12.
Condizioni
politiche.
- Delle condizioni politiche di tutte queste nostre genti antichissime, molto
si scrisse, poco rimane certo. Evidentemente le prime genti immigrate, tirrene,
iberiche ed umbre, furon nomadi sino intorno alla cacciata de' pelasgi
all'epoca di Troia [1150]; perciocché di quel tempo ancora sono e la
traslazione de' siculi, dal mezzodí della penisola in Sicilia, narrata da
Dionisio, e quella degli itali, che presero il luogo lasciato da' siculi. Ed
anche i pelasgi errarono molto, tra noi come in Grecia e dapertutto; ma poco
numerosi certamente (come venuti dal mare), il loro errare e stanziare fu meno
da genti nomadi che da venturieri quasi feudali, quali vedremo molti secoli
appresso i normanni nelle medesime regioni. Gli stanziamenti ellenici poi,
furono colonie e non piú; e conquiste quelle degli etrusci nell'Insubria; ma di
nuovo immigrazioni vere ed ultime, quelle de' galli nel sesto secolo. - Fin da'
pelasgi, e tanto piú dopo, vedesi la civitas (di cui ciò che chiamiam
noi «cittá», non era se non il centro), cioè lo stanziamento d'ogni gente o
tribú, aver costituito uno Stato, un'unitá politica per sé; come in Grecia, del
resto, od anzi come in tutto l'Occidente. Bensí, le diverse genti e cittá
d'ogni schiatta o nazione rimasero certamente confederate tra sé; ed in
confederazioni si riunirono pure le cittá che si vennero innalzando di genti
raccogliticce e diverse. Sono evidenti nelle storie la confederazione etrusca,
l'umbra, la latina, la sabina, la sannite e parecchie altre. Ed evidenti in
ciascuna di quelle cittá, dapprima quella costituzione che accennammo delle
cittá etrusche e di Roma, il principato temperato d'aristocrazia e democrazia;
e poi la mutazione sorvenuta dal principato alle repubbliche similmente miste.
Il fatto sta che la prima di tali costituzioni, la quale riunisce e contempera
tutti tre i poteri politici naturali o possibili, il poter d'uno, quel de'
grandi e quel di tutti, fu forse la piú antica, certo la piú consueta in tutte
le etá e tutte le regioni del globo; tanto che chi ne faccia il conto regione
per regione o tutte insieme, troverá essere stati retti gli uomini piú sovente
sotto tal forma del principato temperato, che non sotto quella del principato
assoluto senza quel moderame, o della repubblica senza principato, prese
insieme. E sarebbe ragione di chiamar normale, naturale quella forma mista dei
tre poteri; e di tornarvi quanto prima da chi non l'abbia, e tenervisi fermi
quanto piú si possa da chi l'abbia. - Del resto, sembra questa nostra Italia
primitiva essere stata ricchissima di cittá, di popolazioni, di biade,
d'armenti, d'industrie e di commerci, di navigazioni. I tirreni in generale,
gli etrusci principalmente, furono potentissimi, rimasero famosi in mare; e di
Roma, tuttavia cittaduzza latina, sopravive un trattato di commercio dell'anno
508 con Cartagine. Che anzi, la potenza di questa non sembra esser diventata
preponderante nel Mediterraneo, se non appunto quando cadde l'etrusca; e la
rivalitá che siam per vedere di Roma con Cartagine non fu probabilmente se non
retaggio tramandatole dalla Etruria.
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