Libro, Notte
1 I, I| matura e pregiate molto, acciò che con suoi savi consigli
2 I, I| seguente sera ritornassero, acciò che divisar potessero il
3 I, I| dilettevoli intertenimenti nostri, acciò che questo carnesale, di
4 I, I| ragionare sia la prima, acciò che ’l mio tacere a questa
5 I, I| mossi da una simplicitá, acciò che lungamente stiano in
6 I, I| di sospendere il padre, acciò che della terza parte de’
7 I, I| domestici nemici; ed io, acciò mi uccidessino e poi di
8 I, I| contra lo divino precetto. Ma acciò che io non sii detto troppo
9 I, I| l suo enimma proponesse, acciò che l’ordine dato nella
10 I, I| dentro il corpo ponesse, acciò che tal vituperoso fatto
11 I, I| cavallo comperar dovesse, acciò che nell’andar tanto a piedi
12 I, I| racconfortò promettendole aiuto, acciò che la sua virginitá con
13 I, I| altrove portato e venduto, acciò che ei dagli occhi levar
14 I, I| fece radere la lunga barba, acciò che conosciuto non fusse:
15 I, I| disonesta morte, nientedimeno, acciò che ella sentisse maggiore
16 I, I| e delicati cibi nodrita, acciò che, cosí lungamente vivendo,
17 I, I| noia che di diletto. Ma acciò che io dia fine in questa
18 I, I| deliberò di star cheto, acciò che il fatto, che era nascosto,
19 I, I| ritornasse dal suo viaggio, acciò che egli piú maturamente
20 I, I| allontanasse da gli occhi, acciò che nelle braccia del suo
21 I, I| diletto: ma non ardisco dirle, acciò che non contamini la vostra
22 I, I| lo schidone e far fuoco, acciò che i polli piú tosto si
23 I, 1| dolore ne sentirono. Ed acciò che tal parto non ridondasse
24 I, 1| e chiudendo le cortine, acciò che freddo non patisse.
25 I, 1| pungeva: e non ardiva gridare, acciò che messer Lamberto non
26 I, 1| bianchissimo ma non molto sottile, acciò che non trasparessero le
27 I, 1| chete e non osavano citire, acciò che conosciute non fussero.
28 I, 1| casa ne lasci ritornare, acciò che l’onor nostro salvo
29 I, 1| davano alquanta suspizione, acciò che niuno sospetto li rimanesse,
30 I, 1| diede il libero arbitrio acciò tu conoscesti il bene e
31 I, 1| non ci manchi cosa alcuna, acciò che poi non ti lamenti di
32 I, 1| l’adietro non piú usato, acciò che piú pomposamente onorasse
33 I, 1| cittá sbandito. Laonde, acciò che preso non fusse e per
34 I, 1| fesse alcuna esperienza, acciò che da tal crucciamento
35 I, 1| che mezza notte fusse; ed acciò che voi poteste rifocilarvi
36 I, 1| e andarmene a riposare, acciò che domattina per tempo
37 I, 1| attese, odiando le altrui, acciò che piú non gli avenisse
38 I, 2| gioie, gemme e danari assai: acciò che, venendovi alcun orrevole
39 I, 2| assedio per acquistarla, acciò che o per amore o per forza
40 I, 2| raccontare il tutto al soldano, acciò che delle prodezze del Porcarollo
41 I, 2| vita l’arrebbono privo. Ma acciò che il miserello venisse
42 I, 2| danari, vestimenta ed arme, acciò che alla magnanima impresa
43 I, 2| addimandandoli però prezzo ingordo, acciò che dal mercato si rimova.
44 I, 2| falcone, se lo pose in seno, acciò che alquanto riscaldare
45 I, 2| ogni parte concorrevano, acciò che il lei amore acquistassino
46 I, 2| allegandole molte ragioni acciò che rimovere la potessino.
47 I, 2| reina, disse: — Signor, acciò che noi non stiamo nell’
48 I, 2| quale, da capo piangendo, acciò che s’attasentasse, la madre
49 I, 3| uno del vaso li traesse, acciò che a cui la volta del favoleggiare
