Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Alfabetica    [«  »]
disputazione 4
dispute 1
diss 1
disse 792
dissegli 25
dissele 18
disseli 7
Frequenza    [«  »]
836 al
826 se
820 i
792 disse
784 io
783 era
701 gli
Giovanni Francesco Straparola
Le piacevoli notti

IntraText - Concordanze

disse

1-500 | 501-792

    Libro,  Notte
1 I, I| verso la grata compagnia, disse: — Da poi che cosí vi piace, 2 I, I| noi altri posare. — A cui disse la moglie: — E che gli avete 3 I, I| in pericolo di morte. — Disse Salardo: — E come vuoi tu 4 I, I| appresentatosi innanzi al padre, disse tai parole: — Padre mio, 5 I, I| sdegnoso contra Fransoe, disse: — Vedo che tu attendi d’ 6 I, I| te li metterò appresso. — Disse Fransoe: — Signore, io sono 7 I, I| suspeso con Salardo, e perciò disse che era contento che si 8 I, I| alcuna turbato, cosí li disse: — Signor mio, la servitú 9 I, I| volto di Salardo, cosí li disse: — Salardo, se ora tu potesti 10 I, I| ancora da dolcezza piangeva, disse: — Se queste altre donzelle 11 I, I| comandamenti con lieto viso cosí disse:~Nacqui tra duo serragli 12 I, I| irresolubile rimanere, sorridendo disse: — Lo enimma per me proposto, 13 I, I| che intendendo, il pretore disse: — Questo giovane non può 14 I, I| sé stesso assai dolendosi disse: — Ohimè misero! guata, 15 I, I| pretore; il quale vegendolo disse: — Veramente, Cassandrino, 16 I, I| importare altro che finocchi, disse al pretore: — Io farò ogni 17 I, I| sostentata. E destatolo, li disse la maggior villania che 18 I, I| viso salutandolo. A cui disse il preside: — Veramente, 19 I, I| contro lui mal disposto, disse tra sé medesimo; — Certo 20 I, I| domenticato il breviario a casa, e disse al cherichetto: — Va a casa, 21 I, I| verso preSeverino, cosí li disse: — Padrezzolo mio, state 22 I, I| voltatosi verso Cassandrino, disse: — Cassandrino, Cassandrino, 23 I, I| avere il muletto comperato, disse uno di loro: — Compagni 24 I, I| che dal mercato venire, li disse: — Iddio vi salvi, messere. — 25 I, I| E di dove venete voi? — disse il masnadiero. — Dal mercato, — 26 I, I| voi di bello com perato? — disse il compagnone. — Questo 27 I, I| prete. — Qual muletto? — disse il masnadiero. — Questo 28 I, I| burlate meco? — E perché? — disse il prete. — Perciò che non 29 I, I| mi pare. — Come, asino? — disse il prete. E senza altro 30 I, I| prete. — Vi è bel mercato? — disse il compagno. — bene, — 31 I, I| voi alcuna buona spesa? — disse il compagnone. — , — rispose 32 I, I| vedi. — Dite il vero? — disse il buon compagno; — avetelo 33 I, I| veritá, egli è un asino, — disse il buon compagno. — Come, 34 I, I| compagno. — Come, un asino? — disse il prete; — se piú alcuno 35 I, I| terzo compagno, il qual li disse: — Ben venga il mio messere; 36 I, I| comperato voi di bello? — disse il buon compagno. — Ho fatto 37 I, I| vedi. — Come, muletto? — disse il compagnone; — dite da 38 I, I| prete. — Oh povero uomo! — disse il masnadiere; — non vi 39 I, I| tendendo, preScarpacifico disse: — Ancor duo altri poco 40 I, I| E sceso giú del muletto, disse: — Piglialo, che di lui 41 I, I| Scarpacifico, giunto che fu a casa, disse alla Nina come egli aveva 42 I, I| aveva fatto un presente. Disse la Nina: — O cristianello, 43 I, I| mi arrebbeno ingannata. — Disse allora preScarpacifico: — 44 I, I| presenza de’ tre compagni disse alla capra: — Va a casa, 45 I, I| entrati tutti insieme in casa, disse preScarpacifico alla Nina: — 46 I, I| spezie per dentro, come mi disse la capra. — Sta bene, — 47 I, I| la capra. — Sta bene, — disse il prete. I tre compagni, 48 I, I| d’oro. — Ma avertite, — disse il prete, — che non vi dogliate 49 I, I| fessero alcuno dispiacere, disse alla sua fante: — Nina, 50 I, I| per ucciderlo. Ma il prete disse: — Fratelli, non so la cagione 51 I, I| compagno, vedendo questo, disse: — Oh sciocco, tu non hai 52 I, I| finte parole del prete, disse: — Credete voi, messere, 53 I, I| custodi di pecore diverremo. — Disse il prete: — Io son apparecchiato 54 I, I| mise; e voltatasi al padre, disse: — Vedete, padre mio, come 55 I, I| giorno a sé la chiamò, e le disse: — Doralice, figliuola mia, 56 I, I| La giovane tutta tremante disse che era unica figliuola 57 I, I| che lo ponesse a riposare, disse la donzella: — Padre mio, 58 I, I| del re, secretamente li disse: — Sacra Maestá, fa che 59 I, I| reina. A cui lo astrologo disse: — Sacra