Libro, Notte
1 I, I| considerare. Laonde, dovendo noi dar cominciamento a’ nostri
2 I, I| loro gioventú, vogliono dar leggi ed ordini ai loro
3 I, I| esser sospeso, e dovendosi dar la terza parte de’ vostri
4 I, I| signor della cittá li voleva dar per moglie una sua figliuola,
5 I, 1| Giliola, sí ancora per non dar scandalo alla prudente moglie.
6 I, 2| over altra cosa che potesse dar campo al fanciullo di potersi
7 I, 2| Taci per tua fe’, e non mi dar maggior noia di quello che
8 I, 3| mi distenda in parole in dar risposta alla degna vostra
9 I, 3| mezzo loro s’imaginò di dar a Costanzo la morte; ma
10 I, 4| cuore d’aprir la prigione e dar causa che l’uomo salvatico
11 I, 4| cheto il mio signore, né gli dar piú tormento; — e presala
12 I, 4| scoso pi ch’a’ l poea per no dar d’intendere a la brigá de
13 II, 5| Dovendo adunque con una favola dar cominciamento a' ragionamenti
14 II, 5| cinquanta fiorini d'oro che ora dar ti voglio, promettoti di
15 II, 5| fosse abadessa. Compiuto il dar de' voti, tutta tre rimasero
16 II, 5| una di quelle tre, senza dar materia di turbamento alle
17 II, 6| Leone papa racconta,~e fa dar delle busse a duo suoi secreti
18 II, 6| adunque per nome mio farete dar dodeci staffilate e mezza
19 II, 7| che li pareva non poterle dar parangone; e le compiaceva
20 II, 7| gitosene alla stalla per dar delle busse al cavallo,
21 II, 8| abbandonata. Dovendo adunque io dar cominciamento al favoleggiare
22 II, 8| dal marito toccare, volse dar un grido; ma Rodolino, messa
23 II, 8| levatevi su e venete presto a dar i sacramenti ad un infermo
24 II, 9| dicesti il mio marito devermi dar scelerata vita, allora col
25 II, 9| costanza grande, e non potergli dar piú tormento per aver giá
26 II, 10| e gli addimandarono che dar gli voleva, che gliela lascerebbeno.
27 II, 11| riducano. Laonde, dovendo io dar principio a' nostri festevoli
28 II, 12| contadino, e a sue spese dar da cena agli amici suoi.
29 II, 12| umana vita necessarie. E per dar fede della scarsa e picciola
30 II, 12| medici: — Sacra Maestá, dar la sanitá non è in potestate
31 II, 12| trova alcuno che gli voglia dar da mangiare o da bere. Egli
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