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Vincenzo Monti
Poesie

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

     Parte
4004 III| Or qui vigor la fantasia riprenda,~E l’ira e la pietà mi sian 4005 III| nudrice e di rimorsi~Le mute riprendea danze celesti:~Quando per 4006 I| morta valle.~ ~III.~Poichè ripresa avea l’alma digiuna~L’antica 4007 III| bordello!~Tacque: e l’altro riprese: La divina~Virtù, che informa 4008 III| ardua cima del sereno Olimpo~Risalía Giove intanto, e ad incontrarlo~ 4009 III| infelice assai.~Salii discesi e risalii lo sghembo~Sentier di balze 4010 III| che mani è commesso il suo riscatto?~Libera certo il vincitor 4011 I| Ti sfida il forte che ne' rischi indura;~E il saggio senza 4012 II| delle membra or viene~A rischiararmi il laberinto occulto?~Veggo 4013 I| sovrana è la ragione,~Senza rischio la vita e senza affanno:~ 4014 III| ombra ai mal concessi amori,~Risorger si sentì l’ire nel petto~ 4015 II| più bella~Da’ tuoi mali risorgi e più perfetta!~Alma d’invidia 4016 III| viso;~E sull’orme così si risospinse~Del suo buon duca che davanti 4017 III| suo? Stolta, che tenta?~Se rispettar le nostre ire non sanno~ 4018 III| alberghi~Dell’aurea reggia rispettosi i divi~Accompagnâr l’onnipotente; 4019 III| Euridice,~Euridice, la ripa rispondea.~Conversa in astro quella 4020 III| Iterava l’Ibèro; ed alla terra~Rispondean pace i cieli, pace, pace.~ 4021 II| caverne rïempio, che dintorno~Risponder sento con pietade. Allora~ 4022 I| quanto son bella.~Figlia, io rispondo, d’un gentil sereno~Ridon 4023 III| degli occhi e della mano~Risposer quelle, e in preda alla 4024 III| l’aure~Non osano di far rissa e bisbiglio.~Volse indi 4025 I| il cor.~Di civili eterne risse~Tu a Cartago rea cagion:~ 4026 III| qualche cibo e di riposo~Ristorerai. La mia consorte poscia~ 4027 II| più forza al piede,~Più ristoro al mio cor: finchè smarrito,~ 4028 III| selva. A cotal vista~Le si ristrinse il cor; le corse un gelo~ 4029 II| bontà vien teco,~L’amor risvegli che stagion non perde,~E 4030 III| il trattato, e servi ne ritenne.~Pietà gridammo; ma pietà 4031 III| Qualunque la vendetta ancor ritenta.~Mugge fra tanto tempestosa 4032 III| Dïana cruente, e i lagrimosi~Riti latini, e un contro l’altro 4033 III| il gran carro~Della luce ritira, e l’Ore ancelle~Sciolgono 4034 II| tempo che da voi l’Eterno~Ritiri il guardo, e tanti Soli 4035 III| impero dell’onde questi campi~Ritoglierà. Ritolgali: men giusta~O 4036 III| questi campi~Ritoglierà. Ritolgali: men giusta~O men dolce 4037 III| e il bosco,~Ove a Stige ritolto, e della ninfa~Egeria in 4038 II| in più larga vena~Già mi ritorna su le ciglia il pianto.~ 4039 I| tomba Amore.~Dunque a colei ritornano~I Fati ad accoppiarmi,~Per 4040 III| e sparve; e non è degna~Ritrar terrena fantasia gli ardori~ 4041 III| cotal dubbio errando,~Si ritrassero entrambi, e lasciâr sola~ 4042 III| e Xanto~Al mar non ponno ritrovar la via,~Ma quando lene mormorando 4043 III| regno sospinse, o ch’io ritrovi~Agli arsi boschi in mezzo 4044 III| in sul mattino~Il sol la ritrovò sparsa le chiome,~E di gelo 4045 III| di Dio figlie ed ancelle,~Ritte in piè, dell’Eterno innanzi 4046 III| Orror cocapelli in fronte ritti,~Come l’istrice gonfio e 4047 III| Moglie di Giove, di sua man riversa~Dell’esule nemica i simulacri,~ 4048 III| ribrezzo~L’aperte bocche e le riverse chiome.~La luna il raggio 4049 III| selvoso~Del funesto Abukir rivide il flutto~E tant’oste che 4050 III| forza acquista,~Ed eterno rivive oltre l’avello~(Cominciò 4051 III| che il mio Melzi, a cui rivola~Della patria il sospiro... 4052 III| vinto dal veduto orrore~Più rivolsi laggiù, dove soltanto~S’ 4053 III| Onde con gli occhi~In giù rivolti e d’allegrezza privi,~ 4054 II| secondo che il tempo le rivolve~Nel suo rapido corso, a 4055 III| sollevando il muso,~E attonite rizzando ambe le orecchie,~Guardolla, 4056 II| spingo. A riguardarlo~Si rizzano le chiome e il piè s’arretra.~ 4057 III| lo potría di paradiso.~Si rizzâr tutte e quattro in un baleno~ 4058 III| cadde l’esecrato laccio,~E rizzârsi le chiome, e via per l’ossa~ 4059 III| leopoldo.~Quei chiede un Robespier che il sangue ausonio~Sparga, 4060 III| strugger Francia un solo, un Robespiero?~Tacque, e al nome crudel 4061 I| Quindi l'empia ragion del più robusto,~Quindi falso l'onor, falsi 4062 III| sette lune il danno.