5.
I barbari
d'Odoacre [476-489]. - I distruggitori
dell'imperio occidentale furono una compagnia raccogliticcia di eruli, rugi,
sciri, turcilingi e forse altri. Gli eruli, probabilmente piú numerosi
(posciaché si trovano in varie storie aver dato nome alla compagnia), furono
probabilmente tedeschi; cosí i rugi, parte de' quali stanziati sul Baltico,
diedero nome all'isola di Rugen. Degli sciri non saprei. I turcilingi paion dal
nome turchi venuti con Attila. Odovacar o Odoacre, figlio d'Edika giá duce de'
rugi, stato poi de' protettori o guardie imperiali, li raccolse; parte forse in
Italia ove militavan ancor essi, parte certamente in Pannonia, ove
vagabondavano tra le disperse orde d'Attila. Sollevaronsi o vennero, chiedendo,
a modo di tutti gli altri barbari, il terzo delle terre d'Italia. Presa Pavia,
gridarono re loro (rex gentium) Odoacre addí 23 agosto 476; e tra breve,
prese Ravenna e Roma, ucciso Oreste patrizio, chiuso a languire e morire
nell'antica villa di Lucullo presso a Napoli Augustolo, l'imperator fanciullo,
Odoacre padroneggiò, regnò su tutta Italia. Mandato dire all'imperator
orientale che «bastava oramai un imperatore al mondo», ebbe da quello e da
Nipote (un altro imperator occidentale superstite in Dalmazia) quel titolo di
«patrizio», che era grande ma indeterminata dignitá del basso imperio, e che fu
tenuto anche da altri re barbari. Ucciso Nipote da due suoi conti, Odoacre
mosse a vendicarlo; ma riuní Dalmazia al suo regno e patriziato. Il quale,
oltre la penisola, comprendeva le due Rezie e Sicilia, restando Sardegna e
Corsica ai vandali d'Africa. Del resto, Odoacre non prese la porpora, mandò gli
ornamenti imperiali a Costantinopoli, serbò in Roma il consolo solito nomarsi
in Occidente, e il senato; nelle cittá i governi municipali, le curie; tutto il
governo romano allato al barbarico: l'ordinamento del suo Stato fu di quelli
misti testé detti. Né, oltre alle prime occasioni della conquista, ed al
pigliar il terzo delle terre, sembra ch'egli incrudelisse, predasse o tiranneggiasse.
Gli si trova data questa lode, semplice, ma molto insueta ad un distruttor
d'imperio ed invasor di popoli: «fu uomo di buona volontá». Bisogna dire che
paresse una benedizione quell'invasione stanziata dopo tante momentanee, piú
crudeli e piú sovvertitrici; a quella che par talora la tirannia, ai popoli
stanchi ed avviliti dalle momentanee e ripetute rivoluzioni. - Ma tutto ciò non
durò che dieci anni. Nel 487, egli mosse una guerra in Pannonia contro ai rugi
compatrioti suoi colá rimasti; e, vintili, non serbò lor paese, ma li trasse
esso in Italia; evidentemente, ad accrescervi le forze, le genti dominatrici. E
Federico, il re spogliato e scampato, rifuggí in Mesia a Teoderico re degli
ostrogoti.
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