Libro,  Notte

 1    I,    I|         e di me nacque dopo un tristo figlio,~grande come sarebbe,
 2    I,    I|       rabbiosi cani. E cosí il tristo e scelerato Tebaldo miseramente
 3   II,    7|       piú sciagurato né 'l piú tristo, che viver poltronescamente;
 4   II,    7|      meglio rimediare. — Ma il tristo né aprir la bocca né parlar
 5   II,    7|      né lo lasciava posare. Il tristo, per la gran poltroneria
 6   II,    7|       giace: dicendogli che 'l tristo e sciagurato vecchio v'infamia
 7   II,    7|        sciagurato, manigoldo e tristo! non so che mi tenga non
 8   II,    7|     hai tu detto, sciagurato e tristo, che non volendo ella acconsentire
 9   II,    9|    rispose: — Ahi, scelerato e tristo, tu m'addimandi perché ti
10   II,    9|      ad alta voce disse:— Ahi, tristo! ahi, ribaldone! non so
11   II,    9|  aspettarla. Ed in tal modo il tristo e scelerato Andrigetto,
12   II,   10|       compagnia, lasciato ogni tristo pensiero da canto, si ridusse
13   II,   11|   vergogni tu, — disse egli, — tristo e ribaldo? Il nostro padrone
14   II,   12| spagnuolo, giotto, maladetto e tristo, fece con le galline e i
15   II,   12|        la pena come tu meriti, tristo ribaldone; né sperar da