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Primo
triumvirato [60-50]. - Tornava quasi al
medesimo tempo Cesare dalla Lusitania; e frammettendosi a Pompeo e Crasso
maggiori di lui e rivaleggianti, salí a pareggiarli. La potenza dei tre, che
suol chiamarsi nella storia il «primo triumvirato», condusse la repubblica.
Allontanarono Catone mandandolo a Cipro, ridotta in breve a provincia, ed
esiliarono Cicerone. Ma Pompeo, che s'aiutava della virtú dell'uno e
dell'eloquenza dell'altro, li fece in breve richiamare. Le province principali
furono spartite fra i triumviri: Spagna ed Africa a Pompeo; Siria colla guerra
contro a' parti, la maggior che fosse allora, a Crasso; Illirio e le due Gallie
colla guerra lá sorgente da una invasione di teutoni che incominciavano a
chiamarsi «germani», a Cesare. Solo pacifico dei tre il governo di Pompeo, il
lasciava rimanere a Roma. Cesare diedesi tutto alle Gallie, in cui scorgeva
occasione di gloria e potenza militare, strumenti massimi ad occupare la
repubblica. Volò oltre Alpi, respinse i germani-elvetici [58]; si frammischiò
alle parti, alle contese interne delle genti galliche; vinse i belgi [57], gli
aquitani [56]; e, giá domata tutta Gallia, passò in Britannia [55] e in
Germania oltre Reno [54], tornò su' galli risollevati, e ridomolli [53-51].
Intanto era passato Crasso in Asia contro a' parti, con un esercito raccolto a
proprie spese, ma ch'ei non seppe condurre; ondeché fu sconfitto ed ucciso
[54-53]. E quindi due grandi danni: i parti cresciuti a tal gloria e potenza
che non furono mai piú domati; ed in cittá, sciolto il triumvirato, ridotto a
duumvirato, piú difficile a durare. E tanto piú tra uno avvezzo a massima
potenza, e l'altro risoluto a non soffrirla. - Nel 53, Pompeo si fece nomar
solo consolo, quasi dittatore. Ma Cesare, quantunque assente, giá poteva in
cittá quanto lui. Seguirono negoziati, proposizioni reciproche di smetter
ciascuno il proprio comando; ma ineseguite, forse ineseguibili. Finalmente [ai
primi dí del 49] Pompeo, senza smettersi, fece dal senato ordinare a Cesare di
smettersi. Era ordinar lo scoppio, e la propria sconfitta.
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