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Vincenzo Monti
Poesie

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


'l-assir | assis-ciane | ciasc-dirlo | dirmi-forni | forsi-inseg | insen-monde | mondi-pigro | pimpl-ripos | ripre-sitir | slanc-torna | torne-zuffo

     Parte
4504 III| veloce,~E fugge e torna e slanciasi in un punto~Dall’aurora 4505 II| aspetto,~E de’ freschi ruscei smalta la riva,~L’ale spruzzasti 4506 III| precipiti e sonori~Tra scogli di smeraldo e di zaffiro~Scendono a 4507 III| improvviso~Asceser quattro smisurate larve,~Stringe ognuna un 4508 III| Tremò quell’ombra e si fe’ smorta in viso;~E sull’orme così 4509 I| mattingrato olezza~E smorto il capo su la sera abbassa,~ 4510 II| liquida pianura.~I delfin snelli colle curve schiene~Uscîr 4511 III| orando, ei sol gli scacci e snidi.~Quindi ver’ lui di tutto 4512 III| Addolorata~Geme la terra, che snodar si sente~Le viscere, e distrar 4513 II| che fiammeggia~E par che snodi i nervi e li trapunga,~Così 4514 II| sospiro, e a quel sospir snudati~Mille brandi fuggir dalla 4515 III| nome li chiamò, palpando~Soavemente di que’ feri il petto~Con 4516 II| Stretta in santi d’amor nodi soavi.~Teco scorrea per l’infinito; 4517 III| sovverte gli altari; e la soccorre~Ministra al suo furor l’ 4518 II| Cobenefizi al mio dolor soccorri,~Gismondo, e qual di gioie 4519 III| patto il fiaccato anglo soccorse:~Frutto del suo valor non 4520 III| cavallo~E il campo colla soda unghia calpesta.~D’altra 4521 III| cotanto e maestà dagli occhi,~Soddisfami d’un detto a’ miei desiri;~ 4522 I| poni~Che cerca un lungo sofferir chi cerca~Lungo corso di 4523 III| Taborre e l’onda che sul dorso~Sofferse asciutto il piè di Barïona.~ 4524 III| Lunghe e dure m’avrei doglie sofferte,~Se Eurinome, la bella Ocëanina,~ 4525 I| occulto e memore~Del già sofferto scorno,~Temei novella ingiuria,~ 4526 II| streghe. In tenebrose~Nebbie soffiate dal gelato arturo~Si cangia ( 4527 III| porse aita,~E con la mano le soffolse il fianco.~Poi, seguendo, 4528 III| Aronni e i Calebidi~De’ quai soffolto e coronato ha il fianco.~ 4529 III| bei fior penuria unqua non soffre.~Felice l’aura che vi bacia 4530 III| vedea quell’onoranda~Di sofi compagnia, curva le fronti,~ 4531 III| Contratto, e al par del manto~Di sofo ha caro l’afrodisio mirto;~ 4532 II| l’eccidio e l’orror della soggetta~Colpevole Natura, ove l’ 4533 III| lena~Da quattro parti sul soggetto piano,~Svelte, atterrate 4534 III| terrore,~Un domandare, un sogguardar sospetto,~Una mestizia che 4535 II| corpi mirar negli elementi~Sogliono al gorgoglío d’acre vasello~ 4536 II| sovente di mie notti il sogno,~E pietosa a posarti in 4537 I| ogni astro in faccia al sol. —~ 4538 III| nembi; e come lampo~Che solca il sen della materna nube~ 4539 III| queste vene~Tutte quante solcate. E sì parlando,~Scosse i 4540 III| repe e busca ruffianando il soldo;~Qual è spia; qual il falso 4541 III| leggi; il gran patto era solenne;~Ma fu calpesto. Si trattò; 4542 III| ove alla luce aprîrsi~I solerti di Plinio occhi veggenti,~ 4543 II| erta del monte ascenderai soletto,~Di me ti risovvenga, e 4544 III| fonti e le notturne~Strigi solinghe, e ulular cagne e lupi;~ 4545 II| strugge.~Giorni beati, che in solingo asilo~Senza nube passai, 4546 I| perdute forme.~Roma di me sollecita~Se ’n dolse, e a’ figli 4547 III| ciò che a lei si volve.~Sollecitando poscia la sua traccia~L’ 4548 III| crudel su l’auree teste~Si sollevâr le chiome agl’immortali,~ 4549 III| comparía,~E su tutti gigante sollevarse~Coll’omero sovran si discopría~ 4550 I| Disprezzator sembiante:~ sollevarsi d’Eschine~La testa ardita 4551 I| furor, fuggi il sospetto~De' sollevati; nel cui pugno il ferro~ 4552 III| Alto incendio da tutte si solleve.~Arme fremon le genti, arme 4553 III| aura non muove,~Che un crin sollevi della fronte: il rivo,~Il 4554 III| Più rivolsi laggiù, dove soltanto~S’acquista libertà quando 4555 II| De’ vostri mali allevïò la soma:~Ei vi fe’ ricchi ed eleganti 4556 II| assorba il nulla, e tutto lo sommerga~Nel muto orror della seconda 4557 III| Negli atlantici flutti si sommergono,~E tutto ferve per burrasca 4558 III| le procelle~Che del Varo sommersero l’antenne~Per le sarde e 4559 III| non aver si pente~Da pria sommersi i mal raccolti abeti.~Mugge 4560 III| faccia~Scopriasi tutta del sommerso piano.~Guarda, disse Giunon 4561 III| polve~In devoto cadendo atto sommesso,~Di Dio cantaro la bontà 4562 III| Le pupille celesti anco sommette.