'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo
Parte
3504 III| rendi~Su le mie labbra la pimplea favella.~Là dove impôsto
3505 II| e tutte~In lugubre color pinger le cose.~Chiedi a costui
3506 I| essi~Impoveriti e vedovi~Di pini e di cipressi.~Il fragor
3507 III| che va mancando.~E tutta pinta di rossor com’era~Parlar,
3508 III| sereno.~Inversero le coppe; e piobber quelle~Il fatal sangue,
3509 III| i fianchi; già sfasciati piombano,~E dan la porta all’inimico
3510 III| le colonne~(Chè dritto a piombo su l’inferna vôlta~Il tremoto
3511 III| donna~Dal terzo cerchio le piovea nel grembo~De’ fecondi suoi
3512 II| sovra i sopiti egri mortali~Piovon di perle rugiadose un nembo.~
3513 III| prestami, o fida, il tuo piovoso~Arco d’oro e di luce. E,
3514 III| diva~Le dilesse, e su lor piovve la piena~Di tranquilla ricchezza.
3515 III| morto amico gli avvampâr la pira.~Già stendendo venìa l’umida
3516 III| tremò Gebenna~E il Bebricio Pirene, e lungo e roco~Corse un
3517 III| bandiera,~In su la rupe pirenea s’affaccia,~Tratto il brando
3518 III| I sotterranei zolfi e le piriti~E gli asfalti oleosi, e,
3519 I| stirpe! ahi diro~Secol di Pirra! Insanguinata e rea~Insanisce
3520 III| Procida spinse ed Ischia e Pitecusa.~Pluto istesso balzò forte
3521 II| Marone;~E qui reggesti del Pittor d’Urbino~I sovrani pennelli,
3522 III| e qual di cigno~Apre la piuma biancheggiante e pura:~Ondeggiavano
3523 III| d’avene, di zuffoli e di pive,~Ma di tamburi e trombe
3524 III| signoreggia; ed essa~La placabile diva in su la soglia~Del
3525 III| virtude, onde il furore~Placar de’ morbi, addormentar le
3526 III| di flutti ora sospinse,~Placata scorrerà del Lazio i lidi.~
3527 III| interrompea la cima.~E già su le placate onde leggieri~Spiravano
3528 III| ricrea gli alti sistemi.~I placidi cercai poggi felici~Che
3529 III| abbondanza il sole,~E di placido regno, infin che il goto~
3530 I| a Cartago rea cagion:~Ei placolle, e le sconfisse~Col sorriso
3531 III| lombarde in piedi; e ver’ la plaga,~D’onde il forte venía nuovo
3532 III| cenno del capo il fier poeta~Plause a quel dir, che il generoso
3533 II| concento degli augelli e il plauso~Delle create cose egli sublime~
3534 III| Fuman l’are latine, e di plebeo~Rito van lieti, e di minori
3535 III| bionda vallea, quando le Pleiadi,~Che d’Orïon la spada incalza
3536 III| luce aprîrsi~I solerti di Plinio occhi veggenti,~Ed or l’
3537 III| sudor, di cicatrici,~Chiedea plorando del suo sangue il frutto;~
3538 III| l’onda: su la mesta riva~Ploravano le ninfe, e al Vaticano~
3539 | poca
3540 III| PARTE III~POEMETTI~ ~
3541 III| è corbo,~E fu tra’ vivi poetando un cigno.~Gli vien seguace
3542 II| foco ti cangiâr le nuove~Poetiche dottrine, alto gridando:~
3543 III| sistemi.~I placidi cercai poggi felici~Che con dolce pendío
3544 III| impietosite anch’esse~Sciogliean, poggiate sulle lance, il pianto.~
3545 III| Dalla pietra natía spinse le polle~Sì dolci in prima e cristalline.
3546 III| avverrà che stanco~Talvolta il polso al pio voler si nieghi,~
3547 III| serva ti fu? Dove lasciasti,~Poltra vegliarda, la virtù latina?~
3548 III| umil Trapunzio e Longula e Polusca:~Tre la ferocia del possente
3549 III| e di foglie e di rotata~Polvere che serrar fa le palpèbre.~
3550 III| immantinenti~Di varïate polveri ne sparse~L’ima radice,
3551 III| caste~Di Minerva cavalle polverose.~Alto a rimpetto, fra pudichi
3552 III| mole~D’acque coprendo le pomezie valli~E le cittadi alla
3553 III| Di Canente superbi e di Pomona,~Non videro giammai forme
3554 II| E passò la stagion delle pompose~Menzogne achèe. Di fè quindi
3555 III| romito~Dei delitti il sottil ponderatore;~E, — Fu giusto, poi disse,
3556 III| allora~Traboccâr le bilancie ponderose:~Grave in terra cozzò la
3557 I| domator servire.~Per lui del pondo immemore,~Mirabil cosa!
3558 II| picciol mondo a contemplar poneami,~Che tra gli steli brulica
3559 III| Laguna di dolore il piè ponete,~Onde il puzzo purgarne
3560 III| nostra~Divina qualità più ponga fede?~Prendi adunque sul
3561 I| con ciò tutto nella mente poni~Che cerca un lungo sofferir
3562 III| ammonisce e la sua fede!~Poniamo, o figli, le ginocchia a
3563 III| Simoenta e Xanto~Al mar non ponno ritrovar la via,~Ma quando
3564 II| su cui l’uman tronco si ponta,~E parte e riede, e or ratto
3565 III| mezzo~Spingerà delle torbide Pontine~Delle vie la regina. Indi
3566 II| Siracusa, e l’infelice~Esul di Ponto. Or qual v’ha cosa in pregio~
3567 III| drappello,~Ch’empio dannava popolar decreto.~Un barbaro di lor
3568 III| Invitan sotto alle materne poppe~Mugolando i lor nati a ripararse.~