~Dodici rôcche aprîr le ferree porte~In 4063 III| Di ripiega inverso la Rocella~Il remeggio dell’ali, e 4064 III| per continuo maledir già roche.~D’orror fremetti; e venni 4065 III| Inique leggi, e per crearle rochi~Su la tribuna i gorgozzuli, 4066 III| Aleppo e Cipro,~Candia, Rodi e Damasco in umil pompa~ 4067 II| corporee forze,~Qual tarlo roditor, logora e strugge.~Giorni 4068 III| Giove~Tacean d’Ato e di Rodope le rupi,~E avea Bronte riposo 4069 III| fatal sangue, che tempesta roggia~Par di vivi carboni di fiammelle.~ 4070 III| inclita ninfa~Delle leggi romane inspiratrice.~S’apría di 4071 II| genio redivivo. Al suol romano~D’Augusto i tempi e di Leon 4072 II| d’orror cedete il loco~Ai romantici spettri. Ecco ecco il vero~ 4073 III| Di visitar talvolta ombra romita~Le care mura del paterno 4074 III| Strinse allora le labbia in romito~Dei delitti il sottil ponderatore;~ 4075 III| degno) il successore~Di Romolo traeva. Ivi le scese~Leggi 4076 III| pianto~L’aria geme da lungi e romoreggia.~Seguían coll’ali del vedere 4077 II| e nei vortici travolto~Romoreggiar del profondo torrente.~Codardo! 4078 III| brandía, che da lontano~Rompea la notte e la rendea più 4079 III| cibo, e le notturne~Ombre rompendo d’ululati e pianti:~Finchè 4080 II| il frale, onde son cinto,~Romper minaccia, e le corporee 4081 II| figlia,~A cui guerra tu rompi, e tanto hai tolto~Già dell’ 4082 III| Quei duo le spalle alle romulee mura.~E nel levarsi a volo 4083 III| E pria l’anime felle ne ronciglia~Fuor delle membra, e le 4084 III| petto. In questo dire~La rosea bocca alfin sciolse la dea:~ 4085 III| il perso arboscel che i rosei frutti~Ne mostra di lontan; 4086 II| sangue~Lasciarmi dietro rosseggianti i dumi.~La rabbia, che per 4087 III| Caton si pareggia, e monta i rostri~Scappato al remo e al tiberin 4088 III| ozïosa al sole aprico~Col rostro della folgore ministro,~ 4089 III| alfin volse le spalle,~E rotando in partir la face in alto,~ 4090 III| intenta e vaga~Quest’atomo rotante, ove dell’ire~E degli odii 4091 III| un nembo e di foglie e di rotata~Polvere che serrar fa le 4092 III| al suol cadute~Si movean roteando in presti giri.~D’ogni parte 4093 III| te lascio, che per l’alto roti~Sì strane ed ampie le comete, 4094 III| tenea,~Questi un brando rovente; e fisso i lumi~In Dio ciascun 4095 III| enormi:~Qual su l’incude le roventi masse~Del metallo castiga, 4096 I| a Giove il trono~Tentano rovesciar, rapirgli il tuono~E il 4097 II| coraggioso~In giù col capo rovesciarmi. Ancora~Al suo fin non è 4098 III| or le vedi~Come fiaccate rovesciarsi in giuso,~E inabbissarsi 4099 III| Altari e templi~E città rovesciate: io le vi dono,~E saran 4100 III| immenso vòto.~Intero un giorno rovinai col capo~In giù travolto, 4101 II| senza pianti~Senza stragi e rovine il santo amore~De’ miti 4102 III| sillogismo;~Vile! e tal altro del rubar maestro~A Caton si pareggia, 4103 III| schiuder dal seno i bei rubini,~A Minerva e a Giunon pianta 4104 III| fianco irrequïeto~Stanca del rubro fiumicel la riva~Che Cesare 4105 III| terza furia, e la sottil rudente~Quella quarta recise alla 4106 III| gogna:~Qual repe e busca ruffianando il soldo;~Qual è spia; qual 4107 III| Ogni labe dell’alma ed ogni ruga,~Nel suo registro adamantino 4108 III| fornaci infonde~Scintillanti e ruggenti: altri con rozze~Cantilene 4109 III| giovenca ed il torello,~E rugghia, e arrota tuttavia le zanne;~ 4110 II| intorno al capo accenso~Rugghiano i tuoni e strisciano i baleni.~ 4111 II| avidi brandi il lampo~La ruggine consuma, a te concede~Altra 4112 III| senti la ripa affaticata.~Ruggiscono le selve; ed or le vedi~ 4113 II| la tedesca e sarda~Rabbia ruggiva; e non avea pur anco~Di 4114 II| e i fiori e l’erbe~E le rugiade e tutte alfin le cose~Da 4115 III| indietro.~Già di sua veste rugiadosa e scura~Copría la notte 4116 III| del caro~Effluvio i vanni rugiadosi: corsero~A fregiarsene il 4117 III| che non han qui nome,~E rugiadoso di nettarei fonti,~Ch’eterno 4118 II| Fatal nemico, colla man rugosa~Ti combatte, ti vince e 4119 III| ravvolgean le Parche.~Delle rugose antiche dee son tutte~Di 4120 III| Amsanto,~Quando sul capo ruinar sel vide,~E cader sibilando 4121 II| stende~Da per tutto la falce ruinosa.~Ma se teco Virtù s’arma 4122 III| Quando repente udissi alto un rumore~Qual se a’ tuoni commisto 4123 III| della luna, allor che proni~Ruota i pallidi raggi e in giù 4124 I| nuovi affetti.~La consonanza ruppesi;~L’ira, il livor, l’orgoglio~ 4125 I| Per cui di Samo e Carnia~Ruppi l’orgoglio e l’armi?