~Quando il gran padre degli 4563 III| zelo, arte o possanza~Di sommi sacerdoti all’onor primo~ 4564 III| colpi usciro,~Che di pianto sonanti e di ruina~Fischiar per 4565 II| il secol mio! memoria~Non sonerebbedolente al mondo~Di mie 4566 III| odii segreti e i morbi e i sonni~E gli amor ne curava e i 4567 II| la procella del mio cor sopita.~Io balzo fuori delle piume, 4568 II| grembo,~Che poi sovra i sopiti egri mortali~Piovon di perle 4569 III| Pluto~Mena le vive, ed or sopore infonde~Nell’umane pupille, 4570 III| ondeggianti.~La volubile bruna sopravvesta~Da brune penne ventilata 4571 III| questi i baci? e ch’io,~Ch’io sopravviva?... E non seguì; ma stette~ 4572 III| patria n’ebbe e l’ultimo soqquadro.~Udii di Cristo i bronzi 4573 III| Agatirsi ama preporre~Del Soratte gli scalzi sacerdoti.~Già 4574 III| de’ tristi, che, alla voce sordi~Di natura e del ciel, 4575 III| presentâr spumanti; una dicendo:~Sorga da questo sangue un qualcheduno~ 4576 II| Dall’umile mio letto anch’io sorgendo~A salutarlo m’affrettava, 4577 II| scaturir dovesse~La torbida sorgente? Oh saggio! oh solo~A me 4578 I| tuo splendor vestita,~E le sorgenti apparvero,~Onde il creato 4579 III| strano tumulto,~Quando a sorgere in piè le porse aita,~E 4580 I| il peso.~Virtude e Amor sorgevano~Con un medesmo volo;~Ed 4581 II| pianure, e gioghi aspri sormonta;~E tutta la persona entro 4582 III| Alzò l’arco del ciglio, e sorridea)~Colle dita venía bianco-rosate~ 4583 III| sazio~Lo sguardo, e steso sorridendo il dito;~Con fiera dilettanza 4584 II| E altero di stesso, e sorridente~Su i benefizi suoi l’aureo 4585 II| l’insúbre,~Dalle Grazie sorrisa e dalle Muse?~Qual tempio 4586 III| Propinando a vicenda, e in larghi sorsi~L’obblio beran delle passate 4587 III| nèttare celeste; ed ella un sorso~ pur gustò dell’immortal 4588 III| Cristo, a lui che il regno~Sortì minor del core e della mente:~ 4589 III| alta cortesia, che il ciel sortille,~Più che consorte, amico. 4590 III| Maia il figlio e la marina~Sorvolando, levossi all’erte cime~Della 4591 III| diersi a far parole,~Quasi sospeso il sempiterno strazio.~A 4592 III| credette:~E in quel sospetto sospettò cangiata~La sua sentenza, 4593 III| riguardar si volse~Tutta ancor sospettosa e sbigottita.~Ma dolce con 4594 III| d’una fonte nera~I lupi sospettosi e vagabondi~A ber venuti 4595 III| vegliar d’Esperetusa~Il sospettoso mauritano Atlante;~Finchè 4596 III| con ira~Un degli spettri sospingendo il venne~Sotto il taglio 4597 III| altro: Entrate.~Su e giù sospinte le Speranze nude~Van zoppicando, 4598 II| ben trovate cifre avrían sospinto,~Pregustava la gioia, e 4599 III| dolenti~S’odon nel parto sospirar le spose;~E in disparte 4600 III| Disser l’ultimo vale, e sospiraro.~E quindi in riverente atto 4601 III| volgea lo sguardo indietro,~E sospirava. Sul piè stanco alfine~Mal 4602 I| Bonaparte,~Ma invidiollo e sospirò.~Ombra illustre, ti conforti~ 4603 III| Lazio i lidi.~Ivi sull’ara Sospita le genti~L’invocheranno; 4604 III| e in un confusi~N’andâr sossopra i vasi d’oro e l’urne~Degli 4605 III| fusa e disfatta~La pubblica sostanza; or la meschina~Perdendo 4606 III| diè segno agli altri~Di sostarsi e cessar per lo rispetto~ 4607 III| virtude il fio si paga,~Sóstati e m’odi. In quella spoglia 4608 III| Chi la cadente vita gli sostegna,~Chi sovra il desco gli 4609 III| impotente~De’ tuoi nemici a sostener la guerra;~E il reo felice 4610 II| Se il ciel non crolla, a sostenerlo in trono.~Di selvaggia per 4611 III| pio voler si nieghi,~Gli sosterranno il destro braccio e il manco~ 4612 II| poi cede,~E un pensiero sottentra ed un desío,~Disperato desío. 4613 III| volsca regïone~Per cento cave sotterranee vie~Vengon sovente a visitarsi 4614 III| fece. Ne sentiro il puzzo~I sotterranei zolfi e le piriti~E gli 4615 III| E non seguì; ma stette~Sovr’essa immoto con le luci 4616 III| gigante sollevarse~Coll’omero sovran si discopría~E colle chiome 4617 II| reggesti del Pittor d’Urbino~I sovrani pennelli, e di quel d’Arno~« 4618 III| sdegnosa e in atto altero.~Sovresso un marmo sepolcral seduta~ 4619 III| esule nemica i simulacri,~Ne sovverte gli altari; e la soccorre~ 4620 III| Feronia turbossi, e amare e sozze~Dalla pietra natía spinse 4621 III| salta in bigoncia dallo spago;~V’ha chi versuto ciurmador 4622 III| Intrinseca le gira e le spalanca.~Risonò d’un fragor profondo 4623 II| universo cadano le mura,~E spalancando le voraci grotte~L’assorba 4624 III| alla vorace~Squallida fame spalancò le porte,~E chi serrarle 4625 III| il dito,~Gli occhi e la spalla brontolando torse.