3569 II| dentro, onde a’ miei mali~Por termine, e nei vortici travolto~
3570 III| coltello,~Pietà, Signor, porgendo il collo ignudo,~Signor,
3571 III| diletto con le rosee dita~Porger loro di Stige il saporoso~
3572 III| Ausonia i numi~Cortesemente, e porgerà di pace~A Feronia l’amplesso;
3573 II| cortesi è re, vanne e gli porgi~Queste parole: Amico ai
3574 III| le nubi ascose,~E tentò porlo in ciel la tracotante,~E
3575 III| corpo minor, ma di più viva~Porpora acceso, avría lor tolto
3576 II| Invian fiamme innocenti e porporine.~Di tante faci alla silente
3577 III| Tra color persi azzurri e porporini,~Fèr di sè stessi un cerchio.
3578 III| questo i più lodati eroi~Porran l’opra e l’ingegno. Io non
3579 II| adopra~Tu quel magico cinto a porre in fuga~Le danzanti al lunar
3580 III| S’avean sul corno, orror portando e morte.~Stendean Reno e
3581 III| ciel scorrono, e al nume~Portano i voti degli oppressi e
3582 II| corsier morello~Venuto a via portar nel pianto eterno~Disperata
3583 III| veloci esultarono i cavalli~Portatori del giorno, e di grand’orme~
3584 II| inferno ei fosco e fiero~Portava il ciglio, e livido l’aspetto~
3585 III| Doma il poter. Di questo portentoso~Vegetante fra noi, siccome
3586 I| Sì dimesso il volto~Non porteresti e i piè dal ferro attriti,~
3587 I| questa!~Eppur d’Atene i portici,~I templi e l’ardue mura~
3588 II| notti il sogno,~E pietosa a posarti in su la sponda~Vieni del
3589 I| Del Tebro su le rive.~Qui poser franche e libere~Il fuggitivo
3590 II| voi l’arti dilette~In che posero entrambe un lungo amore,~
3591 III| liscio cassitèro, ove la diva~Posò l’eburnee piante; e, così
3592 III| latine~D’Elide l’are già posposi io stesso,~E sul Tarpeo
3593 II| l’aspetto.~Oh! perchè non poss’io la mia deporre~D’uom tutta
3594 III| Lagrimoso il suo duca e possedute~Quindi le strade da silenzio
3595 II| dolce~Linguaggio non avea posto quel dio~Su mortal labbro,
3596 | Potei
3597 III| in tanto lutto~Avvolgere potéo? Fu la crudele~Moglie di
3598 III| primo~Ausonio padre, nè potêr giovarti~Di Dardano i Penati,
3599 III| nemico;~Or m’è tolto il poterlo, e l’alma spiega~Più larghi
3600 II| sorriso, un sospir dunque potero~Non preveduto suscitarmi
3601 | potesti
3602 | poteva
3603 | potranno
3604 I| sorride.~A qual orecchio è povera~de’ pregi tuoi la Fama?~
3605 II| amico, fuggite, fuggite,~E povere d’orror cedete il loco~Ai
3606 III| lamentoso~Chieder pane s’udía di poverelli~Che agli orecchi toglieva
3607 III| altri v’accorrono di fama~Poveri e d’onda fiumicei seguaci,~
3608 II| Le foreste, le valli, i prati, i monti,~E le viti e le
3609 I| Gente di voglie temerarie e prave.~Ella passa e non guarda;
3610 III| Italia il paradiso.~Narrò da pravi cittadin tradita~Francia,
3611 II| gigante e diva~Si fe’ di tanto precettore al fianco;~Poichè un nume
3612 III| è il calabro antico, che precide~Alle mie rote il giro e
3613 III| taciturna~Su le rupi setine si precipita.~Tocca pur anco non avea
3614 III| stella che alle notti estive~Precipite labendo il cielo fende~Di
3615 III| cela il come;~Poi cadendo precipiti e sonori~Tra scogli di smeraldo
3616 III| prestezza.~Su la vetta calâr precipitosi~Delle rupi setine, onde
3617 III| generoso fiele~De’ bollenti precordii in parte acqueta.~Aprì di
3618 III| altrui volere:~Amistà, che precorre al prego e dona,~E il dono
3619 III| quell’altro saggio,~Che, precorso un sorriso, così venne~Seguitando
3620 III| pronta si getta,~Vorría tutti predarli, e li divora~Tutti con gli
3621 III| sanno i venti~E le piogge predire e le procelle.~Colà bieca
3622 III| ingordi alvi~Di questori prefetti e meretrici.~Or di’: conte
3623 III| morte lo tragge anch’ei pregando,~Il popol mio, dicea, che
3624 III| composto amato e caro,~Vi pregàr sopra l’eterno riposo,~Disser
3625 II| collo pendere,~E d’un bacio pregarmi, e d’un sorriso~Con angelico
3626 III| Levârsi, e ognuna di parlar pregava.~Chi si fûr elle, e che
3627 I| virtude innamorate, a Dio~Pregheranno, che lieti e ognor sereni~
3628 III| meglio a Dio si prega~Il pregherò, che presto ti discioglia~
3629 III| Amalecco quel dì che i lunghi preghi~Sul monte infino al tramontar
3630 I| qual orecchio è povera~de’ pregi tuoi la Fama?~Alunna delle
3631 II| sorger crudeli~Gli uomini, i pregiudizi e la fortuna;~Perder la
3632 II| trovate cifre avrían sospinto,~Pregustava la gioia, e della sorte~
3633 III| la sorella~Freme, e l’ira premendo in suo segreto,~Le sue piaghe
3634 III| che solo il cor sapea,~Premendosi nel petto, a far più mite~
3635 II| fa il vento,~E queste che premiam tenere erbette,~Sono d’un
3636 I| de’ fabri~Volto e vigor prendevano~I massi informi e scabri:~
