13.
Guerra di
Giugurta [118-106]. - Sorse tra breve una
guerra piú grossa: una di quelle inevitabili tra la civiltá, di natura sua
progrediente, e la barbarie, di natura sua offerente occasioni a que'
progressi. Giugurta, re de' numidi, assalí ed uccise due principi alleati
romani. Si ruppe la guerra, si fece una prima pace. Ma Giugurta, chiamato a
Roma per giustificarsi, perpetrò una nuova barbarie contra un altro principe
parente suo. Si riaprí la guerra, condotta male primamente da parecchi, poi
felicemente da Quinto Metello, e finita poscia da Mario suo subalterno che lo
soppiantò. La Numidia fu divisa tra parecchi principi di quella nazione e Bocca
re de' mauritani, giá alleato poi traditor di Giugurta, che egli avea dato in
mano a Mario. I romani non avean fretta mai di aggiungersi province; furono
meno avidi di conquiste che non si scrive, non le fecero guari se non isforzati
o poco meno; come i piú de' conquistatori, quando una volta hanno incominciato,
come ora gli inglesi all'Indie.
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