~Strinse 4626 III| or ama.~Ella di Borda e Spallanzan la faccia~E di Parin sol 4627 III| Aspettando chi primo il suo cor spanda.~Luogo è d’Olimpo su gli 4628 III| tal dalle muscose erbe si spande~Una fragranza, che da lungi 4629 III| Tesèo. Gonfiata ed aspra~Spandeasi d’oro con argentee spume~ 4630 III| fonte.~Vidi in vuoto liceo spander Palcani~Del suo senno i 4631 III| sovra i laghi e i fonti~Spandi la pioggia de’ tuoi lunghi 4632 III| arpe e le cetre, onde si sparge~Di pia dolcezza il cor degl’ 4633 III| intorno tutte~Della maga spargea le rilucenti~Tremende case, 4634 III| dita venía bianco-rosate~Spargendolo di fiori e di mortella,~ 4635 III| su i nostri occhi Morféo~Sparger ricusa la letea rugiada,~ 4636 III| ricordo,~Mise un grido e sparì. Mentre fuggía,~Si percotea 4637 III| diffonde e solve~Con immenso sparpaglio. Il crin si straccia~Il 4638 III| la selva~Senza freno lo sparsero. La vampa~Esagitata rugge, 4639 II| colline, e tutta in faccia~Di sparsi armenti biancheggiar la 4640 I| le vie d’Atene,~E n’ebbe Sparta invidia~Dalle propinque 4641 I| Su quel lauro in chiome sparte~Pianse Francia, e palpitò:~ 4642 III| Se il vuol, qua dentro a spaventarmi questo~Seduttor di fanciulle 4643 III| Mugge volta a ritroso e spaventata~Dell’Eridano l’onda, e sotto 4644 II| eterno~Le sembianze falsando, spaventosa~Fra le nubi s’affaccia, 4645 II| diletto,~Stringe uno scheltro spaventoso, armato~D’un orïuolo a polve 4646 II| sommo Facitor su l’orme~Spazïando, con esso preparavi~Di questo 4647 III| fiera dilettanza in poco spazio~Strinsersi tutti, e diersi 4648 III| lauro non mai scosso~La spazïosa fronte, e sui ginocchi~Epico 4649 III| attento~Al piano che s’avvalla spazïoso~Fra l’ánsure dirupo ed il 4650 III| e le nebbie e le tenèbre~Spazza il ventoratto, che più 4651 III| belle alme s’apprende,~Le spedisti dal ciel, di tua divina~ 4652 III| figliuol di Maia, a ciò spedito,~Non fu tarda l’aita in 4653 II| di Sofia cultor felice, e speglio~Di candor, d’amistade e 4654 III| atterrarlo, incenerirlo,~E spegnere con esso ogni vestigio~Dell’ 4655 III| abbattete,~Distruggete, spegnete. Altari e templi~E città 4656 III| Dio parola. Tu che l’alto spegni~Patrio delirio, e Francia 4657 III| Poppa, che grave di cotanta spene~Già di Libia fendea l’ampia 4658 I| fortuna~Egra è sì, ma non spenta. Empio sovrasta~Il fato, 4659 III| pochi o muti o insidïati o spersi.~Inique leggi, e per crearle 4660 III| Traverso all’ombra sanguinosa e spessa,~Vide in su per la truce 4661 III| sorriso~Che di dolcezza avria spetrati i monti,~Ed acchetato il 4662 III| di doglia generosa~Allo spettacol fero e miserando~La conversa 4663 II| Euripo è il flutto che si spezza~Contro gli scogli della 4664 III| Appennin, l’alte tue cime;~E spezzata temesti la catena~Che i 4665 III| La vendetta di Troia, e spezzeranno~D’Agamennon lo scettro in 4666 III| Della vinta Dodona. In su la spiaggia~D’Anzio diletta Venere trasporta~ 4667 III| Parini, e la severa~Fronte spianando balenò, siccome~Raggio di 4668 I| vecchi padri il giubilo~Spianò le fronti annose.~Così fur 4669 III| occhi a mirar, che il ciel spïarno~Tutto quanto, e, lui visto, 4670 III| di sua mano un ramoscel spiccando~Della scesa dal ciel pianta 4671 II| tigre e il leopardo in alto~Spiccarsi fuora della rotta bica,~ 4672 III| e con tal d’ali remeggio~Spiccasi a volo. Occhio mortal non 4673 III| nel cor della gelosa,~Che spiccossi qual lampo e rabbuffata~ 4674 III| alte loro parole; e siano spiedi~A infame ciurma che alle 4675 III| sorriso~D’amor; dirlo spiegarlo appieno~Pur lingua lo potría 4676 III| egli dunque sull’Orebbe, e spieghi~Alto le palme; e, s’avverrà 4677 III| duolo;~E di sua libertà spietato e baldo~Tuffò le stolte 4678 III| saprà dalla natía~Fiorita spina, e d’Imeneo sull’ara~Con 4679 III| valle e la collina,~D’acute spine circondò le rose,~Ed accanto 4680 II| sublime~Per l’azzurro del ciel spingea le rote.~Allor sul fresco 4681 III| prima Appio, che in mezzo~Spingerà delle torbide Pontine~Delle 4682 II| all’orlo~D’un abisso mi spingo. A riguardarlo~Si rizzano 4683 III| E alternando il parlar, spinser le piume~ dove fa la lira 4684 III| Nessun mi tocchi.~Ver’ lei mi spinsi, e dissi: O tu che spiri~ 4685 I| trecento con Pluto a cenar spinti.~E noi lombardi petti, e 4686 III| corruppe, ed un orrendo~Spiraglio aperse, che conduce a Dite.