~Dunque 4126 II| l’aspetto,~E de’ freschi ruscei smalta la riva,~L’ale spruzzasti 4127 III| simulacri immondi~Al sanguigno ruscel, sporgendo il muso,~L’un 4128 II| Or rivolto col fianco al ruscelletto,~Io mi fermava a riguardar 4129 III| e in un momento~Di cibo rustical coperse il desco,~Ed invitò 4130 III| v’avea sul margo~Il suo rustico tetto, a sé chiamando~Su 4131 III| si crebbe~La feroce de’ Rutuli potenza,~Che al pietoso 4132 III| Citerèa, quando dai primi~Ruvidi amplessi di Vulcan si sciolse.~ 4133 I| infelice~Del marmo freddo e ruvido~Bell’arte animatrice;~E 4134 | S. 4135 II| quella scorza~Che ne’ boschi sabéi lagrime suda,~Nella sacra 4136 III| sacrifici ottenne~Sugli altari sabini, e le fûr resi~Per voler 4137 III| in somma de’ delitti il sacco;~In pianto il giusto, in 4138 I| le tombe,~Che avaro piè sacerdotal calpesta;~E al sonito dell’ 4139 III| pellegrini figli, Ifigenía~Sacerdotessa ed il fratello Oreste,~Pietoso 4140 III| avean di scudo~Al calar del sacrilego coltello,~Pietà, Signor, 4141 III| lago,~Finchè non esce a saettarle il sole;~Non altrimenti 4142 III| saría.~E il solviva saettò la luce,~Che il più puro 4143 III| Ed essa la gentil ninfa sagace~Con lungo studio e pazïente 4144 III| orgoglio de’ re, cui tua saggezza~Tolse la scusa di cotanti 4145 III| furor distrutte.~Verace saggia libertà promise:~E i delirii 4146 III| onde di mulse~E d’orzo sagginar lupi ed arpie;~Pianto d’ 4147 III| ignipotente~Sculti i novelli sagrifici e l’are~Di Dïana cruente, 4148 III| dentro il fumo~De’ lanuvini sagrificii avvolta,~Tutti a mensa accorrà 4149 III| leggiadro e franco~E il sal samosatense onde condita~ 4150 III| troian gonfio lo fea;~E i salci gli avvampai, gli olmi, 4151 III| carmi inonorato,~Babilonico salcio, che piangente~Ami nomarti, 4152 II| altro Peripato, che di gravi~Salde dottrine, dagli eterni fonti~ 4153 III| duolo, Feronia; immoti e saldi~Stanno i tuoi fati e le 4154 II| risonanti vôlte~Delle tue sale un , scuola di Marte,~ 4155 III| infino al tramontar produsse,~Salga egli dunque sull’Orebbe, 4156 III| scoscesa balza~L’aspra Giuno salì. L’occhio rivolse~Alla vasta 4157 III| Però da cento altari a lei salía~Delle vittime il fumo, e 4158 III| città de’ numi~Voci intanto salían gridando pace,~Col sonito 4159 III| case più infelice assai.~Salii discesi e risalii lo sghembo~ 4160 III| all’amplesso di Dio non salirai~Finchè non sia di Francia 4161 III| nevose cime~Dell’Olimpo salita, in giù rivolse~L’attento 4162 I| vi prenda sdegno~Se umane salme varcano~Delle tempeste il 4163 I| universo ebbe mancipio,~Or salmeggia; e una mitria è il suo cimiero.~ 4164 III| meraviglioso affetto,~E di salso umidor pasciuti e pingui~ 4165 III| sospinti in gran tempesta~Saltano i flutti: ondeggiano le 4166 III| Gli Egipani protervi, e, saltellando,~E via gittando ognun l’ 4167 III| fiumicel la riva~Che Cesare saltò, rotto il decreto.~E de’ 4168 III| brilla, e solve il germe~Or salubre or maligno entro le zolle.~ 4169 III| procacciando il seggio,~E salubri ruscelli ed aure amiche;~ 4170 III| Salvete; e si divise.~Col salutar degli occhi e della mano~ 4171 II| sposa,~Col delio Apollo a salutarla anch’esse~Comparvero le 4172 II| letto anch’io sorgendo~A salutarlo m’affrettava, e fiso~Tenea 4173 II| tuttavia vermigli~Fêr di salvarla sacramento, tutti~Arruffando 4174 III| accorrono, e in téma di salvarse~Empiono il ciel di querimonie 4175 II| feroci i sopraccigli.~Di Sambra e Mosa i bellicosi flutti~ 4176 III| corpo, la famosa salma~Del samio saggio ad informar pervenne,~ 4177 III| leggiadro e franco~E il sal samosatense onde condita~L’empietà piacque 4178 III| addormentar le serpi,~E sanarne i veleni; altre che il sonno~ 4179 | sane 4180 III| e lo prepose~Agli ebuli sanguigni ed ai corimbi;~E lo volle 4181 III| fede~Stette e di Francia sanguinossi il suolo.~E qual le corre 4182 III| percossa ed egra~Europa a nuova sanità rïarde.~Nuova lena le genti 4183 III| mostrò le sue piaghe. Egli sanolle,~ il come lo diría lingua 4184 III| dalla forza~Il delitto regal santificato.~Vedi come la ria ne’ petti 4185 III| pensier anco~De’ mortali sapete e degli dei.~Poi che si 4186 II| e cieco adora.~Ma d’alta sapienza uso amoroso~E della prima 4187 III| stillante più ch’altri ibleo sapore,~L’onor dispiega di sue 4188 III| Porger loro di Stige il saporoso~Melagrano divino), ad acchetarli~ 4189 II| nemici il pianto~Deh non si sappia che colei sostenne.