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Giovanni Francesco Straparola
Le piacevoli notti

IntraText - Concordanze

acciò

    Libro,  Notte
1 I, I| matura e pregiate molto, acciò che con suoi savi consigli 2 I, I| seguente sera ritornassero, acciò che divisar potessero il 3 I, I| dilettevoli intertenimenti nostri, acciò che questo carnesale, di 4 I, I| ragionare sia la prima, acciò che ’l mio tacere a questa 5 I, I| mossi da una simplicitá, acciò che lungamente stiano in 6 I, I| di sospendere il padre, acciò che della terza parte de’ 7 I, I| domestici nemici; ed io, acciò mi uccidessino e poi di 8 I, I| contra lo divino precetto. Ma acciò che io non sii detto troppo 9 I, I| l suo enimma proponesse, acciò che l’ordine dato nella 10 I, I| dentro il corpo ponesse, acciò che tal vituperoso fatto 11 I, I| cavallo comperar dovesse, acciò che nell’andar tanto a piedi 12 I, I| racconfortò promettendole aiuto, acciò che la sua virginitá con 13 I, I| altrove portato e venduto, acciò che ei dagli occhi levar 14 I, I| fece radere la lunga barba, acciò che conosciuto non fusse: 15 I, I| disonesta morte, nientedimeno, acciò che ella sentisse maggiore 16 I, I| e delicati cibi nodrita, acciò che, cosí lungamente vivendo, 17 I, I| noia che di diletto. Ma acciò che io dia fine in questa 18 I, I| deliberò di star cheto, acciò che il fatto, che era nascosto, 19 I, I| ritornasse dal suo viaggio, acciò che egli piú maturamente 20 I, I| allontanasse da gli occhi, acciò che nelle braccia del suo 21 I, I| diletto: ma non ardisco dirle, acciò che non contamini la vostra 22 I, I| lo schidone e far fuoco, acciò che i polli piú tosto si 23 I, 1| dolore ne sentirono. Ed acciò che tal parto non ridondasse 24 I, 1| e chiudendo le cortine, acciò che freddo non patisse. 25 I, 1| pungeva: e non ardiva gridare, acciò che messer Lamberto non 26 I, 1| bianchissimo ma non molto sottile, acciò che non trasparessero le 27 I, 1| chete e non osavano citire, acciò che conosciute non fussero. 28 I, 1| casa ne lasci ritornare, acciò che l’onor nostro salvo 29 I, 1| davano alquanta suspizione, acciò che niuno sospetto li rimanesse, 30 I, 1| diede il libero arbitrio acciò tu conoscesti il bene e 31 I, 1| non ci manchi cosa alcuna, acciò che poi non ti lamenti di 32 I, 1| l’adietro non piú usato, acciò che piú pomposamente onorasse 33 I, 1| cittá sbandito. Laonde, acciò che preso non fusse e per 34 I, 1| fesse alcuna esperienza, acciò che da tal crucciamento 35 I, 1| che mezza notte fusse; ed acciò che voi poteste rifocilarvi 36 I, 1| e andarmene a riposare, acciò che domattina per tempo 37 I, 1| attese, odiando le altrui, acciò che piú non gli avenisse 38 I, 2| gioie, gemme e danari assai: acciò che, venendovi alcun orrevole 39 I, 2| assedio per acquistarla, acciò che o per amore o per forza 40 I, 2| raccontare il tutto al soldano, acciò che delle prodezze del Porcarollo 41 I, 2| vita l’arrebbono privo. Ma acciò che il miserello venisse 42 I, 2| danari, vestimenta ed arme, acciò che alla magnanima impresa 43 I, 2| addimandandoli però prezzo ingordo, acciò che dal mercato si rimova. 44 I, 2| falcone, se lo pose in seno, acciò che alquanto riscaldare 45 I, 2| ogni parte concorrevano, acciò che il lei amore acquistassino 46 I, 2| allegandole molte ragioni acciò che rimovere la potessino. 