~ 4687 III| fra’ ladroni~Perdonando spirava ed esclamando:~Padre, padre, 4688 III| le placate onde leggieri~Spiravano i favonii, e in curvi solchi~ 4689 III| spinsi, e dissi: O tu che spiri~Dolor cotanto e maestà dagli 4690 III| più bella~Su la fronte splendea l’alma serena,~Come in limpido 4691 II| cielo,~Pieno d’alto saver, splendesti allora,~Dotto Paciaudi mio; 4692 II| sue fiamme ti ravvolgi e splendi.~Tu del nero aquilon su 4693 I| la ruina~Render superba e splendida~La povertà latina.~Pianser 4694 III| operose officine, e di volanti~Splendidi cocchi fervida la via,~E 4695 II| ingegno~Sì lieta aurora e splendido meriggio,~Non forse avrebbe 4696 II| ebber dal poter de’ tuoi splendori~Vita le cose inanimate e 4697 II| marmi i duri alpestri dorsi~Spoglian le balze tiburtine, e il 4698 III| latina?~La gola e ’l sonno ti spogliâr de’ casti~Primi costumi, 4699 II| Che agli occhi di quaggiù, spogliate alfine~Del reo presagio 4700 III| congrega~Che la sugge la spolpa e la maciulla:~Il furto, 4701 II| aspetto,~E stendendo la man spolpata e lunga,~Con lo scettro 4702 III| da’ gorghi imi commoto,~Sporge il capo divino, e, al carro 4703 III| immondi~Al sanguigno ruscel, sporgendo il muso,~L’un dall’altro 4704 II| ardir novello~All’avene sposar di Siracusa,~Vanne al fior 4705 III| canto che il chiomato bardo~Sposava al suon di bellicosa lira.~ 4706 III| del fratello~O dell’amato sposo? chè son questi~Certo i 4707 III| Una vil mia nemica, una spregiata~Di boschi abitatrice, il 4708 II| e fra’ tiranni.~Non più spregio di noi, non più negletta~ 4709 III| del forte del vil lo sprezzo,~Tu verace consegna alla 4710 III| fracasso~Dall’ëolie spelonche sprigionati~S’avventâr su l’incendio, 4711 III| Cocito in man le caccia,~E la sprona e l’incuora alla battaglia~ 4712 II| ruscei smalta la riva,~L’ale spruzzasti al vagabondo insetto,~E 4713 III| montagna,~Con l’immenso suo spruzzo li flagella,~E di paura 4714 III| pietose in cavo speco,~A cui spumante intorno ed infinita~D’Oceàn 4715 III| vestiti a bruno~Le presentâr spumanti; una dicendo:~Sorga da questo 4716 III| Tremolar diresti~L’onde e rotte spumar dai bianchi petti~Delle 4717 III| guerriero in su la guancia.~Spumava la tirrena onda suggetta~ 4718 III| col Xanto pugnai, quando spumoso~Covortici ei respinse 4719 III| dolce in petto la pietà ti spunta,~Albergo io m’ebbi: manigoldo 4720 III| Perchè tante perir misere squadre~Per la causa de’ vili? Ahi! 4721 III| toglieva ogni riposo.~Giacean squallidi, nudi, irti i capelli,~E 4722 III| pieni tiranni in una cena.~Squallido macro il buon soldato e 4723 III| de’ fati è il corso) alto squallore~Lo coprirà; zelo, arte 4724 III| faville~E i tronchi capi e le squarciate pance,~Agitando la face 4725 II| alla cui voce il seno~Si squarciò dell’abisso fecondato,~Dove 4726 III| pioggia ad ogni scossa.~Squassan altri un tizzone, altri 4727 III| i cozzi ed un clangor di squilla.~Quindi gemere i boschi, 4728 III| e nell’opima~Itala terra stabilir più fermo,~Più temuto il 4729 III| abbracciai spirto defunto.~Mi staccai da’ miei cari: e di Milano~ 4730 II| ancora non osai dall’alto~Staccar l’incerto piede, e coraggioso~ 4731 III| capo scemi~Delle rauche di stagno abitatrici,~E di Galvan 4732 III| disparte frattanto un aureo stame~Al fatal fuso ravvolgean 4733 III| alimento~Lambe gli aridi stami, e di pallore~Veste il suo 4734 II| parte ombre e paure,~E muta stammi e scolorita innanzi~Qual 4735 III| giorno, e di grand’orme~Stampâr l’arringo degli eterei calli.~ 4736 III| fra le mandre Ulisse~Non stampò di ferine orme il terreno~ 4737 III| Pria le gagliarde e poi le stanche e zoppe.~Cupo regnava lo 4738 III| fino alla truce~Adria, ove stanchi già del lungo corso~Trenta 4739 | stando 4740 III| nome fa tremar la terra.~Stanle intorno l’Erinni, e le fan 4741 | Star 4742 | starà 4743 | state 4744 II| origine tua trovar potranno?~Stavasi ancora la terrestre mole~ 4745 III| merto giacente in su gli stecchi.~E la patria frattanto, 4746 II| contemplar poneami,~Che tra gli steli brulica dell’erbe,~E il 4747 III| balli~Ricominciar delle stellate rote.~Più veloci esultarono 4748 II| alle gote più ridenti, e stende~Da per tutto la falce ruinosa.~ 4749 I| ascendere~Il giovinetto Orfeo.~Stendea le dita eburnee~Su la materna 4750 III| orror portando e morte.~Stendean Reno e Panár le indomit’ 4751 II| ancora i miei martíri.