IX.
Il primo mese
Gennaio 1849.
Il primo mese della presidenza
di Luigi Bonaparte sta per spirare. Ecco qual'è la situazione di questo
momento.
Vi sono adesso dei Bonapartisti
della vigilia. Giulio Favre, Billault e Carteret fanno una corte — politica —
alla principessa Matilde Demidoff. La duchessa d'Orleans abita a Ems, coi suoi
due bambini, una piccola casa dove ella vive poveramente e regalmente.
Tutte le idee del febbraio sono
messe sul tappeto le une dopo altre: il 1849, annoiato, volge le spalle al
1848.
I generosi vogliono l'amnistia,
i saggi desiderano il disarmo. L'Assemblea costituente è furiosa di agonizzare.
Guizot pubblica il suo libro Della Democrazia in Francia. Luigi Filippo
è a Londra, Pio IX a Gaeta. La borghesia ha perduto Parigi, il cattolicismo ha
perduto Roma.
Barrot è al potere. Il cielo è
piovoso e triste con un raggio di sole di tanto in tanto. La signorina Ozy si mostra
tutta nuda nella parte d'Eva al teatro de la Port-Saint Martin:
Federigo Lemaitre fa recitare: l'Albergo degli Adrets. Le patate
costano otto soldi e per venti soldi si ha un luccio al mercato. Ledru-Rollin
batte sulla guerra; Proudhon batte sulla bancarotta.
Il generale Cavaignac assiste
colla sottoveste grigia alle sedute dell'Assemblea e passa il suo tempo e
guardare le belle donnine delle tribune con un paio di binocoli d'avorio.
Lamartine riceve venticinque mila franchi per un suo capolavoro, Luigi
Bonaparte dà dei grandi pranzi a Thiers che lo fece arrestare, ed a Molè che lo
fece condannare. Vienna, Milano, Berlino, si calmano. Le rivoluzioni
impallidiscono e, su tutta la faccia del mondo, sembra ch'esse vadano
estinguendosi; però un soffio potente agita sempre i popoli.
Il re di Prussia si prepara a
riafferrare il suo scettro e l'imperatore di Russia a risguainare la spada. V'è
stato un terremoto all'Havre; il colera è a Fécamp; Arnal lascia il Ginnasio e
l'Accademia nomina il duca di Noailles al posto di Châteaubriand.
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