3637 III| timor) la sua fragranza~Di Preneste la rosa: al primo aspetto~
3638 III| terra,~Fu pestana nomata e prenestina.~Sua sorella minor, ma di
3639 III| Licia han tolto il grido~Le prenestine, e di Laurento i boschi~
3640 III| selva~(Ch’ella a ciò si prepara, e consentire~Io le vo’
3641 II| orme~Spazïando, con esso preparavi~Di questo mondo l’ordine
3642 I| Onorati mariti,~Che a Caton preponesti, a Bruto, a Scipio!~Leggiadro
3643 III| Ai dipinti Agatirsi ama preporre~Del Soratte gli scalzi sacerdoti.~
3644 III| volle il dio d’Arcadia, e lo prepose~Agli ebuli sanguigni ed
3645 II| spogliate alfine~Del reo presagio di feral fortuna,~Invian
3646 III| cui téma e amor rendean presago~Di maggior danno, e non
3647 III| zoppicando,~Le corse incontro; e presala per mano,~Di fuliggine tutta
3648 III| trecento al fonte~D’Arad prescelse, e al Madianita altero~Fe’
3649 I| patria i Numi,~Di Roma alfin prescelsero~Gli altari ed i costumi.~
3650 II| Gratulando al marito e presentando~Di cari doni la beata sposa,~
3651 III| guerrier vestiti a bruno~Le presentâr spumanti; una dicendo:~Sorga
3652 III| spirto.~Al felice natal presenti avea~Sculte il fabbro le
3653 III| più che all’uom cortese,~Presentimento diè quasi divino,~Da subito
3654 III| in su la sabbia;~Poi ne’ presepi insidïando vanne~La vedova
3655 I| in suol nemico~Sembianza presi ed abito,~Di peregrin mendico.~
3656 III| ne tinse~La bianca neve. Prestamente quindi~Le trasse innanzi
3657 II| alcuni tra lor miti e pietosi~Prestansi aíta ne’ bisogni; assai~
3658 III| ancella~Verso Eolia battea preste le penne~Con prego ai venti
3659 III| di Feronia, il bosco~Che prestò l’ombra ai mal concessi
3660 III| padre.~Altri è schiuma di prete, e fraudolento~De’ galeotti
3661 III| alle porte~Inesorate di pretor crudele.~Mentr’egli sì dicea,
3662 II| del più scaltro la ragion prevale.~Questi gli oggetti, e questi
3663 II| sospir dunque potero~Non preveduto suscitarmi in seno~Tanto
3664 II| in quegli angusti petti,~Previdenza, consiglio, odio ed amore.~
3665 III| l’avvinta~Verga di serpi, prezïoso dono~Del fatidico Apollo
3666 III| sangue rosse;~E la mortal prigione ond’era uscita~Subito indietro
3667 III| e belati alto risuona;~E prigioniera dall’opposte rupi~Le dolci
3668 II| addormentati nembi e le procelle!~Prigioniero mortal! dunque non fia~Questo
3669 II| Te, di tutte bellissima e primiera,~Che con rozze figure arditamente~
3670 III| Resistere la salma, e le primiere~Sembianze rimaner: tosto
3671 II| Al Principe Don Sigismondo Chigi~ ~Dunque
3672 I| peregrino~ ~A. S. E. LA SIGNORA PRINCIPESSA~DONNA COSTANZA BRASCHI ONESTI
3673 III| seguía~Delle smarrite virtù prische il coro;~E maestosa al fianco
3674 II| già fu, che, dilettando, i prischi~Dell’apollineo culto archimandriti~
3675 III| pubblico sazia, anco il privato~Aver divora; e il vede e
3676 III| diè volta addietro.~Tra le priverne rupi e le setine~S’apre
3677 III| giù rivolti e d’allegrezza privi,~Nè a verun degli dèi, che
3678 I| di bende avvolsegli,~E lo privò del guardo.~A far dell’alme
3679 III| maritaggi,~Securo a tutti procacciando il seggio,~E salubri ruscelli
3680 II| e in un con esso~Par la procella del mio cor sopita.~Io balzo
3681 III| Era il tempo che tolto al procelloso~Capro, il sol monta alla
3682 III| divise, e in mezzo all’onde~Procida spinse ed Ischia e Pitecusa.~
3683 I| E dárlati crudel l’altra procura.~Tu muta siedi; ad ogni
3684 I| il suo cimiero.~Di quei prodi le sante ombre frattanto~
3685 II| incorrotto di corrotti figli,~Che prodighi d’ampolle e di parole,~Tutto
3686 III| rinserra,~Forz’è il blasfema proferir di Bruto?~Con la sventura
3687 II| tacito attento alle parole~Profetiche di tanta arte il felice~
3688 III| parea, questo consiglio~Profferir l’infelice, e chete intanto~
3689 III| per odio percosso, or per profitto;~E le preghiere intanto
3690 I| appena il giunge.~Fosco di là profondasi~Il suol fuggente ai lumi,~
3691 III| fronte onde s’apriro~Sì profondi pensieri, un’altra disse:~
3692 I| fronte.~Pians’io con essa; e profugo~Dalle cittadi impure~Corsi
3693 III| colpa e de’ Lapiti?~Ed io, progenie di Saturno, ed alta~De’
3694 III| digiune~Fêro a noi ciò che Progne alla sua prole.~Dal calzato
3695 III| la curva del cadere~De’ proietti creata, e primo vide~Il
3696 II| spirto,~Perchè, Gismondo, prolungar cotanto~Questo lampo di
3697 III| vergognosa.~E spero io ben che la promessa aita~Piena e presta sarà,
3698 I| fato è Bonaparte; e basta.~Prometeo nuovo ei venne, e nell’altera~
3699 I| adulatore.~Egli del fango prometéo m'attesta~La corruttibil
3700 III| gagliardi~Dentro le fiamme, e promettendo pingui~In nome della dea