~E come stenderò su le ferite~L’ardita mano, 4752 III| il ciel vïaggia e orrendo stendesi~Su la bionda vallea, quando 4753 II| IL 18 FRUTTIDORO ANNO V~ ~Stendi, fido amor mio, sposa diletta,~ 4754 I| insanguinato~Ferocemente stendono sull’urna~Lamagna e Francia 4755 III| Gradivo la feroce schiatta~Sterminar de’ Lapiti: aver da Giove~ 4756 III| Emilia pur anco è la semenza;~Sterpane i bronchi, e la vedrai fiorita.~ 4757 I| E con diletto al vomere~Stesi la man divina.~Su l’orme 4758 I| Mirabil arte, ond’alzasi~Di Sthallio e Black la fama,~Pèra lo 4759 III| nel mio volere (e per la stigia~Onda lo giuro) che l’achea 4760 III| guida.~Questo fe’ lo mio stil leggiadro e franco~E il 4761 III| la dolce~Lagrima di Lieo stillan le viti.~Lieve lieve radendo 4762 III| di dolcezza il vanto.~Ma stillante più ch’altri ibleo sapore,~ 4763 III| forsennato~Con le man tese e costillanti crini~Per la balza scorrea; 4764 I| di miele e balsamo~Tutte stillar le fronde:~Gli amplessi 4765 II| e gli arbuscelli~Grato stillâr dalle cortecce il pianto;~ 4766 III| infinito tesoro e l’oceàno~Ove stillato ogni venen si bee.~Finse 4767 III| antiqua~Di vittime nefande stimolati,~A sbramarsi venían la vista 4768 III| dar volta, e mugolando~A stiparsi, e parer vento che rotto~ 4769 III| pensier. S’alza di crebre~Stipe un nembo e di foglie e di 4770 III| famiglia,~Propagarne le stirpi, e cittadina~Dell’ausonio 4771 III| pingui cólti, e le falci e le stive~In duri stocchi e in lance 4772 II| degno del senno~Che della Stoa dettò l’irte dottrine,~Ma 4773 III| aquilone,~In mano aventi uno stocco affilato~E percotenti ognun 4774 III| matura~Cinge il primo la stola, e qual di cigno~Apre la 4775 III| lo scettro e lacerar le stole.~A me piuttosto, a me che 4776 II| desío. Ritto su i piedi~Stommi, ed allargo le tremanti 4777 III| sepolta è la natura!~Non stormisce virgulto, aura non muove,~ 4778 III| doglia accompagnava.~Non stormiva una fronda alla foresta,~ 4779 III| potendo il duro~Fato stornar, nel suo segreto il chiuse;~ 4780 III| intanto e le querele~Derise e storpie gemono alle porte~Inesorate 4781 II| vacilla, e par che caggia.~Stracciato e sparso d’aurei gigli indossa~ 4782 III| Cristo in sacramento.~Tutto è strame letame e putridame~D’intollerando 4783 III| carboni di fiammelle.~Sotto la strana rubiconda pioggia~Ferve 4784 I| al vento~La salma in alto strangolata e nera.~Gli angeli dal Calvario 4785 III| suoi figli, e a tal lo dona~Stranier, cui meglio si daría gramigna.~ 4786 I| Fonte amara ognor ti fu,~Di stranieri e crudi amanti~T’avea posta 4787 III| sbarra,~I figli, i figli strappagli dal fianco;~E del pungulo 4788 III| costoro empio furore~A gittar strascinato (ahi! parlo o taccio?)~De’ 4789 III| luna indebolite e rotte.~Strascinavasi quivi un mansueto~Di ministri 4790 II| il campo~Ai lemuri e alle streghe. In tenebrose~Nebbie soffiate 4791 III| fredda onda, che gorgoglia e stride.~Rimbomba la caverna, e 4792 III| Nidi e i covili abbandonâr stridendo~E ululando smarriti, e senza 4793 III| lauro; e le loquaci chiome~Stridono in capo al berecinzio pino,~ 4794 III| molce con lungo~Sonnifero stridor l’ombra notturna;~E Filomena 4795 III| opre del giorno, e muto lo stridore~Dell’aspre incudi e delle 4796 III| e i campi~Fêr di lunghi stridori e di lamenti.~N’ulularono 4797 III| piangere le fonti e le notturne~Strigi solinghe, e ulular cagne 4798 III| d’abisso si partìa~Vòta stringendo la terribil ugna.~Come lion 4799 III| altri d’amicizia i detti.~Lo stringersi a vicenda e il dimandarse~ 4800 III| Giunon, chè rabbia e tema~Le stringono la mente; e par tra’ ferri~ 4801 III| dilettanza in poco spazio~Strinsersi tutti, e diersi a far parole,~ 4802 III| corsi ombra leggera,~E gli strinsi, e sentii tutta in quel 4803 II| rabbuffa e la tempesta.~Striscia di sangue il collo gli viaggia,~ 4804 II| accenso~Rugghiano i tuoni e strisciano i baleni.~Ma sotto il vel 4805 III| Viver sommerse: ma novello stroppio~La patria n’ebbe e l’ultimo 4806 II| tarlo roditor, logora e strugge.~Giorni beati, che in solingo 4807 III| Più ch’altre in pianto si struggea Diana.~Al pregar dell’afflitta 4808 III| immensi volumi alla pianura;~E struggendo venian le furibonde~La speranza 4809 III| sguardo, ed io la polve~Strumento fo del mio voler. Qui tacque~ 4810 III| Ad or ad or si volge, e studia il passo~Pel compagno tremando 4811 III| abito bruno~Venía poscia uno stuol quasi di scheltri,~Dalle 4812 III| ratto intorno le si fea lo stuolo~Di quell’ombre beate, onde 4813 III| pianto segreto;~E l’ombra si stupía, quinci vedendo~Lagrimoso 4814 III| accenna.