17.
Silla
dittatore, e conseguenze [82-72]. - Approdatovi, vinse
Norbano, poi Mario il giovane in due battaglie, e fu raggiunto da Pompeo e
quasi tutti i grandi. Poi, vinto un terzo esercito d'italici, che fra que'
turbamenti avean tenuto per Mario, entrò in Roma, proscrisse i nemici della
parte sua e i suoi, e prese la dittatura. Se ne serví ad inseguire i nemici restanti
in Africa, a tôrre i diritti a molti soci, a riordinare il senato e tutta la
parte aristocratica; e ciò fatto, lasciò dopo due anni la dittatura e gli
affari pubblici; o per infermitá, o per amor d'ozio e di vizi, o per disdegno
di una potenza giá tranquilla, o forse per orgoglio e vanto di lasciar andare
da sé la repubblica scelleratamente sí ma fortemente, e forse non
inopportunamente, ricostituita sotto l'aristocrazia. E per vero dire, come
nell'anno ch'ei sopravisse, cosí dopo, rimasero in piè gli ordinamenti di lui,
ed anzi compieronsi con varie vittorie sui resistenti in Etruria e in Ispagna.
In questa Sertorio, un fuggitivo di Roma, continuò la parte di Mario,
sollevando spagnuoli e lusitani al nome d'indipendenza. Ma vinto finalmente
anch'egli da Pompeo, il maggiore fra i continuatori di Silla, fu ucciso da
Perpenna.
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