Libro, Notte
1 I, I| testamento,~e condannato a morte vien liberato ed alla propia
2 I, I| contento. Né passò l’anno della morte del padre, che Salardo si
3 I, I| incorrereste in pericolo di morte. — Disse Salardo: — E come
4 I, I| puntalmente li raccontò la morte del falcone. Il che intendendo,
5 I, I| conducesse per darli la morte, che egli fusse presto ad
6 I, I| patibolo della ignominiosa morte, tra sé duramente piangendo
7 I, I| uccidessino e poi di mia morte ne godessino, me li sono
8 I, I| pazientemente sopportasse tal morte. Salardo, vedendo il mutamento
9 I, I| dell’amico, all’estremo di morte giá condotto per errore
10 I, I| indusse a sentenziare a morte Salardo che tanto cordialmente
11 I, I| apparecchiasse a ricevere la morte con esso lui. E fattosi
12 I, I| vituperevole ed ignominiosa morte. E quantunque il sdegno
13 I, I| frettolosamente condannarmi a morte. Il falcone, per la cui
14 I, I| falcone, per la cui pensata morte sei contra me focosamente
15 I, I| condannato lo innocente amico a morte, alciò gli occhi quasi di
16 I, I| Indi Salardo, persentita la morte di Teodora sua moglie, chiese
17 I, I| debite grazie a Dio che da morte l’avea campato. La signora,
18 I, I| fanciullesco appetito, della costui morte son stato cagione. Che si
19 I, I| vecchia di senno, venendo a morte, pregò il marito, che cordialissimamente
20 I, I| con vituperosa e disonesta morte, nientedimeno, acciò che
21 I, I| lo quale fu da te a cruda morte miseramente dannata. E quando
22 I, I| lasciando figliuoli dopo la morte loro. —~
23 I, 1| spaventevoli e villane parole di morte la reina, se per sposa non
24 I, 1| ne sará stata della mia morte cagione. Amandovi adunque
25 I, 1| non picciolo spavento di morte. Ma curato diligentemente
26 I, 1| queste parole, rimasero piú morte che vive, e cominciorono
27 I, 1| ingiurie e il pericolo di morte, scacciò da sé ogni pietá,
28 I, 1| sarebbe che noi fussimo morte in fascie, che esser con
29 I, 1| piedi si levarono, piú la morte che altro aspettando. E
30 I, 1| con quella tu ne dia la morte, la qual noi piú che ogni
31 I, 1| vita privo, e voi della mia morte sarete cagione. — Rispose
32 I, 2| servata la mia vita e la mia morte.~Dapoi che Lauretta con
33 I, 2| tonno, da lui preso~e da morte campato, diviene savio;
34 I, 2| conseguir ne potrai? Ma se tu da morte mi camperai, forse ad alcun
35 I, 2| mosso a pietá, contentò da morte liberarlo; e tanto e con
36 I, 2| pazzo e col fanciullo a morte crudelmente dannaste. Io
37 I, 2| s’imaginava che dopo la morte sua sarebbeno mal veduti
38 I, 2| diletti, perché dopo la morte nostra vi è tolta ogni speranza
39 I, 2| lo minacciò di darli la morte. Livoretto, udendo che il
40 I, 2| trova rimedio fuor che alla morte. — Ed intesa la cagione
41 I, 2| incontanente il giovane, da morte a vita risuscitato, piú
42 I, 2| fusse: e per certezza della morte sua, le recassino qualche
43 I, 2| che le due figliuole erano morte: una di continova febbre,
44 I, 2| speranza di vita che temenza di morte. Ma la malvagia e rea femina
45 I, 2| con parole tra’ denti non morte, seco tuttavia contrastando,
46 I, 2| cagione della mia e vostra morte. E perciò, signora del cuor
47 I, 2| partito per liberare da morte il suo marito prender sapeva;
48 I, 2| della roina, anzi della morte mia. — A cui rispose Travaglino: —
49 I, 2| Emiliano, suo patrone, della morte del toro dalle corna d’oro
50 I, 2| lei ed il successo della morte del toro. Emiliano, questo
51 I, 3| il vago sole,~che mi dá morte e vita,~muove gli ardenti
52 I, 3| al mio signore fino alla morte di servir intendo, pur che
53 I, 3| guatare. E desiderosa della morte sua, giorno e notte pensava,
54 I, 3| imaginò di dar a Costanzo la morte; ma non le venne fatto:
55 I, 3| vostro, ancora che nella morte io dovessi incappare. Ma
56 I, 3| investigatrice della loro morte. Laonde mi si para davanti
57 I, 3| lacci della ignominiosa morte, incontanente da persona
58 I, 3| che desiderava camparle la morte, depose le sue vestimenta,
