11.
La
corruzione, le fazioni interne. - Qui incomincia una seconda parte della storia di
Roma capo d'Italia. Fin qui i turbamenti civili erano stati cosí poca cosa da
non potersi notare in un sommario: le guerre, le conquiste erano state tutto. Ora,
estese queste in tutta l'Italia propriamente detta, in Liguria, in quasi tutta
Gallia cisalpina, quasi tutta Spagna, quasi tutto il lido africano, e in Asia e
Grecia, Macedonia ed Illirio, si rallentano le conquiste e fervono le guerre
civili piú e piú per tutto l'ultimo secolo della repubblica. La vinta Grecia
vinse Roma coll'arti; l'Asia, col lusso e la corruzione. Dicemmo i carichi
accomunati per legge tra patrizi e plebei; ma in fatto erano rimasti de'
patrizi, e cosí questi riportavano quasi soli dalle guerre le prede, i metalli
tanto piú preziosi a casa quanto ivi piú rari fin allora. E dicemmo molte cittá
d'Italia spogliate a pro dei cittadini romani, patrizi e plebei; ma di fatto le
porzioni de' plebei poveri, comprate a poco contante dai patrizi arricchiti,
ricaddero in questi quasi tutte. Quindi quell'ire di popolo a nobili,
legalmente ingiuste, equamente giustissime, ma avvelenate dall'invidie; e
adoperate poi dagli avidi di popolaritá, non men frequenti ne' governi liberi
che gli avidi di favore ne' principati assoluti. In tutto, la condizione della
repubblica romana al principio dell'ultimo secolo era molto simile a quella
dell'Inghilterra presente: un'aristocrazia prepotente in ricchezze territoriali
e nelle forme costituzionali primitive, ma prepotente la democrazia per il
numero suo, e per le conquiste nuovamente fatte od in corso di farsi in quella
costituzione.
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