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Libro, Notte
1 I | voi. Essendo adunque cosí sí come io giudico, anzi certissimo
2 I | allegro viso l’abbracciarete, sí come le altre solete abbracciare.
3 I, I| dell’ornato e polito dire, sí come hanno fatto queste
4 I, I| riusciscono le cose sue, sí come per la presente favola,
5 I, I| moglie, e trovarla tale e di sí fatto padre, che egli di
6 I, I| lasciarlo erede del tutto. E sí come nell’animo suo aveva
7 I, I| bracchi ed altri animali, sí come ad uno illustre signore
8 I, I| altre cose, mi tiene in sí continovo essercizio, che
9 I, I| avete mai potuto commettere sí grave eccesso, oltraggiando
10 I, I| e sopra ’l viso le diede sí fatta guanzata, che le fece
11 I, I| lo ascoltasse. Ed egli, sí come imposto li fu, cosí
12 I, I| senza udire la ragione, sí frettolosamente condannarmi
13 I, I| grave errore: stando da me sí lontano, che mai non possi
14 I, I| loro favole si porteranno sí valorosamente come ha fatto
15 I, I| un vermicello, il quale sí fieramente la rode e consuma,
16 I, I| bene e di gran maneggio.~— Sí alta, valorose donne, e
17 I, I| non è cosa in questo mondo sí grave e sí malagevole, che,
18 I, I| questo mondo sí grave e sí malagevole, che, rappresentata
19 I, I| Cassandrino chiamato. Costui, sí per la sua fama sí per li
20 I, I| Costui, sí per la sua fama sí per li suoi ladronezzi,
21 I, I| piacevole e faceto, il pretore sí cordialmente lo amava, che
22 I, I| pretore li portava, avevali sí abbarbagliati gli occhi,
23 I, I| che non vi era cosa alcuna sí nascosa e diligentemente
24 I, I| panni, i quali li stavano sí bene indosso, che non il
25 I, I| suoi stromenti di ferro sí fattamente perforò le travi
26 I, I| camera del preside diede sí fatta botta in terra, che
27 I, I| Cassandrino nulla rispondeva; ma, sí come il fatto suo non fusse,
28 I, I| stesse; e chiuse le porte sí del palagio come della stalla
29 I, I| animo del pretore contro lui sí mal disposto, disse tra
30 I, I| adunque Cassandrino far sí che il pretore rimanesse
31 I, I| ancor che questa cosa, sí come noi potiamo comprendere,
32 I, I| che lui gabbare credevano, sí come nel discorso della
33 I, I| sagace, Nina chiamata; ed era sí aveduta, che uomo non si
34 I, I| dell’altrui che del suo, sí come anche a’ moderni tempi
35 I, I| acconciorono su la strada, sí come tra loro avevano deliberato;
36 I, I| disse il compagno. — Sí bene, — rispose il prete. —
37 I, I| disse il compagnone. — Sí, — rispose il prete; — ho
38 I, I| comperato per un mulo? — Sí, — rispose il prete. — Ma,
39 I, I| venir dal mercato voi? — Sí, — rispose il prete. — Ma
40 I, I| capre che si somigliavano sí che l’una dall’altra agevolmente
41 I, I| mercato se n’andò. Né fu sí tosto giunto al mercato,
42 I, I| prete, rispose: — Messere sí; io ho arrostito il lombo
43 I, I| delle spezie per dentro, sí come mi disse la capra. —
44 I, I| mise tra le natiche, e fece sí come il prete fatto aveva,
45 I, I| che egli non la voleva, sí per che era attempato, sí
46 I, I| sí per che era attempato, sí anche per che di ragione
47 I, I| la desse? — Io credo di sí, — rispose il prete, — quando
48 I, I| tu fosti in questo sacco, sí come io era, legato. — E
49 I, I| solo cenno lo imperio suo: sí come per la presente favola,
50 I, I| Salerno, amorevoli donne, sí come piú fiate udii dai
51 I, I| lungamente dimorò tra il sí e ’l no. Pur vinto dal diabolico
52 I, I| Il re, invaghito molto di sí preciosa cosa, non si parti
53 I, I| intendere, chi era colei sí gentilesca e di sí alto
54 I, I| colei sí gentilesca e di sí alto animo, che sí ornata
55 I, I| e di sí alto animo, che sí ornata ed odorificamente
56 I, I| apparecchiare il letto, ogni cosa, sí come ella era solita di
57 I, I| sete? — A cui rispose: — Sí, figliuola mia; — e preso
58 I, I| mosso a pietá, subito da sí lunghi ed acerbi tormenti
59 I, I| Polissena, la quale era sí caldamente amata da lui,
60 I, I| amava lei. Ella vestiva sí pomposamente, che non vi
61 I, I| vagheggiare. Ed i loro animi sí fidi e sí divoti d’un reciproco
62 I, I| Ed i loro animi sí fidi e sí divoti d’un reciproco amore
63 I, I| addimandatale la causa che sí fortemente piangesse, rispose: —