3701 III| tuoi torti, o madre, io lo prometto,~E in uno i miei vendicherò:
3702 III| contrade latine, a cui l’impero~Promettono del mondo il fato e Giove.~
3703 III| quel della luna, allor che proni~Ruota i pallidi raggi e
3704 I| rispondi al fier così:~— Di prontezza e di coraggio~Te quel grande
3705 III| odorosa educar dolce famiglia,~Propagarne le stirpi, e cittadina~Dell’
3706 I| Degl’incostanti secoli~Propagator divino,~Alle cittadi incognito~
3707 I| le menti.~L’uomo alla sua propaggine~E all’amistade inteso~Lieto
3708 III| sanguigno,~E cupo un rombo propagossi. Il rombo~Venìa dall’opra
3709 III| amiche, toccheran le tazze~Propinando a vicenda, e in larghi sorsi~
3710 II| Aulide col sangue~D’Ifigenia propizi invoca i venti,~E, spinta
3711 III| ma come? e donde?~E a chi propizie volgeran le sorti?~Al suo
3712 | propri
3713 | propria
3714 III| suggetta~Sotto le franche prore, e la premea~Il timor della
3715 III| Quindi proscritte le città, proscritti~Popoli interi, e di taglienti
3716 III| aspetta e il ciel disserra~(Proseguì l’ombra più infiammata in
3717 III| infin che desta~A quel romor Proserpina, la bella~D’Averno imperatrice (
3718 I| Prosopopea di Pericle~ ~ALLA SANTITÀ
3719 III| me lasciate al mio~Signor prostrarmi. Oh date il passo! E presta~
3720 III| taccio il lamento~Della prostrata elvetica fortuna.~Ma l’affanno
3721 I| attriti,~Se pel natio vigor prostrati i nervi~Superba ignavia
3722 II| A’ suoi ginocchi mi tenea prostrato~Più vago oggetto a contemplar
3723 III| propinque rive~Gli Egipani protervi, e, saltellando,~E via gittando
3724 III| però; ma con diletto~Le man protese, e balenò d’un riso~Per
3725 III| L’ombra d’un elce~Del dio protesse il dolce furto: e lieta~
3726 III| questo mar crudele.~Poichè protetta la rapina emunse~Del popolo
3727 III| perla invenne, e Doto e Proto,~E tutta di Nerèo l’ampia
3728 I| Italia sul Tesin v’aspetta~A provarne la spada e la vendetta.~
3729 III| contra gli Angli le famose prove.~Di là ripiega inverso la
3730 III| Sion s’udiro,~Quando la provocata ira divina~Al mite genitor
3731 III| innocente~Fan sull’eterno provveder pur anco~Del saggio vacillar
3732 III| immenso suo mar volta la prua.~S’or sì forte ti duoli,
3733 III| sarà cortese;~Ch’ella è prudente, e degli afflitti amica,~
3734 III| E di gelo grondante e di pruina;~Perocchè per dolor posta
3735 III| spavento offesi.~Verde qual pruna non ancor matura~Cinge il
3736 III| alpine e l’angliche e le prusse~Usciranno a cozzar colle
3737 III| fatti riparo~Delle tue psalmodíe; godi, se puoi,~D’aver cangiato
3738 II| delle sue sorelle?~Dunque di Psiche la beltade, o quella~Che
3739 III| polverose.~Alto a rimpetto, fra pudichi allori,~Di Trivia il tempio
3740 III| muta arte paterna~Torna il pudico giovinetto in vita~Cui,
3741 III| vinta dell’inferno era la pugna,~E lo spirto d’abisso si
3742 III| preghiera~Già col Xanto pugnai, quando spumoso~Co’ vortici
3743 II| di pietade armati;~E su i pugnali tuttavia vermigli~Fêr di
3744 II| e lucida la chioma;~Ei, pugnando e vincendo e stanco mai,~
3745 III| Tolta al dolor delle terrene pugne~Apriva intanto la grand’
3746 III| ma ben di trito~Odoroso puleggio e di farina~D’acqua commisti
3747 III| ministro,~L’aquila sacra si pulía le piume;~Mentre sicure
3748 III| solea,~Quando desire la pungea di farsi~Al suo fero amatore
3749 II| si schiude, in più desío~Pungere i cuori ed allettar le menti.~
3750 III| strappagli dal fianco;~E del pungulo invece e della marra~D’armi
3751 II| consesso che in Atene il crime~Punía de’ numi da’ tremendi seggi,~
3752 III| Scipio giovinetto~Contro i punici dardi allo spirante~Padre
3753 I| Dell’atro Dite il piede:~Punillo il Fato, e in Erebo~Fra
3754 III| Negl’innocenti popoli è punita?~Perchè tante perir misere
3755 III| calcagno appese,~E il braccio punitor, che non avea~Perduta ancora
3756 III| sangue tuttoquanto,~Da cento punte in cento parti offeso.~Ruppe
3757 | puoi
3758 III| piè ponete,~Onde il puzzo purgarne che n’ammorba;~Voi ch’alla
3759 III| che state ad ascoltar, voi puri~Spirti del ciel, cui veggio
3760 III| un ruscello in mezzo~Di purissimo elettro. Ivi furtivo~D’Egeria
3761 III| Italia mia~Ne bulica e ne pute anco il terreno.~Ultimo
3762 III| Tutto è strame letame e putridame~D’intollerando puzzo, e
3763 II| il fiero pasto,~Che nel putrido ventre cavernoso~Brulicando
3764 III| chi versuto ciurmador le quadre~Muta in tonde figure, e
3765 III| di Sicilia i liti;~Primo quadrò la curva del cadere~De’
3766 | qualcheduno
3767 | qualcuna
3768 III| adori, e nella nostra~Divina qualità più ponga fede?~Prendi adunque
3769 | Quand’