~E voi 4190 III| virtù guidata~Dispicciarvi saprà dalla natía~Fiorita spina, 4191 III| ciglia.~Vienne meco, e il saprai, l’altro risponde;~Ed amoroso 4192 | sarai 4193 II| sempre onorata~Rimembranza sarammi. Ombra diletta~Che sei sovente 4194 | saranno 4195 | sarei 4196 | Sarò 4197 III| parole,~De’ propri casi il satisfece anch’esso,~Siccome fra cortesi 4198 III| alta Ulubra,~E la vetusta Satrico, a cui nulla~Il nume valse 4199 III| Gracco,~Genuzii essendo Saturnini e mostri.~Colmo era in somma 4200 II| ausonio cielo,~Pieno d’alto saver, splendesti allora,~Dotto 4201 II| e fece~Parer men dolci i savonesi accenti;~Padre incorrotto 4202 III| rimpozza:~ del pubblico sazia, anco il privato~Aver divora; 4203 III| abbia~L’ucciso tauro appien sazie le canne,~Anche il sangue 4204 III| obbliai, che mi costrinse~A sbandirlo dal ciel. L’ospite suolo,~ 4205 III| udian leoni~Disdegnosi di sbarre e di catene,~Urlar lupi, 4206 III| libecchio orrendo gioco,~E sbattuti dall’aspra onda crudele~ 4207 III| Finchè dal suo pensier sbattuto e ratto~Gridò con voce d’ 4208 III| affisse~Stupido il guardo, e sbigottissi, e un gelo~Corse per l’ossa 4209 III| Normandia, traversa il tardo~Sbocco di Senna e il lido che si 4210 I| Averno di cotanto acquisto.~Sboccò dal varco al fin con un 4211 III| vittime nefande stimolati,~A sbramarsi venían la vista obliqua~ 4212 III| fesse muraglie e cave grotte~Sbucano di Minèo l’atre figliuole,~ 4213 I| aquilone.~Quando in volto ei mi sbuffa e col rigore~De' suoi fiati 4214 II| dalla fronte rabbuffata.~Più scabrezza al sentier, più forza al 4215 I| prendevano~I massi informi e scabri:~Ubbidïente e docile~Il 4216 III| Francia, orando, ei sol gli scacci e snidi.~Quindi ver’ lui 4217 III| dentro è morta,~E de’ pieni scaffali tra le borre~Dorme Giustizia 4218 III| sbuffando, a lacerar si scaglia;~Sovra il mar tremolante 4219 III| guardo, e viene~Fermo alla scala, imperturbato e forte.~Già 4220 III| s’annida~In uman corpo, e scaldane le vene,~E siede e scrive 4221 I| racchiusa non fa motto; e scaltra~Scuote intanto i suoi mali, 4222 II| avvien tra noi,~O del più scaltro la ragion prevale.~Questi 4223 III| preporre~Del Soratte gli scalzi sacerdoti.~Già la sorella 4224 III| prole.~Dal calzato allo scalzo le fortune~Migrar fûr viste, 4225 III| altro si giacean, siccome~Scannate pecorelle; e fean ribrezzo~ 4226 III| pareggia, e monta i rostri~Scappato al remo e al tiberin capestro.~ 4227 III| fanno in fronte:~Pianto di scarna plebe a cui la pelle~Si 4228 II| al mover dell’anca e le scarne ossa,~E de’ vermi rivela 4229 III| morte,~Che spirar nudo e scarno e derelitto~Tra i famelici 4230 III| súbita fonte cristallina~Scaturì mormorando, e dalla balza~ 4231 II| deriva,~Del mal pur anco scaturir dovesse~La torbida sorgente? 4232 II| dottrine, dagli eterni fonti~Scaturite del ver, vincea l’antico.~ 4233 III| Non virtù, ma furore e scelleranza;~L’Amor di tutti, a cui 4234 III| matrigne, allor che seco~Scellerate parole mormorando,~Empion 4235 II| leggiadria; digli in che scelte~Forme più care al cupid’ 4236 III| core.~Che di mille dirò scelti arboscelli~Lieti a dovizia 4237 III| membri già di pelle e capo scemi~Delle rauche di stagno abitatrici,~ 4238 III| geme e le battute selve.~Scende un mar dalle rupi. Allora 4239 III| boreal tempesta la ruina~Scenderà de’ tuoi campi; ma del pari~ 4240 III| per questa entro le case~Scendere io stessa dell’eterno pianto,~ 4241 III| di smeraldo e di zaffiro~Scendono a valle per diversi errori:~ 4242 II| pensier per la vista ancor si scerne.~L’un d’ira, e l’altra di 4243 III| ramoscel spiccando~Della scesa dal ciel pianta diletta,~ 4244 III| Guizza e trapassa, egli è già sceso, e preme~Il campano terreno, 4245 II| rotti un diadema ed uno scetro,~E di Bruto l’insegna è 4246 II| Il mozzo corno, e al suo scettrato augello~Fe’ l’italo sperar 4247 III| Di saper ti giova~Se fia scevra d’affanno e senza crime~ 4248 III| che Finanza ha nome,~Che scheletro pareva e non persona.~Colle 4249 III| poscia uno stuol quasi di scheltri,~Dalle vigilie attriti e 4250 II| suo diletto,~Stringe uno scheltro spaventoso, armato~D’un 4251 III| converse.~Narrò l’infamia di Scherer conquiso~E dal Turco dall’ 4252 III| sol si ciba di dolor, di scherni,~E a rio macello spinta, 4253 II| che in piante e in fiori~Scherzano senza legge, e son più belle.~ 4254 II| maraviglia!