4.
Continua. - E quindi,
dalle due costituzioni della gente e della compagnia, alcuni usi di conquista,
che pur si ritrovano piú o meno in tutti i nuovi regni romano-tedeschi. -
Molte, forse le piú delle genti, le giapetiche principalmente, le tedesche
sopra tutte, furono, giá l'accennammo, divise in tre parti. E quindi molte
delle migrazioni fecersi da uno o due de' terzi; e ciò spiega come si ritrovino
sovente i nomi delle genti migrate sul suolo primiero. E ciò spiega un altro
fatto, anche piú importante qui: come, perché i piú degli invasori
pretendessero, pigliassero un terzo, talor due delle terre invase. Era
naturale, pareva loro giusto e moderato. Avevano abbandonato uno, due terzi
delle terre avite; pigliavano la medesima quota delle conquistate. - Questo
terzo poi, o due terzi delle terre conquistate chiamavasi la «parte de'
barbari» (pars barbarorum), e ridividevasi in parecchie altre: una
grandissima al re, una grande ancora ai conti, tungini, centenari e decani,
tutti ufficiali pubblici posti a tempo ed al piacer del re; e finalmente la
parte di ciascun milite, che traevasi a sorte, ed era quindi detta «sorte dei
barbari» o «parte comune» (sors barbarorum o barbarica, allod,
allodium), od anche «terra franca», «salica», «borgognona» ecc., dal nome
degli invasori. Ma in ciò furono usati due modi molto diversi. 1° In alcuni de'
nuovi regni la parte barbarica, l'allodio era dato in terra a ciascuno de'
barbari, co' servi (coloni, liti, aldii) che giá erano sul suolo romano.
2° Talora, benché piú di rado, la parte barbarica non era data in natura al
barbaro: era riscossa, fosse terzo o due terzi, da lui sull'abitatore romano,
che rimaneva proprietario unico sí, ma proprietario «aggravato» (che cosí
appunto si disse) di questo gravissimo carico, oltre forse i tributi. Nell'un
caso e nell'altro, ogni barbaro cosí accoppiato ad ogni romano chiamavasi
«ospite» (hospes, ostes) di lui; e l'abitazione sua «hospitium»,
«alberg», «albergum». Era questo modo secondo piú spedito, piú
facile, piú utile al barbaro, che non s'aveva ad impacciare di amministrazione
né coltivazione: e fu cosí usato da' barbari piú barbari, meno inciviliti; ma
gravò molto piú sugli abitatori antichi, ridotti essi stessi cosí a condizione
poco men che di coloni. - Ma oltre a tutto questo spartimento generale,
spartivasi poi la parte particolare del re. Il quale non solamente ne manteneva
alla corte i suoi commensali o fedeli o gasindi, a modo degli antichi capi di
compagnia, ma, perché non poteva egli stesso amministrare le terre vicine o
lontane, le dava a governare a questi suoi gasindi, qua e lá, in tutto il
regno; e questi amministratori regi furono detti «gast-halter», «gastaldii»,
e i beni regi cosí dati furono chiamati «beni donati» o «beni de' fedeli», «fee-od»,
«feuda», «feudi», od anche «beneficia» per equipararli a quelli
guarentiti alla Chiesa. Perciocché questi, sia che fosser lasciati tutti gli
antichi posseduti dagli ecclesiastici sotto l'imperio romano, sia che diminuiti
nella conquista, sia che poscia accresciuti, tutti sempre furon lasciati
indipendenti da ogni altra supremazia, sotto la protezione, la tutela immediata
e sola (mund, mundium, mundiburgium) del re. E cosí quindi i feodali.
Questo era l'ordinamento de' barbari, i quali soli governavano, soli
militavano. E talora questo ordinamento era solo legale, serviva a' barbari
signori ed ai romani civilmente servi; ma talor all'incontro, allato o
piuttosto sotto all'ordinamento barbarico, serbossi il romano, inferiore e
dominato sí, ma pur riconosciuto e legale. - E di tutte queste varietá siam per
vedere esempi nella misera Italia; tanto piú misera, che variarono in essa i
modi di servitú, mentre furono piú costanti e perciò alla lunga piú tollerabili
negli altri regni contemporanei. La miseria speciale d'Italia in tutte le etá
seguenti fu il non fermarsi in niuna servitú, il rimutar padroni continuamente.
Degli altri popoli giá provinciali, ultimamente consudditi nostri nell'imperio,
niuno ebbe a soffrire tante conquiste come noi; per gli altri, queste furon
finite alla fine del secolo quinto: e cosí de' popoli romani e tedeschi insieme
poteron sorger miste e farsi uniformi colá quelle popolazioni spagnuole,
francesi ed inglesi, che resistettero quindi piú facilmente alle conquiste piú
moderne. In Italia, all'incontro, vedrem succedersi barbari d'Odoacre, goti,
longobardi, franchi antichi, francesi nuovi e tedeschi antichi e nuovi; e gli
invasori antichi incalzati da' nuovi non ebbero quasi mai tempo a fondersi
nella nazione. E quindi, ciò che si suol dire dell'altre nazioni moderne europee,
che il lor sangue servile di provinciali romani fu rinnovato dal sangue libero
tedesco, non è vero per l'Italia. Il vantato puro sangue italiano, non servile,
per vero dire, come di provinciali, ma servilissimo, come di piú imbelli e piú
avviliti sotto la piú vicina tirannia imperiale, non si rinnovò di niun sangue
libero e militare per gran tempo. I guerrieri settentrionali non si confusero
co' servi italiani se non piú tardi; quando furono essi pure, a vicenda, invasi
e conservi.
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