Maestá, cercate 60 I, I| occorse, riverentemente disse: — Sappi, sacra Corona, 61 I, I| desinare, e postisi a mensa, disse Manusso a Dimitrio: — Compare 62 I, I| alcuna conoscer il vero. — Disse Dimitrio: — Non sapete voi 63 I, I| e non dubitate. — Io — disse Manusso, — non ho ucciso 64 I, I| vostra. — Parlatemi chiaro, — disse Dimitrio, — e non mi tenete 65 I, I| vel dica palesamente? — disse Manusso; — ascoltate, e 66 I, I| come è possibil questo? — disse Dimitrio; — conciosiacosaché 67 I, I| crederei. — Se voi sarete — disse Manusso, — uomo, come io 68 I, I| toccare. — Io sono contentodisse Dimitrio, — di far tanto 69 I, I| che promesso mi avete. — Disse allora Manusso: — Se voi 70 I, I| diede gli occhi al pianto. Disse allora il compare a Dimitrio: — 71 I, I| fattasi alla finestra, disse: — Chi picchia giú? — 72 I, I| E abbracciato il prete, disse: — Deh, anima mia dolce, 73 I, I| compare. Il quale sorridendo disse: — Compare, come va l’arte? 74 I, I| trovare? — per certo, — disse Dimitrio; — e non l’arrei 75 I, I| aveva alquanto del giotto, disse: — Compare, io voglio che 76 I, I| adunque Dimitrio in camera, disse alla moglie: — Polissena, 77 I, I| esso noi. — A cui Polissena disse: — Non oggi, ma un altro 78 I, I| forse sará miglior tempo, — disse Dimitrio, — e mi converrò 79 I, I| e mi converrò partire. — Disse Polissena: — Voi vi potreste 80 I, I| servigio. — Tu dici bene, — disse Dimitrio. — Manusso, chiamato, 81 I, I| insieme. Levata la mensa, disse Dimitrio: — Cognati miei, 82 I, I| trabocchevoli vini. Indi disse alla moglie: — Mostrali 83 I, I| Polissena. quasi tutta tremante, disse: — Che fa bisogno di aprir 84 I, I| Dimitrio, quasi adirato, disse: — Apri questa cassa, apri 85 I, I| voltatosi verso i cognati, disse: — Che vi pare di questa 86 I, I| che stava col capo chino, disse: — Prendi i panni tuoi, 87 I, I| voltatosi Dimitrio a’ cognati, disse: — Menate la sorella vostra 88 I, 1| tre d’accordo. La prima disse: — Io voglio costei inviolabil 89 I, 1| al mondo pare. — L’altra disse: — Ed io voglio che niuno 90 I, 1| possino imaginare. — La terza disse: — Ed io voglio che ella 91 I, 1| della madre, grognendo le disse: — Io, madre mia, vorrei 92 I, 1| sapendo in ciò governarsi, disse al re: — Che dobbiam noi 93 I, 1| rossa come mattutina rosa, disse che per modo alcuno a tal 94 I, 1| alla madre; la quale li disse: — Figliuolo mio, noi ti 95 I, 1| ella, superba, alteramente disse: — Né tu, né ’l tuo reame 96 I, 1| ora di andare a riposare, disse la giovane: — Che voglio 97 I, 1| udí le parole, e altro non disse. Andatosene adunque a l’ 98 I, 1| raccontògli il tutto; ed egli le disse che manco male sarebbe farlo 99 I, 1| e tai parole alla reina disse:~Tre cose ho giá sentite 100 I, 1| piacevoli ragionamenti, le disse: — Meldina, moglie mia diletta, 101 I, 1| scopritemi ogni vostro secreto, — disse Meldina, — che io vi prometto 102 I, 1| andatasene alla suocera, disse: — Prudentissima reina, 103 I, 1| con bassa voce cosí le disse: — Valorosa donna, tanta 104 I, 1| terminasse il ballo, egli le disse tai parole: — Onestissima 105 I, 1| fine di male ma burlando, disse alle due compagne: — Donne 106 I, 1| dissero le compagne. — Io — disse Emerenziana — mi ho trovato, 107 I, 1| intendendo, Filenio si allegrò, e disse alla fante: — Va, e ritorna 108 I, 1| dopo molti finti sospiri li disse: — Filenio mio, non so qual 109 I, 1| e coricarsi a lato lei, disse Sinforosia: — Anima mia 110 I, 1| camera, e andatosene a loro, disse: — Ora, malvage femine, 111 I, 1| aveva di diamante il cuore, disse questo non essere di biasmo 112 I, 1| giacevano; e discopertele, disse: — Buon giorno, madonne; 113 I, 1| nelle sue care madonne, e disse: — Qual di noi ebbe maggior 114 I, 1| contra a Carlo, cosí gli disse: — Carlo, non so con qual 115 I, 1| indugio rispondendo cosí disse: — Carlo, rimoviti da cotesto 116 I, 1| giorni, che ’l demonio le disse: — Silvia, moglie mia, piú 117 I, 1| minima parte a raccontare: e disse alla figliuola: — Ritorna 118 I, 1| scritta e ben considerata, disse alla moglie: — Silvia, guata 119 I, 1| sapendo altro che addimandare, disse che si contentava di quanto 120 I, 1| sapere: e accostatosi a lei, disse: — Silvia, che hai tu, che 121 I, 1| prese alquanto d’ardire, e disse: — E come volete voi, marito 122 I, 1| Veramente, no ’l credo. — Disse allora il demonio: — Non 123 I, 1| molto