Libro, Notte
1 II, 7| FAVOLA VI.~Di duo medici, de' quali uno era di gran
2 II, 7| opportuni rimedi, e partironsi i medici. E cosí andando insieme,
3 II, 8| ritornato in sé, mandò per gli medici che vedessino e giudicassino
4 II, 8| causa della sua morte. I medici separatamente videro il
5 II, 9| tal maniera, che tutti i medici lo diero per morto e l'abbandonorono.
6 II, 9| infermitá per lo detto de' medici esser mortale ed incurabile,
7 II, 10| macilente; non gli valevano medici, non medicine, non rimedi
8 II, 12| inferma;~e visitata da molti medici, finalmente ermafrodita
9 II, 12| facevano. Il padre le mandò medici pratichi e eccellenti, e
10 II, 12| dentro conservata! Tutti li medici non poteano piú da ridere.
11 II, 12| infermitá, fa venir tutti i medici~per riaver la salute e conservarsi
12 II, 12| il re ordinò che tutti i medici della cittá venissero alla
13 II, 12| voluntá del re, tutti i medici, di qualunque grado e condizione
14 II, 12| appresentarono. Tra questi medici vi era uno nominato maestro
15 II, 12| dicevano i prudentissimi medici. Appresentati adunque tutti
16 II, 12| Appresentati adunque tutti i medici dinanzi al re, disse Guglielmo: —
17 II, 12| conservarla. — Risposero i medici: — Sacra Maestá, dar la
18 II, 12| conservarla. — Indi cominciarono i medici a disputare dell'origine
19 II, 12| fin'ora questi onorandi medici; però non fa bisogno altrimenti
20 II, 12| gagliardo viverete. — I medici, inteso il bell'ordine dato
21 II, 12| vedendo le tante risa che i medici facevano, comandò che ognuno
22 II, 12| data licenzia agli altri medici, lo ritenne appo di sé,
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