsi e iterarmi in suon pietoso:~Il cantor
2624 | IV
2625 III| folle assalitor la rabbia:~Jaffa e Gaza crollarno, e in Ascalona~
2626 III| alle notti estive~Precipite labendo il cielo fende~Di momentaneo
2627 II| viene~A rischiararmi il laberinto occulto?~Veggo muscoli ed
2628 III| ciglio,~Carca di ferri e lacerata il manto,~Pur venisti, gridava,
2629 III| pazza il capo avvolta~Di lacerate bende e di serpenti.~Vi
2630 III| lido~Rovesciato dal carro e lacerato~L’innocente garzon. D’intorno
2631 III| suo dispetto~Abbandonossi; lacerò le bende,~Ruppe armille
2632 III| sostenne.~Già il sol lavava lacrimoso i crini~Nell’onde maure,
2633 III| stolte insegne e le man ladre~Nel sangue del suo re fumante
2634 III| libertà divenne~Merce di ladri e furia di tribune.~V’eran
2635 II| gli errori~Del figliuol di Laerte e del Pelide~L’ira, e fu
2636 II| vorago.~L’occhio guarda laggiuso, e il cor respira,~E immaginando
2637 I| siede,~E par che afflitta lagnisi,~Che il volto mio non vede.~
2638 III| ed al suo piè la dolce~Lagrima di Lieo stillan le viti.~
2639 III| sospese palpitar natura.~Lagrimai di rimorso; e sull’errore~
2640 III| rumor d’alti lamenti,~Un lagrimare, un dimandar mercede,~Con
2641 III| villanello~Le méssi invola e i lagrimati armenti.~E invan si batte
2642 III| Dunque Europa le guance lagrimose~Porterà sempre? E per chi
2643 III| si stupía, quinci vedendo~Lagrimoso il suo duca e possedute~
2644 III| cingon le liete~Dell’Eupili lagune irrigatrici;~E nel vederli
2645 II| al cupid’occhio offerti~I lai del suo pastor fan dolce
2646 III| tradir comprati.~Containi! Lamberti! o ria mercede~D’opre onorate!
2647 III| verno, e un nappo~Di soave lambrusca, e s’altro in serbo~Tieni
2648 III| Che rabbiosa s’aggira e si lamenta~In val di Susa e arretra
2649 III| rotto~Fra due scogli si vada lamentando.~Prime le quattro comparian
2650 I| gran colonne usciro.~Si lamentaro i tessali~Alpestri gioghi
2651 III| pel buio della tarda notte~Lamentarsi e ruggir s’udian leoni~Disdegnosi
2652 III| e di là dove alla dïurna~Lampa il corpo perd’ombra, la
2653 III| nudi, irti i capelli,~E di lampe notturne al chiaror tetro~
2654 III| altro è turbo di fumo che lampeggia,~E sangue piove che le stelle
2655 II| marine interminabil’onde~Lanciasti un guardo su l’azzurra faccia.~
2656 II| maraviglia!~Fuori allor si lanciò scherzante e presta~La vaga
2657 I| m’insegnaro a tessere~Le lane e le fiscelle.~Guidai con
2658 III| non è lungi; e le forze languenti~Ivi di qualche cibo e di
2659 III| le tarde~Vene la vita che languía ricorre.~Al destarsi, al
2660 III| dell’oscure artiche grotte~Languían le mute abitatrici al cheto~
2661 III| tenebroso~Ciel la stella languir di Canterzani;~E per la
2662 III| e per la schiva~Vedean languire i giovinetti figli;~Nè mai
2663 III| figlie di lasciva e molle~Lanugine vestir le bionde gote,~Del
2664 III| caprine, e dentro il fumo~De’ lanuvini sagrificii avvolta,~Tutti
2665 II| Ed or che brilla~Nel tuo larario d’Imeneo la face,~Di Citerea
2666 III| impero:~Tempo verrà, che largamente reso~Tel vedrai, non temerne,
2667 III| verdi spalle.~Quindi del Lario attinsi le ridenti~Rive
2668 II| scritta ragion l’orrenda larva~Combatterà; vendicherà del
2669 III| e infamato avvicinar non lascia~Nè greggia nè pastor. L’
2670 III| farfalletta dell’ingegno mio,~Lasciando la città della sozzura.~