~Lasciò l’irresoluta e stupidonda~D’Arari a dritta, e 4815 I| le piante: anche la rude~Stupida pietra t'ammaestra, e chiude~ 4816 III| sidicino montanar v’affisse~Stupido il guardo, e sbigottissi, 4817 III| Senza un Camillo, a che stupir, se avaro~Un’altra volta 4818 III| quella piova~Che fe’ lo stupro dell’acrisia torre.~Quest’ 4819 III| occidental percosse;~E una súbita fonte cristallina~Scaturì 4820 III| pastorale, e tutta~In un súbito, ahi! tutta ebbe sepolta~ 4821 III| tempo e il modo~De’ futuri successi: e non diè fine~All’austero 4822 III| Chè di tanto fu degno) il successore~Di Romolo traeva. Ivi le 4823 III| Ilare il volto, e l’abito succinta,~Le corse incontro con la 4824 III| santo simulacro~Tremò, e sudante (maraviglia a dirsi!)~Torse 4825 III| taciturne;~Starsi i fiumi, sudar sangue le pie~Immagini de’ 4826 III| Spumava la tirrena onda suggetta~Sotto le franche prore, 4827 III| in pace e in guerra~Farà suggetto il mondo, e quanta insieme~ 4828 III| Empion le tazze di nocenti sughi.~Chioma e volto di lauro 4829 III| gote,~Del cui fragrante sugo hanno in costume~Le amorose 4830 III| dell’ali del pensiero~Per le sulfuree vie corse la fiamma~Licenziosa, 4831 III| Siccome fra cortesi alme si suole.~E questi, e l’altro, e 4832 I| trapassa.~Tace la terra, e suonano~Del ciel le vie deserte:~ 4833 III| e le frecce, onde famosi~Suonâr di caccia fragorosa un giorno~ 4834 III| Aurunci~Venerevoli padri alto suonava~E glorïoso fra le genti 4835 III| umane d’amarezza asperse!~Suonò fra la vittoria orrendo 4836 III| sciolte i capelli~Consorte e suora ad abbracciarlo, e gli occhi~ 4837 II| Grandezza e Maestà, tue suore antiche~Che ti chiaman da 4838 II| gagliarda~Le cozie porte superate, e doma~Di Piemonte la valle 4839 III| vago aspetto alma chiudendo~Superbetta, d’amor tutte parole~La 4840 III| misfatti onde mai possa~La loro superbir semenza iniqua.~Erano in 4841 II| e figlia,~La brulicante superficie aprío.~Dalle gravide glebe, 4842 I| coraggio~Te quel grande superò:~Afro, cedi al suo paraggio;~ 4843 II| quasi mi copriva: ed ora~Supino mi giacea, fosche mirando~ 4844 III| meschina~Perdendo merca e supplicando accatta.~Scorre a fiumi 4845 III| tiranni la voce; e fu delitto~Supplicare e mostrar la sua ferita.~ 4846 III| figli, le ginocchia a terra;~Supplichiamo agli dèi, che certo in ira~ 4847 III| e contemplando andrai.~E supplicio ti fia la vista orrenda~ 4848 III| dritto i rai.~Perchè l’uom surga e il suo tiranno uccida,~ 4849 III| rammenta quel che fra voi surta~Su l’Olimpo contesa, avventurarmi~ 4850 III| a verun degli dèi, che surti in piedi~Erano, al suo passar, 4851 III| aggira e si lamenta~In val di Susa e arretra per paura~Qualunque 4852 II| belle e chiari i regni,~Suscitando allegrâr Febo e Sofia.~Tu 4853 III| libertà mandato~Sul Tebro a suscitar le ree scintille.~Stolto, 4854 II| dunque potero~Non preveduto suscitarmi in seno~Tanto incendio d’ 4855 III| padre: chi da’ marmi bui~Suscitò l’ombra tua? — Concittadino~ 4856 I| mirmidóni e delle trombe,~Sussurrando vendetta alzan la testa.~ 4857 III| allor che ciechi aggira~I sussurri forier della tempesta.~Mentre 4858 II| morte onde que’ feri~Van susurrando, simiglianti a tuono~Che 4859 III| che tuoni dal suo monte, e svegli~L’addormentata Italia, e 4860 II| fatica di tue dita aspetta:~Svegliami l’armonia ch’entro le cave~ 4861 I| L’Olimpo e l’infinito.~Svelaro il volto incognito~Le più 4862 III| Atlante;~Finchè di la svelse il forte Alcide,~Spento 4863 III| procaccia;~E percosso l’ovil, svelta l’aprica~Vite appiè del 4864 I| leggi, i traditor felici,~E sventurato il giusto.~Quindi vedi calar 4865 III| Via di qua,~Via di qua, svergognata! E in questo dire~Il bianco 4866 III| servaggio;~Anime stolte, svergognate e lorde~D’ogni sozzura. 4867 III| anco parve~Che del furor svïato avría l’effetto.~Ma fier 4868 II| DEDICATORIA DELL’AMINTA DI T. TASSO~A NOME DEL TIP. PARMENSE 4869 III| rincontro folgorando i sui~Tabernacoli d’oro apriagli il sole;~ 4870 III| sallo Esdrelona,~Sallo il Taborre e l’onda che sul dorso~Sofferse 4871 III| Del Vulturno arenoso e del Taburno.~Corser da tutte le propinque 4872 III| e prega che di lor non taccia.~Ed ecco a suo rincontro 4873 III| sicure dal furor di Giove~Tacean d’Ato e di Rodope le rupi,~ 4874 III| volti e le contese,~Che non tacenti ma parlanti e vere~Quelle 4875 III| Larina, il miserando fato~Non tacerò, se a tanto il cor resiste,~ 4876 III| scanni e di berillo~Si locàr taciturni e riverenti.~D’ogni parte 4877 III| furore ancor la si periglia?