64 I, I| fortemente piangesse, rispose: — Sí per le cattive nove udite,
65 I, I| per le cattive nove udite, sí anco per la soverchia allegrezza
66 I, I| del prete non puote esser sí occulto, che da Manusso,
67 I, I| cena se n’andò a dormire, e sí fiso s’addormentò, che,
68 I, I| salutorono, e vedendolo sí impiastracciato, lo berteggiavano.
69 I, I| non volevate trovare? — Sí per certo, — disse Dimitrio; —
70 I, 1| dal vaso ad uno ad uno, sí come fu fatto nella prima
71 I, 1| parimente gli uomini fecero sí gran risa, che ancora ridono.
72 I, 1| mondo creato, non è lingua sí tersa né sí faconda, che
73 I, 1| non è lingua sí tersa né sí faconda, che in mille anni
74 I, 1| suoi tempi si trovasse. E sí prudentemente Galeotto reggeva
75 I, 1| immondicie e le lordure, sí come fanno i porci, dentro
76 I, 1| il porchetto: e messosi, sí lordo e sporco come era,
77 I, 1| consentir non voleva. Ma pur sí dolci furono le parole della
78 I, 1| parole, sentiva nel cuore sí fatto tormento, che quasi
79 I, 1| l’accarezzava e basciava, sí che egli tutto d’amore si
80 I, 1| ringraziò il sommo Iddio di sí fatto dono, che suo figliuolo
81 I, 1| poco tempo per uscire di sí fatta miseria, si levò di
82 I, 1| porcina, alle immondizie, sí come per l’addietro fatto
83 I, 1| veggendosi accompagnata con sí leggiadro e sí polito giovane.~
84 I, 1| accompagnata con sí leggiadro e sí polito giovane.~Non stette
85 I, 1| Galeotto, veggendo avere sí fatto figliuolo e di lui
86 I, 1| vi era Filenio. Costui, sí come è usanza de’ giovani,
87 I, 1| signora. Amandovi adunque io sí come io vi amo, ed essendo
88 I, 1| amo, ed essendo io vostro, sí come voi agevolmente potete
89 I, 1| trovare. Il quale dice esser sí acceso di me per la mia
90 I, 1| dierono la fede di operare sí che ciascheduna di loro
91 I, 1| amore; ma non li venne fatto sí come egli bramava ed era
92 I, 1| senza la coda non restasse, sí come era rimasto senza la
93 I, 1| che egli fece un pertugio sí grande, che per quello fuori
94 I, 1| e gentil costumi l’aveva sí fieramente presa e legata,
95 I, 1| sua virtú, e il giovane sí profondamente s’addormentò,
96 I, 1| agevolmente sodisfar potesse; e sí come gli venne nell’animo,
97 I, 1| licenziare le dovesse, e che di sí grave scorno non fusse cagione.
98 I, 1| capo a’ piedi e vedendole sí belle e sí delicate che
99 I, 1| piedi e vedendole sí belle e sí delicate che la lor bianchezza
100 I, 1| donne, che Carlo d’Arimino, sí come io penso alcuna di
101 I, 1| canuti pensieri dotata; e sí era intenta al divino culto
102 I, 1| sparve, ed a Carlo Iddio sí fortemente abbarbagliò il
103 I, 1| membra di Teodosia fussero. E sí fattamente il volto e le
104 I, 1| sottilissimamente nel volto, e vedutolo sí diforme e brutto, di molte
105 I, 1| le dure pugna gli occhi sí lividi e gonfi che quasi
106 I, 1| servi suoi che l’avevano sí maltrattato. La guardia
107 I, 1| all’incontro, e veggendolo sí diforme e col viso tutto
108 I, 1| la briglia che io possi, sí come ancor voi udito avete,
109 I, 1| quello che imaginare si può, sí di vestimenta come di perle,
110 I, 1| raccontare. Silvia, che era sí ben vestita e sí ben adornata,
111 I, 1| che era sí ben vestita e sí ben adornata, che non vi
112 I, 1| i loro vestimenti erano sí differenti da’ primi, che
113 I, 1| Il perché ella entrò in sí fiera e sí spiacevole malinconia
114 I, 1| ella entrò in sí fiera e sí spiacevole malinconia e
115 I, 1| Silvia, che hai tu, che sí mesta e dolorosa mi pari?
116 I, 1| demonio, veggendola stare sí malinconiosa e sapendo la
117 I, 1| senti tu, Silvia mia, che sí trista e sí di mala voglia
118 I, 1| Silvia mia, che sí trista e sí di mala voglia ti veggio? —
119 I, 1| in Melfi uomo veruno di sí buona e santa vita, che
120 I, 1| tra sé: — Io ti punirò di sí fatta maniera, che, mentre
121 I, 1| maestro, quando voi diceste sí e sí? — E messer Gasparino
122 I, 1| quando voi diceste sí e sí? — E messer Gasparino con
123 I, 1| diversitá de stromenti con sí confuso strepito, che mai
124 I, 1| Laonde quinci ora mi parto, e sí lontano me ne vo, che piú
125 I, 1| glorioso e felice fine. Sí come avenne a messer Simplicio