2671 III| Si ritrassero entrambi, e lasciâr sola~La taciturna diva.
2672 II| petto, e del mio sangue~Lasciarmi dietro rosseggianti i dumi.~
2673 III| per questo ella d’Olimpo~Lasciato avea le mense, e le cortine~
2674 III| il gelsomino.~A baciarlo lascive, a carezzarlo~D’ogni parte
2675 III| Spiagge a bruttar de’ suoi lascivi ardori,~Della moglie dimentico
2676 III| compulse:~Pianto di padri, ahi lassi!, a dar costretti~L’aver
2677 II| armonia ch’entro le cave~Latebre alberga del sonoro legno,~
2678 II| e nell’interne~Del cor latèbre ognun si penetrava,~Chè
2679 III| per terror dalla scillea~Latrante rupe la selvosa schiena~
2680 III| gli corse incontro:~Volea latrar; ma sollevando il muso,~
2681 III| questa erbetta e del suo latteo fiore~Alla virtù si dee:
2682 III| bronzi suonar doppio~Per laudarlo che giunto era il tiranno:~
2683 III| era~Il suo nome Feronia. I laurentini~Boschi, e quei che la fulva
2684 III| andrai più che l’Anfriso,~Già lavacro d’Apollo. Ecco venirne~Poscia
2685 III| con ambrosia il divo~Corpo lavando, ne deterse il fumo~Ed ogni
2686 III| Grazie un dì le belle membra~Lavâr di Citerèa, quando dai primi~
2687 III| cherubin sostenne.~Già il sol lavava lacrimoso i crini~Nell’onde
2688 III| ne’ tuoi fonti il volto~Laverassi e le mani; e tu di questo~
2689 III| disputâr Camilla e Turno~Di Lavinia e d’Italia il grande acquisto.~
2690 III| vincitor tornando,~Nel Tevere lavò l’armento ibero,~E fe’ sopra
2691 II| dito immortale~Ineffabil lavor, forma e ricetto~Di spirto,
2692 III| per la fucina,~Visitando i lavori, e rampognando~I neghittosi:
2693 II| urta e mantiene;~Ma nei legami della salma interna,~Ammiranda
2694 III| io vana allor corsi ombra leggera,~E gli strinsi, e sentii
2695 III| Fortunato Melampo! se qualcuna~Leggerà questi carmi alma cortese,~
2696 III| Senza vento passar basse e leggere.~Tutti dell’aure i garruli
2697 III| anco non avea la terra~Co’ leggeri vestigi, che levarsi~L’invisibile
2698 III| contemplando, alfin la mano~Leggermente le scosse, e nell’orecchio~
2699 III| ecco a suo rincontro una leggiera~Lucida fiamma, che nel grembo
2700 III| E già su le placate onde leggieri~Spiravano i favonii, e in
2701 II| Indi il cervo ramoso, ed il leggiero~Daino fugace; e mille altri
2702 II| colui che il dito allunga~Al leidense vetro che fiammeggia~E par
2703 II| e fuggitive il campo~Ai lemuri e alle streghe. In tenebrose~
2704 III| ritrovar la via,~Ma quando lene mormorando irriga~I feacii
2705 II| biondeggiar le cime;~Poi, come lenta in giù scorrea la luce~Il
2706 III| segnando al cor contrarie e lente.~Vagai per tutto: nel tugurio
2707 II| Di botaniche armato acute lenti,~Nelle fibre or d’un’erba
2708 III| nessun mi tocchi.~Questo leone in Vaticano io vidi~Far
2709 II| foresta:~Ecco la tigre e il leopardo in alto~Spiccarsi fuora
2710 III| Vende pel quarto e men d’un leopoldo.~Quei chiede un Robespier
2711 III| cui fan lunga~Le montagne lepine ombra e corona,~Una ninfa
2712 III| Informasi dall’ossa e i lerci denti~Fanno orribile siepe
2713 III| sacramento.~Tutto è strame letame e putridame~D’intollerando
2714 III| Dorme Giustizia in gran letargo assorta;~Nè dall’alto suo
2715 III| Morféo~Sparger ricusa la letea rugiada,~D’ogni parte la
2716 III| ei m’assunse all’immortal letizia.~Nè il guardo vinto dal
2717 III| E abbracciato l’altar. Letta nel fato~Del misero la sorte
