Libro,  Notte 
 1    I,    1|          egli le disse che manco male sarebbe farlo morire, che
 2    I,    1|         morire, che qualche gran male egli nella cittá facesse.
 3    I,    1|      Lamberto, non giá a fine di male ma burlando, disse alle
 4    I,    1|         alto cadesse, niuno però male si fece nella caduta. Ritrovandosi
 5    I,    1|         piú prudente nell’altrui male che nel suo, consentire
 6    I,    1|          voglia, tu faresti gran male a voler con vituperio conseguire
 7    I,    1|          conoscesti il bene e il male e operasti quello che piú
 8    I,    4|  altrimenti che se per l’adietro male avuto non avesse, libera
 9    I,    4|      scoltare, e che no l’abié a male. — La Tia ghe respondé: —
10    I,    4|         nore, ch’a’ no n’arò per male. — Disse Marsilio: — Quando
11    I,    4|         no intravegnisse qualche male a Marsilio, e a ela dano
12    I,    4| ricchezze e i beni per torte vie male acquistati il piú delle
13   II,    5|         e pensasse di me qualche male. — Messer Artilao, vedendo
14   II,    5|          di cosa alcuna, andasse male o bene che si volesse, era
15   II,    6|     vostra; né dubitate punto di male, né di disonore alcuno:
16   II,    7|       non gli intravenesse alcun male, lo menò in una barberia
17   II,    9|          di non aggiungere mal a male, scrisse quanto egli gli
18   II,   10|         pur una minuzia andare a male. E tutte le reliquie ch'
19   II,   10|        pareva, che non l'aveva a male.~Avenne ch'un giorno fu
20   II,   10|       carcerato o per aggiongere male a male, o per trovar rimedio
21   II,   10|          o per aggiongere male a male, o per trovar rimedio alla
22   II,   10|    nemici; perché quelle sono un male aperto, e questa è nascosa:
23   II,   11|          cagione di tutto questo male, ed esser cosa superflua
24   II,   11|         si dice che niun maggior male ha la cupiditá, quanto che
25   II,   12|          e spesse volte cade del male della brutta. Son giá tre
26   II,   12|     parole: — Ahi misero me, che male ho fatto io, che da un spagnuolo
27   II,   12|        la moglie cominciò pensar male del servo; e addimandandoli
28   II,   12|         il servo, dicendogli che male e scioccamente aveva fatto
29   II,   12|      hanno potenza di far altrui male, non quelle che non sono
30   II,   12|       nulla o poco estimava quel male. Or continovando l'infermitá
 
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