5.
I Carolingi [814-888]. - Sotto ai Carolingi,
principi gli uni miseramente pii, gli altri sfacciatamente scellerati, tutti
mediocri, tutti contendenti per li numerosi ed instabili regni in che si divise
e ridivise l'imperio, e quasi tutti per la dignitá d'imperatore che li dominava
ed infermava, seguono settantaquattro anni i piú poveri che sieno stati mai di
fatti veramente nazionali. I papi che incoronavano gl'imperatori, i re che
entravano in quelle contese di famiglia, furono i soli che operassero. La
nazione italiana v'era (e lo vedremo poi), ma non faceva nulla: serviva,
soffriva, generava e moriva. Quindi molti abbreviatori, ed anche scrittori
distesi di nostre storie, fuggon su tali complicazioni ingrate. A noi pare
accennarle, perché sono il carattere principale dell'etá; e perché la noia
stessa dello scriverle e del leggerle ci fará meglio entrare nella miseria di
coloro che le soffrirono. - Ludovico dunque, detto dagli uni «il pio», dagli
altri meglio «il bonario», incominciò a imperiar solo [814] su tutto l'imperio,
tranne Italia che era di Bernardo re. Nell'817 egli spartí i regni a' suoi tre
figli: Baviera a Lotario suo primogenito che associò all'imperio, Aquitania a
Pipino, Francia (tutta o parte) a Ludovico, rimanendo Italia a Bernardo. Ma
questi pretende egli all'imperio, s'apparecchia con gl'italiani, vede non
esserne sostenuto (come era naturale, poiché non era causa nazionale),
s'arrende, va a Francia, v'è giudicato in placito ed accecato, e tra
l'incrudelito supplizio muore. Piangene il Bonario, e manda a succedergli
Lotario, re cosí d'Italia e Baviera. Nell'822, l'imperatore fa penitenza pubblica della morte di Bernardo, in dieta ad Attigny. Nell'829,
natogli un nuovo figliuolo, Carlo, gli fa un regno di pezzi stracciati da
quelli degli altri. Costoro ribellansi nell'830, fan guerra al Bonario, lo
prendono; poi, tra lor discordie, il lasciano restaurare. Nell'833, l'imperatore muove contra Pipino, lo spoglia d'Aquitania che dá a Carlo. Nuova sollevazione dei
tre re; gli eserciti sono in presenza, il Bonario è abbandonato dal suo; e
quindi tratto a far nuova e vergognosa penitenza a Compiègne, e poi dato in
mano a Lotario imperatore aggiunto e re d'Italia. Nell'834 è restaurato, e
tocca a Lotario a domandargli perdono. Nell'835 è annullato quanto era stato
fatto contro a lui; nell'837 ei dá quasi tutta Francia a Carlo, suo figlio
ultimo e diletto. Nell'839 (morto giá Pipino d'Aquitania) egli spartisce
un'ultima volta gli Stati; e ne rimangono, imperatore e re d'Italia con parte
di Francia Lotario, re di Francia con molta Germania Carlo, re solamente di
Baviera Ludovico. Questi se ne lagna e ribella, ma è vinto; e Ludovico muore
nell'840. - In Italia, suddita insieme di Ludovico imperatore primario e di
Lotario imperatore aggiunto e re, noteremo che i papi incoronarono l'uno e
l'altro, ed a vicenda domandarono sempre o quasi sempre ad essi le conferme di
loro elezioni; che essi i papi, e i vescovi, e gli abati si frammischiarono in
quelle guerre di famiglia e v'accrebbero loro autoritá; che contesero tra sé
papi e vescovi di Ravenna, papi e romani in Roma, e le due parti greca e franca
in Venezia. E guerreggiassi tra' principi di Benevento e le cittá greche,
Napoli, Amalfi ed altre. I saracini infestarono mare e marine. Bonifazio, conte
di Lucca e forse marchese di Toscana, fu con un naviglio ad infestarli essi in
Africa. Ma, intorno all'828, Eufemio, un greco di Sicilia, innamorato d'una
fanciulla (monaca dicono alcuni), e minacciato di perderla, fugge ai saracini,
li invita, li trae, li aiuta a Sicilia ed essi in pochi anni se ne fan signori;
e quindi infestano peggio che mai le marine italiane; e Gregorio IV, papa, rifá
Ostia per guardare contro essi le bocche del Tevere. Né, oltre a tali fatti, è
altro piú importante a notare, che un capitolare dell'829; il quale ordina
studi centrali di varie province (quasi giá universitá) in Pavia, Ivrea,
Torino, Cremona, Firenze, Fermo, Verona, Vicenza e Cividal del Friuli.
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