della sua mala sorte. Disse il demonio: — Or va, (e 124 I, 1| fingendo di non saperla, disse: — Che ti senti tu, Silvia 125 I, 1| demonio, tutto d’ira acceso, disse: — In che io mai mancato 126 I, 1| loro patire tal ingiuria, disse tra sé: — Io ti punirò di 127 I, 1| la convenevole riverenza, disse: — Eccellentissimo duca 128 I, 1| guatatolo bene nel viso, disse: — Maestro Gasparino, voi 129 I, 1| era, accostatosi a lui, disse: — Non vi arricordate, maestro, 130 I, 1| affermando e l’altro negando, disse il duca: — Ponete silenzio 131 I, 1| Gasparino il suo scongiuro, disse il demonio: — O compare 132 I, 1| insieme? — Deh, compare, — disse allora messer Gasparino, — 133 I, 1| entrato nel corpo del duca. Disse messer Gasparino: — O caro 134 I, 1| grande piacere? — E che? — disse il demonio. — Uscire di 135 I, 1| Uscire di questo corpo, — disse messer Gasparino, — e non 136 I, 1| noia. — Deh, compare, — disse il demonio, — voi mi parete 137 I, 1| imaginar non mi potrei. — Disse messer Gasparino: — Per 138 I, 1| Ditemi almeno, compare, — disse messer Gasparino, — chi 139 I, 1| spazio il duca rivenuto, disse messer Gasparino: — Signor 140 I, 1| Gasparino il suo scongiuro, disse il demonio: — Deh, compare, 141 I, 1| voi, compare mio? — No, — disse il demonio. — E come no? — 142 I, 1| duca. — Ditelo, vi prego, — disse il demonio, — che volentieri 143 I, 1| Allora messer Gasparino disse: — Sappiate, compare mio, 144 I, 1| che intendendo, il demonio disse: — Oh malvagio compare! 145 I, 1| altra femina fatto arrebbe, disse: — Buon giorno, messere; — 146 I, 1| ragionamenti con esso lui, disse: — O marito mio, io vi voglio 147 I, 1| riderete. — Che cosa? — disse Ghirotto. — Ogni volta — 148 I, 1| Ghirotto. — Ogni voltadisse Giliola, — che io me ne 149 I, 1| voglia dire, Ticco. — E tu — disse Ghirotto, — che gli hai 150 I, 1| gli hai risposto? — Io — disse Giliola, — nulla gli ho 151 I, 1| mai risposto. — Ma fa — disse Ghirotto — che se egli piú 152 I, 1| marito ammaestrata l’aveva, disse: — Tacco! — Allora messer 153 I, 1| prese alquanto di ardire, e disse: — Quando vengo? — Ma Giliola, 154 I, 1| come andata era la cosa, disse che ella fatto aveva tanto 155 I, 1| infilzar perle al scuro; e disse alla moglie: — Se tu vi 156 I, 1| Ticco! — ed ella a lui disse: — Tacco! — Ed egli a lei: — 157 I, 1| In questa sera sia! — disse. Ritornata Giliola adunque 158 I, 1| Giliola adunque a casa, disse al marito: — Io ho operato 159 I, 1| che ti ha egli risposto? — disse Ghirotto. — In questa sera 160 I, 1| In questa sera sia, — disse Giliola. Ghirotto che giá 161 I, 1| lasagne e di maccheroni, disse: — Giliola, andiamo a misurare 162 I, 1| numero che voi volete, — disse Giliola. — Disse allora 163 I, 1| volete, — disse Giliola. — Disse allora Ghirotto: — Manda 164 I, 1| fosse andato al molino, disse a Giliola: — Dov’è Ghirotto? 165 I, 1| casa suo cognato, e gli disse come la sorella sua era 166 I, 1| fingendo di esser addolorata, disse: — Ahi, miseri noi, che 167 I, 1| nella pentola si cucinavano, disse alla moglie:~— Che vuol 168 I, 1| a cena. — Per mia , — disse Ghirotto, — che tu hai fatto 169 I, 1| ritrovandoli pur tredeci, disse alla moglie: — Giliola, 170 I, 2| di Cateruzza guardando, disse che alle favole della presente 171 I, 2| in modo alcuno fuggire, disse a Pietro pazzo: — Deh, fratello 172 I, 2| volendo dimostrarsi ingrato, disse a Pietro: — Ascendi nella 173 I, 2| comandava. A cui il pazzo disse: — Altro per ora non voglio, 174 I, 2| Questo non farò giá io. — Disse allora il giovene burlando: — 175 I, 2| Il che veggendo, Luciana disse: — Pietro, ohimè! tu vedi 176 I, 2| Ma sta di buon animo, — disse, — che tosto usciremo d’ 177 I, 2| usciremo d’affanni. — Io — disse Luciana, — mi penso che 178 I, 2| annegheremo. — Allora Pietro disse: — Taci, che io ho un secreto, 179 I, 2| E che secreto hai tu, — disse Luciana, — che sollevar 180 I, 2| traesse? — Io ho un pesce, — disse Pietro, — il quale fa ciò 181 I, 2| Questa è una buona cosa, — disse Luciana, — quando cosí fusse. 