13.
Alboino e
Clefi [568-584]. - Scese Alboino, come
i piú, per l'Alpi carniche; occupò prima Foro Giulio, or Cividal del Friuli, e
subito vi pose un duca con iscelte «fare» d'uomini e razze di cavalli. E questo
titolo di «duca» è dato poi nella storia a trentasei capi di schiere
(probabilmente migliaia) di militi longobardi lasciati via via nelle cittá
conquistate, ed indi signoreggianti su territori varissimi, or larghi or
ristretti. Tedescamente eran detti «heerzog» o «graf»? Io
crederei il secondo, posciaché i veri duchi od heerzog di que' tempi
(come il duca di Baviera soggetto ai franchi) trovansi principi piú grandi; e
crederei che il titolo di «graf», tradotto sotto i goti con «conte», si
traducesse ora con «duca», per assimilazione ai greci. Né monta che sotto ai
duchi si trovin conti; questi furono probabilmente non piú che schulteis
o centenari. A ogni modo i duchi furono lasciati quasi indipendenti fin da
principio; e fu modo barbaro oltre al solito, e per li conquistati piú che mai
abbandonati a lor mercé, e per li conquistatori cosí scematine, e per la
conquista cosí impoverita, fatta a caso, non mai compiuta. Occuparono molte ma
non tutte le cittá della Venezia e della Liguria. La quale tuttavia
oltrepassarono, varcando l'Alpi, entrando nelle terre franche, e cosí
incominciando la guerra bisecolare che finí con lor perdizione. Del resto, ne
furon respinti fin d'allora; e lasciaron di colá partirsi per tornar a Germania
i sassoni lor compagni. In Italia poi, i greci non si mostrarono mai alla
campagna. Vedesi fin di qua ciò che durò sempre poi; i greci dammeno che i
longobardi, questi dammeno che i franchi. In Pavia sola si trovano aver i greci
resistito. Tre anni durò l'assedio; dopo i quali Alboino la prese, e la fece
capitale del regno. E perché i greci respinti s'andaron raccogliendo intorno a
Ravenna, e gl'italiani intorno a Roma principalmente, tre capitali si può dír
che avesse quindi l'Italia per due secoli: Pavia de' longobardi, Ravenna de'
greci, e Roma (non osata assalir dai primi, abbandonata dai secondi, protetta
dai suoi pontefici che ne grandeggiarono) degl'italiani. - Banchettando poi un
dí Alboino co' suoi barbari, facevasi venir la regina e l'invitava «a ber col
padre» nel bicchier del teschio; ed ella quindi si vendicava abbandonandosi ad
uno di que' bravi, e spingendolo ad uccidere l'odiato sposo. Uccisolo,
fuggirono insieme a Ravenna, dove in breve s'ucciser tra essi. I longobardi
gridaron lor re Clefi, duca di Bergamo, che regnò diciotto mesi, continuando le
conquiste, predando ed uccidendo i principali italiani; e fu ucciso poi da un
suo gasindio [574]. Tutto ciò in sei anni; Velleio Patercolo avea ragione, e
l'ha Manzoni: fu conquista barbara fra le barbare.
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