126 I, 1| maniera alcuna scoprirlo, sí per temenza del marito e
127 I, 1| la buona vita di Giliola, sí ancora per non dar scandalo
128 I, 1| di cui risorgevano acque sí chiare e sí saporite, che
129 I, 1| risorgevano acque sí chiare e sí saporite, che non pur i
130 I, 1| giorno Giliola alla fonte, sí come era sua usanza, per
131 I, 1| quale ella semplicemente, sí come ogni altra femina fatto
132 I, 1| rispose. E Giliola, replicando sí come il suo marito ammaestrata
133 I, 1| Quando vengo? — Ma Giliola, sí come il marito imposto le
134 I, 1| apparecchiato, e lo incominciò sí fattamente pistare, che
135 I, 2| trovo, amorevoli donne, sí nelle istorie antiche come
136 I, 2| ebbe una figliuola d’un re: sí come per lo mio ragionare
137 I, 2| dalla stanza, si metteva sí fortemente a gridare, che
138 I, 2| tonno, vedendo aver ricevuto sí gran beneficio, non volendo
139 I, 2| che piú tosto ella fusse, sí come suol avenire, in qualche
140 I, 2| intendere, per non restar con sí vituperoso scorno, voleva
141 I, 2| andando un giovene al palazzo, sí come gli altri facevano,
142 I, 2| testa e con tutta la persona sí fieramente si piegò, che
143 I, 2| trovasse; dopo, che operasse sí che Pietro, di sozzo e pazzo,
144 I, 2| reina, arricordandosi esser sí miseramente della figliuola
145 I, 2| incantesimi gravida divenni. E sí come voi dell’involato pomo
146 I, 2| del Cairo in pace godè: sí come per la presente favola,
147 I, 2| desiderava. La reina, che, sí come è general costume di
148 I, 2| Ed egli gli rispose che sí. E fattolo scendere giú
149 I, 2| che la diligenza sua in sí basso e vil servigio esser
150 I, 2| impresa, con la streggia sí fattamente gli streggiava,
151 I, 2| nella vista era malinconoso sí per lo soverchio amore come
152 I, 2| ramaricava assai, che a sí vil ufficio come al governo
153 I, 2| dispose di rimoverlo da sí vil essercizio e farlo a
154 I, 2| giorni trenta non opererai sí ch’io abbia Bellisandra,
155 I, 2| che ebbe il suo patrone sí mesto e che calde lacrime
156 I, 2| patrone, che hai tu che sí appassionato ed addolorato
157 I, 2| questo lezzo; perciò che, sí come tu vedi, io son quasi
158 I, 2| quello discese, dal luogo che sí fortemente putiva fuori
159 I, 2| volesse, perciò che, vedendolo sí leggiadro e bello, era di
160 I, 2| rispose non esservi cosa sí pregiata e degna, che pagare
161 I, 2| mio cavallo: ma in dono sí, quando che accettarlo le
162 I, 2| avuto il prezioso anello sí com’ella desiderava ed era
163 I, 2| pericolo della vita sua, sí miseramente guidardonasse.
164 I, 2| Che hai tu, patrone, che sí fortemente ti cruci? Ti
165 I, 2| Livoretto, cagionevole di sí fatta vergogna, con le propie
166 I, 2| giudicio uccisa d’altrui, sí come ora intenderete.~Regnava,
167 I, 2| tu, Biancabella, che star sí di mala voglia ti veggio?
168 I, 2| acqua rosata pieno. — E per sí picciola cosa tu ti ramarichi,
169 I, 2| sedere si puose. Non si fu sí tosto posta Biancabella
170 I, 2| casa; e vedutala la madre sí bella e si leggiadra, ch’
171 I, 2| mano e basciorono. Non fu sí tosto contratto il sponsalizio,
172 I, 2| preparavano: ma vedendola sí bella e sí graziosa, gli
173 I, 2| ma vedendola sí bella e sí graziosa, gli venne pietá,
174 I, 2| supplicio meritarebbe colui che sí grave eccesso avesse commesso.
175 I, 2| giorno se interpose, ed operò sí che gli suoi frutti acerbi
176 I, 2| A cui Alchia rispose che sí. Ed accortasi che Valentino
177 I, 2| bramando prima ’l morire che di sí sformato saracino moglie
178 I, 2| giostranti, ed intesa la causa di sí glorioso trionfo, si accese
179 I, 2| vedutolo, tutta si smarrí; e sí come da famelici cani lacerata
180 I, 2| rispose: — Di raso bianco. — E sí come ella divisò, cosí egli
181 I, 2| Deh, chi è costui che sí leggiadro e sí pomposo si
182 I, 2| costui che sí leggiadro e sí pomposo si rappresenta in
183 I, 2| Ed entrato nella sbarra, sí coraggiosamente si portò,
184 I, 2| avolto raccontando l’ore sí come fanno quelli che sciocchi
185 I, 2| ricompenso del caro dono, sí come promesso le aveva,
186 I, 2| sovente giuocava, si mise in sí dirotto pianto, che fu la
187 I, 2| tempo di lei trionfa. E sí come l’oglio posto nel vase
188 I, 2| fratello mio, non bisogna che sí fieramente tu ti accorocci