182 I, 2| si addimanda il pesce? — disse Luciana. A cui rispose Pietro: — 183 I, 2| mi dia la tua autoritá, — disse Luciana, — imponendogli 184 I, 2| gli dirò. — Sia fattodisse Pietro, — il tuo volere. — 185 I, 2| volendosi partire il re, disse il guardiano a Luciana: — 186 I, 2| turbarsi; e voltatasi al re, disse: — Sacra Maestá, mi perdonarete 187 I, 2| vedendo allora tal cosa, disse: — Signor mio, noi vi abbiamo 188 I, 2| sua, con viso lagrimoso disse: — Signor mio, sapiate ch’ 189 I, 2| che sommamente amava, e disse: — Madama, che debbiam far 190 I, 2| Listico e Livoretto, li disse: — Figliuoli, da noi vostro 191 I, 2| Onde Livoretto a Listico disse: — Noi sinora abbiamo cavalcato 192 I, 2| al servigio del soldano, disse: — Non ti ho io, signor, 193 I, 2| buona nuova? — E che? — disse il soldano. — Il Porcarollo, 194 I, 2| com’è possibile questo? — disse il soldano. A cui Chebur: — 195 I, 2| acceso d’ira e di sdegno, disse: — Va, e non piú tardare: 196 I, 2| spargeva, voltatosi a lui, disse: — Deh, patrone, che hai 197 I, 2| verrebbe a bene. Indi li disse: — Torna al soldano, e digli 198 I, 2| che ebbe il giovanetto, li disse: — Deh, gentil cavaliere, 199 I, 2| debite grazie al giovanetto, disse: — Prendi del dorso mio 200 I, 2| quale, veduto il giovane, disse: — Deh, leggiadro giovanetto, 201 I, 2| non meno ornata che bella, disse la damigella al soldano: — 202 I, 2| ed inteso il tutto, li disse: — Ahi, poverello, taci! 203 I, 2| non ti soviene ciò che ti disse il pesce? Apri adunque le 204 I, 2| Perciò che la damigella disse: — Non pensate, signor mio, 205 I, 2| udendo i gravi lamenti, disse: — Che hai tu, patrone, 206 I, 2| acqua della vita. — Allora disse il falcone: — Deh, cavaliere, 207 I, 2| parve. Laonde la madre le disse: — Che hai tu, Biancabella, 208 I, 2| ramarichi, figliuola mia? — disse la madre. — Non sai tu che 209 I, 2| con materna allegrezza li disse: — Signor mio, noi abbiamo 210 I, 2| impetuosamente si volse, e disse: — Deh, marito, che volete 211 I, 2| spargere le parole al vento, disse: — Che debbo io piú fare 212 I, 2| preso alquanto di ardire, disse: — Chi sei tu che vai errando 213 I, 2| fervidi singolti interrotta le disse: — Ah! sorella mia, aiutami 214 I, 2| che conosciuta l’ebbe, le disse; — Figliuola mia, voi eravate 215 I, 2| verso il re e la reina, disse: — Signor, acciò che noi 216 I, 2| Samaritana tutti tacere, disse: — Dopo che niuno si move 217 I, 2| rispondesse, ma audacemente disse: — Una fornace fortemente 218 I, 2| fuoco nel viso avampata, disse: — E tu sei quella rea e 219 I, 2| con allegra faccia gli disse: — Questa è la vostra Biancabella! 220 I, 2| e nato di vil femina li disse. Il che udendo Fortunio 221 I, 2| voltosi verso Valentino, li disse: — Come, sono io bastardo? — 222 I, 2| riconoscimento del passato giudicio disse: — Fratello, io ti do questa 223 I, 2| vide la giovane, fra sé disse: — Deh, che non sono io 224 I, 2| una delle mani la bocca e disse: — Signora mia, io non sono 225 I, 2| spezzato un monte, tanto disse e tanto fece, che addolcí 226 I, 2| ella seco ragionava, le disse il giovane: — Damigella, 227 I, 2| ancor io vestita. — Donna, — disse Fortunio, — se dimane per 228 I, 2| testa delle schiumose onde, disse alla donna: — Donna, donami 229 I, 2| piacere di donarlomi, — disse la sirena, — ed io ti mostrerò 230 I, 2| donarglielo ricusava. A cui disse la sirena: — Se tu mi donerai 231 I, 2| richiesto in dono; e tanto disse e tanto fece, che la madre 232 I, 2| interponere indugio alcuno, disse: — Deh fuss’io un’aquila! — 233 I, 2| acceso d’ira e di sdegno, disse ad Emiliano: — Emiliano, 234 I, 2| commendava il suo Travaglino, disse Lucaferro ad Emiliano: — 235 I, 2| viso allegro verso lui, disse: — È adunque cotesto il 236 I, 2| delle ricotte; e salutatolo, disse: — Travaglino mio, son qui 237 I, 2| Siate la ben venuta, — disse Travaglino, — la mia patrona; — 238 I, 2| far il caso e le ricotte, disse: — O Travaglino mio, voglio 239 I, 2| desiderava, in tal maniera gli disse: — Travaglino mio, io vorrei 240 I, 2| Isotta, preso maggior ardire, disse a Travaglino: — Se tu mi 241 I, 2| Altro da te non voglio, — disse Isotta, — se non il capo 242 I, 2| giá era ritornata a casa, disse al marito: — Come fará Travaglino, 243 I, 2| salutò. A cui reso il saluto, disse: — E che è dell’anima tua, 244 I, 2| toro dalle corna dorate? — disse Emiliano. Allora Travaglino, 245 I, 3| in una camera a sedere, disse il re: — Costanza, figliuola 246 I, 3| l’aspetto del giovanetto, disse: — Giá che tu porti il nome 247 I, 3| varie cose, tra l’altre disse: — Signor mio, non sapete 248 I, 3| Costanzo, e tai parole li disse: — Costanzo, se tu mi ami, 249 I, 3| con piacevole e lieto viso disse: — Signor