3770 III| fu manifesto. —~— Io di quassù l’intesi, o pellegrino~Canoro
3771 | quegl
3772 III| Esagitata rugge, e dalla quercia~Si devolve su l’olmo e su
3773 III| brancolando per dolor già cieco~Si querela che morte ancor non vegna;~
3774 III| eterni~(Fuor che le meste e querule Preghiere,~Che libere pel
3775 III| duci e gl’ingordi alvi~Di questori prefetti e meretrici.~Or
3776 III| riverenti.~D’ogni parte quetato era lo squillo~Delle angeliche
3777 III| Foste cortesi di vostr’ombre quete,~Quando ei fabbro di numeri
3778 III| nondimeno~«Qual di te lungo quì aspettar s’è fatto! —~Così
3779 III| ulular cagne e lupi;~E la quïete abbandonar dell’urne~Pallid’
3780 III| CANTO QUINTO~ ~Non mi fece risposta quell’
3781 III| artiglio~Securi e sgombri di Quirino i lidi;~E a me, che nullo
3782 III| dal digiuno.~Sul ciglio rabbassati ha i larghi feltri,~Impiombate
3783 II| natura, e tutte~A me dintorno rabbellía le cose!~Or s’è cangiato
3784 I| Dentro la strozza in suon rabbioso e tristo,~E Gesù bestemmiava,
3785 II| selvaggia,~Ch’aspro il vento rabbuffa e la tempesta.~Striscia
3786 III| Come l’istrice gonfio e rabbuffato.~Al fine in compagnia de’
3787 III| l’urna~Che d’Asia i fati racchiudea nascose.~Partissi: e di
3788 III| Maledetto in inferno ove raccoglia~Tutte insieme le colpe Radamanto.~
3789 I| l’Europa il suo pensier raccoglie.~Stansi a fronte, ed il
3790 III| Di rugiadose stille allor raccolte~Dalle rose di Pesto Iri
3791 III| pente~Da pria sommersi i mal raccolti abeti.~Mugge l’onda d’Atlante
3792 III| il mio spirto, Signor, ti raccomando.~In questo dir con impeto
3793 III| stolta fellonia perdona,~Nè raccontar lassù che ti fei guerra.~
3794 III| Escono consolate ombre a raccôrre~Sul freddo sasso degli amici
3795 III| raccoglia~Tutte insieme le colpe Radamanto.~Dell’albergo fatal guardan
3796 III| Dell’abborrito culto, e raddolcisca~La mia giust’ira di Feronia
3797 II| su gli occhi le tenebre raddoppia~Al pellegrin che si sgomenta
3798 I| le fronde:~Gli amplessi raddoppiarono~Le giovinette spose;~E a’
3799 III| stillan le viti.~Lieve lieve radendo il folgorato~Terren di Maia
3800 III| Che verace virtute in sè raduna?~Cede il giusto la vita
3801 III| uscita, alfine~L’ali aperse e raggiando alzossi al cielo.~Le virtù,
3802 II| alme attendea.~Tu allor, raggiante d’un sorriso in giro,~Dei
3803 III| cui d’ogni nube immacolato~Raggiava immemor del suo corso il
3804 III| persegue mugghiando, e ne raggiunge~Altri al tallone, e li travolve;
3805 II| cor fallace~Sol di sangue ragiona e di vendetta,~Che in re
3806 II| riviver le selve, e di sublimi~Ragionamenti risonar le vôlte~D’un altro
3807 III| finch’ei vegna,~Di sua virtù ragionerò con Dio.~Brillò, ciò detto,
3808 II| la lode i generosi~Spirti rallegra, e immortalmente vive~L’
3809 III| filari, come stral diritti,~Rallegrando di molli ombre i sentieri.~
3810 II| divi al navigante amici~E rallegranti al suon di tube e conche~
3811 II| le valli e di Gebenna~Si rallegrâr le rupi, ed un muggito~Mandâr
3812 III| inestinguibil tempra, e in cavo rame~L’imprigionò. Di cotal pèste
3813 III| Nugolo il velo ed affrettar raminga~Gli atterriti cavalli ad
3814 III| Chè troppo d’amarezza e di rammarco~Avea l’anima piena. Onde
3815 I| ravvolto io fui.~Carca d’alto rammarico~Se ’n dolse l’infelice~Del
3816 III| seguendo, di Bauci e Filemone~Rammentâr l’avventura, e quel che
3817 III| prava~Masnada i più famosi a rammentarme,~Se l’orror la memoria non
3818 II| Allorchè il Sole (io lo rammento spesso)~D’Orïente sul balzo
3819 II| il vento;~Indi il cervo ramoso, ed il leggiero~Daino fugace;
3820 I| sonno è desto;~Però della rampogna,~Che mosse il tuo parlar,
3821 III| fucina,~Visitando i lavori, e rampognando~I neghittosi: con le larghe
3822 III| con minacce e dure onte e rampogne~Stimola e incalza l’infelice.
3823 III| con amare~Parole Italia ne rampogni, in cui~Dell’antico valore
3824 III| le membra grave-olenti e rance~Traspaiono da’ sai sdruciti
3825 III| vince natura,~Il superbo ranuncolo; un dì vile~Mal noto fiore,
3826 III| capo~In giù travolto, e con rapide rote~Vertiginose. Semivivo
3827 III| non si frange nè si può rapire.~Di’ lor che feci in sen
3828 III| cielo e luce~Ai mortali rapiro, e si fe’ notte,~Orrenda