~Fuori allor si lanciò scherzante e presta~La vaga delle belve 4255 II| riviera~Lambîr freschi e scherzosi i venticelli.~Tutta del 4256 I| ferètro.~Così ululando e schiamazzando, il calle~Preser di Stige, 4257 III| turbo crudel l’ala sonora,~Schianta uccide le messi e le travolve;~ 4258 III| Potè Gradivo la feroce schiatta~Sterminar de’ Lapiti: aver 4259 III| Libera vede andar la colpa, e schiava~La virtù, la giustizia, 4260 III| Latrante rupe la selvosa schiena~Infino all’Alpe l’Appennin 4261 III| In mezzo a tutti,~In due schierate taciturne file,~Maestoso 4262 III| Una veste inconsutile di schietto~Color di fiamma l’altra 4263 II| raggio mattutino~Vereconda si schiude, in più desío~Pungere i 4264 III| molli ombre i sentieri.~Ecco schiuder dal seno i bei rubini,~A 4265 III| ferita è questa?~Alzati, e schiudi al tuo dolor la bocca.~ ~ 4266 III| del proprio padre.~Altri è schiuma di prete, e fraudolento~ 4267 III| Ascra, non Chio la maggior schiuse,~D’onor di cortesia nutrice 4268 III| lo scroscio. Ma repente schiuso~Fiammeggiò quel gran buio, 4269 III| ipocrito d’Ipri ei son gli schivi~Settator tristi, per via 4270 II| Questa valle d’esilio e di sciagura;~Vuoi tu, diva Bellezza, 4271 III| delle proterve~Mosche lo sciame che alla beva intento~Sul 4272 II| senno~D’un’Aspasia miglior, scienze ed arti,~Che le città fan 4273 III| E tutta per terror dalla scillea~Latrante rupe la selvosa 4274 III| E la ronca converte in scimitarra.~All’orbo padre intanto 4275 III| carbon nelle fornaci infonde~Scintillanti e ruggenti: altri con rozze~ 4276 III| Tebro a suscitar le ree scintille.~Stolto, che volli coll’ 4277 III| Nell’onde maure, e dal timon sciogliea~Impauriti i corridor divini;~ 4278 III| guardie impietosite anch’esse~Sciogliean, poggiate sulle lance, il 4279 III| Averno, e che mi porti~A sciogliere per gli occhi il mio peccato;~ 4280 III| ritira, e l’Ore ancelle~Sciolgono dal timon bianco di spuma~ 4281 III| che dal labbro uscía già sciolta.~Il trono apparve dell’Eterno; 4282 III| i vanni per seguirti ha sciolti.~Brillò di gaudio a quell’ 4283 II| alzar le luci al cielo, e sciormi in pianto.~Ah che mai vagheggiarti 4284 III| rupi?~Spetrar le rupi e sciorre in pianto un sasso;~Non 4285 III| dall’alto suo sonno la può sciôrre~Che il sonante cader di 4286 III| che li descrisse,~Venía sclamando un’altra; e baci ardenti~ 4287 III| donne e giovinetti amanti,~Sclamar mi fenno a prima giunta: 4288 III| gli altri duo così librato~Scocchi lo stral dal sillogistic’ 4289 III| l’onda della sarda Teti,~Scoglio del franco ardire e sepoltura.~ 4290 III| campioni~Il cherubico volto si scolora;~Pari a quel della luna, 4291 III| sanguigna~De’ combattenti scoloría le guance.~Vienle appresso 4292 II| e paure,~E muta stammi e scolorita innanzi~Qual deforme cadavere 4293 II| misero! t’han guasto e scolorito~Lascivia, ambizïon, ira 4294 III| sorella,~Io la sposa di Giove. Scolorossi,~Tremò, si sgomentò, non 4295 I| Al tuo tenero padre Amor scolpiva.~ 4296 III| osceno berretto alla ribalda~Scompiglia in capo e per lo fango il 4297 III| Feronia; e, siccome era~Scomposta i veli e le bende e le chiome,~ 4298 III| di Libetra~Certo rettile sconcio che supplizio~Di dotti orecchi 4299 I| cagion:~Ei placolle, e le sconfisse~Col sorriso e col perdon.~ 4300 III| Perocché dai regali orti sconfitti~Dell’atterrata Cerasunte 4301 III| onori, e dallo stesso~(Ahi sconoscenza!), dallo stesso Giove~Lasciata 4302 III| mi vissi~Quasi due lustri sconosciuto e oscuro~Fabbro d’armille 4303 III| suoi vanti~Ino furente mi scontò l’offesa.~E pur avola a 4304 I| peccator per quella via~Lo scontrò, lo guatò senza far motto:~ 4305 II| Piomba d’un lago, e l’agita e sconvolge,~E lo fa tutto ribollir 4306 III| manigoldo;~Altri è resto di scopa, altri di gogna:~Qual repe 4307 III| che pronto~Il fatal vase scoperchiò Vulcano,~E all’aura scintillar 4308 III| Fiammeggiò la vorago, e scoppi e tuoni~E turbini di fumo 4309 III| pensando ancor ne fremo e scoppio.~Vidi il tartaro ferro e 4310 II| il marcio corpo e guasto~Scopre al mover dell’anca e le 4311 II| basse alme sol cade,~Tutto scoprendo all’inimico il fianco,~In 4312 III| rupi setine, onde la faccia~Scopriasi tutta del sommerso piano.~ 4313 III| celesti peregrine, un’alma~Scoprir che grave al suon si gode 4314 I| Dunque spiranti e lucide~Mi scorgerò dintorno~Di tanti eroi le 4315 III| il terribile palco erto scorgesti,~Ed alzata la scure, e al 4316 II| guerra l’armonia del mondo.