2718 III| terreno~Più povero cultor, dal letticciuolo~Era surto con l’alba, e
2719 III| affisse,~Che gli occhi anch’io levai, certa aspettando~La tua
2720 III| l’onda tirrena irrequïeti~Levando i flutti, e non aver si
2721 III| della conca in un momento~Levansi tutte, e quale alla muraglia,~
2722 III| potenti alzâr le ciglia.~Tremò levante ed occidente. Il solo~Barbaro
2723 I| benefica~Etade in cui sicuro~Levar la fronte, e l’etere~Fruir
2724 II| sospiri~In tanto grido si levâr d’Aminta,~Sì che parve minor
2725 III| donne di contrario affetto~Levârsi, e ognuna di parlar pregava.~
2726 III| il venerando~Veglio tenea levate al ciel le palme;~E a canto
2727 III| regal Sirena.~Solo il Tebro levava alta la testa,~E all’elmo
2728 I| Fornicar co’ tiranni e co’ leviti:~Onorati mariti,~Che a Caton
2729 III| Quando per l’aria cheta erte levôrsi~Le quattro oscure visïon
2730 III| l’ebbe in conto~Di sacra libagion. Forte di questo~Meravigliossi
2731 I| E della vita il nettare~Libar con Giove in cielo.~
2732 III| infrante vele,~Del regnator libecchio orrendo gioco,~E sbattuti
2733 II| all’illustre~Esul fu scudo: liberal l’accolse~L’amistà sulle
2734 III| è d’uopo~Come più puossi liberali a questa~Peregrina infelice. —
2735 II| famiglia.~Ecco dal suolo liberar la testa,~Scuoter le giubbe,
2736 I| Per la liberazione d'Italia~ ~Bella Italia,
2737 III| fondo~La delira Parigi, e libertate~In Erinni cangiò, che furibondo~
2738 III| Di Nemi il galeotto e di Libetra~Certo rettile sconcio che
2739 III| di cotanta spene~Già di Libia fendea l’ampia laguna.~Innanzi
2740 III| avea che si rinserra~Tra la libica sponda e la vermiglia.~Sai
2741 I| al tuo periglio~Dal mar libico volò,~Vide il pianto del
2742 III| la qual profondo~E giusto libra l’uman fato, intanto~Iddio
2743 III| sottile anatomia.~Intrepido a librar l’altro si volse~I delitti
2744 III| contro gli altri duo così librato~Scocchi lo stral dal sillogistic’
2745 III| Incominciò: Sire del ciel, che libri~Nell’alta tua tremenda estimativa~
2746 III| sospiro; e l’infinito~Amor nel libro, dove tutto è scritto,~Il
2747 III| sulfuree vie corse la fiamma~Licenziosa, ed abbracciò le immense~
2748 III| il fonte.~Vidi in vuoto liceo spander Palcani~Del suo
2749 III| innamorata.~Alle sorti di Licia han tolto il grido~Le prenestine,
2750 III| fioriva da canto la modesta~Licnide figlia delle ambrosie linfe,~
2751 III| suolo~Caddero gocce del licor celeste,~Tante nacquer vïole
2752 III| flagello~Della patria! Oh Licurghi! oh Cisalpina,~Non matrona,
2753 II| entro i lombardi~Elmi la lidia tessitrice ordisce~L’ingegnosa
2754 III| onda~D’Arari a dritta, e Ligeri a mancina,~Disdegnoso del
2755 II| Devoti per l’Europa animi ligi,~E tempio degno di sì bella
2756 III| peregrine,~Qual d’arabo lignaggio e qual d’assiro,~Qual dall’
2757 II| ogni allegra idea,~Tu del ligure olimpo astro diletto,~Antonietta,
2758 III| recise~Caste vïole o due ligustri occulti~Cui nè l’aura nè
2759 III| donna di Pietro incende e lima.~Nè di tal peste sol va
2760 I| sicura,~Qual forza mai, qual limite~Il tuo poter misura?~Rapisti
2761 I| core:~Le leggi, i patti, i limiti,~Tutto segnava Amore.~Ma
2762 III| verde fronda.~Ora etrusco limone, or cedro ed ora~Arancio
2763 II| destruttor l’uccise.~Quella limpida fonte uscía dell’urna~D’
2764 III| splendea l’alma serena,~Come in limpido rio raggio di stella.~Poscia