3829 II| sole~E le stelle, non più rapite in giro~Armonïoso e per
3830 III| morsi acuti~D’Orizia il rapitor, che irato altrove~Volgea
3831 III| che tra la polve~Scorge rasa de’ campi già la faccia,~
3832 III| patrimonio.~V’ha, ventoso raschiator di cetra,~Il pudor caccia
3833 III| Fuor delle membra, e le rassegna in fretta~Fumanti e nude
3834 III| difesa~Di sue grand’ali rassicura i figli~Che non han l’arte
3835 III| momentaneo solco, e va sì ratta,~Che l’occhio appena nel
3836 III| o quale~Parte d’Olimpo ratteneati, quando~Di que’ bei labbri
3837 III| mosse a rincontro; e no ’l rattenne~Il mar della bollente araba
3838 III| celesti reina, a mezzo corso~Ratterrò gli odi e l’ire, e dovrò
3839 III| la terra e sul mare, e la rattezza~Passa de’ venti. Impugna
3840 I| Delle tempeste il regno.~Rattien la neve, o Borea,~Che giù
3841 II| Contro gli scogli della rauca Eubèa,~Tal di questi il
3842 III| l’altro dicea,~E l’altro Ravagliacco; ed il suo scritto~Il quarto
3843 III| in cetra,~E quel sottile ravegnan patrizio~Sì di frodi perito
3844 II| nell’error del senso.~Sol ti ravvisa di Sofia l’acume,~Che nelle
3845 III| pupilla~Difficil cosa è il ravvisar gli dei),~Ma in lei della
3846 III| alzò la faccia,~Gl’insubri ravvisò spirti diletti;~E mosse
3847 III| spiegò il manto,~In cui ravvolge le tempeste e i nembi,~E
3848 III| aureo stame~Al fatal fuso ravvolgean le Parche.~Delle rugose
3849 II| veste~Delle sue fiamme ti ravvolgi e splendi.~Tu del nero aquilon
3850 III| sembianti all’aricine~Selve poi reca la deliaca diva,~E palpitando
3851 III| io stesso,~E sul Tarpeo recai dell’Ida i tuoni~E le procelle.
3852 III| terra~Duri perigli salvo le recavano~Il fatal simulacro insanguinato~
3853 III| candido lino, e passe ulive~Récavi e pomi e grappoli, che salvi~
3854 III| Il passo accelerò verso i recessi~Del talamo divino; ed ivi
3855 III| ogni desiro.~A quest’ermo recesso i peregrini~Spirti avviârsi;
3856 III| quel mar di pianto,~Che rechi? Italia che si fa? L’artiglia~
3857 II| bellezza dell’Universo~ ~CANTO RECITATO NEL BOSCO PARRASIO DELL’
3858 II| e il core a lusingar li reco,~Or che di prode giovinetto
3859 III| misero, ed in braccio~La si recò; nè pianse ei già, chè tanto~
3860 III| volta,~E a piè del legno redentor disteso~Uom coperto di sangue
3861 III| la notte,~Ch’ir le vedi e redire e far carole~Sul capo al
3862 III| e nullo forse~De’ nemici rediva onde si mosse;~Ma vil patto
3863 II| coscritti che in muta terra~Reggean col cenno dalle sette cime;~
3864 III| piè stanco alfine~Mal si reggendo, e dalla lunga via,~E più
3865 II| lasciasti, e da Marone;~E qui reggesti del Pittor d’Urbino~I sovrani
3866 III| onde e di valor gigante.~Reggio ancor non obblia che dal
3867 III| suoi neri cavalli, che, le regie~Stalle intronando, inferocian
3868 III| monco;~E tutti intorno al regio sangue un rombo,~Un murmure
3869 III| Qui da tutta la volsca regïone~Per cento cave sotterranee
3870 III| alma ed ogni ruga,~Nel suo registro adamantino ha scritto,~Che
3871 III| Ch’ivi le aspetto, e là regnando in pace~Le nostre pene narreremci
3872 II| sentimento: estremi~Or vi regnano ancora i miei martíri.~E
3873 III| antenne, infrante vele,~Del regnator libecchio orrendo gioco,~
3874 II| cose. Della gioia estremo~Regnò sull’alma il sentimento:
3875 I| cuore ottenni.~Duce natura e regola~A’ passi miei si fea:~Ed
3876 II| muto.~Eppur sul volto le reliquie e l’orme,~Fra il turbo degli
3877 I| primo corse a fendere~Co’ remi il seno a Teti,~Su l’alta
3878 III| monta i rostri~Scappato al remo e al tiberin capestro.~Oh
3879 III| sbigottita;~Simile al mugghio di remoti tuoni,~Al notturno del mar
3880 III| accennando al duce~La fiera di Renallo ombra cattiva, —~Come, disse,
3881 III| sabbia.~E me, cui téma e amor rendean presago~Di maggior danno,
3882 I| videsi~Di Grecia la ruina~Render superba e splendida~La povertà
3883 III| onor primo~Interamente il renderan; chè l’opra~Immortal, glorïosa
3884 III| Civiltà, sapïenza e gentilezza~Renderanno l’umana compagnia~Dalle
3885 III| scopa, altri di gogna:~Qual repe e busca ruffianando il soldo;~
3886 III| ascolti;~E mesta la trovai del repentino~Tuo dipartire, e lagrimosi