189 I, 2| bene, ed emmi molto caro, sí per la sofficienza sua,
190 I, 2| per la sofficienza sua, sí anche per la lealtá ch’egli
191 I, 2| ch’egli usa verso di me: sí ancora perché in lui è una
192 I, 2| venir alle arme. E perché, sí come è detto di sopra, Emiliano
193 I, 2| che Isotta si chiamava, sí malinconioso stare, e non
194 I, 2| me basta il cuore di far sí che non che una, ma mille
195 I, 2| carecciava ed onorava molto, sí come a tanta donna, quanto
196 I, 2| suo amore esser acceso, sí fieramente di lui s’innamorò,
197 I, 2| presentò. La qual, contenta sí per lo desiderio adempito,
198 I, 2| per lo desiderio adempito, sí anche per lo piacere ricevuto,
199 I, 2| il misero Travaglino in sí fatto tormento d’animo,
200 I, 2| altri tori fu da quelli sí sconciamente trattato, che
201 I, 3| precedente sera raccontata, mi ha sí di vergogna punto il cuore,
202 I, 3| rimase paga e contenta: sí come nel discorso del mio
203 I, 3| famiglia e corte sua. E sí come egli seco deliberato
204 I, 3| precetti vostri, volete sí bassamente in matrimonio
205 I, 3| re, vedendo il giovanetto sí leggiadro e vago, il fece
206 I, 3| riguardarlo; e del suo amore sí caldamente s’accese, che
207 I, 3| ardente e caldo amore in sí acerbo e mortal odio converse,
208 I, 3| fidelissimo servitore, è sí potente e sí forte, che
209 I, 3| servitore, è sí potente e sí forte, che gli basta l’animo
210 I, 3| vivo? Il che, essendo cosí sí come io intendo, voi poterete
211 I, 3| Costanzo, se tu mi ami, sí come tu dimostri e ciascuno
212 I, 3| si misero a dormire; e sí alta e profondamente dormivano,
213 I, 3| dietro rise, ora furono sí grandi le risa sue, che
214 I, 3| farlo ragionare e rispondere sí come meglio li parerá. —
215 I, 3| rispondere. Se tu vorrai, sí come io intendo, fare il
216 I, 3| sforzerò a piú potere di far sí che egli parli. — Ed andatosi
217 I, 3| tuo? — disse Costanzo. — Sí, rispose Chiappino. — Ma
218 I, 3| che noi fummo al palazzo, sí forte ridesti? — A cui rispose
219 I, 3| damigelle bellissimi giovani, sí come Chiappino raccontato
220 I, 3| né poteva sofferire che sí bella e vaga giovanetta
221 I, 3| congiunta in matrimonio con sí bavoso ed isdentato vecchio.
222 I, 3| medesima misura e qualitá, sí che l’una dall’altra agevolmente
223 I, 3| quando messer Erminione, sí per lo incomodo che pativa,
224 I, 3| lo incomodo che pativa, sí anche per la rabbiosa gelosia
225 I, 3| Di chi sono quei sputi sí alti? Quelli non sono sputi
226 I, 3| arte procurano la morte di sí degno animale. E non è maraviglia
227 I, 3| disavedutamente incorreno; sí come fecero quattro donne,
228 I, 3| miseramente finirono la vita loro: sí come per la presente favola,
229 I, 3| maggior sorella, vedendo sí bella ed orrevole compagnia,
230 I, 3| petto nascosto. Avenne, sí come piacque a colui che ’
231 I, 3| una femina; e tutta tre, sí come la reina quando era
232 I, 3| e nostro re una donna di sí vilissimo sangue, come ella
233 I, 3| del mondo avesse commesso sí fatto eccesso. Onde renchiusa
234 I, 3| ma la cosa non gli avenne sí come ei pensava, perciò
235 I, 3| stette gran pezza tra il sí e ’l no suspeso, ed al fine
236 I, 3| che io spero di operar sí, che tutta tre periranno. —~
237 I, 3| temere; perciò che la farebbe sí che in maniera alcuna non
238 I, 3| la fanciulla rispose, che sí: ma non senza grandissimo
239 I, 3| non però sono morti. Sí come adunque ti hanno portata
240 I, 3| e gustare quel pomo che sí dolcemente canta. E se non
241 I, 3| dolcemente canta. E se non fate sí che io l’abbia, pensate
242 I, 3| andare in pericolo di morte, sí come per lo adietro fatto
243 I, 3| canta. Risposogli fu di sí: ma che andare non vi potevano,
244 I, 3| essortandola che piú a sí pericolose imprese strengere
245 I, 3| sequente vi aspettiamo; e fate sí che in maniera alcuna non
246 I, 3| perturbate, perch’io farò sí che di me voi vi lodarete,
247 I, 3| rispose la fanciulla che sí. Allora l’astuta e sagace
248 I, 3| parole, si partí.~Non furono sí tosto i fratelli a casa
249 I, 3| che era stato di loro, che sí lungo tempo non si avevano
250 I, 3| erano andati da sua Maestá, sí come ella voleva ed era