2765 II| e infino allor più dolce~Linguaggio non avea posto quel dio~
2766 III| desco~Spiega un candido lino, e passe ulive~Récavi e
2767 III| dell’augusta madre.~Tal di lïoni un branco, a cui non abbia~
2768 III| Giù calar dalle torri e liquefarsi~In rie bocche di morte e
2769 II| arene~Tutta increspâr la liquida pianura.~I delfin snelli
2770 III| dal vento ha briga~Pari al liquido grembo d’Amfitrite~Quando
2771 I| Parte I~LIRICHE~ ~
2772 II| Libera entrar d’Apelle e di Lisippo~Nell’officina? Non è forse
2773 III| a Marcello di Sicilia i liti;~Primo quadrò la curva del
2774 III| Francia intanto e i gran litigi~Mirava Iddio dall’alto,
2775 III| crisolito scanni e di berillo~Si locàr taciturni e riverenti.~D’
2776 III| l’angoscia, e la dira~Che locato il suo trono ha sul ferètro.~
2777 III| assassino,~E in trono si locò vile marito~Di più vil libertà,
2778 III| D’Italia in questo i più lodati eroi~Porran l’opra e l’ingegno.
2779 I| Finchè tu giunga, le tue lodi; e molto~De’ tuoi cari costumi~
2780 II| forze,~Qual tarlo roditor, logora e strugge.~Giorni beati,
2781 III| addentro il piede; e in logra zona~Vidi l’inferma che
2782 II| Di Piemonte la valle e la lombarda.~Ei vi fe’ tersa e lucida
2783 III| ancora!~Ancor bella e beata è Lombardia!~Poi nell’ascoso penetrai (
2784 III| busto, e chi trafitto il lombo,~E chi del braccio e chi
2785 III| campi; e pria mi volsi~Al longobardo piano, ove superbe~Strinser
2786 III| flutti,~L’umil Trapunzio e Longula e Polusca:~Tre la ferocia
2787 II| ohimè! frena le penne,~Loquace fama, e fra’ nemici il pianto~
2788 III| Crepita il lauro; e le loquaci chiome~Stridono in capo
2789 II| incanto e meraviglia;~E se loquela e affetti e moto e vita~
2790 III| Anime stolte, svergognate e lorde~D’ogni sozzura. Or fa che
2791 III| empia patria tua, la cui lordura~Par che del puzzo i firmamenti
2792 III| che prega;~Ignoranza che lósca fra gli specchi~Banchetta,
2793 II| vagabondo insetto,~E le lubriche anella serpentine~Del più
2794 III| rio terreno ingrassa,~E lubrico s’avvia verso la valle.~
2795 III| nipoti?~E te che contro Luca e contro Marco~E contro
2796 II| gigante; e colle torte~Vuote lucerne disfidar parea~Europa e
2797 I| l’armi?~Dunque spiranti e lucide~Mi scorgerò dintorno~Di
2798 III| nulla cosa è bella.~V’era Lucina, a cui fûr date in cura~
2799 III| flagellava áppule selve,~O di Lucrino i risonanti lidi.~Ma chi
2800 III| d’Europa i misfatti, e di ludibri~Carco il tuo nome? Ve’ tu
2801 III| al lungo di Marte orrido ludo.~Sovra il libero mar le
2802 III| di capestri! oh maladetta~Lue cisalpina! oh patria! oh
2803 III| il piè sì lento,~Che le lumache al paragon son veltri.~Ma
2804 I| già l’altre caddero~Men luminose e conte,~Perchè di Pio non
2805 II| porre in fuga~Le danzanti al lunar pallido raggio~Malïarde
2806 III| rival fu sì mal fido.~E di lunate antenne irto e selvoso~Del
2807 III| sorte~Valse di sette e sette lune il danno.~Dodici rôcche
2808 II| bordello:~Roma udillo, e la lupa tiberina~Sollevò il muso
2809 III| per pudor le guance.~Vede luride forche e capi mozzi,~Vede
2810 II| figlia~L’orecchio e il core a lusingar li reco,~Or che di prode
2811 II| sol potea,~Un solo oggetto lusingarmi: il cielo~Al mio desire
2812 III| giovinetti figli;~Nè mai lusinghe la piegâr di quanti~Déi
2813 II| converse.~Per lei gioconda e lusinghiera in vista~S’appresenta la