47 I, 2| reina, disse: — Signor, acciò che noi non stiamo nell’ 48 I, 2| quale, da capo piangendo, acciò che s’attasentasse, la madre 49 I, 3| uno del vaso li traesse, acciò che a cui la volta del favoleggiare 50 I, 3| ben da mangiare e da bere, acciò che meglio potesse ciarlare.~ 51 I, 3| l tutto aveva compreso, acciò che Chiappino piú oltre 52 I, 3| rispose che era contento: e acciò che la fusse piú sicura, 53 I, 3| comparesse a far sua difesa, acciò che non incorresse ne i 54 I, 3| fargli al tutto morire, acciò che di loro mai si sapesse 55 I, 3| con la stella in fronte, acciò che abbiamo il parer vostro. — 56 I, 3| bambini di lei nasciuti. Ed acciò che tal cosa non si scoprisse, 57 I, 3| tuo bel parto; riserbalo, acciò che, quando il re verrá, 58 I, 3| mandarlo in studio a Padova, acciò che egli imparasse le lettere 59 I, 3| letto, e tirò le cortine, acciò che egli vedermi non potesse, 60 I, 3| robbe che ella sborrava acciò che non si tarmassino. Il 61 I, 3| e della mia famiglia ed acciò che, quando sarò vecchio, 62 I, 3| ghiacci e il bruma malvagio, acciò che io possa scaldare e 63 I, 3| quest’anima peccatrice, acciò che, quando verrá il tempo 64 I, 3| di vederla e di provarla, acciò che io sappia se ella è 65 I, 4| quello comprasse tanto pane, acciò che ambedue potessero delle 66 I, 4| questa notte con esse noi, acciò non incorriate in alcun 67 I, 4| nel magazzino e rinchiuse, acciò che fussero sicure. Voi 68 II, 5| sono qui ora a voi venuto, acciò che, occorrendovi cosa alcuna, 69 II, 5| rimedio sarebbe a questo, acciò che io in tal errore non 70 II, 5| donna, — piú non tardate, acciò che la creatura non rimanga 71 II, 5| riforma della creatura, acciò che intiera nascesse. Venuto 72 II, 5| prego, fate l'isperienza, acciò che messer Liberale non 73 II, 5| avesse fatto radere la barba, acciò che piú bello e piú giocondo 74 II, 5| m'indussero a farlo. Ma acciò che non paia manchevole 75 II, 5| e fresco come giglio; ed acciò che voi crediate quello 76 II, 5| imaginossi farli una burla, acciò che piú non si ramaricasse 77 II, 5| aveva acceso un buon fuoco acciò che il figliuolo meglio 78 II, 5| alcuna dilicata vivanda, acciò che tu potesti sovenire 79 II, 5| legna e soffiava nel fuoco acciò che maggiormente ardesse, 80 II, 5| sapore di spezie condito, acciò che, dal cibo e dal calor 81 II, 5| egualmente procedono. Però, acciò che in amore e in tranquilla 82 II, 6| ridotte per far uno scongiuro, acciò che intendiamo del marito 83 II, 6| molto di ritornar a Firenze, acciò che ispedisca certe mie 84 II, 6| stati allora involato. — Ma acciò che voi, disse Isabella, — 85 II, 6| resistere all'amorose fiamme. Ed acciò che voi di mia morte non 86 II, 6| ragionar col cardinale, acciò che la cosa piú in lungo 87 II, 6| è stata torta parola; e acciò che la fortuna, volubile 88 II, 6| ricevuta ingiuria da te, ma acciò che ad ogni mio volere possa 89 II, 6| meglio la sostanzia dividi, acciò che l'uno e l'altro resti 90 II, 7| ventura che facesse per me, acciò che io viver potessi senza 91 II, 7| Gordino, apri la bocca, acciò che io veda il difetto tuo 92 II, 7| vedendo che niuna li riusciva, acciò che non gli intravenesse 93 II, 7| scoppiare; e degli un taglio acciò che la postema meglio si 94 II, 7| stropicciare la guancia, acciò che veder potesse che materia 95 II, 7| aver balia sopra di lui, acciò che, volendole poi provedere, 96 II, 7| marito, e io la moglie, acciò che poi tu non ti dogli 97 II, 7| over di farla