3887 III| dittator della vincente~Repubblica di Cristo, a lui che il
3888 II| la tenerezza mia.~Allor requie non trovo. Io m’alzo e corro~
3889 I| Stige, e al vagabondo spetro~Resero il corpo nella morta valle.~ ~
3890 III| altari sabini, e le fûr resi~Per voler delle Parche i
3891 III| tacerò, se a tanto il cor resiste,~E pietoso il pensier non
3892 III| al colpo divino invïolata~Resistere la salma, e le primiere~
3893 II| Caos le tenebre indietro respingesti,~Che con muggito orribile
3894 III| quando spumoso~Co’ vortici ei respinse il divo Achille,~Che di
3895 II| guarda laggiuso, e il cor respira,~E immaginando nel piacer
3896 III| Levossi in piedi, ed ei le resse il fianco,~E la sostenne
3897 I| tenzon si scalda.~Forse restar doveami~Fra tanti io sol
3898 III| guardo fise,~Senza moto restarsi e senza voce,~Pallide e
3899 III| Evvi il turpe Bisogno e la restía~Inerzia colle man sotto
3900 II| riede, e or ratto ed or restio~Varca pianure, e gioghi
3901 III| Patrio delirio, e Francia hai restituta;~Tu che vincendo moderanza
3902 III| e la percosse.~Attonito restò l’occhio e la mano~Dell’
3903 III| divini;~Chè la memoria ancor retrocedea~Dal veduto delitto; e chini
3904 III| il fiume che corse un dì retrorso,~E il suol dove Maria, siccome
3905 III| galeotto e di Libetra~Certo rettile sconcio che supplizio~Di
3906 III| leggi si vestîr; fûr sacri~I reverendi magistrati; sacra~La patria
3907 III| avviârsi; e qui, seduti al rezzo~Tra color persi azzurri
3908 III| sguardo credi:~Or gemebonde rïalzar diffuso~L’enorme capo, e
3909 II| parole;~Amar te sola, e rïamato amante~Non essere felice;
3910 III| egra~Europa a nuova sanità rïarde.~Nuova lena le genti erge
3911 III| Dell’antico valor tosto rïarse.~Ella giunse, e a Massena,
3912 III| in Acheronte vada.~E chi, rïarso da superba febre,~Del capo
3913 III| ahi! parlo o taccio?)~De’ ribaldi il capestro al mio Signore,~
3914 III| sua ferita.~Fu chiamato ribelle ed interditto.~Anche il
3915 III| e il vome, e vomitato~Lo ricaccia nell’epa e lo rimpozza:~
3916 III| periglio;~Qui Bianchin, qui Ricciòli, ed altri assai~Del ciel
3917 II| attragge le create cose.~Te ricerca con occhio indagatore,~Di
3918 III| la rovina,~Fra le macerie ricercando a lungo~Andò col fiuto il
3919 I| vennero~Altre Virtù smarrite~A ricercar ricovero~Da quel crudel
3920 I| rabbia e l’ignoranza.~Ne ricercaro i posteri~Gelosi il loco
3921 III| non antro alcuno~Che ti riceva; scuoterò le rupi;~Crollerò
3922 III| Ferve irato il terren che la riceve,~E rompe in fumo: e il fumo
3923 III| mano della pia cultrice~Ricevean nuove leggi e nuova vita~
3924 III| tutta d’oro, in vita~Ei richiama le morte alme, ed a Pluto~
3925 III| nasconde?~Ed ecco in mezzo di ricinto ombroso~Sculto un sasso
3926 III| dolcezza, e i tondi balli~Ricominciar delle stellate rote.~Più
3927 III| uscire;~Poi tra le spade ricondur cattivo~E tra l’onte quel
3928 III| Fin promise al rigore: e, ricondutte~Le mansuete idee, giustizia
3929 III| figliuolo di Saturno. Ed egli~Riconfortala in pria con un sorriso~Che
3930 III| Che alla prima cagion la ricongiugne.~E ratto intorno le si fea
3931 II| origine divina~I sacri segni riconosco; ancora~Sei bello e grande
3932 II| Fa l’erba tremolar che la ricopre.~
3933 III| gran manto~Tornò la madre a ricoprir la figlia?~E Francia intanto
3934 III| nomarmi coll’antico affetto,~E ricordar siccome amai nè tacqui~La
3935 III| tal peste, e il passato ti ricorde.~E voi che in questa procellosa
3936 III| All’austero parlar, che ricordolle~Le incudi un giorno al suo
3937 III| Vene la vita che languía ricorre.~Al destarsi, al fiorir
3938 I| Virtù smarrite~A ricercar ricovero~Da quel crudel tradite.~
3939 III| goda, nè sia loco~Che lo ricovri: i flutti avversi ai flutti,~
3940 II| offendete, al suo tiranno antico~Ricuperando la corona e il manto,~Al
3941 III| nostri occhi Morféo~Sparger ricusa la letea rugiada,~D’ogni
3942 II| darete e tradimenti?~Deh! non rida all’idea de’ nostri danni~
3943 III| ascendeva la bell’alma al cielo.~Rideano al suo passar le maestose~
3944 II| Certo di gioia~A quel divino rideran le luci,~Ed Anna Malaspina
3945 II| lampo d’un sorriso intera~Ridestando la gioia in ogni petto,~