251 I, 3| invidiose sorelle, vedendo sí bella figliuola e sívenuto
252 I, 3| stessi cavano gli occhi: sí come avenne ad uno medico
253 I, 3| ignominiosamente uccellato: sí come per la presente favola,
254 I, 3| mise in punto e conciossi sí fattamente, che non donna,
255 I, 3| Genobbia nel sacro tempio, sí come il marito le aveva
256 I, 3| qua in chiesa; ed io farò sí che come oggi la vedrete. —
257 I, 3| dovesse chi era costei che sí bella a gli occhi suoi pareva.
258 I, 3| seguisse, egli rispose: — Eh sí, eh sí! cantò il gallo,
259 I, 3| egli rispose: — Eh sí, eh sí! cantò il gallo, e subito
260 I, 3| paura e la morte provare: sí come per la presente favola
261 I, 3| non molto lontana da Roma, sí come tra’ volgari si ragiona,
262 I, 3| replicando disse Flamminio. — Sí, — rispose il calzolaio. —
263 I, 3| disse Flamminio, — di sí belle e ricche robbe e sí
264 I, 3| sí belle e ricche robbe e sí onorate vestimenta? sono
265 I, 3| può piú operare, ma viene sí putrido e sí puzzolente,
266 I, 3| operare, ma viene sí putrido e sí puzzolente, che tutti l’
267 I, 3| volto squallida; ed era sí macilenta e macra, che per
268 I, 4| nuove~giungemi al cuor un sí vago pensiero,~ch’or mansueto
269 I, 4| allor m’incendo~d’una speme sí ferma e sí sicura,~che piú
270 I, 4| incendo~d’una speme sí ferma e sí sicura,~che piú null’altra
271 I, 4| fui preso e impiuto d’un sí dolce zelo.~Dapoi che le
272 I, 4| morte fu campato da lui: sí come per la presente favola,
273 I, 4| Cicilia, donne mie care, sí come a ciascheduna di voi
274 I, 4| assai grande e grosso, e sí difforme e brutto, che a
275 I, 4| saetta, e io me ne andrò sí lontano, che mai piú né
276 I, 4| pelo ed i capelli erano sí verdi divenuti, che era
277 I, 4| quello chi era stato quel sí temerario ed arrogante,
278 I, 4| addimandò chi era stato colui sí sfacciato, sí arrogante
279 I, 4| stato colui sí sfacciato, sí arrogante e sí temerario,
280 I, 4| sfacciato, sí arrogante e sí temerario, che gli abbia
281 I, 4| non permette che io ricusi sí fatta compagnia: anzi io
282 I, 4| alquanto; la quale, avendolo sí difforme e brutto considerato,
283 I, 4| rise della sua bruttura sí neramente, che una postema
284 I, 4| ingrata, disse: — Oh uomo ora sí difforme e sozzo, e della
285 I, 4| Eleuteria si chiamava; ed erano sí amate dal re, che per l’
286 I, 4| E non vi era uomo alcuno sí potente e robusto, che raffrontarli
287 I, 4| vedendo il paese tutto nudo sí di vittovaria come di bestie
288 I, 4| danari saremo possessori. — E sí come deliberato avevano,
289 I, 4| aveva vantato di essere sí potente e forte, che atterrarebbe
290 I, 4| vedendolo contra il consueto suo sí malinconoso stare, dolcemente
291 I, 4| qual era la cagione che sí mesto ed addolorato il vedeva.
292 I, 4| vederlo passare: e vedendolo sí bello, sí giovanetto e sí
293 I, 4| passare: e vedendolo sí bello, sí giovanetto e sí riguardevole,
294 I, 4| sí bello, sí giovanetto e sí riguardevole, si movevano
295 I, 4| grave peccato che costui sí miseramente muoia; — e per
296 I, 4| allegrezza di tutto il popolo, sí come promesso aveva, al
297 I, 4| si potè difendere. Ma pur sí vigorosamente si portò,
298 I, 4| sono l’uomo salvatico che sí amorevolmente dalla prigione
299 I, 4| come la fata nell’esser sí leggiadro e bello ridotto
300 I, 4| moglie divenne.~[Alteria:]~— Sí potente, sí alto e sí acuto
301 I, 4| Alteria:]~— Sí potente, sí alto e sí acuto è l’intelletto
302 I, 4| Sí potente, sí alto e sí acuto è l’intelletto dell’
303 I, 4| vostre attente ad ascoltarmi, sí come per lo adietro fatto
304 I, 4| di tentare sua fortuna, sí a baratto la potesse avere.
305 I, 4| Hai tu venduto il filo? — Sí, — rispose Adamantina. —
306 I, 4| morire, veduta la poavola, di sí fatta ira e sdegno s’accese,
307 I, 4| Ed ella rispondeva, che sí; e molti danari cacava.~
308 I, 4| si poteva persuadere che sí tosto fussero venute sí
309 I, 4| sí tosto fussero venute sí ricche, essendo giá state
310 I, 4| ricche, essendo giá state sí poverissime, e tanto piú
311 I, 4| conoscendole di buona vita e sí oneste del corpo loro, che
312 I, 4| pensiero, determinò di operare sí che la potesse intendere
313 I, 4| avete fatto voi a fornire sí pienamente la casa vostra,
