7.
Magno-greci;
immigrazioni terziarie [a. 1150 c.-600 c.]. - Oltreché, fosse per
finir di cacciar di qua come da Troia gli odiati pelasgi, o fosse per imitarli
e sottentrar loro dopo che furono cacciati, ad ogni modo gli elleni essi pure
migrarono ripetutamente in Italia. - Le prime migrazioni elleniche si
confondono colle ultime pelasgiche, in guisa da non potersi chiaramente
distinguere. Pelasgiche od elleniche furono quelle di Evandro e di Pallante
alle bocche del Tevere. - Ellenica forse quella di Ercole (eroe, mito, simbolo,
a parer mio, dapertutto della lotta ellenica contro a' pelasgi), il quale
dicesi approdato prima ai liguri, poi a quel medesimo Tevere. -
Pelasgico-troiane certamente quella di Antenore alle foci del Po, e quella di
Enea che fu terza sul Tevere. - Ed elleniche poi quelle posteriori e
moltiplici, per cui furono fondate le colonie di Taranto, Crotona, Sibari,
Turio, Locri, Regio, Cuma, Partenope e parecchie altre sulle due marine
meridionali; e Siracusa, Girgenti, Messina, Selinunte ed altre in Sicilia;
Cagliari in Sardegna; Alaria in Corsica. - Tutti insieme poi questi elleni
chiamaronsi «greci»; un nome che dicesi significasse «antichi», e fu forse
preso dagli elleni ad accennare la prioritá di loro schiatta su quella de'
pelasgi negli stanziamenti comuni. Perché poi i nostri si dicessero, a
differenza degli altri, «magno-greci», parmi difficile a risapere; essendo
certamente men numerosi essi, e men lati questi loro stanziamenti occidentali,
che non gli originari nella Grecia propriamente detta. Ad ogni modo, religioni,
costituzioni, dapprima regie, repubblicane poi, costumi, lingua ed arti, tutta
la civiltá e tutta la coltura, furono comuni alla madre patria ed alle colonie,
alla Grecia e alla Magna-Grecia.
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