50 I, 3| ben da mangiare e da bere, acciò che meglio potesse ciarlare.~
51 I, 3| l tutto aveva compreso, acciò che Chiappino piú oltre
52 I, 3| rispose che era contento: e acciò che la fusse piú sicura,
53 I, 3| comparesse a far sua difesa, acciò che non incorresse ne i
54 I, 3| fargli al tutto morire, acciò che di loro mai si sapesse
55 I, 3| con la stella in fronte, acciò che abbiamo il parer vostro. —
56 I, 3| bambini di lei nasciuti. Ed acciò che tal cosa non si scoprisse,
57 I, 3| tuo bel parto; riserbalo, acciò che, quando il re verrá,
58 I, 3| mandarlo in studio a Padova, acciò che egli imparasse le lettere
59 I, 3| letto, e tirò le cortine, acciò che egli vedermi non potesse,
60 I, 3| robbe che ella sborrava acciò che non si tarmassino. Il
61 I, 3| e della mia famiglia ed acciò che, quando sarò vecchio,
62 I, 3| ghiacci e il bruma malvagio, acciò che io possa scaldare e
63 I, 3| quest’anima peccatrice, acciò che, quando verrá il tempo
64 I, 3| di vederla e di provarla, acciò che io sappia se ella è
65 I, 4| quello comprasse tanto pane, acciò che ambedue potessero delle
66 I, 4| questa notte con esse noi, acciò non incorriate in alcun
67 I, 4| nel magazzino e rinchiuse, acciò che fussero sicure. Voi
68 II, 5| sono qui ora a voi venuto, acciò che, occorrendovi cosa alcuna,
69 II, 5| rimedio sarebbe a questo, acciò che io in tal errore non
70 II, 5| donna, — piú non tardate, acciò che la creatura non rimanga
71 II, 5| riforma della creatura, acciò che intiera nascesse. Venuto
72 II, 5| prego, fate l'isperienza, acciò che messer Liberale non
73 II, 5| avesse fatto radere la barba, acciò che piú bello e piú giocondo
74 II, 5| m'indussero a farlo. Ma acciò che non paia manchevole
75 II, 5| e fresco come giglio; ed acciò che voi crediate quello
76 II, 5| imaginossi farli una burla, acciò che piú non si ramaricasse
77 II, 5| aveva acceso un buon fuoco acciò che il figliuolo meglio
78 II, 5| alcuna dilicata vivanda, acciò che tu potesti sovenire
79 II, 5| legna e soffiava nel fuoco acciò che maggiormente ardesse,
80 II, 5| sapore di spezie condito, acciò che, dal cibo e dal calor
81 II, 5| egualmente procedono. Però, acciò che in amore e in tranquilla
82 II, 6| ridotte per far uno scongiuro, acciò che intendiamo del marito
83 II, 6| molto di ritornar a Firenze, acciò che ispedisca certe mie
84 II, 6| stati allora involato. — Ma acciò che voi, disse Isabella, —
85 II, 6| resistere all'amorose fiamme. Ed acciò che voi di mia morte non
86 II, 6| ragionar col cardinale, acciò che la cosa piú in lungo
87 II, 6| è stata torta parola; e acciò che la fortuna, volubile
88 II, 6| ricevuta ingiuria da te, ma acciò che ad ogni mio volere possa
89 II, 6| meglio la sostanzia dividi, acciò che l'uno e l'altro resti
90 II, 7| ventura che facesse per me, acciò che io viver potessi senza
91 II, 7| Gordino, apri la bocca, acciò che io veda il difetto tuo
92 II, 7| vedendo che niuna li riusciva, acciò che non gli intravenesse
93 II, 7| scoppiare; e degli un taglio acciò che la postema meglio si
94 II, 7| stropicciare la guancia, acciò che veder potesse che materia
95 II, 7| aver balia sopra di lui, acciò che, volendole poi provedere,
96 II, 7| marito, e io la moglie, acciò che poi tu non ti dogli
97 II, 7| over di farla seguitare, acciò che adiratasi non gettasse