mio, questo ed 250 I, 3| Onde, andatasene al re, disse: — Monsignor lo re, piú 251 I, 3| ed appresentatosi, gli disse: — Costanzo, io mi rendo 252 I, 3| Costanzo l’ostinata voglia, disse: — Tu non mi vuoi rispondere, 253 I, 3| guatava con occhio torto. Disse allora Costanzo: — Rispondemi, 254 I, 3| intesa la liberazione, disse: — E che vuoi tu da me? — 255 I, 3| secondo il voler tuo? — disse Costanzo. — , rispose 256 I, 3| ti prego, per cortesia, — disse Co stanzo; — che avevi tu 257 I, 3| questo, dimmi, di grazia, — disse Costanzo; — quando aggiungemmo 258 I, 3| ragionare ora, ti prego, — disse Chiappino, — ma va, e ritorna 259 I, 3| Il che udendo, Costanzo disse al re: — Partiamsi, che 260 I, 3| lui, con molta astuzia li disse queste parole: — Messer 261 I, 3| dimostratolo a messer Erminione, li disse: — Ogni volta, messer Erminione, 262 I, 3| ed al letto si avicinò; e disse: — Destati, anima mia, che 263 I, 3| gridare; ma quasi lagrimando disse: — Taci, cuor mio; non vedi 264 I, 3| e con turbata faccia le disse: — Di chi sono quei sputi 265 I, 3| molto piú se infiammò; e disse: — Tu ridi, ah, rea femina 266 I, 3| gabbato; e voltatosi a lei le disse la maggior villania che 267 I, 3| innanzi al giudizio, le disse il podestá: — Filenia, come 268 I, 3| bella ed orrevole compagnia, disse alle sorelle Lionella e 269 I, 3| la sua corte. — Ed io — disse Lionella, — mi do sta lode, 270 I, 3| la sua corte. — Ed io — disse Chiaretta, — mi lodo di 271 I, 3| spalla, se n’andò a casa; e disse alla moglie, che Gordiana 272 I, 3| abitare in cotesta cittá. — Disse il re: — Piacemi molto; 273 I, 3| chiamate? — A cui l’uno disse: — Acquirino; — l’altro 274 I, 3| Acquirino; — l’altro disse: — Mi chiamo Fluvio. — Ed 275 I, 3| chiamo Fluvio. — Ed io, — disse la sorella, — mi addimando 276 I, 3| mi addimando Serena. — Disse allora il re: — Per cortesia 277 I, 3| re, ritornato al palagio, disse alla madre: — Madama, oggi, 278 I, 3| allevati aveva, secretamente le disse: — Non sapete voi, comare 279 I, 3| ragionato con esso lei, disse: — Avresti per aventura, 280 I, 3| Deh! figliuola mia, — disse la comare, — quante belle 281 I, 3| bella di ciò che sei. — Disse la fanciulla: — E come potrei 282 I, 3| messo giú ogni spavento, disse: — O giovanetti, che andate 283 I, 3| balla. — Oh miserelli! — disse la colomba, — e chi vi manda 284 I, 3| Una nostra sorella. — Disse allora la colomba: — Certo 285 I, 3| vide i giovanetti; a’ quai disse: — E perché, avendo voi 286 I, 3| primiera cagione. — Allora disse il re: — Vi aspettiamo dimattina 287 I, 3| Ritornato il re al palazzo, disse alla madre che aveva ancora 288 I, 3| suoi. — Ma ben io vorrei — disse la comare, — che tu, figliuola 289 I, 3| piú soave e dolce canto. — Disse la fanciulla: — Io non so 290 I, 3| recata l’acqua che balla, — disse la vecchia; — non però sono 291 I, 3| aggiunsero a casa; e Serena li disse: — Io, fratelli miei, vorrei 292 I, 3| e partitisi, quanto gli disse l’oste, tanto operorono; 293 I, 3| fattigli a sé chiamare, li disse: — Qual è stata la cagione, 294 I, 3| ci hanno intertenuti. — Disse il re: — Nel giorno sequente 295 I, 3| Ritornato al palazzo, il re disse alla madre che ancor veduti 296 I, 3| l’astuta e sagace comare disse: — Pensa, figliuola mia, 297 I, 3| bella, che voi mi dite? — disse la giovane. A cui la vecchia 298 I, 3| restituiti non erano. Allora disse lo ugello: — Guatami sotto 299 I, 3| Acquirino, fornito il desinare, disse al re: — Noi vogliamo, innanzi 300 I, 3| verde cominciò parlare, e disse: — O sacro re, che meritarebbe 301 I, 3| seguendo il suo parlare, disse: — Sacra Corona, questi 302 I, 3| la gorgiera delle ciance, disse: — Signor Nerino, io ho 303 I, 3| piacere di vederla. A cui disse maestro Raimondo: — Quando 304 I, 3| e vi rimarrò obligato. — Disse allora maestro Raimondo: — 305 I, 3| Ed andatosene a casa, disse alla moglie: — Dimane levati 306 I, 3| ed accostatosi a Nerino, disse: — Or che vi pare di quella 307 I, 3| madre vostra? — Veramentedisse Nerino, — che ella è bella: 308 I, 3| dirglielo non voleva. Allora disse Nerino: — Maestro Raimondo 309 I, 3| a casa, maestro Raimondo disse alla moglie: — Genobbia, 310 I, 3| farsi di lui, tra sé stesso disse: — Tu non vuoi che io sappi 311 I, 3| ed accostatosi a lui, li disse: — Messere, non vi ho io 312 I, 3| buona novella? — E che? — disse maestro Raimondo. — Non 