~Scorreami quindi per le calde vene~ 4317 III| ancor, soggiunse,~Tutto scorremmo questo mar crudele.~Poichè 4318 III| flutti ora sospinse,~Placata scorrerà del Lazio i lidi.~Ivi sull’ 4319 II| ancor nell’anima rapita~Scorrere il suono delle tue parole;~ 4320 III| Comandò che perenne ella scorresse,~E da Feronia si nomasse: 4321 III| padre~Quello pur anco non scorreva, ahi rabbia!,~Del regal 4322 III| Preghiere,~Che libere pel ciel scorrono, e al nume~Portano i voti 4323 III| allora; e due e tre volte scórse~Pensierosa la stanza, e 4324 III| in cercar la sua fedele~Scórsi perigli, l’ultimo su l’erta~ 4325 III| dica~Parole il passeggier scortesi e rie.~Oltre il rogo non 4326 III| fallibili segni avean già scorto~Di nuova infedeltà. Raro 4327 II| canna che fischia, e quella scorza~Che ne’ boschi sabéi lagrime 4328 III| seno~Della materna nuvola scoscende,~Inversero le coppe; e in 4329 III| luce:~Quando di Circe la scoscesa balza~L’aspra Giuno salì. 4330 III| dito entro gli orecchi,~Scòstati, grida alla pietà che prega;~ 4331 III| Infino all’Alpe l’Appennin scotea.~Taciturno ed umíl volgea 4332 III| figlie della luce, e in giro~Scotean le chiome ardenti e rugiadose.~ 4333 III| rïesce~De’ suoi sublimi scotimenti il frutto?~Mira che agli 4334 II| regno in prima era d’un dio~Scotitor della terra, e dell’irate~ 4335 III| chiome~Guarda i vuoti suoi scrigni, e stupefatta~Cerca e non 4336 II| coll’armi adamantine~Della scritta ragion l’orrenda larva~Combatterà; 4337 III| che poi disse in cielo~Lo scrittor dei delitti e delle pene:~ 4338 III| scaldane le vene,~E siede e scrive nel senato e grida;~Mentre 4339 III| e neri~Nella manca gli scudi, e nereggianti~Sul capo 4340 II| sovrana~Con eletto parlar sculpe e colora,~Negar lo dritto 4341 II| digli il lungo amore~Con che sculsi per lui questa novella~Di 4342 III| lato avea l’ignipotente~Sculti i novelli sagrifici e l’ 4343 III| arricciasi ogni pelo,~Nella terza scultura il guardo fere.~Sacro all’ 4344 II| folgore del cielo il fianco scuota,~Od il tempo che tutto urta 4345 III| morate giubbe~E le briglie scuotean, foco sbuffando~Dalle larghe 4346 II| suolo liberar la testa,~Scuoter le giubbe, e tutto uscir 4347 I| Druidi i nipoti, e vïolenti~Scuotere i regni e sgomentar le genti~ 4348 III| antro alcuno~Che ti riceva; scuoterò le rupi;~Crollerò le città 4349 III| terra e il mar sospesi,~Scuotersi ancora, ed oscillar commossa~ 4350 III| flutti: ondeggiano le rupi,~E scuotono dal dosso le castella~E 4351 III| Popoli interi, e di taglienti scuri~Tutte ingombre le piazze 4352 III| Segna per l’etra taciturno e scuro.~Il sidicino montanar v’ 4353 III| fieramente stese,~S’aggrandì, si scurò, gli occhi mandaro~Due fiamme 4354 III| Qual uomo io stava che a scusar s’affretta~Involontaria 4355 III| lui di tutto il dover mio~Sdebiterommi in cielo, e finch’ei vegna,~ 4356 II| che per burrasca freme,~E, sdegnando il confine, le bollenti~ 4357 III| Dell’alme chiavi al difensor sdegnoso.~Indi veloci in men che 4358 II| repente~Giù dalla foglia sdrucciolar li vedi.~ valor manca 4359 III| rance~Traspaiono da’ sai sdruciti e sozzi,~ fur mai tinte 4360 II| sperar nido rapito.~L’udì Sebeto, e rise in suo bordello:~ 4361 III| Inghilterra~L’avaro traditor, che secco il fonte~Già dell’auro temea 4362 I| impero?~Deh! perchè al nostro secolo~Non diè propizio il Fato~ 4363 III| minor poco~Della divina. A secondar l’eccelso~Proponimento mio 4364 III| antico e venerato artiglio~Securi e sgombri di Quirino i lidi;~ 4365 III| ne curava e i maritaggi,~Securo a tutti procacciando il 4366 I| grido è il merito:~E nel sederti a lato~L’antica mi dimentico~ 4367 III| O tu che in mezzo~Di lor sedesti, olimpia dea, l’ira~Temi 4368 II| Sofia l’acume,~Che nelle sedi di natura ascose~Ardita 4369 III| Dalle fesse pareti. Ha di sedili~In vivo marmo una corona 4370 III| Sovresso un marmo sepolcral seduta~Stava l’afflitta, e della 4371 III| Questi, e l’altro campion seduto a cura~Dell’estinto Luigi, 4372 III| dentro a spaventarmi questo~Seduttor di fanciulle onnipossente,~ 4373 II| Punía de’ numi da’ tremendi seggi,~O la severa maestà sublime~ 4374 III| Dell’aspre incudi e delle seghe argute:~Sol per tutto un 4375 III| natura, abbandonai,~L’orme segnando al cor contrarie e lente.~ 4376 I| i patti, i limiti,~Tutto segnava Amore.~Ma quando si cangiarono~ 4377 III| non de’ santi al santo.~Segue una coppia nequitosa e rara~ 4378 III| soffolse il fianco.