7.
Continua. - Teoderico
poi ordinò, governò, estese il regno cosí, ch'ei si può dire il piú civile
insieme e il piú grande dei re romano-barbari. Come quel d'Odoacre il governo
di lui fu misto, duplice, de' goti e de' romani. Serbati alcuni, cacciati i piú
de' barbari precedenti, lor terzo di terre passò ai barbari nuovi; i romani non
par che ne patissero altrimenti: sembra anzi in tutto migliorata lor
condizione, accresciuta lor ingerenza. Goto il re, per vero dire, goto
l'esercito, gote l'oltrepotenze, e quindi senza dubbio le prepotenze; ma romano
il principal ministro del regno, Cassiodoro, romani molti altri minori; ed in
ciascuna delle grandi cittá (aboliti allora o prima i duumviri) un graf
goto a governare e giudicare i goti, un comes romano pe' romani. Del
resto, leggi e grandi raccomandazioni di esser buoni co' romani, di vestire,
radersi, vivere alla romana: i monumenti antichi di tutta Italia, que' di Roma
principalmente, visitati dal re, fatti serbare, restaurare; altri nuovi (a
Ravenna principalmente) edificati; papi e vescovi rispettati; rispettata dal re
e da' suoi barbari, tutti ariani, la religione nazionale italiana, che fu
dall'origine e sempre la cattolica. - Di fuori Teoderico, che non era un
barbaro venturiero come Odoacre, ma della schiatta regia, anzi Ansa, cioè
eroica e mitologica degli Amali, e portava la porpora, ed avea dato o fatto
dare a parecchi sudditti suoi il titolo di patrizio, portato allora da parecchi
re barbari, s'apparentò, trattò, guerreggiò con molti di questi, men da pari
che superiore. S'apparentò coi re de' borgognoni in Gallia, de' turingi in
Germania, de' vandali in Africa, de' goti in Ispagna, e con quel Clodoveo uno
de' re franchi, il quale allora appunto veniva sollevandosi sopra gli altri, e
cosí fondando quella monarchia tanto minore allora, tanto piú durevole poi, che
non quella di Teoderico. - Signor giá della penisola, della Sicilia, delle due
Rezie e del Norico, incominciò nel 504 nuove guerre e conquiste. E prima,
contro ai gepidi e bulgari in Pannonia, la quale conquistò fino al Sirmio; poi
contra Clodoveo, che estendendosi avea sconfitto e morto a Poitiers [506] il re
de' visigoti, ed occupate tutte lor province di Gallia, tranne Provenza e
Rossiglione. Teoderico salvò queste sí ad Amalarico re fanciullo figliuolo
dell'ucciso, ma gli mandò a tutore Teuda uno de' suoi conti; e pare che il
facesse governare in nome suo, e prendesse egli titolo di re dei visigoti.
Morto poi Clodoveo, continuò a guerreggiar co' franchi e co' borgognoni; ed
insomma, o in nome proprio o del pupillo, vedesi Teoderico signoreggiare,
intorno al 520, Illirio occidentale, gran parte di Pannonia, Norico, Rezie,
Gallia meridionale e Spagna. La Theiss, il Danubio, il Rodano, la Garona erano
limiti all'incirca del magnifico regno.
|