6.
I tre primi
contendenti, e i tre Flavi [68-96]. - Galba, vecchio capitano di settantadue anni, era stato
gridato imperatore in Ispagna, mentre s'uccideva Nerone. Venuto a Roma, vi fu
riconosciuto dal senato, mal veduto da' pretoriani e sbalzato in pochi mesi da
Ottone [68-69]. Il quale riconosciuto in Roma e non dalle legioni germaniche,
andò loro incontro, ne fu vinto, e s'uccise; durò tre mesi [69]. - Vitellio
condotto a Roma da quelle legioni, vi fu riconosciuto; ma, disprezzato in breve
per libidini e crudeltá, fu sconfitto ed ucciso in pochi altri mesi dalle
legioni di Siria e del Danubio, che acclamarono e condussero a Roma Flavio
Vespasiano [69]. - Quindi la nuova famiglia de' Flavi che imperiò per tre
generazioni. Vespasiano tranquillò, riordinò l'imperio sovvertito nei
cinquantacinque anni dei quattro Cesari nefandi, e dall'ultime competenze.
Dovette accrescere i tributi; abolí le accuse di maestá, ributtò i delatori; fu
buon principe; guerreggiò co' batavi risollevati tra le ultime contese
dell'imperio; co' giudei sollevati, a cui Tito distrusse Gerusalemme [71]; co'
britanni e co' caledoni vinti da Agricola; ridusse o confermò a province Rodi,
Samo, Licia, Tracia, Cilicia e Comagene. - Successegli Tito figliuolo di lui,
stato giá devoto a lui ed alla patria, capitano vittorioso e per que' tempi
clemente; modello de' principi ereditari. Non regnò se non due anni [79-81], e
gli bastarono a farsi modello de' regnanti. - Seguí Domiziano fratello di lui,
ma troppo diverso; vano, invido, sospettoso, crudele, richiamò Agricola
vittorioso dalla Britannia, guerreggiò or a pompa in persona, or pe' capitani
contro a' germani e ai daci, or vanamente, or cosí vilmente che patteggiò un
tributo agli ultimi. Fu ucciso per congiura di palazzo [81-96].
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