~Poi, seguendo, di Bauci e Filemone~Rammentâr 4379 III| volto, e quel desío~Fe’ del seguente ragionar contento.~ ~ 4380 III| vinse la lite.~E l’Adige seguii fino alla truce~Adria, ove 4381 III| a cui peggiori~I figli seguiran, noi dalle belve~La verace 4382 III| Che al cielo i vanni per seguirti ha sciolti.~Brillò di gaudio 4383 III| precorso un sorriso, così venne~Seguitando il suo dir: Dritto il vïaggio~ 4384 III| pupilla~Per quella riga a seguitarlo è tarda,~Tal di Giuno e 4385 III| Occhio mortal non puote~Seguitarne la foga; in men che il lampo~ 4386 I| Nazareno~Volse lo sguardo, e seguitò la strada.~ 4387 III| E il suo fido condottier seguiva~Vergognando e tacendo, infin 4388 III| Quando sul capo ruinar sel vide,~E cader sibilando 4389 III| nuove leggi e nuova vita~Le selvatiche madri, e, il fero ingegno~ 4390 III| scillea~Latrante rupe la selvosa schiena~Infino all’Alpe 4391 III| di lunate antenne irto e selvoso~Del funesto Abukir rivide 4392 I| fia che ignobile~allor vi sembri e mesta~La bella età di 4393 III| dovesse~Farlosi eterno! Semele ed Alcmena~Eran poca vergogna 4394 II| volando pei deserti campi,~Seminasti di stelle i firmamenti.~ 4395 III| rapide rote~Vertiginose. Semivivo alfine~In Lenno caddi col 4396 III| fu; chè facilmente~Cuor semplice ed onesto è persuaso.~Allor 4397 III| con gli occhi ingorda e semplicetta;~Tal quell’alma trasvola, 4398 III| ausonio~Sparga, e le funi e la Senavra impetra~Con questo che biscazza 4399 III| fuora~Del suo tardi morir, senta cordoglio.~La veneranda 4400 III| idee, giustizia rise~Su le sentenze del furor distrutte.~Verace 4401 III| e sotto i piedi~Tremar senti la ripa affaticata.~Ruggiscono 4402 III| vivo~Con lo spesso odorar sentìa l’effluvio~De’ commossi 4403 III| pietade il dio, di voi,~E non sentilla delle bianche chiome~D’Alcon, 4404 II| occhi inebrïati, e dolce~Sentirmi ancor nell’anima rapita~ 4405 III| dell’armi il fragor parea sentirsi.~Formidabile il volto e 4406 III| intenerì la diva, e in cor sentissi~La doglia mitigar, tanta 4407 I| gloria intanto,~E dolce errar sentivasi~Su l’alme greche il canto.~ 4408 III| altero.~Sovresso un marmo sepolcral seduta~Stava l’afflitta, 4409 II| abborre,~E abitar gode ne’ sepolcri e tutte~In lugubre color 4410 I| tutti:~Arme arme fremeran le sepolte ossa,~Arme i figli, le spose, 4411 III| dolcezza.~Ma di Giove non seppe un’amorosa~Frode fuggir. 4412 I| Funesta rimembranza!)~Mi seppellì del Vandalo~La rabbia e 4413 III| del mio periglio.~Ma, come seppi che paterna cura~Di Pio 4414 III| occhi nel sonno del Signor sepulti;~Ed, il corpo composto amato 4415 I| ardore:~Amor lo desta, e serbalo~Dopo la tomba Amore.~Dunque 4416 III| lambrusca, e s’altro in serbo~Tieni di meglio; chè mostrarci 4417 III| Francia~Udîr quel grido e serenar l’aspetto.~L’Istro udillo, 4418 III| Delle cure del mondo, a serenarle~Scendea sovente ne’ segreti 4419 II| Sermone~ALLA MARCHESA ANTONIETTA 4420 II| PARTE II~SERMONI, IDILLI, CANTI~ ~ 4421 III| Più che l’antro cirrèo. Le serpe intorno~Con tortuoso piede 4422 II| dolce movimento, un brividío~Serpeggiar per le viscere s’intese;~ 4423 II| Quel soffio che le viscere serpendo~Dell’ampia terra, e ventilando 4424 III| tante or di cigno or di serpente,~E di zampe caprigne ed 4425 II| insetto,~E le lubriche anella serpentine~Del più caduco vermicciuol 4426 III| che gl’innocenti~Figli si serran trepidando al petto;~Voci 4427 III| e di rotata~Polvere che serrar fa le palpèbre.~Mugge volta 4428 III| spalancò le porte,~E chi serrarle le dovea si tace.~Meglio 4429 III| Baciâr l’augusta fronte, e ne serraro~Gli occhi nel sonno del 4430 III| tre petti~Confondersi e serrarsi, ed affollarse~Gli uni su 4431 I| visto.~Cigolava lo spirito serrato~Dentro la strozza in suon 4432 III| divino; ed ivi entrata,~Serrò le porte rilucenti, e tutte~ 4433 II| Olimpo era la reggia.~De’ bei serti immortali adunque in prima~ 4434 II| costui di lieti fiori un serto,~Onde alla sposa delle Grazie 4435 I| domato ed utile~Al domator servire.~Per lui del pondo immemore,~ 4436 I| ad un cittadino~ ~Tu che servo di corte ingannatrice~I 4437 III| ed ubertà fa la sonante~Sesia. Di varcai per arduo 4438 III| le genti e di quel nome~Sesto sarà. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ~. