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Teodosio [379-395]. - È notevole, se non
altro come aiuto di memoria, che que' limiti dell'impero stabiliti giá
nell'ultimo quarto del secolo avanti Gesú Cristo da Augusto, furono
oltrepassati intorno al 75 da Traiano che v'aggiunse la Dacia oltre Danubio;
ripresi, abbandonata questa da Valeriano, un secolo appresso intorno al 175; intaccati
dopo un altro secolo intorno al 275; ora rotti del tutto dopo un altro intorno
al 375; e calcati, cancellati poi durante tutto un ultimo secolo fino alla
distruzione dell'imperio nel 476. Certo una tal difesa, sia che si conti di
cinque, sia che solamente di tre secoli, fatta dall'imperio quantunque
straziato addentro in tante guise, contro alle genti affollantisi all'intorno,
mostra una gran vitalitá, una gran vigoria ed operositá nella schiatta
italiana, indubitata fondatrice e signora prima di quell'imperio. Ma questa
schiatta era venuta meno a poco a poco; ed ora erano figli degeneri di barbari
o barbari stipendiati, avviliti, e quasi apostati dalla barbarie, que' cosí
detti romani che difendevano contro ai barbari veri e rimasti di puro sangue,
l'imperio precipitante. Il quale resse in Asia, non solamente contro a'
persiani, ma contro alle stesse nazioni settentrionali piú nuove e piú
terribili, per la forza locale di quella Costantinopoli cosí ben piantata a
ciò. E videsi allora, che giunsero quasi tutti que' barbari europei ed asiatici
via via alle foci del Danubio, anzi alle falde dell'Emo o Balkano, vicinissime
a Costantinopoli: e tutti furono, per forza di tal vicinanza, indugiati prima,
ribalzati poi d'Oriente ad Occidente, dall'Asia sull'Europa, da Roma nuova
sulla vecchia. L'indugio durò appunto quanto Teodosio, il rimbalzo tutto il
resto del secolo. - Teodosio, non piú che imperatore orientale dapprima,
sofferse i visigoti tra il Danubio e l'Emo; ma ve li rattenne, e con essi
quanti premevano addietro. Si frappose, forse troppo anch'egli, nelle contese
cristiane; ma almeno, tenendosi fermo contro all'eresia ariana e all'altre,
serbò unita la cristianitá romana, contro ai barbari giá gentili, poi via via
quasi tutti ariani. E cosí la guerra, che giá era di civiltá contro alla
barbarie, diventò pure di religione; il che risponde all'accusa antica e
nuovamente fatta al cristianesimo d'avere menomata quella difesa dell'imperio.
Se questo avesse potuto o dovuto esser salvato, sarebbe stato da una guerra di
religione. Del resto, ucciso Graziano da Massimo un nuovo augusto, Teodosio
venne in aiuto a Valentiniano II, prese ed uccise Massimo; e quando
Valentiniano fu ucciso dal suo maestro de' militi che innalzò Eugenio, egli,
Teodosio, combatté e prese pur questo; e cosí riuní per l'ultima volta, ma per
poco, i due imperii. Morí l'anno appresso, 395.
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