314 I, 4| per lo adietro voi eravate sí poverelle? — A cui Cassandra,
315 I, 4| Egli è venuto a casa sí imbalordito dal vino, che
316 I, 4| aveva presa una natica; e sí strettamente la teneva,
317 I, 4| apprendeva i sonagli, e sí fatta stretta gli dava,
318 I, 4| essendo il travagliato re sí fieramente tormentato, né
319 I, 4| tri fioi tug’tri gobi, e sí a ’i se somegiava sí l’ü
320 I, 4| e sí a ’i se somegiava sí l’ü l’alter, ch’a’ no l’
321 I, 4| e Santí, fradèi menôr, e sí ghe dis: — A’l sarèf lü
322 I, 4| resterèf a ca col veg’e a’ sí ’l governerèf, e sí scansesom
323 I, 4| e a’ sí ’l governerèf, e sí scansesom la spisa, e in
324 I, 4| fradèl, andá a trová Zambô, e sí ghe comenzá a dí: — Zambô,
325 I, 4| noster, e cognoscend che te sí, com l’è vira, ol mazzôr
326 I, 4| trop bôna; e zambotand fra sí medém, ol dis: — Ma costör
327 I, 4| barca per ma e per pè, e sí ’l mená a Venesia, ol sarèf
328 I, 4| mortér per fa di marzapá, e sí ghe domandá s’a’l voliva
329 I, 4| lü; e lü ghe respós che sí. Intrat in botiga, ol míster
330 I, 4| de confeziô da netizá e sí ghe insegna partí i nigher
331 I, 4| i nigher da i bianch, e sí ol metí in compagnia d’un
332 I, 4| tols ü bastò in ma, e sí ghe-n dé de fissi, digand: —
333 I, 4| avia nom Viviá Vianel, e sí ghe domandá s’a ’l voliva
334 I, 4| aviva l’arma senisa adòs, e sí era pié de vogia de mangiá,
335 I, 4| vogia de mangiá, ol dis de sí; e vendüdi certi pochi erbèti
336 I, 4| Viviá tol lü tri bèi fis e sí i metí int’un piatèl per
337 I, 4| Zambô, ghe dé i tri fis, e sí ghe dis: — Zambô, tuó sti
338 I, 4| in sü e in zó per ca; e sí ghe dis: — Che ve-t fazend,
339 I, 4| respós Zambô; — ol me parô sí ve mandá tri fis; ma de
340 I, 4| tri. Vedend ser Peder un sí fag’lavòr, dis a Zambô: —
341 I, 4| nientedemanc in poc temp al se fé sí patric de la botiga e valent
342 I, 4| s’amalas d’una infirmitá sí toribola e granda d’una
343 I, 4| Zambô se portava bé, e a’ sí atendiva a grandí la botiga,
344 I, 4| alteza, e de aví moiér e sí bela botiga de pagn col
345 I, 4| e s’ghe de una mostazada sí fata in sòl mostaz, che
346 I, 4| gobi com a’ sogn a mi; e sí a’ i me somegia sí fatament,
347 I, 4| mi; e sí a’ i me somegia sí fatament, ch’a’ no sém cognosüdi
348 I, 4| Zambô, e che l’era fornida sí bé de pagn, a’ i stét fort
349 I, 4| a’ i stét fort sovra de sí, maravegiando-s grandement
350 I, 4| era possibol che l’avès in sí poc temp fag’tanta bela
351 I, 4| roba. Stand ixí tug’do in sí fata maravegia, a’ i se
352 I, 4| qual l’era, el levá sü e sí i fé cazar-s lá sot. Vegnüd
353 I, 4| volt, a ’l stét sovra de sí dapò dis: — Che cosa hé-t,
354 I, 4| a le muri de la tera, e sí a’ i trá nol Tever e i manda
355 I, 4| pasava ü de sti pizegamort; e sí la ghe fé intender che l’
356 I, 4| meter ol corp in spala, e sí ghe dis gh’a ’l tornas ch’
357 I, 4| avèl l’alter corp mort, e sí l’avia conzat a pè dol avèl
358 I, 4| ol pizegamort: — Madona, sí. — L’hé-t gita déter? —
359 I, 4| s’el porta sü l’arzer, e sí ’l gitá anche lü nol Tever,
360 I, 4| gitá anche lü nol Tever, e sí ol sté a vedi per un pèz
361 I, 4| ch’ol aviva in ma, e a’ sí ghe tirá inturen la testa
362 I, 4| fiá te t’ol manestrava de sí fata manera, che ’l pover
363 I, 4| no se pò arzuonzere, m’ha sí inanimò, ch’a’ no ghe vego
364 I, 4| ch’a’ no ghe vego lume, e sí me par mil’agni a doer comenzare.
365 I, 4| s’inamorò de sta Tia; e sí fieramen s’inamorò, che
366 I, 4| fiso nel volto, a ’l fé sí fatamen, che ela se gh’acorzè
367 I, 4| un puo’ de buon cuore; e sí disse a la Tia: — Dio ve
368 I, 4| containa da la vila; u a’ sí rico, e mi son povereta;
369 I, 4| aèssse2 quanto a’ vuogio. E sí son senza peliza questo
370 I, 4| me omo; che l’è sera, e sí vegnirá a ca de boto. Torné
371 I, 4| quanto vori; a’ ve vuò ben, sí. — E perché l’iera inzargò
372 I, 4| l’ho ben per recomandò, sí. — Arvederse doman, piasando
373 I, 4| Quando Marsilio ave intendú sí bona noéla, no fu me omo
374 I, 4| se ghe messe incontra; e sí ghe disse: — Cecato, frelo
375 I, 4| gi uomini dov’a’ laoro, e sí vegniré a cargare, e sí
376 I, 4| sí vegniré a cargare, e sí me n’andaré. In sto mezo,