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ~ 4439 III| insanguinati,~Che fieramente dalla sete antiqua~Di vittime nefande 4440 III| Sezia, un’umil città, donde Setina~Fu nomata la rupe; e qui 4441 III| d’Ipri ei son gli schivi~Settator tristi, per via bieca e 4442 II| cui risponde~Il signor de’ settemplici trïoni.~Già de’ suoi vanni 4443 III| delira.~Quindescono del fier settentrïone~L’aquile bellicose, e coll’ 4444 II| D’ogni labe contempla le severe~Del suo nobil Convito alte 4445 III| dorso edificò del monte~Sezia, un’umil città, donde Setina~ 4446 III| vene, e di ben doma~Putta sfacciata il portamento assunse;~La 4447 III| Crollano i fianchi; già sfasciati piombano,~E dan la porta 4448 III| occaso, e dalla terra~Alla sfera di Giove e di Saturno;~Con 4449 III| eterno ad accamparse;~E ne sfidò la folgore suprema,~Secondo 4450 III| araba sabbia;~I vortici sfidonne e li sostenne.~Domò del 4451 III| uom diritti cancellar si sforza:~Mentre nuda al rigor di 4452 II| Già dell’impero ch’ogni sforzo è indarno,~Se il ciel non 4453 III| che su la rea Marsiglia~Sfreni l’arco di Dio le sue saette.~ 4454 III| bellicose, e coll’artiglio~Sfrondano il franco tricolor bastone.~ 4455 III| Salii discesi e risalii lo sghembo~Sentier di balze e fiumi, 4456 II| raddoppia~Al pellegrin che si sgomenta e guata,~Qual mio fallo 4457 I| vïolenti~Scuotere i regni e sgomentar le genti~Con l'armi e co' 4458 III| Giove. Scolorossi,~Tremò, si sgomentò, non fe’ parola~La misera 4459 III| della notte il gran ruggito.~Sgomentossi, ristette, e a quella volta~ 4460 III| Fra tanaglie e martelli e sgominate~Di metalli cataste zoppicando,~ 4461 | siano 4462 III| ruinar sel vide,~E cader sibilando nella valle,~Ove suona rumor 4463 III| le commosse~Idre del capo sibilâr per via.~Allor timide l’ 4464 III| fremon l’onde e i venti.~Il sibilo sentì delle battute~Ale 4465 III| parere~Cari a Marcello di Sicilia i liti;~Primo quadrò la 4466 III| forza dall’esperio lido~Il siculo divise, e in mezzo all’onde~ 4467 III| si pulía le piume;~Mentre sicure dal furor di Giove~Tacean 4468 III| quell’alma alle lucenti~Sideree rote, e or questa spera 4469 III| tinge;~Tal fiammeggiava di sidereo zelo,~E fra mille seguaci 4470 III| etra taciturno e scuro.~Il sidicino montanar v’affisse~Stupido 4471 III| ricercò l’infido~Sul mar sidonio, sul nonacrio giogo,~Sull’ 4472 III| Della polve di Memfi e di Sïene.~La sentîr da lontano approssimarse~ 4473 | Sieno 4474 III| april, deh! quando per le siepi~Dell’ameno Cernobbio in 4475 III| circèa marina;~Simigliante al Sigeo, quando gli eletti~Guerrier 4476 II| ver non v’impresse il suo sigillo,~E passò la stagion delle 4477 II| Al Principe Don Sigismondo Chigi~ ~Dunque fu di natura 4478 I| peregrino~ ~A. S. E. LA SIGNORA PRINCIPESSA~DONNA COSTANZA 4479 III| ribaldi il capestro al mio Signore,~Di man mi cadde l’esecrato 4480 II| porporine.~Di tante faci alla silente e bruna~Notte trapunse la 4481 III| amati estinti,~Che ne’ cupi silenzii della notte~Escono consolate 4482 III| calunnia a filar che il sillogismo;~Vile! e tal altro del rubar 4483 III| librato~Scocchi lo stral dal sillogisticarco?~Questa d’insania tutta 4484 III| ed ai corimbi;~E lo volle Silvan, dimenticate~Le ferule fiorenti 4485 III| tragitto.~E a quel giusto simíl che fra’ ladroni~Perdonando 4486 II| ad umil ruscello egli è simíle,~Su le cui rive impetuosa 4487 II| mura flagellar del mondo;~Simili a un mar che per burrasca 4488 III| che gonfi~Dell’alta strage Simoenta e Xanto~Al mar non ponno 4489 | sin 4490 III| dolcezza di padre, e più sincera.~Ma il tenero lor petto 4491 III| ardenti~Su la man fredda singhiozzando affisse.~Poggia intanto 4492 III| Di fiamme, d’ululati e di singhiozzi.~Vede in preda al furor 4493 III| Poi con lagrime rotte da’ singulti~Baciâr l’augusta fronte, 4494 III| ruina~Fischiar per l’aure di Sion s’udiro,~Quando la provocata 4495 III| disciolto.~Or tu, per l’alto sir del paradiso~Che al suo 4496 III| Chinava il volto la regal Sirena.~Solo il Tebro levava alta 4497 II| calami palustri~Più non geme Siringa; ed in quel tronco~Cessò 4498 III| l’alto soccorso.~Doma del Siro la baldanza, al lido~Folgorando 4499 III| gran delirio ch’ei chiamò sistema.~Dinanzi gli fuggía sprezzato 4500 III| li disperda tutti.~E chi sitía più sangue per man cada~ 4501 II| corrono veloci~Ad irrigar le sitibonde menti.~Per te più puro e 4502 III| un dall’altro incalzati e sitibondi.~Ma in guardia vi sedea 4503 III| il brando,~Quel barbaro sitir rendea deluso.~E le larve


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