313 I, 3| Raimondo. — Non so io, — disse Nerino, — la casa di quella 314 I, 3| potesse, e subito si partí. — Disse maestro Raimondo: — È possibil 315 I, 3| da lui si partí. Ma prima disse a Nerino: — Gli tornarete 316 I, 3| ritrovato maestro Raimondo, gli disse: — Signor dottore, non sono 317 I, 3| tutto. — E come facesti? — disse maestro Raimondo. — Ella, — 318 I, 3| voltatasi contra il marito, disse: — Che vuol dir questo, 319 I, 3| si abbattè; e salutatolo, disse: — Maestro mio, non vi ho 320 I, 3| rispose maestro Raimondo. — Io disse Nerino, — ho fuggito il 321 I, 3| era in camera. — E voi — disse maestro Raimondo, — dove 322 I, 3| Nerino ogni volta bevuto, disse maestro Raimondo: — Deh, 323 I, 3| d’una delicata bevanda, e disse al servente: — Prendi questa 324 I, 3| e volendo Nerino bere, disse il servente: — Pigliate 325 I, 3| Flamminio, accostatosi a lui, disse: — Iddio vi salvi, maestro. — 326 I, 3| cui Flamminio replicando disse: — E che fate voi? — Io 327 I, 3| affatico per far de’ calzari. — Disse Flamminio: — E per far che? 328 I, 3| danaro guadagnato. — E poi — disse Flamminio, — che sará? — 329 I, 3| Morire? — replicando disse Flamminio. — , — rispose 330 I, 3| calzolaio. — O maestro mio, — disse allora Flamminio, — mi sapreste 331 I, 3| avete voi giamai veduta? — disse Flamminio. — Io né la vidi, 332 I, 3| paventosa bestia. — Allora disse Flamminio: — Me la sapereste 333 I, 3| salutatosi l’uno e l’altro, disse Flamminio: — Fratello, che 334 I, 3| Deh, per cortesia, — disse Flamminio, — mi sapereste 335 I, 3| potrò far io a trovarla? — disse Flamminio. A cui il contadino 336 I, 3| vestimenta pieno. A cui disse Flamminio: — Iddio sia con 337 I, 3| ancora. — E che fate voi — disse Flamminio, — di belle 338 I, 3| che ne fanno di tante? — disse il giovane. A cui lo sarto 339 I, 3| vesteno. — E poi, che fanno? — disse Flamminio. — E poi — rispose 340 I, 3| nominare Flamminio la morte, disse: — O dolce mio maestro, 341 I, 3| la morte. A cui Flamminio disse: — Voi siate il ben trovato, 342 I, 3| eremita. — O padre mio, — disse Flamminio, — e che fate 343 I, 3| contemplazioni. — E per far che? — disse Flamminio. — Oh, perché, 344 I, 3| macerar questa misera carnedisse l’eremita, — e far penitenza 345 I, 3| padre mio, ditemi un poco, — disse Flamminio, — se non v’è 346 I, 3| mai veduta voi, padre? — disse Flamminio. — Ma di no, — 347 I, 3| potrò io fare di vederla? — disse Flamminio. — Ma se voi desiderate, 348 I, 3| desiderate, figliuolo mio, — disse lo eremita, — di trovarla, 349 I, 3| quella valle. A cui Flamminio disse: — Chi sei tu? Olá, saresti 350 I, 3| andava; ed accostatosi a lei, disse: — O madre mia, Iddio vi 351 I, 3| aventura la morte, madre mia? — disse Flamminio. — No, — rispose 352 I, 3| ora levoli ogni dolore. — Disse allora Flamminio: — O dolce 353 I, 3| instantemente mi dimandi? — disse la vecchiarella. A cui Flamminio 354 I, 3| incorporò; e preparato il tutto, disse gli: — Chinati giú, figliuolo 355 I, 3| testa e chiudi gli occhi, — disse la vecchia; e cosí fece. 356 I, 4| saetta. Ma l’uomo salvatico disse:~— Se tu mi vuoi aprire 357 I, 4| lo renderò mai. — A cui disse il fanciullo: — Deh, come 358 I, 4| modo di liberarti? — Allora disse il salvatico uomo: — Quando 359 I, 4| dammi il modo. — A cui disse il salvatico uomo; — Va 360 I, 4| dubitar, figliuolo mio, — disse il salvatico uomo, — che 361 I, 4| tutta di furore accesa, disse: — Madre mia, non incolpate 362 I, 4| giú ogni sfrenato furore, disse alla reina: — O donna, che 363 I, 4| non volendo parer ingrata, disse: — Oh uomo ora difforme 364 I, 4| terra, secretamente gli disse: — Sacra Corona, sappiate 365 I, 4| ritornò al suo ostello e disse a Guerrino che solo al re 366 I, 4| lo aveva. A cui Zifroi re disse: — Guerrino, la cagione 367 I, 4| turbò; e adirato alquanto, disse: — Voglio, Guerrino, che 368 I, 4| intendendo, l’incognito giovane disse: — Sta di buon animo né 369 I, 4| Ritornato Guerrino al re, gli disse ciò che il giovane gli aveva 370 I, 4| di ciò che fa mestieri, disse il giovane a Guerrino: — 371 I, 4| compagno; il quale sorridendo disse: — Fratello, non ti paventare, 372 I, 4| ed appresentatosi, gli disse: — Guerrino, tu vedi come 373 I, 4| maravigliò; e voltatosi a lui, disse: — Sacra Corona, è questo ’ 374 I, 4| piú vi aggrada. — Or va, disse il re, — e non piú tardare; 375 I, 4| ciò facendo poca