7.
Nerva,
Traiano, Adriano [96-138]. - Posto in trono da'
congiurati Nerva, un vecchio onorando di settanta anni, furono restituiti
l'ordine, lo splendore dell'imperio; e continuati, accresciuti poi per una
serie di buone adozioni durante quasi un secolo. Questo fu, senza paragone, il
piú, od anzi il solo buon secolo di quella grande autocrazia; fu, secondo
l'espressione d'un autocrata moderno, caso fortunato. Nerva regnò poco piú d'un
anno; ma in quello, fece uno forse de' piú rari, certo uno de' piú utili atti
adempibili da un principe, apparecchiossi un successore maggiore di lui [98]. -
Traiano figliuolo adottivo di Nerva, spagnuolo, e cosí primo degli augusti che
non fosse italiano, gran capitano, grande uomo di Stato, fu tale sul trono, che
può credersi sarebbe stato grande senz'esso, sarebbe stato gran cittadino di
una patria libera. Ordinò, temperò il principato; abolí i giudizi di maestá;
restituí al popolo i comizi, le elezioni lasciategli da Augusto, al senato la
libertá delle deliberazioni. Non solamente lavorava ma operava molto; in
finanze era gran massaio e grande spenditore insieme; in monumenti e strade
pubbliche (quella antica gloria romana che giunse allora al sommo)
splendidissimo. Fece molte guerre contro ai parti, agli arabi e ai daci, che a
taluni paion troppe, ma che forse eran necessarie, e ad ogni modo furon tutte
gloriose. Prima di lui non erasi guerreggiato se non per mantenere i limiti
d'Augusto, o tutto al piú per ordinare in province alcune genti inchiuse in
essi; egli li estese, e passando il basso Danubio contro a quei daci a cui
Domiziano avea testé pagato tributo, li vinse e ridusse a provincia romana. -
Successegli [117] Adriano suo figliuolo adottivo, principe pacifico. Trattò co'
parti ed abbandonò tutte le conquiste asiatiche incominciate dal padre. Buon
ordinatore, buon amministratore anch'egli; piú che mai splendido, ma forse giá
men buon gustaio in arti e monumenti; gran viaggiatore in tutte le parti
dell'imperio, fu in complesso principe buono dopo un grande. S'era
apparecchiato un cattivo successore adottando Lucio Antonio Vero; ma morto
quello, ne adottò uno ottimo, Antonino.
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