2814 II| mortali conducean, velando~Di lusinghieri adombramenti il vero,~Spento
2815 II| fiori.~Allor, degli occhi lusinghiero incanto,~Crebber le chiome
2816 III| infurïando~Il veloce Ninfeo che lutulenti~Spinse quel dì la prima
2817 III| anch’esso~Ve’ come sgorga lutulento, e fugge~Con insolito pianto,
2818 II| difensori e amanti.~E lor di macchia differente i peli~Tu di
2819 III| Che d’uman sangue un dì macchiâr le glebe~Là di Marsiglia
2820 III| plorar su la rovina,~Fra le macerie ricercando a lungo~Andò
2821 III| la sugge la spolpa e la maciulla:~Il furto, ch’al poter fatto
2822 III| tiranni in una cena.~Squallido macro il buon soldato e brutto~
2823 III| fonte~D’Arad prescelse, e al Madianita altero~Fe’ le spalle voltar,
2824 III| Rideano al suo passar le maestose~Tremule figlie della luce,
2825 III| Vile! e tal altro del rubar maestro~A Caton si pareggia, e monta
2826 | maggiori
2827 II| delle Muse, adopra~Tu quel magico cinto a porre in fuga~Le
2828 II| è straniero il loco e la magione.~Qui fu dove dal cigno venosino~
2829 III| muse.~All’ultimo con raro magistero~L’indomito Vulcan v’avea
2830 III| vestîr; fûr sacri~I reverendi magistrati; sacra~La patria carità;
2831 III| allacciando le van l’elmo e la maglia~Della gorgiera e della gran
2832 II| troni alteramente assise~Con magnanima calma i colpi aspetta.~Così
2833 II| parlo, in mente afferra~I magnanimi sensi e la grandezza~Ma
2834 II| alle fole, e regni il vero.~Magnifico parlar! degno del senno~
2835 III| in tonde figure, e non è mago.~Disse rea d’adulterio altri
2836 III| Oh inopia di capestri! oh maladetta~Lue cisalpina! oh patria!
2837 II| E qual può dono~Al genio Malaspino esser più grato~Che il canto
2838 I| ombra oscura,~Un bene, un male, che diversa prende~Dagli
2839 III| sole.~Come vide le facce maledette,~Arretrossi d’Ugon l’ombra
2840 III| gridar pietade~E per continuo maledir già roche.~D’orror fremetti;
2841 II| al lunar pallido raggio~Malïarde del norte. Ed or che brilla~
2842 III| lodato, o d’incanti e di malíe~Possente domator, tu che
2843 III| non m’avea,~Come questa malnata itala druda,~Tolti i miei
2844 III| veltri~Più generosi; e noi malvagia stirpe~Dell’audace Giapeto,
2845 III| che piangano il dì che va mancando.~E tutta pinta di rossor
2846 III| CANTO PRIMO~ ~Come face al mancar dell’alimento~Lambe gli
2847 III| disse, al mio scorno anco mancava,~Adultera impudente, che
2848 III| Arari a dritta, e Ligeri a mancina,~Disdegnoso del ponte e
2849 I| Colei che l’universo ebbe mancipio,~Or salmeggia; e una mitria
2850 III| abbominata:~Chè per quella mandai carca di fiera~Pèste la
2851 III| fronti, e un cotal misto~Mandan di riverenza e di paura,~
2852 III| opponi alle sventure~Che ne mandano i numi: essi nemici~Nostri
2853 III| aggrandì, si scurò, gli occhi mandaro~Due fiamme a guisa di baleni
2854 III| Damasco in umil pompa~Il mandâro alla Diva; ed ella, esperta~
2855 II| su le penne tese~L’aura mandasti del divino spiro.~La terra
2856 III| correggete e a vostro senno~Le mandate a nudrir l’onda tirrena;~
2857 III| fianco su la terra~Dio ti mandò, ma inerme ed impotente~
2858 III| Se là di Circe fra le mandre Ulisse~Non stampò di ferine
2859 III| è parossismo~Di delfica manía, vate più destro~La calunnia
2860 III| Molte e forti e felici; e manifesta~Di Feronia apparía per ogni