stima, disse: — Guerrino, sta di buon 376 I, 4| tua moglie fia. — Deh! — disse Guerrino al suo compagno — 377 I, 4| conoscere l’una dall’altra, dissel re: — Qual di queste 378 I, 4| Rubinetto suo diletto compagno, disse il re: — Orsú, Guerrino, 379 I, 4| gallavrone gli aveva mostrata; e disse: — Sacra Corona, questa 380 I, 4| accostatasi alla vecchia, disse: — Madre mia, quando vi 381 I, 4| cui la sorella Cassandra disse: — Hai tu venduto il filo? — 382 I, 4| pane che hai comperato? — disse Cassandra. A cui Adamantina, 383 I, 4| E Adamantina destata, disse: — Che hai, figliuola mia? — 384 I, 4| Aspetta, figliuola mia, — disse. E levatasi di letto, prese 385 I, 4| casa delle due sorelle, disse: — Figliuole mie, come avete 386 I, 4| e sonomi qui venuta. — Disse e l’una e l’altra sorella: — 387 I, 4| di cacare bisogno aveva, disse: — Mamma, caca! — E Adamantina, 388 I, 4| Andatasene a casa, la buona donna disse lietamente al marito: — 389 I, 4| la poavola si destò, e disse: — Madonna, caca! — e non 390 I, 4| Madonna, caca! — e non disse: — Mamma, caca; — perciò 391 I, 4| poteva avicinare. Allora disse il marito: — Vedi, o pazza 392 I, 4| puzzore che egli sentiva, disse la maggior villania alla 393 I, 4| discosta, si fece avanti; e disse: — Sacra Maestá, lasciate 394 I, 4| appresentatasi alla poavola, disse: — Deh, figliuola mia, lascia 395 I, 4| puo’ de buon cuore; e disse a la Tia: — Dio ve salve, 396 I, 4| quel zovene. — No sai-o — disse Marsilio — ch’a’ me consumo 397 I, 4| mi ch’a’ me vogié ben. — Disse Marsilio: — Mo se u no’l 398 I, 4| Molbe mo adesso. — Disse in quela volta Marsilio: — 399 I, 4| Respose la Tia: — Pooh! — Disse Marsilio: — E quanto, se 400 I, 4| Assé, — respondé la Tia. — Disse Marsilio: — Oimè, Tia, se 401 I, 4| Mo a che muò? — Oh Tia! — disse Marsilio, — ul sai molto 402 I, 4| sé, s’a’ no ’l me disi. — Disse Marsilio: — Mo a’ ve ’l 403 I, 4| ch’a’ no n’arò per male. — Disse Marsilio: — Quando voli-u 404 I, 4| le graspi e de l’aqua. — Disse Marsilio: — No dubité de 405 I, 4| altri çitaini da Pava. — Disse Marsilio: — Hossú! basta 406 I, 4| quasio la Tia se scorezava, disse: — Sté con Dio, Tia, dolçe 407 I, 4| Arvederse doman, piasando a Dio, disse Marsilio. — Mo ben, mo bene, — 408 I, 4| gran pezo de compagnia, disse la Tia a Marsilio: — Doman 409 I, 4| messe incontra; e ghe disse: — Cecato, frelo me bon, 410 I, 4| besogna andarghe da maitina, — disse la Tia. Respose Cecato: — 411 I, 4| Cecato fo entrá in cortivo, disse a la Tia: — Tia, mo fa un 412 I, 4| bon con Cecato so marí, disse la Tia: — Doh, Cecato, frelo 413 I, 4| Mo che, cara sorore? — Disse la Tia: — Mo no n’è sto 414 I, 4| Mo che me diré-to? — disse Cecato, — di-to davera? — 415 I, 4| Cecato, — di-to davera? — Disse la Tia: — Mo , a la fe’ 416 I, 4| cara. — Mo, di-la mo, — disse Cecato. Rispose la Tia: — 417 I, 4| an vu. — Mo a che muò? — disse Cecato. — Mo a’ ve ’l dire 418 I, 4| Mo a’ ve ’l dire ben, — disse la Tia, — se me starí a 419 I, 4| Cecato, — no me stentar . — Disse la Tia: — Mo besogna ch’ 420 I, 4| ’l no ghe porá andare, — disse Cecato. — ben, bene, — 421 I, 4| ghel messe in cavo; e disse: — A ’l no porae nian star 422 I, 4| al mondo de Dio. E po’ — disse la Tia, — besogna che staghe 423 I, 4| altro per ca? — Mo ví-vo, — disse la Tia, — ch’a sto muò a’ 424 I, 4| co del nuostro. — Dapò disse a Cecato: — Mo su, stendí-ve! — 425 I, 4| stende. — Mo stendí-ve ben! — disse la Tia; — e Cecato s’aiava 426 I, 4| l poea. — Oh, cossí! — disse la Tia. — E po la pigiá 427 I, 4| che l’iera za mo stufo, disse alla Tia: — Ben, he-to compio? — 428 I, 4| ve aví vogiú muovere. — Disse Cecato: — No miga, no miga, 429 II, 5| e con animo sincero gli disse: — Compare, voi sapete, 430 II, 5| piú distendersi in parole, disse: — Messer Artilao, compare 431 II, 5| voi m'imporrete. — Io — disse messer Artilao, — volontieri 432 II, 5| fingendo di non saperlo, disse: — Comare, come vi sentete? 