4.
Continua. - Il novello imperatore
romano rimase in Roma il tempo d'inverno che soleva in qualsifosse cittá, da
Natale a Pasqua; e non tornovvi mai piú. Aggravato dall'etá o dalla dignitá,
dimorò poi quasi sempre in Aquisgrana sua capitale vera, la nuova Roma o futura
Roma, come trovasi allor nominata. Fece molte leggi dette «capitolari»,
meravigliose per quell'entrar ne' particolari senza perdere i disegni, che è
proprio di tutti i grandi. Guerreggiò pe' suoi figli e capitani co' sassoni,
che soggiogò finalmente del tutto; con gli slavi, che tenne di lá dell'Elba;
con gli unni-ávari, che spinse di lá della Theiss; co' musulmani fino in
sull'Ebro e sul Mediterraneo, dove costoro pirateggiavano; co' normanni o
danesi e scandinavi, che pirateggiavano sulle coste oceaniche. In Italia,
Pipino re guerreggiò contra il duca di Benevento, ma senza frutto; contra greci
e veneziani, con questo gran frutto per gli ultimi, che tra guerre e paci
coll'imperatore occidentale, essi scossero piú che mai lor dipendenza
dall'orientale. - Nell'806, Carlomagno fece una prima partizione de' suoi regni
tra' figliuoli, Carlo destinato imperatore e re de' franchi, Ludovico re
d'Aquitania, e Pipino re d'Italia. Ma era destinato altrimenti. Morí Pipino a
Milano nell'810, lasciando un solo figliuol maschio, Bernardo. Carlomagno fece
una nuova partizione nell'811. Ma nel medesimo anno morí senza figliuoli Carlo
il giovane, il primo e come pare il piú belligero de' suoi figliuoli. Non
rimaneva piú al vecchio imperatore se non un figliuolo, Ludovico, ch'ei
prevedeva probabilmente poco degno di lui. - E perciò forse s'affrettò a far
pace con tutti; coll'imperator greco, da cui fu definitamente riconosciuto
l'imperio occidentale nell'812; col principe di Benevento, che si riconobbe
tributario; e fin co' califfi spagnuoli di Cordova. Poi mandò re in Italia il
giovane Bernardo. Poi nell'agosto 813, in gran placito ad Aquisgrana, riconobbe a successore in tutti gli altri regni e nell'imperio Ludovico; e dicono che
(negletto giá il papa) gli facesse prendere da sé sull'altare la corona imperiale.
E languente fin d'allora, languí quindi pochi altri mesi; e addí 28 gennaio 814
spirò. I posteri unanimi a dargli nome di «magno», mille anni di storia empiuti
delle cose bene e mal create da lui, le voci del popolo e la poesia che lo
cantano, fanno di lui tali lodi vere, che inviterebbono a tacere anche uno
storico retore o panegirista.
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