seguitare, acciò che adiratasi non gettasse 98 II, 7| figliuolo d'un pover'uomo, acciò che imparasse l'arte del 99 II, 7| figliuolo molti danari spesi acciò che apparasse l'arte del 100 II, 7| veggendo l'ignoranza di costui, acciò che se ne vergognasse, l' 101 II, 8| mandarlo in lontani paesi, acciò che il tempo e la lontananza 102 II, 8| come vero successore; e acciò che tu diventi uomo prudente 103 II, 8| devesse fin alla venuta sua, acciò che un tanto amore non si 104 II, 8| tutto ci dimostrerá. Ed acciò che noi non ce ne andiamo 105 II, 8| catredale cum cappis et coctis, acciò che egli con gli altri preti 106 II, 8| dir voleva il prete; ed acciò che non paresse, come egli, 107 II, 8| presenza loro l'essaminasse, acciò che vedessero se egli perdeva 108 II, 8| essaminaste Pirino mio figliuolo, acciò che noi vedessimo se egli 109 II, 9| buco e tenetelo ben chiuso, acciò che non si spanda il vino; 110 II, 9| strette l'una con l'altra, acciò che, come sará da noi veduto, 111 II, 9| ad alcuno non rivelate, acciò non rimanga di quelli privo. — 112 II, 9| poco di pane e di vino, acciò ch'io potesse riavere le 113 II, 9| letto con la punta in su, acciò che Cesarino, andando a 114 II, 9| dell'orso che si ristringeva acciò che piú in giú la potesse 115 II, 9| di sovenire ai poveri, ma acciò che li cavasse dalle mani 116 II, 9| facesse al profitto suo, acciò che a poco a poco del tutto 117 II, 9| ti pagai oltre il devere, acciò che tu scrivesti quanto 118 II, 9| notaio al gran Satanasso, acciò che ella faccia compagnia 119 II, 9| di quello che meritavi, acciò che tu scrivi a modo mio. 120 II, 9| nelle valli di Comacchio, acciò che ella possa avere il 121 II, 9| detestabili ed abominevoli, acciò che la mia facoltá indebitamente 122 II, 10| primieramente toccava. Ed acciò che si desse incominciamento 123 II, 10| quelli guadagnare alcuna cosa acciò che potesse meglio sostentar 124 II, 10| di qua per lo tuo meglio, acciò non ti intravenga peggio. — 125 II, 10| aveva fatto per amor suo, acciò sola non rimanesse.~Il re 126 II, 10| che dilettevole sia. Ma acciò ch'io non disturbi il principiato 127 II, 10| gli la desse per moglie, acciò che legati fussero con duo 128 II, 11| uomini non fussero ragunati acciò che si dimostrasse il giovane 129 II, 11| non però legna secche, acciò che troppo presto non s' 130 II, 11| nostro mentre egli visse, acciò non siano di miglior condizione 131 II, 11| si potria dir di piú; e acciò che ei conseguisca il premio 132 II, 12| condizione però che breve sia, acciò che questa ultima sera di 133 II, 12| mandò in studio a Padova, acciò che desse opera alle lettere. 134 II, 12| ventolo li cacciava le mosche acciò che potesse meglio dormire. 135 II, 12| prigione e dargli della corda, acciò che il manifestasse quello 136 II, 12| sia caduto in pozzo. E acciò che la veritá non stia sospesa, 137 II, 12| figliuolo a star vigilante, acciò che gli avenisseno degli 138 II, 12| piú materia di dire. Ma acciò che io non disconcia il 139 II, 12| servo non volerlo fare, acciò che non incorresse nella 140 II, 12| messa un poco per tempo, acciò che certi suoi negozi ispedir 141 II, 12| prestamente si risolverá. Io, acciò che riabbiate la pristina 142 II, 12| immantinenti asciugarsi, acciò che quella umiditá che è 143 II, 12| dee tenere i piedi caldi, acciò l'umiditá e freddura che


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