3946 II| seggio, e degli spenti altari~Ridestate le fiamme, d’Academo~Fe’
3947 III| detto,~Se mortal labbro di ridirlo è degno,~L’udrà chi al mio
3948 I| suoi fiati mi morde, io rido e dico:~Non è certo costui
3949 I| rispondo, d’un gentil sereno~Ridon tue forme; e questa imago
3950 III| altera, e alle sue stanze~Rieda in Olimpo; chè l’andar vagando~
3951 II| tronco si ponta,~E parte e riede, e or ratto ed or restio~
3952 III| de’ nembi genitrice~Tu ne riempi l’urne, tu ne fai~Giove
3953 II| e di lamenti~Le caverne rïempio, che dintorno~Risponder
3954 III| animò; nelle regali~Tende rientra del tuo padre e brilla.~
3955 III| di Francia direm? A che rïesce~De’ suoi sublimi scotimenti
3956 III| salvi~Son queste colpe? e rifaran gl’Insúbri~Le tolte chiome
3957 III| a parte a parte~Il sesso riferir, la patria, il nome?~V’era
3958 II| ed ella in lui gli occhi rifisse.~Così guatârsi entrambi;
3959 II| Che tremolando si vedean riflesse~Nel puro trapassar specchio
3960 III| Ululati, e da noi par che rifugga,~E a sé ne chiami. Ah chi
3961 II| sanguigna e pesta,~Che tutto gli rigava il mento e il petto:~E scomposte
3962 III| Averno incoronate~Van le rigide fronti, e un cotal misto~
3963 III| Quindi ai celtici boschi si rigira~Pieni del canto che il chiomato
3964 III| Traducendo i malnati. Essa il rigoglio~Ne correggeva ed il non
3965 III| piano.~Guarda, disse Giunon riguarda, o figlio,~Di mia vendetta
3966 II| D’un abisso mi spingo. A riguardarlo~Si rizzano le chiome e il
3967 III| Dio sol si stava immoto e riguardava.~Surse allor la Pietade;
3968 III| di Feronia, con più pio riguardo~Educata tu cresci, o mammoletta,~
3969 III| risposta quell’acerbo,~Ma riguardommi colla testa eretta~A guisa
3970 III| argomento~Avea di duolo, in bei rilievi espresso~Di nitid’oro e
3971 III| ali~Il sereno trascorse, e rilucente~Sul vestibolo sacro appresentossi.~
3972 III| al muto pensier con aurea rima~L’ali il color la voce e
3973 II| eterno~Il mio dolor, nè mi riman conforto~Che alzar le luci
3974 III| orbo padre intanto ahi! non rimane~Chi la cadente vita gli
3975 I| Virtù le selve,~Sole così rimasero~Nella città le belve.~Ma
3976 III| il regno,~Sol del petto rimasta è la costanza,~Venía di
3977 III| Dai cavi gorghi ne rendea rimbombo.~Ma lungi li tenea la punta
3978 II| trasporti meritar sapea.~Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque,~
3979 II| discopri,~E la beata notte mi rimembri,~Che al casto fianco dell’
3980 III| sua donna~In Campidoglio rimettea la cresta:~E, divina guerriera
3981 III| il periglio.~Questi ceppi rimira e queste vene~Tutte quante
3982 III| consuma,~Di Nizza inulto rimirando il lutto~Ed Oneglia che
3983 III| britanna; e al suo muggito~Rimormorar la baltica si sente.~Fin
3984 III| Ei di parlarvi, e voi, rimosso il velo~D’ascoltar degni
3985 I| il volto incognito~Le più rimote stelle,~Ed appressar le
3986 III| cavalle polverose.~Alto a rimpetto, fra pudichi allori,~Di
3987 III| Lo ricaccia nell’epa e lo rimpozza:~Nè del pubblico sazia,
3988 III| furtiva ad ogni petto~La pietà rinascente, ed anco parve~Che del furor
3989 III| fiore che segreto nasce~In rinchiuso giardin, nè piede il tocca~
3990 II| che stretta~Di nodi ti rinfranchi, e vie più bella~Da’ tuoi
3991 III| selva,~E per lo mezzo la rinfresca un rivo,~Che con grato rumor
3992 II| odoroso ergeasi in alto,~Gía rinfrescando le divine chiome,~E fra
3993 III| Tutto giorno si affina e si rinnova;~Tal che, guasta il bel
3994 III| nemica;~La qual su lei di rinnovar bramosa~Di Callisto la pena,
3995 III| Nuova lena le genti erge e rintegra:~E tu di questo, o patria
3996 III| poppe~Mugolando i lor nati a ripararse.~Ma con muso atterrato e
3997 III| coltiva il crin, fatti riparo~Delle tue psalmodíe; godi,
3998 III| Svelte, atterrate le tremanti ripe,~Con furor si devolvono.
3999 III| ch’ogni stella per lo ciel ripeta.~Sì dolce udíasi intanto
4000 III| flutto ed il tirren muggiva.~Ripetea quel muggir l’Alpe pietosa,~
4001 II| Malaspina andrà per l’ombre~Ripetendo d’Eliso, e fia che dica:~—
4002 III| Angli le famose prove.~Di là ripiega inverso la Rocella~Il remeggio
4003 III| permise dell’ara, ove tremenda~Riposava la folgore divina.~Sentì
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