98 II, 7| figliuolo d'un pover'uomo, acciò che imparasse l'arte del
99 II, 7| figliuolo molti danari spesi acciò che apparasse l'arte del
100 II, 7| veggendo l'ignoranza di costui, acciò che se ne vergognasse, l'
101 II, 8| mandarlo in lontani paesi, acciò che il tempo e la lontananza
102 II, 8| come vero successore; e acciò che tu diventi uomo prudente
103 II, 8| devesse fin alla venuta sua, acciò che un tanto amore non si
104 II, 8| tutto ci dimostrerá. Ed acciò che noi non ce ne andiamo
105 II, 8| catredale cum cappis et coctis, acciò che egli con gli altri preti
106 II, 8| dir voleva il prete; ed acciò che non paresse, come egli,
107 II, 8| presenza loro l'essaminasse, acciò che vedessero se egli perdeva
108 II, 8| essaminaste Pirino mio figliuolo, acciò che noi vedessimo se egli
109 II, 9| buco e tenetelo ben chiuso, acciò che non si spanda il vino;
110 II, 9| strette l'una con l'altra, acciò che, come sará da noi veduto,
111 II, 9| ad alcuno non rivelate, acciò non rimanga di quelli privo. —
112 II, 9| poco di pane e di vino, acciò ch'io potesse riavere le
113 II, 9| letto con la punta in su, acciò che Cesarino, andando a
114 II, 9| dell'orso che si ristringeva acciò che piú in giú la potesse
115 II, 9| di sovenire ai poveri, ma acciò che li cavasse dalle mani
116 II, 9| facesse al profitto suo, acciò che a poco a poco del tutto
117 II, 9| ti pagai oltre il devere, acciò che tu scrivesti quanto
118 II, 9| notaio al gran Satanasso, acciò che ella faccia compagnia
119 II, 9| di quello che meritavi, acciò che tu scrivi a modo mio.
120 II, 9| nelle valli di Comacchio, acciò che ella possa avere il
121 II, 9| detestabili ed abominevoli, acciò che la mia facoltá indebitamente
122 II, 10| primieramente toccava. Ed acciò che si desse incominciamento
123 II, 10| quelli guadagnare alcuna cosa acciò che potesse meglio sostentar
124 II, 10| di qua per lo tuo meglio, acciò non ti intravenga peggio. —
125 II, 10| aveva fatto per amor suo, acciò sola non rimanesse.~Il re
126 II, 10| che dilettevole sia. Ma acciò ch'io non disturbi il principiato
127 II, 10| gli la desse per moglie, acciò che legati fussero con duo
128 II, 11| uomini non fussero ragunati acciò che si dimostrasse il giovane
129 II, 11| non però legna secche, acciò che troppo presto non s'
130 II, 11| nostro mentre egli visse, acciò non siano di miglior condizione
131 II, 11| si potria dir di piú; e acciò che ei conseguisca il premio
132 II, 12| condizione però che breve sia, acciò che questa ultima sera di
133 II, 12| mandò in studio a Padova, acciò che desse opera alle lettere.
134 II, 12| ventolo li cacciava le mosche acciò che potesse meglio dormire.
135 II, 12| prigione e dargli della corda, acciò che il manifestasse quello
136 II, 12| sia caduto in pozzo. E acciò che la veritá non stia sospesa,
137 II, 12| figliuolo a star vigilante, acciò che gli avenisseno degli
138 II, 12| piú materia di dire. Ma acciò che io non disconcia il
139 II, 12| servo non volerlo fare, acciò che non incorresse nella
140 II, 12| messa un poco per tempo, acciò che certi suoi negozi ispedir
141 II, 12| prestamente si risolverá. Io, acciò che riabbiate la pristina
142 II, 12| immantinenti asciugarsi, acciò che quella umiditá che è
143 II, 12| dee tenere i piedi caldi, acciò l'umiditá e freddura che
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