14.
Guerra
cimbrica [113-101]. - Intanto era sorta
una guerra anche maggiore, ed anche piú inevitabile. Que' gomer, kimri, cimbri
o cimmeri, che vedemmo invaditori dell'Eusino alla Gallia e alla Britannia ed a
noi fin da tre secoli addietro, convien dire che avesser lasciato allora gran
parte di sé nelle sedi primiere; ed è naturale: i kimri o gomer furono una
grande schiatta primitiva. Ad ogni modo, questa seconda parte di essi invase
ora l'Europa, risalendo il Danubio; sconfisse un primo esercito romano in
Stiria [113], proseguí ad occidente, s'aggiunse genti teutoniche, passò in
Gallia, vi s'aggiunse probabilmente all'antiche consanguinee, vi sconfisse
quattro eserciti romani [109-105], arrivò a' Pirenei ed alla provincia romana.
Allora, vi fu mandato il vincitor di Giugurta, Mario; il quale vinse i teutoni
in una gran battaglia sul Rodano all'Acque Sestie, e i cimbri poi in una non
minore, che si disputa se sull'Adige o sulla Toccia. La penisola nostra fu
salva. I cimbri si dispersero e confusero tra i teutoni e i consanguinei
settentrionali.
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