~Tacquesi; e tutta la pupilla aprío~ 4878 III| ricordar siccome amai tacqui~La pubblica ragion, sin 4879 III| Alla caduta dell’acciar tagliente~S’aprì tonando il cielo, 4880 III| proscritti~Popoli interi, e di taglienti scuri~Tutte ingombre le 4881 III| fragorosa un giorno~Del Taïgeto e d’Erimanto i boschi,~Ed 4882 III| adatta ed alle piante~I bei talari, ond’ei vola sublime~Su 4883 III| e ne raggiunge~Altri al tallone, e li travolve; ed altri,~ 4884 II| ardua antica mole, a cui talora~La folgore del cielo il 4885 | taluno 4886 III| zuffoli e di pive,~Ma di tamburi e trombe e di tormenti:~ 4887 II| Della Neva, dell’Istro e del Tamigi.~Volgi il guardo d’Italia 4888 III| che di notte~Lascian la tana, e taciturne e crude~Van 4889 III| Mentre un pugnal battuto alla tanaglia~De’ fabbri di Cocito in 4890 III| cangiato in pastoral l’acciaro!~Taque ciò detto il disdegnoso. 4891 I| vilipeso onore.~Vivi, o signor. Tardissimo~Al mondo il Ciel ti furi,~ 4892 II| le corporee forze,~Qual tarlo roditor, logora e strugge.~ 4893 III| posposi io stesso,~E sul Tarpeo recai dell’Ida i tuoni~E 4894 III| còrse onde sorelle.~Ei sol tarpò del franco ardir le penne;~ 4895 II| DEDICATORIA DELL’AMINTA DI T. TASSO~A NOME DEL TIP. PARMENSE 4896 III| ognun che per la via~Del Tau la fronte non vedean segnato.~ 4897 III| aspettando, entro si chiude~A’ taumanzii vapori, e taciturna~Su le 4898 III| simulacro insanguinato~Dalle tauriche sponde alle tirrene.~In 4899 III| a cui non abbia~L’ucciso tauro appien sazie le canne,~Anche 4900 III| fe’ dolce, e la vestía~Di tebani concenti e venosini.~Parea 4901 II| franco,~Quando su l’Alpi la tedesca e sarda~Rabbia ruggiva; 4902 III| verrà, che largamente reso~Tel vedrai, non temerne, e i 4903 I| Del già sofferto scorno,~Temei novella ingiuria,~Ed ebbi 4904 II| Balza atterrito, squarciata temendo~Sul suo capo la terra e 4905 III| via, alcun domanda~Per temenza d’udire cosa dura;~Tale 4906 III| de’ templi, ed involato~Temer le genti eternamente il 4907 III| intanto il dito si mordea~La temeraria Libertà di Francia,~Che 4908 I| ed altra~Gente di voglie temerarie e prave.~Ella passa e non 4909 III| bassa,~Scorre il Tumulto temerario, e il Fato~Ch’un ne percuote 4910 III| largamente reso~Tel vedrai, non temerne, e i muti altari~E le cittadi 4911 III| alte tue cime;~E spezzata temesti la catena~Che i tuoi gioghi 4912 I| sono;~Ma i voti miei non temono~La luce del tuo trono.~Anche 4913 III| copría l’antico senno~La temperanza, che de’ turpi affetti~Doma 4914 III| ritenta.~Mugge fra tanto tempestosa e scura~Da lontan l’onda 4915 III| campi~D’Africo e d’Euro i tempestosi assalti.~Già tutta la gran 4916 I| l’anima fella:~Dio tra le tempie gliel’avea confitto,~ 4917 I| voi che sole d’alcun dolce~Temprate il molto amaro~Di mia trista 4918 III| imperïoso~Contro il lor petto le temute serpi~Chinar dell’aurea 4919 I| indocili elementi.~Dalle tenaci tenebre~La verità traesti,~ 4920 II| pensieri~Che del sublime un tenean la cima.~Or che giacquer 4921 III| bianche; e le nebbie e le tenèbre~Spazza il ventoratto, 4922 II| baleni.~Ma sotto il vel di tenebrordenso~Non ti scorge del 4923 II| lemuri e alle streghe. In tenebrose~Nebbie soffiate dal gelato 4924 III| basso;~Di ritroso fanciul tenendo il metro,~Quando la madre 4925 III| giacinto,~Ed abbondanti tenerelle erbette,~Che il talamo forniro; 4926 III| studio e pazïente cura~I tenerelli parti ne nudría,~Castigando 4927 I| vanto;~E i dolci modi e teneri~Narrar, dell’alme incanto.~ 4928 III| sospetto alto la prese,~Che si tenesse in quelle forme occulta~ 4929 III| mercede,~Su questi carmi, che tentando or vegno,~Di quel nèttare, 4930 II| suo tiranno, io dico;~Che tentate infelici? Ah! se tal guerra~ 4931 III| capo fra le nubi ascose,~E tentò porlo in ciel la tracotante,~ 4932 III| perito che Brunello~Saría tenuto un Mummio ed un Fabrizio,~ 4933 I| col rival Demostene~Alla tenzon si scalda.~Forse restar 4934 I| spettacolo!)~Le colpe e le tenzoni,~Ond’ei d’Europa e d’Asia~ 4935 I| Venere~Poi lo chiamò la folle~Teologia di Cecrope,~E templi alzar 4936 I| Lungo corso di vita. Oh mia Teresa,~E tu del pari sventurata 4937 II| fracassato mondo allor le terga~Darai fuggendo, e su l’eterea 4938 III| le gran corna~Mai non si terge, e strepitoso e torbo~Empie 4939 III| addolorato spirto, e, le pupille~Tergendo a dire incominciò: Tu vedi,~ 4940 III| fiumi si dilunga,~E sempre a tergo ha la tremenda Giuno,~Che 4941 III| macello.