3.
Continua. - Ma oltre questo,
era, se sia lecito cosí dire, pur consueto un ordinamento eccezionale. Oltre
alla gente era lá la compagnia (geleite); vale a dire che tra la gente o
tra varie genti, od anche d'intiere genti raccozzavasi talora una compagnia
venturiera, la quale se era piccola chiamavasi «schaar» (scara,
schiera); e se era grande, prendeva nome di «heer» (exercitus), e
il capo di essa chiamavasi «heerzog» (dux, duca). Di tali duci
venturieri furono certo molti condottieri d'invasione, e fra gli altri
Ricimero. Naturalmente poi, quando stanziava l'invasione, l'heerzog, o duca,
prendeva nome di «koenig», o re; e allora essa stessa la compagnia,
apparisce nella storia quasi nuova gente o confederazione di genti; né altre
furono probabilmente quelle che vedemmo via via quasi sorte a un tratto de'
marcomanni, degli alemanni, de' burgundi, de' franchi ed altre che siamo per
vedere. - Del resto, Tacito ci dá ammirabilmente anche questa costituzione
straordinaria delle compagnie, dicendoci: che in esse combattevano i duci per la
propria gloria, i compagni (gesinde, gasindii, commensales, leudes, fideles,
ed anche poi bassi, vassi, vassalli) per il duca; il quale li nudriva,
tra la guerra, colla guerra, e li ricompensava dopo la vittoria con doni d'un
collare, d'un'arma o d'un cavallo. E cosí durò finché dimorarono nelle lor
deserte selve e lande. Ma quando ebbero predati tesori, distribuiron ricchezze;
e quando province e popoli, distribuirono terre e schiavi.
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