2861 III| della tempesta.~Ed ecco manifeste al guardo farsi~Da lontano
2862 III| dal maggior de’ troni~Alla mannaia già facea tragitto.~E a
2863 III| Ma desto non foss’io, chè manomessa~Non vedrei questa terra,
2864 III| madri, e, il fero ingegno~Mansüefatto e il barbaro costume,~Del
2865 III| escusa;~Tal si fece Lorenzo, mansueta~Alma cortese a perdonar
2866 III| rigore: e, ricondutte~Le mansuete idee, giustizia rise~Su
2867 III| Della diva consorte; e ai mansueti~Genii di pace traducea le
2868 III| gli atti, il parlare ed il mantello.~E la seguía di drudi una
2869 III| so ben, che più bello è mantenuto~Pur dai delitti il tuo splendor
2870 II| moto che la vita urta e mantiene;~Ma nei legami della salma
2871 III| strali e fe’ parere~Cari a Marcello di Sicilia i liti;~Primo
2872 II| DI GENOVA~NELLE NOZZE~DEL MARCHESE BARTOLOMEO COSTA SUO FIGLIO~ ~
2873 II| indossa~Manto regal, che il marcio corpo e guasto~Scopre al
2874 III| che contro Luca e contro Marco~E contro gli altri duo così
2875 III| mute e pensose.~Tutta allor mareggiò di cittadino~Sangue la Gallia:
2876 II| le rote.~Allor sul fresco margine d’un rivo~M’adagiava tranquillo
2877 II| calma e di bonaccia,~Dalle marine interminabil’onde~Lanciasti
2878 III| alme al fango per partir marita,~Mi fean poc’anzi abbandonar
2879 III| E gli amor ne curava e i maritaggi,~Securo a tutti procacciando
2880 III| saturnia terra~Primiero maritò l’arbor divino~Che tutti
2881 III| La Mosa e al piano che la Marna lava,~E orror per tutto,
2882 II| Vagheggiar ti lasciasti, e da Marone;~E qui reggesti del Pittor
2883 II| febbre d’orgoglio il cor martella.~Libera è l’alma che gli
2884 III| mio, senza l’aita~Del mio martello. In così dir l’irato~Dio
2885 III| cocenti pene~D’Averno si martíra. Or leva il viso,~E vedi
2886 I| innocente or vedilo~Da’ marzii corpi uscire,~E già domato
2887 I| quel crudo; e stretta la mascella,~Forte graffiava con la
2888 III| In morte di Lorenzo Mascheroni~CANTICA~ ~
2889 III| pïeria dea, di questa prava~Masnada i più famosi a rammentarme,~
2890 III| vien dal seme che la terrea massa~Diverso gli appresenta:
2891 III| Qual su l’incude le roventi masse~Del metallo castiga, e qual
2892 III| rïarse.~Ella giunse, e a Massena, al suo diletto~Figlio gridò:
2893 I| Volto e vigor prendevano~I massi informi e scabri:~Ubbidïente
2894 II| e parlante~La tela e il masso; ed il pensiero è in forsi~
2895 III| sparse~Invitan sotto alle materne poppe~Mugolando i lor nati
2896 III| Stansi allo schermo de’ materni artigli.~Chinarsi in gentil
2897 III| patria frattanto, empia matrigna,~Nega il pane a’ suoi figli,
2898 III| contra i veneni~Delle dire matrigne, allor che seco~Scellerate
2899 III| Licurghi! oh Cisalpina,~Non matrona, ma putta nel bordello!~
2900 III| chiamai. —~Nobil fierezza, matronal decoro,~Candida fede, e
2901 III| la beltà nudrire,~Ma di matrone ancor cura e desío,~Ne’
2902 II| allora~Su le penne dell’aure mattutine~Grata innalzava di profumi
2903 II| Come rosa che al raggio mattutino~Vereconda si schiude, in
2904 III| E le procelle. Perocchè maturo~Già s’agita nell’urna il
2905 III| Il nume valse della dia Matuta.~E per te cadde, strepitoso
2906 III| lacrimoso i crini~Nell’onde maure, e dal timon sciogliea~Impauriti
2907 III| Esperetusa~Il sospettoso mauritano Atlante;~Finchè di là la
2908 | meco