~Tolta al dolor delle terrene pugne~Apriva intanto la 4942 I| Incontro a lui di fulmini terreni,~E forza in van lo crolla 4943 II| Cadmo partorita,~E nell’armi terribili del vero~Fulminando atterrasti 4944 II| e la lombarda.~Ei vi fe’ tersa e lucida la chioma;~Ei, 4945 II| alle carole.~Della danza Tersicore guidava~I volubili giri; 4946 I| la man lo scritto.~Ma più terso il rendea l’anima fella:~ 4947 III| giù la tira~Il poter delle tessale canzoni.~E l’occhio sotto 4948 I| colonne usciro.~Si lamentaro i tessali~Alpestri gioghi anch’essi~ 4949 III| clamide regal che di sua mano~Tessè Minerva, e d’auree frange 4950 I| pastorelle,~Che m’insegnaro a tessere~Le lane e le fiscelle.~Guidai 4951 II| i lombardi~Elmi la lidia tessitrice ordisce~L’ingegnosa sua 4952 III| inauspicate~I cantici, le faci, i testimoni;~Questo alla nuova del Tonante 4953 III| Nobilmente severo si procaccia~Testimonianza il senno ed il consiglio.~ 4954 III| Qual è spia; qual il falso testimonio~Vende pel quarto e men d’ 4955 II| gioia, e della sorte~Già tetragono ai colpi si sentía.~Preser 4956 III| il diadema ne crolla e la tïara.~L’una raccolse dell’umane 4957 II| Roma udillo, e la lupa tiberina~Sollevò il muso e si fe’ 4958 III| il fratello~Di Catillo e Tiburte; e non lontano~Era di Cinzia 4959 II| dorsi~Spoglian le balze tiburtine, e il monte~Che Circe empieva 4960 II| miglior del mio pensiero~Tien della vera nobiltà la cima~ 4961 III| lambrusca, e s’altro in serbo~Tieni di meglio; chè mostrarci 4962 I| tranquillo e fra baleni~Tienvi sopra il suo dito e l’assecura.~ 4963 I| Senna, ascoltami,~Novello Tifi invitto:~Vinse i portenti 4964 II| imperator della foresta:~Ecco la tigre e il leopardo in alto~Spiccarsi 4965 III| un sasso;~Non le galliche tigri. Ahi! dove spinto~L’avete, 4966 III| sponda.~Indi varca la falda tigurina,~A cui fe’ Giulio dell’augel 4967 III| d’armi, di nitriti e di timballi~Fragor, che tutti ne muggían 4968 II| t’invita~Chè non osando timida ai profani~Tutta nuda mostrarsi, 4969 I| incanto.~Bramai vederti; e timido~D’oltraggi in suol nemico~ 4970 III| alla fronte e di pallor si tinge;~Tal fiammeggiava di sidereo 4971 I| monte~Nel sangue di Gesù tingendo il dito,~Scrisse con quello 4972 III| Avea ciò detto appena,~Che tingersi mirò l’aria in sanguigno,~ 4973 I| guance eburnee~Che di rossor tingesti~Per gli occhi tuoi, deh, 4974 II| AMINTA DI T. TASSO~A NOME DEL TIP. PARMENSE G.B. BODONI~ ~I 4975 II| per lui questa novella~Di tipi leggiadria; digli in che 4976 III| silenzio suo scossa la Spagna~Tirar la spada anch’essa e la 4977 III| Prendi adunque sul mar tirreno il volo,~T’appresenta a 4978 III| contra d’Atamante e d’Ino~Tisifone invocar. Quei due superbi~ 4979 I| ardori.~Calcò quell’empio i titoli~Di madre e di sorella,~E 4980 III| fean, toccando~Con gli arsi tizzi, ribollir le vene.~Allora 4981 III| scossa.~Squassan altri un tizzone, altri un flagello~Di chelidri 4982 III| fronti mortali, e fean, toccando~Con gli arsi tizzi, ribollir 4983 III| già fatte~Entrambe amiche, toccheran le tazze~Propinando a vicenda, 4984 III| cavalli~Di Nettuno custode, e Toe vermiglia,~Di zoofiti amante 4985 II| ferite~L’ardita mano, e toglieronne il velo?~Una fulgida chioma 4986 III| alla morte,~Alla qual mi togliesti. Entro quell’onde~Concedimi 4987 III| poverelli~Che agli orecchi toglieva ogni riposo.~Giacean squallidi, 4988 III| fuggendo, a quel sordo mi tolsi~Delle lagrime altrui gonfio 4989 III| ciurmador le quadre~Muta in tonde figure, e non è mago.~Disse 4990 III| D’ineffabil dolcezza, e i tondi balli~Ricominciar delle 4991 II| luna oscene larve~Danzano a tondo, e orribilmente urlando~ 4992 III| che in questa procellosa e torba~Laguna di dolore il piè 4993 II| anco scaturir dovesse~La torbida sorgente? Oh saggio! oh 4994 III| in mezzo~Spingerà delle torbide Pontine~Delle vie la regina. 4995 II| casi~Consolator, che non torcesti mai~Dalle pene d’altrui 4996 III| in mezzo al sangue~De’ torelli giurâr dell’alleanza~Il 4997 III| La vedova giovenca ed il torello,~E rugghia, e arrota tuttavia 4998 III| fianco~Dell’eterno timor tôrgli la guida.~Questo fe’ lo 4999 II| diversa e la natura.~Altri a torma e fuggenti in lunga fila~ 5000 III| di tamburi e trombe e di tormenti:~E il barbaro a soldato 5001 III| Quando di Spagna vincitor tornando,~Nel Tevere lavò l’armento 5002 II| tranquilla ancora~La mia polve tornar donde fu tolta.~Ma in que’ 5003 III| diffuso~L’enorme capo, e giù tornarlo ancora,~Qual pendolo che 5004 II| Augusto i tempi e di Leon tornarno~Vedrai stender giulive a


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