377 I, 4| inanzo, in su ’l caro e sí andé al molin. E per che
378 I, 4| fuogo che la naspava filo, e sí se conzò tuti du a magnare;
379 I, 4| apareciò de levarse el sole, e sí a’l se comenzava a s-ciarir
380 I, 4| gran ferdo ho-gie abú; e sí no n’ he mai possú dormire
381 I, 4| brazo una bona fassinaza, e sí ghe impiza el fuogo; e stava
382 I, 4| davera? — Disse la Tia: — Mo sí, a la fe’ de compare; e
383 I, 4| a la fe’ de compare; e sí l’he anche ben a cara. —
384 I, 4| a’ poi mai e quanto ch’a’ sí longo co s’a’ foessé ben
385 I, 4| piè incontra al seciaro; e sí besogna ch’a’ ve meta un
386 I, 4| andare, — disse Cecato. — Sí ben, sí bene, — respose
387 I, 4| disse Cecato. — Sí ben, sí bene, — respose la Tia; —
388 I, 4| iera ivelò puoco lunzi, e sí gh’el messe in cavo; e disse: —
389 I, 4| nuostro tamiso in man, e sí ve comenzaré sadazare; e
390 I, 4| sto muò a’ se poron aiare sí co del nuostro. — Dapò disse
391 I, 4| comenzá a sto muò:~— Besuco te sí, e besuco te fazo;~con questo
392 I, 4| faesse cosí fata facenda; e sí no se moea ninte. E perché
393 I, 4| atti incitava ad amarla. E sí fatta fu la diligenza sua
394 I, 4| lo trovò pieno di scarpe, sí come abbiamo giá detto,
395 I, 4| quando ella rideva, faceva sí fatte crespe, che ogni uno
396 I, 4| suo consueto piacere. E sí come ella per l’adietro
397 I, 4| spazio di tempo s’annullano. Sí che di ciò non vi maravigliate
398 II, 5| e faceva molte facende sí sue come d'altrui, deliberò
399 II, 5| sempre fei e ora fo di voi, sí per la lunga amicizia giá
400 II, 5| tempo fra noi contratta, sí anco per lo sacramento del
401 II, 5| Rispose madonna Daria: — Certo sí, messer compare, e per molti
402 II, 5| ed ho una gravidanza sí strana, ch'io non ebbi mai
403 II, 5| rassomigliava al padre; ed era sí ben formato, che non vi
404 II, 5| madonna Properzia venne sí fatto sonno, che non potea
405 II, 5| Che avete, comare mia, che sí forte vi ramaricate? — La
406 II, 5| mancava l'oglio della lucerna, sí che piú non ardeva, disse: —
407 II, 5| che si volesse, era venuto sí robicondo e grasso, che
408 II, 5| non so la causa ch'io sono sí macilente e macro, come
409 II, 5| un'ora; e nondimeno sei sí robicondo e grasso, che
410 II, 5| che tenuto hai in divenir sí grasso; e oltre i cinquanta
411 II, 5| diluviano; nondimeno son sí macri, che paiono lucertole.
412 II, 5| lasciare il carico a me, farò sí che vi partirete contento. —
413 II, 5| il domandò per che causa sí dirottamente piagnesse.
414 II, 5| animo, ch'ella provederebbe sí fattamente, che non li sarebbe
415 II, 5| riebbe, e venne grasso, sí come egli desiderava. —~
416 II, 5| suo malvagio proponimento: sí come nel discorso del mio
417 II, 5| era aurifice. E perché, sí come ho detto di sopra,
418 II, 5| ignominiosa vita, cessate da sí grave scorno, conservate
419 II, 5| udendo Panfilio suo figliuolo sí grandemente dolersi, imaginossi
420 II, 5| e la burla le successe sí come ella bramava ed era
421 II, 5| maledizion di rogna averti sí attenuato che appena la
422 II, 5| il ventre, vennegli una sí fatta rabbia di pizza, che
423 II, 5| del fuoco gli avevano giá sí fieramente accese le carni,
424 II, 5| sopra le braccia, si puose sí fortemente a grattarsi,
425 II, 5| trapasso per non guastare con sí fatta macchia il suo glorioso
426 II, 5| badessa. Il monasterio, sí come ciascaduna di voi può
427 II, 5| vecchiezza e parentado. Io, sí come è cosa a voi tutte
428 II, 5| come io spero, sará di sí fatta maniera, che al fine
429 II, 5| unitamente risposero di sí.~Postesi tutte a sedere,
430 II, 5| del vicario e delle suore sí minutamente orinò per lo
431 II, 5| del forame una rocchetta sí grande e sí terribile, che
432 II, 5| una rocchetta sí grande e sí terribile, che fece il vicario
433 II, 5| prese con le natiche, e sí fattamente lo strinse, che
434 II, 5| virtute l'erbe e le parole: sí come per questa mia brevissima
435 II, 6| ordini postisi a sedere, sí come le trapassate notti
436 II, 6| perfetto~mi tien tra 'l sí e 'l no tardo e sospetto.~
437 II, 6| effetto porge,~che d'un sí ardente amor comprendo aperto~
438 II, 6| le aggrada; perciò che, sí come scriveno i savi, la
439 II, 6| Argentina; del cui amore sí fieramente s'accese, che