59 I, 3| che messer Erminione tal morte meritava, quale la donna
60 I, 3| la giovane da ignominiosa morte si disviluppò. Dopo non
61 I, 3| astuzia ed arte procurano la morte di sí degno animale. E non
62 I, 3| sforzano di dare ad altrui la morte, in quella disavedutamente
63 I, 3| fanciulli dessero acerba morte. Ma a Dio non piacque che
64 I, 3| tutte stiamo in pericolo di morte. — Rispose la comare: —
65 I, 3| Certo voi ve n’andate alla morte; perciò che vi si trovano
66 I, 3| erano stati in pericolo di morte. Ma non passaro molti dí,
67 I, 3| stati piú in pericolo di morte che in speranza di vita. —
68 I, 3| volevano andare in pericolo di morte, sí come per lo adietro
69 I, 3| velenosa fiera, e men la morte. Prendete adunque questa
70 I, 3| ci stiamo in pericolo di morte. Provedete adunque ai casi
71 I, 3| ramaricamento, e l’infelice morte de’ fratelli piangendo,
72 I, 3| fratelli ed una sorella la morte procurata avesse? — A cui
73 I, 3| Ostia, e va cercando la morte; e non la trovando,~nella
74 I, 3| vedere la paura e provare la morte.~[Lionora:]~— Sono molti
75 I, 3| Flamminio; il quale, cercando la morte, trovò la vita, che gli
76 I, 3| fe’ vedere la paura e la morte provare: sí come per la
77 I, 3| dell’oscura ed inevitabile morte; perciò che ella, non avendo
78 I, 3| è quello che da’ mortali morte s’addimanda. E addobbatosi
79 I, 3| voi dire che cosa è questa morte? — In vero no, — rispose
80 I, 3| la vita nostra sino alla morte. — Deh, per cortesia, —
81 I, 3| insegnare dove si trovi questa morte? — Certamente no, — rispose
82 I, 3| cosí scorrendo sino alla morte. — Sentendo nominare Flamminio
83 I, 3| Sentendo nominare Flamminio la morte, disse: — O dolce mio maestro,
84 I, 3| dire dove si trovi questa morte? — Rispose lo sarto, quasi
85 I, 3| che egli nel vero fosse la morte. A cui Flamminio disse: —
86 I, 3| quando verrá il tempo della morte mia, io glie la renda monda
87 I, 3| noia: che cosa è questa morte, e come è fatta ella? —
88 I, 3| a ciascuno s’egli era la morte. A cui tutti rispondevano,
89 I, 3| Olá, saresti mai tu la morte? — A cui la fiera rispose: —
90 I, 3| rispose: — Io non sono la morte, ma segui il tuo cammino,
91 I, 3| imaginossi che ella fosse la morte che egli cercando andava;
92 I, 3| Sareste voi per aventura la morte, madre mia? — disse Flamminio. —
93 I, 3| brutta e paventosa era la morte, senza altro commiato prendere
94 I, 3| innanzi la vita e fuggendo la morte, dandosi a migliori studi
95 I, 4| ne’ quai mia vita e la mia morte prendo,~Da quelle viste
96 I, 4| egli piú volte da violente morte fu campato da lui: sí come
97 I, 4| moglie in quel punto la morte data arrebbe. Ritornato
98 I, 4| in guisa alcuna dare la morte al nostro patrone? — E non
99 I, 4| re: quale, bramoso della morte degli duo animali e della
100 I, 4| come volontariamente alla morte corre! certo gli è un grave
101 I, 4| sono. E cosí come me dalla morte mi campasti, cosí ancor
102 I, 4| pregandole che dopo la morte sua pacificamente insieme
103 II, 5| rimedio, fuori che alla morte. — Io vi prego, — rispose
104 II, 5| contento. — Ma dubito di morte, — disse Castorio. — Come
105 II, 5| disse Castorio. — Come di morte? — rispose Sandro. — I vitelli,
106 II, 5| errore commesso, dubitando di morte. Castorio, vedendosi giunto
107 II, 5| né sia causa della vostra morte, domattina verrete per tempo
108 II, 5| aiuto, né dubitate punto di morte. — Partitosi Castorio, Sandro
109 II, 5| Castorio e il pericolo di morte, stette alquanto sopra di
110 II, 5| non li sarebbe pericolo di morte.~Venuta l'ora del giorno
111 II, 5| Castorio, voi temete di morte, e pensate il caso esser
112 II, 5| vogliate esser causa della morte mia. Non vi avedete che
113 II, 5| mia. Non vi avedete che la morte vi è sempre da canto? Non
114 II, 6| staresti in pericolo di morte. — Rispose Isabella: — Non
115 II, 6| gioventú, e della vecchiezza morte; e rade volte o non mai
