25.
Guerre di
Morea e di Sardegna e Sicilia
[1714-1720].
- Tre morti importanti avvennero nell'anno 1714: quella di Luigi XIV, a cui
succedendo Luigi XV fanciullo, rimase Francia governata dal duca d'Orléans
reggente; quella di Anna regina d'Inghilterra, a cui successe Giorgio I di
Hannover; e quella di Maria Luisa di Savoia moglie di Filippo V, alla quale
successe nel medesimo anno Elisabetta Farnese, sorella di Francesco duca di
Parma e Piacenza. Fu trattato questo secondo matrimonio di Filippo V
dall'Alberoni, un preticello italiano venturiero ed intrigante, che diventato
tra breve cardinale e ministro principale e quasi assoluto di Spagna, fu causa
di nuovi turbamenti in tutta Europa. - Intanto, al fine del medesimo anno 1714,
ruppesi guerra tra il Turco e Venezia. Quello voleva riconquistar Morea, e riconquistolla
nel 1715 facilmente alla decrepita repubblica. Questa non si riscosse, se non
alle minacce turche contro alla vicina Corfú; fece allora apparecchi, assoldò
lo Schulemburg capitano straniero, e strinse alleanze. Austria entrò in guerra;
e il vecchio vittorioso Eugenio condussela felicemente dall'Ungheria, ottenne
una gran vittoria a Petervaradino, e prese Belgrado. Venuto poi lo sforzo turco
nel 1716 contro a Corfú, questa fu cosí ben difesa da Schulemburg, che, dopo un
ultimo assalto respinto ai 18 agosto, i barbari si ritrassero. Nel 1717,
combattessi in mare; e i veneziani, ora soli, ora aiutati da alcune navi di
Malta, del papa, di Toscana e di Portogallo e Spagna, ebbero il vantaggio. E
nel 1718 [21 luglio] fu firmata la pace di Passarowitz, per cui rimase spoglia
Venezia della recente conquista di Morea e ridotta a quell'isole che or son
dette Ionie, ma accresciuta Austria delle due forti cittá di Belgrado e
Temeswar. - Né posava Austria ai patti di Utrecht e Rastadt; negoziava per
ricongiunger Sicilia a Napoli, e dar in cambio a re Vittorio Sardegna, tanto
minore. D'altra parte, Spagna, condotta dall'ambizioso Alberoni, ambiva il
medesimo riacquisto, e di piú quelli di Napoli e Sardegna; e negoziava pur con
Vittorio per tutto ciò riavere d'accordo con lui, e dargli in cambio Milano
tanto piú vicina, ma da conquistarsi contro Austria. Naturalmente Vittorio non
aderiva all'ambizione austriaca; e andava lento, forse troppo, a secondar la
spagnuola. Ma dimorato giá presso a un anno nel nuovo regno e incontratevi
tutte quelle difficoltá che sempre sono in una nuova signoria, e di piú
un'aspra contesa ecclesiastica col papa che volea approfittar dell'occasione
per distruggere un tribunale secolare sulle cose ecclesiastiche (detto «della
Monarchia», ed istituito fin dall'origini di quel regno), Vittorio regnava mal
fermo colá. E l'avventato Alberoni troncò le peritanze della diplomazia con una
di quelle rotture subitane di trattati, le quali, colle reciproche guarentigie
fin d'allora stabilite tra gli Stati della cristianitá, erano giá scandalose e
di difficilissima riuscita. Ai 22 agosto 1717, un'armata di terra e mare
raccolta a Barcellona invase subitamente Sardegna, e conquistolla contro
Austria, a malgrado gli scandali e le proteste di tutta Europa. Che anzi, addí
30 giugno 1718, un nuovo armamento spagnuolo scese in Sicilia, e s'accinse a
conquistarla contra Savoia. Ma si riscosse piú efficacemente allora la
diplomazia, e conchiuse trattati [agosto-dicembre 1718], per cui s'unirono
contra i Borboni di Spagna, non solamente Inghilterra, Olanda, Savoia ed
Austria, ma quella Francia che li avea lá stabiliti, e per essi avea combattuto
quindici anni poc'anzi. Tanto fin d'allora contavan poco le alleanze di
famiglia! Tanto non sono durevoli se non le alleanze di popoli, fatte secondo i
loro durevoli interessi! Una flotta anglo-olandese ruppe la spagnuola
nell'acque di Siracusa [11 agosto]. Un esercito tedesco approdò in Sicilia; e
vi si guerreggiò con successi vari negli anni seguenti. Ma intanto l'Alberoni
concitato, come succede, dalle proprie e prime avventatezze ad altre maggiori,
andò tant'oltre con gli intrighi od anche le congiure in Francia contro al
reggente, e in Inghilterra contro alla casa di Hannover, che rivoltisi tutti
contro a lui, e spaventatone l'onesto e debole Filippo V, lo cacciò; e lui
cacciato, si rifece pace facilmente addí 17 febbraio 1720. Spagna rimase
spoglia di Sardegna; ma la casa de' Borboni spagnuoli vantaggiata delle
successioni eventuali di Toscana e di Parma e Piacenza a don Carlo figliuolo
della regina Farnese, quando avvenissero le estinzioni, che si prevedevan
vicine, delle due case de' Medici e de' Farnesi. Re Vittorio rimase spoglio di
Sicilia, e mal compensato con Sardegna; ed Austria accresciuta, soddisfatta
della riunione di tutto il regno delle Due Sicilie. E l'indipendenza italiana
scapitò cosí di quanto perdette il principe nativo, di quanto acquistò lo
straniero preponderante. Con Austria signora di Milano, Mantova e le Due
Sicilie, Italia era fatta piú dipendente che mai. Ma, allora, fu per poco.
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