2909 III| Al grande limitar, per sè medesme~Si spalancâr sui cardini
2910 III| calaro in giuso:~Que’ due medesmi del divin comando~Esecutori,
2911 III| canto aspetta~L’odorato de’ Medi arbor felice,~Di cui non
2912 III| eterno verde, altre dotate~Di medica virtude, onde il furore~
2913 III| acquista di Maron la Musa)~Medicame verun contra i veneni~Delle
2914 III| esalâr di sopra~Improvvisa mefite. E pria le nari~Ne fûr de’
2915 III| onore il sangue.~Per lei Megera nell’inferno suda~Armi esecrate,
2916 III| là volsi al terren che il Mella irriga,~Ricco d’onor di
2917 III| invitar le mani.~Ecco il melo cidonio alle gibbose~Sue
2918 III| Parea de’ carmi tuoi la melodìa~Per quell’aure ancor viva,
2919 II| torre.~Fama è ch’ivi talor melodïoso~Errar s’oda uno spirto,
2920 III| Spero io ben che il mio Melzi, a cui rivola~Della patria
2921 III| maraviglia a dirsi!)~Nei membri già di pelle e capo scemi~
2922 III| e sparse~Della polve di Memfi e di Sïene.~La sentîr da
2923 III| oblio~Traggi alla luce il memorando fatto~Non ancor manifesto
2924 III| le morte alme, ed a Pluto~Mena le vive, ed or sopore infonde~
2925 III| gli scioglie.~Poichè fera menando oscena danza~Scorrean di
2926 I| presi ed abito,~Di peregrin mendico.~Maggior del grido è il
2927 III| del fanciullo imberbe~La mentita sembianza, e i conceduti~
2928 | Mentr’
2929 II| la stagion delle pompose~Menzogne achèe. Di fè quindi più
2930 III| virtude.~Dove te lascio ne’ meonii campi~Sì lodato, o d’incanti
2931 III| spargi una stilla~Che dal mëonio fonte si deriva,~Non già
2932 I| venti il fischio e l’ira.~Meravigliando accorsero~Di Doride le figlie;~
2933 III| desiar costrigne,~Ne concepîr meraviglioso affetto,~E di salso umidor
2934 III| libagion. Forte di questo~Meravigliossi Teletusa, e, fiso~Di Feronia
2935 III| or la meschina~Perdendo merca e supplicando accatta.~Scorre
2936 III| viste, e libertà divenne~Merce di ladri e furia di tribune.~
2937 III| il portamento assunse;~La meretrice che laggiù si noma~Libertà
2938 III| alvi~Di questori prefetti e meretrici.~Or di’: conte all’eroe
2939 II| lieta aurora e splendido meriggio,~Non forse avrebbe la crudel
2940 III| del Pelide Achille,~Alcuna meritai grazia o mercede,~Su questi
2941 II| sospiri,~Meglio i trasporti meritar sapea.~Oh rimembranze! oh
2942 I| Maggior del grido è il merito:~E nel sederti a lato~L’
2943 II| cuor villano, e libertà non merta~Chi l’amico lasciò nella
2944 III| non unge arcigna~Getta al merto giacente in su gli stecchi.~
2945 III| esecrate, per lei tòschi mesce;~Suo brando è l’oro, ed
2946 III| cielo.~Poi, gli amplessi mescendo e le parole,~De’ propri
2947 III| arpie;~Pianto d’attrite meschinelle, avulse~Ai sacri asili,
2948 III| invan si batte l’anca il meschinello,~Invan si straccia il crin
2949 II| sparga~Il talamo beato? Oh me meschino!~Spenti gli Dei che del
2950 I| Di madre e di sorella,~E mescolanza orribile~Trasse da questa
2951 III| al cenno,~Già la sua fida messaggera e ancella~Verso Eolia battea
2952 III| sonora,~Schianta uccide le messi e le travolve;~Poi con rapido
2953 III| soldato al villanello~Le méssi invola e i lagrimati armenti.~
2954 III| anteporre alle trinacrie mèssi.~Nè te d’Aricia il bosco,
2955 III| sospirando il passo~Quella mest’ombra, e alla sua scorta
2956 III| dolce e prima del mio vol la mèta.~Per tutto armi e guerrier,