433 II, 5| Ed in quai terminidisse messer Liberale, — vi trovate? — 434 II, 5| che sentendo, il compare disse: — Dunque, comare, voi siete 435 II, 5| struggeva, s'accostò a lei, e disse: — Oh quanto, comare mia, 436 II, 5| questo patisca? — Veramentedisse messer Liberale, — io sono 437 II, 5| va forte per il capo, — disse la comare; — ma che rimedio 438 II, 5| incorresse? — Ah, comare mia! — disse messer Liberale; — state 439 II, 5| la comare a buon termine, disse: — Comare, gran viltá e 440 II, 5| Deh! caro mio compare, — disse la donna, — piú non tardate, 441 II, 5| Daria molto si maravigliò; e disse: — Come, messer Liberale, 442 II, 5| rispose la donna. — Adunque, — disse messer Liberale, — voi fareste 443 II, 5| accarezzando il fanciullo, disse: — O Daria, oh come è bello 444 II, 5| era il desiderio suo. Onde disse alla moglie: — Daria, fa 445 II, 5| ragionando di varie cose, disse messer Artilao: — Comare 446 II, 5| vedendo, messer Artilao disse: — Comare, voi ve n'anderete 447 II, 5| fingendo nulla sapere, disse: — Cercate bene, comare 448 II, 5| verso madonna Properzia, disse: — Comare mia, non vi attristate, 449 II, 5| intendendo, madonna Properzia, disse: — O messer compare mio, 450 II, 5| suo, entrò nel cerchio, e disse a Properzia: — Comare mia, 451 II, 5| dubitate punto di me, — disse la comare, — che io non 452 II, 5| Finito che fu l'incanto, disse il compare: — Comare, voi 453 II, 5| diamante, molto s'allegrò; e disse: — O dolce mio compare, 454 II, 5| tutte le sue care gioie, disse la comare: — O dolce mio 455 II, 5| vedendo affaticarsi in darno, disse: — Comare mia, ho trovato 456 II, 5| che piú non ardeva, disse: — Comare, sapiate che lo 457 II, 5| lui nella valle pelosa, disse: — O marito, per vostra 458 II, 5| il secchielletto perso, disse averlo tocco, ma non averlo 459 II, 5| robicondo, con viso allegro disse: — Fratello, non so la causa 460 II, 5| pose con lui a sedere; e disse: — Signor Castorio, voi 461 II, 5| E che fatto hai tu? — disse Castorio. — Rispose Sandro: — 462 II, 5| moresti. — Come morire? — disse Sandro. — Anzi il maestro 463 II, 5| morto. — Ma come si fará, — disse Castorio, — se egli è morto? — 464 II, 5| Ma dubito di morte, — disse Castorio. — Come di morte? — 465 II, 5| trovò che cenava; e gli disse: — Sandro, tu hai fatta 466 II, 5| commesso fallo. — La causa, — disse Sandro, — fu vostra, e non 467 II, 5| Sandro che arasse la terra, disse: — Sandro, io mi sento morire 468 II, 5| moglie, che Sandro parea, disse: — Lasciami un poco veder 469 II, 5| vedendo, la moglie sorrise; e disse: — Castorio, voi temete 470 II, 5| parole amorevolmente le disse: — Madre mia diletta e onoranda, 471 II, 5| tuttavia la rogna, alla madre disse: — Madre, altre volte io 472 II, 5| viso verso il figliuolo, disse: — Panfilio, tu ti duoli 473 II, 5| altra cosa l'onor materno, disse: — Comandate, madre, che 474 II, 5| siete incorsa. — Guardadisse la madre, — e considera 475 II, 5| tuo scorno e danno. — Io — disse Panfilio, — mi obligo di 476 II, 5| quanto voi mi proponerete. — Disse allora Polissena: — Io da 477 II, 5| arrebbe fatto una biscia, disse: — Panfilio, che fai tu? 478 II, 5| voltatosi verso la madre, disse: — Madre, e dove procede 479 II, 5| stessa rideva, ad alta voce disse: — Ogn'un torni al suo mistiero! 480 II, 5| lite, finse di dolersi; e disse al figliuolo: — Panfilio, 481 II, 5| sedessero; dopo' in tal modo le disse: — Donne venerande, voi 482 II, 5| voltatasi alle suore, cosí disse: — Sorelle e figliuole da 483 II, 5| seconda; e in tal maniera disse: — Madri e sorelle mie, 484 II, 5| donne alla presenza sua, disse: — Madri mie dilette, io 485 II, 5| accomodandosi. Allora il prete disse queste parole: — Gli è scritto 486 II, 6| bevuto che ella ebbe, cosí le disse: — Isabella, tu sai che 487 II, 6| Spogliati adunque, — disse la maga, — ed entra nel 488 II, 6| parimente entrata nel cerchio, disse: — Per la potente virtú 489 II, 6| Comanda ciò che ti piace. — Disse Gabrina: — Io vi scongiuro 490 II, 6| morto. — Sappi, Gabrina, — disse Astaroth, — che Ortodosio 491 II, 6| e chiamata Argentina, le disse: — Argentina, a me fa bisogno 492 II, 6| a dirimpetto li sedeva, disse: — Con cui, Isabella, il 493 II, 6| Meco? e come meco? — disse Ortodosio; — giá sono cinque 494 II, 6| meco? — Ed io vi dico, — disse Isabella, — che 'l figliuolo 495 II, 6| Ortodosio, d'ira acceso, disse: — Ah, bugiarda femina e 496 II, 6| e ritornata al marito, disse: — Conoscete voi, signor 497 II, 6| aver nuova. — Sapiatedisse Isabella, — questa esser 498 II, 6| fuora il ricco monile, e disse: — Conoscete voi ancora 499 II, 6| involato. — Ma acciò che voi, disse Isabella, — conosciate la 500 II, 6| bianchissimi pannicelli, disse: — Ortodosio, conoscete


1-500 | 501-792

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License