440 II, 6| prender contrario partito; e sí come ella per l'adietro
441 II, 6| dell'amor di Argentina è sí focosamente acceso, che
442 II, 6| in Argentina cangiare, e sí chiara era la lei apparenza,
443 II, 6| signor mio, questa veste sí divinamente trappunta? —
444 II, 6| Il che Ortodosio vedendo, sí fattamente s'ammutí, che
445 II, 6| annega.~[Fiordiana:]~— Amore, sí come io trovo dagli uomini
446 II, 6| felice e glorioso fine: sí come avenne ad una donna
447 II, 6| solitudine. Onde Malgherita sí fieramente nel cuore l'abbracciò,
448 II, 6| alquanto, ragionò con lei; e sí fatti furono i ragionamenti
449 II, 6| a' bresciani poco grato, sí perché egli era dedito all'
450 II, 6| devoratrice di tutte le cose, sí anco perché egli era bresciano,
451 II, 6| fingendo di parlar tedesco, sí come i buffoni fanno, ciò
452 II, 6| io? — Beatissimo padre, sí, — rispose il cardinale.
453 II, 6| si mise col cardinale in sí fatto riso, che quasi si
454 II, 6| armature da uomo di arme erano sí rugginose e di sí gran peso,
455 II, 6| erano sí rugginose e di sí gran peso, che un uomo,
456 II, 6| che la cosa gli riusciva sí come desiderava, disse al
457 II, 6| quello: — Chi è colui che sí fortemente grida? — E tutti
458 II, 6| gridata la pace. — Anzi sí, — rispose Cimarosto. E
459 II, 6| sopra la testa gli diede sí fatta percossa, che per
460 II, 6| trovò la pare. Castoria, sí come piacque al giusto Dio,
461 II, 6| ebbe molti figliuoli: e sí come cresceva la famiglia,
462 II, 6| quale egli dovesse moversi sí leggermente a separarsi
463 II, 6| partitore, facendo le parti sí che niuno s'avesse a sentire. —
464 II, 6| avuta; e Andolfo diceva che sí, e Ermacora diceva che no. —
465 II, 6| poteva partorire scandolo sí dell'onore come della vita,
466 II, 6| eravamo noi in fraterna? — Sí. — Non si ha ella affaticata
467 II, 6| beneficio universale? — Sí. — Non ha ella partorito
468 II, 6| grosso ingegno; né è lingua sí pronta né sí spedita, che
469 II, 6| né è lingua sí pronta né sí spedita, che isprimere potesse
470 II, 6| rigido castigo, né pena è sí aspra e sí crudele, che
471 II, 6| castigo, né pena è sí aspra e sí crudele, che io non meriti.
472 II, 6| mai piú parola tra loro: e sí fattamente in tranquilla
473 II, 6| che non è cosa al mondo sí ardua e sí difficile, che
474 II, 6| cosa al mondo sí ardua e sí difficile, che l'uomo col
475 II, 7| in oro, che risplendeva sí che gli abbarbagliava il
476 II, 7| per lo capo e per lo viso sí fatti punzoni, che quasi
477 II, 7| a una voce risposero che sí; e si diedero la fede di
478 II, 7| accompagni fino alla morte: sí come avenne ad un soldato,
479 II, 7| Silverio della lei bellezza sí fattamente s'accese, che
480 II, 7| rispose Fiorella: — Signor sí. — Ma guarda — disse Pisardo —
481 II, 7| fanno a mio modo, premio di sí fatta moneta. — Fiorella,
482 II, 7| Fiorella s'era posto in sí fatto timore e spavento
483 II, 7| aver Fiorella per moglie, sí come l'ebbe Pisardo mio
484 II, 7| la moglie tua, che ti è sí ubidiente e tanto ti accareccia.
485 II, 7| Io a Spinella non posso sí amorevolmente comandare
486 II, 7| semplice bestia, avendosi sí miseramente lasciato uccidere.
487 II, 7| donne, la focosa lussuria — sí come scrive Marco Tullio
488 II, 7| cui nome era Anastasio, sí fieramente s'accese dell'
489 II, 7| che in pochi dí divenne sí macilente e magro, che appena
490 II, 7| buon servo, e che non fosse sí cruda bramando la lui morte.
491 II, 7| accesa di sdegno ed ira sí per lo disturbo, sí anche
492 II, 7| ira sí per lo disturbo, sí anche per lo giovane ch'
493 II, 7| gli occhi; né serai piú sí oso di avicinarti a casa
494 II, 7| vino con altrettanta acqua, sí che d'una botte di vino
495 II, 7| Dionigi si chiamava, era sí diligente ed accorto, che
496 II, 7| nigromantica, e divenne sí dotto e sofficiente in quella,
497 II, 7| apparato l'arte del sarto, sí come era il desiderio vostro;
498 II, 7| voleva, fulli risposo che sí. E fatti molti ragionamenti,
499 II, 7| che 'l cavallo era venuto sí distrutto, che era una compassione
500 II, 7| ritornate dimani, che faremo sí fattamente con la figliuola,
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