2957 III| incude le roventi masse~Del metallo castiga, e qual le tuffa~
2958 III| ritroso fanciul tenendo il metro,~Quando la madre a’ suoi
2959 III| Dell’iniqua città quindi mettea~Le scelleranze tutte; e
2960 III| ch’alla mano il temo vi mettete~Di conquassata nave (e tal
2961 II| pennelli, e di quel d’Arno~«Michel più che mortale angel divino».~
2962 I| fiori e l’onde,~Parean di miele e balsamo~Tutte stillar
2963 III| la spoglia animò, poscia, migrando~Di corpo in corpo, la famosa
2964 III| calzato allo scalzo le fortune~Migrar fûr viste, e libertà divenne~
2965 III| Damasco i giardini e di Mileto;~Quella rosa che poi, nel
2966 III| alla lor vista~Un cherubino minaccioso e fiero~Un di quei sette
2967 III| e cave grotte~Sbucano di Minèo l’atre figliuole,~Quando
2968 III| Strascinavasi quivi un mansueto~Di ministri di Dio sacro drappello,~
2969 III| Col rostro della folgore ministro,~L’aquila sacra si pulía
2970 II| schiva~Di minor vanto e di minore impero.~Torna; e se cerchi
2971 III| disse~Noi miseri, che fia? Mirate in quale~Fier silenzio sepolta
2972 III| intanto e i gran litigi~Mirava Iddio dall’alto, e giusto
2973 III| i cipèri~E l’alghe e le mirici in larga copia~Cresciute
2974 I| fiero canto~De’ franchi mirmidóni e delle trombe,~Sussurrando
2975 II| in quel tronco~Cessò di Mirra l’odoroso pianto.~Ov’è l’
2976 III| stella.~Poscia che dati i mirti ebbe a man piena,~Di lauro,
2977 III| Cittadino,~Muori, ma paga: e il miser paga e spira.~Oh virtù!
2978 III| punita?~Perchè tante perir misere squadre~Per la causa de’
2979 III| palpitando: — Oh! — disse~Noi miseri, che fia? Mirate in quale~
2980 III| Chio~E gli orti ircani e i misii e il verde Egitto,~E la
2981 II| sventura col suo dolce è mista:~Lei guarda il ciel dalla
2982 II| ha cosa in pregio~Che ai misteri d’Amor più si convegna~D’
2983 III| che guasta il pomo,~Vedi misti i sereni alle procelle~Alternar
2984 III| infelici.~Salve, sacra al dolor mistica pianta,~E l’umil zolla,
2985 II| mostrarsi, il trasparente~Mistico vel di tue figure implora,~
2986 II| e di martíri~Portentosa mistura è il cuor dell’uomo!~Questa
2987 I| de’ popoli~Il viver tuo misuri.~Spirto profan, dell’Erebo~
2988 II| saggio v’attigne), veneranda~Mitica dea! qual nuovo error sospinge~
2989 III| in cor sentissi~La doglia mitigar, tanta fra’ boschi~Gentilezza
2990 III| mille tiranni adulterasti;~E mitre e gonne e ciondolini e suono~
2991 I| mancipio,~Or salmeggia; e una mitria è il suo cimiero.~Di quei
2992 II| seconda piaga.~Tutte allor di Mnemosine le figlie~Fur viste abbandonar
2993 III| restituta;~Tu che vincendo moderanza insegni~All’orgoglio de’
2994 III| Le fioriva da canto la modesta~Licnide figlia delle ambrosie
2995 III| altri con rozze~Cantilene molcendo la fatica,~Dà il fiato e
2996 III| Alla strozza un capestro le molesta;~Torvo il cipiglio, dispietato
2997 II| architettrici e pronte~Di moli aggravan la latina arena~
2998 III| Romor d’ali e di piè che di molt’acque~Parea lo scroscio.
2999 I| uom e l’uom, fra il vario~Moltiplicar d’oggetti,~Nuovi bisogni
3000 III| domator, tu che dai numi~Moly sei detto con parola al
3001 III| braccio e chi del naso è monco;~E tutti intorno al regio
3002 II| comando~Uscir fe’ tutte le mondane cose,~E al guerreggiar degli
3003 II| padre Alighier che per te monde~D’ogni labe contempla le
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