116 II, 6| Ed acciò che voi di mia morte non siate cagione, mi prestarete
117 II, 6| a voi senza pericolo di morte e di onore. Io, veduto il
118 II, 6| famiglia e il pericolo di morte in cui la giovane incappar
119 II, 6| e i nepoti dopo la loro morte ricchissimi rimasero. —~
120 II, 7| suoi begli occhi la mia morte e vita,~mentre piú allargo
121 II, 7| ciel m'ha in odio, amore e morte. —~Piacque a tutti il dolce
122 II, 7| messi in gran pericolo di morte. — Intesa ch'ebbe il signor
123 II, 7| ma l'accompagni fino alla morte: sí come avenne ad un soldato,
124 II, 7| pazientemente sopportò fino alla morte ogni suo diffetto.~Furon —
125 II, 7| la trista sorte sino alla morte pazientemente sofferire.
126 II, 7| sí cruda bramando la lui morte. Ma ella, prudente e savia,
127 II, 7| me stessa non mi dia la morte; che non posso patire che
128 II, 8| del mio gran fallo, né è morte che io non meriti; ma confisa
129 II, 8| separerá se non la scura morte. Le laudevoli e leggiadre
130 II, 8| averne: e il regno dopo la morte nostra aspetta a te, come
131 II, 8| giudicassino la causa della sua morte. I medici separatamente
132 II, 8| vita del padre e dopo la morte sua fu da invidiosa fortuna
133 II, 8| un altro de' compagni a morte. Sdegnati allora quelli
134 II, 8| vedete, l'amico, e l'altro a morte ferito. Onde, non potendo
135 II, 9| cangiar l'amara vita in dolce morte.~Piacque maravigliosamente
136 II, 9| amorevolmente campato da morte. L'asino, dimostrando che
137 II, 9| quello che ti parrá in me morte, sará in me piacere e vita. —
138 II, 9| l'uccide; e liberata da morte, vien presa da lui in moglie.~[
139 II, 9| però che la campai dalla morte; — e in segno della veritá
140 II, 9| di darli celatamente la morte. E ravogliendo nel loro
141 II, 9| compresero non so che di morte. Laonde l'orso con le indurate
142 II, 9| sentito ragionamento della morte del signor nostro. — E non
143 II, 9| animali, finché da natural morte morirono, furono con molta
144 II, 9| cittadino di Como, venendo a morte,~fa testamento; e lascia
145 II, 9| cittadino, il quale, venendo a morte, diede l'anima sua al gran
146 II, 9| giustizia, fece la mala morte.~In Como, picciola cittá
147 II, 9| coloro che li rammentavano la morte; e facevasi recare ora una
148 II, 9| misericordioso e che non vole la morte del peccatore, vi perdonerá
149 II, 9| non poterlo sentenziare a morte, assai si doleva. Onde la
150 II, 9| voi martoravate le carni morte; ma quando voi tormentavate
151 II, 9| morto, essendo le carni tue morte? — Non sono io morto, —
152 II, 9| né manco le carni mie morte sono, ma viveno; tuttavia
153 II, 10| nel qual i' veggio la mia morte e vita,~seguirvi, donna
154 II, 10| FAVOLA I.~Soríana viene a morte, e lascia tre figliuoli:
155 II, 10| carica d'anni, venendo a morte, fece l'ultimo suo testamento;
156 II, 10| spogliorono; e credendo dargli morte, nel fiume lo gettorono,
157 II, 10| questi gentil'uomini fu da morte campato. — Il che intendendo,
158 II, 10| Tarquinia, e temendo di morte, presero i ducati ducento,
159 II, 10| mia vita, né può tardar la morte, che oramai è poco lontana,
160 II, 11| vostro error pentita e di mia morte~voi piangerete e di vostra
161 II, 11| ribaldi che son degni di morte. State fermi qui! —~La donna,
162 II, 11| rettore, e farotti reo di morte. — Le quai parole considerando
163 II, 11| adunque, volendo piú tosto la morte del marito che lasciar la
164 II, 11| padrone è poco lontano dalla morte, e tu che doveresti e tristarti
165 II, 11| Sono io forse causa della morte di quello? egli vuole spontaneamente
166 II, 11| aspettar di far bene dopo la morte, perciò che oggidí o poco
167 II, 11| viviamo, e non dapoi la morte, conciosiaché oggidí, sí
168 II, 11| è usanza, per la subita morte di Paolo sommo pontefice
169 II, 12| causa esser obligato alla morte, si pensò di fuggire e con
170 II, 12| infermitá vostra non è a morte, perciò che non è causata
171 Not | beffa fuori lo manda e da morte lo libera4; svolgeva cioè
|