126-ammir | ammol-baie | bala-circo | circu-crest | cri-disvi | ditel-finge | finir-impar | impas-latin | latro-mogie | moles-parle | parli-prede | predi-ricer | ricet-scele | scelt-sotto | sottr-total | tovag-visit | vist-zupon
grassetto = Testo principale
Libro, Notte grigio = Testo di commento
2502 II, 10 | Di chi è questo castello? diteli: Di messer Costantino Fortunato. —
2503 I, 3 | Laonde, se voi siete quella, ditemelo per cortesia; perciò che
2504 I, I | di contentamento vostro ditermini l’ordine che si ha a tenere,
2505 I, I | paterni beni gli occorrevano, diterminò di prendere moglie, e trovarla
2506 II, 9 | gli stanchi animali per le diurne fatiche davano riposo alle
2507 II, 9 | abitare nelle spelunche, divenga marito di colei ch'è fior
2508 I, I | ogni altro avanza,~per cui divengo dolcemente meno,~e l’ornamento
2509 I, 2 | il tuo desiderio sará di divenire lupo e dirai: fuss’io lupo,
2510 I, 2 | con incantesimi gravida divenni. E sí come voi dell’involato
2511 II, 12 | desideroso che il figliuolo diventasse eccellente, gli comprò tutti
2512 I, 3 | che, bagnandoti il viso, diventeresti assai piú bella di ciò che
2513 II, 8 | successore; e acciò che tu diventi uomo prudente e accorto,
2514 II, 12 | indi, trovato un tesoro, diventò ricco e avaro.~Dico adunque
2515 I, I | masnadieri, custodi di pecore diverremo. — Disse il prete: — Io
2516 II, 6 | consente, ma vuole che la divida. Egli la divide; l'altro~
2517 II, 10 | Rispose il cavalliere: — Dividémola per mezzo. — Allora disse
2518 II, 10 | a che modo faremo noi a dividerla? — Rispose il cavalliere: —
2519 I, 4 | gioie ed i danari e tra loro dividerli. Ma il pensiero gli andò
2520 II, 6 | appetito, deliberò al tutto dividersi dal fratello, e conoscere
2521 I, 4 | ed in quattro parti si dividessero, e con ogni diligenza cercassero
2522 I, 2 | preso~e da morte campato, diviene savio; e piglia Luciana,
2523 I, I | ritornassero, acciò che divisar potessero il modo e l’ordine
2524 I, I | tutti gli suoi beni fussero divisi in tre parti, de’ quai l’
2525 II, 8 | interrogazioni. — Rispose Pirino: — Divitiae, divitiarum. — O figliuolo
2526 II, 8 | Rispose Pirino: — Divitiae, divitiarum. — O figliuolo mio! tu t'
2527 I, 3 | le cui prodezze sono giá divolgate per tutto il mondo. Ed egli
2528 II, 7 | e finalmente Dionigi lo divora, e Violante figliuola del
2529 II, 9 | Io solo a' giorni miei ne divorai piú d'un centenaio. Andiamo
2530 II, 12 | Il tedesco stavasi mutolo divorando e sgolizzando ogni cosa,
2531 I, 2 | continovo ruggiano e miseramente divorano tutti quelli che per prenderne
2532 II, 9 | aperta cercava di lacerare e divorare la vaga e delicata giovane,
2533 II, 7 | squallo ovunque nuotava per divorarlo. Il squallo, avedutosi del
2534 I, I | vivendo, i vermi le carni sue divorassino, ed ella maggiore e piú
2535 II, 10 | come affamato lupo, le divorava. Vedendo gli altri monaci
2536 I, 2 | pedocchi che ogni ora la divoravano: e dalle mani, che ne uscivano
2537 II, 6 | scargamento de' peccati suoi divotamente serviva a quel tempio. Costui,
2538 I, I | loro animi sí fidi e sí divoti d’un reciproco amore divennero,
2539 II, 12 | sanare i pazzi». Ed essendo divulgata la fama di questo palazzo,
2540 I, I | pretermettere non volse. Giá era divulgato d’ogn’intorno come Tebaldo,
2541 II, 10 | come rosa; e Crisippo re divulgò la fama di volerla maritare.
2542 Not, Bibl | Erlangung der philosophischen Doctorwürde; Gottinga, 1867.~Landau,
2543 II, 8 | sapientiores nostri sic nos docuerunt. — Continovando i fiorentini
2544 I, 4 | fieramen s’inamorò, che doe l’andava in su la festa
2545 I, 4 | e sí me par mil’agni a doer comenzare. E forsi che la
2546 II, 7 | acciò che poi tu non ti dogli di me. — Fiorella, che era
2547 Not | senza~nostro valor, né si dogliamo mai;~e consumate per l'altrui
2548 II, 9 | in qualche errore, non si dogliano i lor mariti di esse, ma
2549 I, I | disse il prete, — che non vi dogliate poi di me; perciò che la
2550 I, 3 | scoperta non fusse. E cosí dogliosa ed affannata, mandò per
2551 I, 4 | so marí, disse la Tia: — Doh, Cecato, frelo me bon, mo
2552 I, 2 | considerando la mesta ed addolorata Dolarice sé esser priva del suo diletto
2553 I, 4 | disse: — Sté con Dio, Tia, dolçe anima mia; a’ ve racomando
2554 I, 4 | tal manera, che per esser dolçeghi, a’ i toliva ol scorz de
2555 II, 5 | Daria, che per natura era dolcissima, sommamente lo ringraziò,
2556 II, 6 | Ermacora: — Fratello mio dolcissimo, se tu hai partita la robba
2557 I, 4 | che la ghe volea, la se dolea e se torzea da so posta.~
2558 II, 10 | Madre, non vi potrete ora doler di me, che io non abbia
2559 II, 6 | bene, e niuno si abbia a dolere; ma a me pare che uguale
2560 II, 5 | mi hai? Tu non potrai piú dolerti di me, ch'io non ti abbia
2561 I, I | figliuola tra sé medesima si dolesse molto. Ma pur si racconsolava
2562 II, 11 | gastigo or una or un'altra, e dolle delle busse; ed egli non
2563 I, 4 | era mort ol marit, da gran dolôr e passiô che l’avé, quasi
2564 I, 4 | ritennero, agevolmente alla dolorata moglie in quel punto la
2565 I, I | un monasterio di suore, dolorosamente finí la vita sua. Indi Salardo,
2566 I, 2 | l’infelice re in questi dolorosi pensieri, né sapendo trovar
2567 II, 12 | finalmente gli venne alle mani un doloroso e maligno, il qual nell'
2568 I, 4 | e tanc’i andá cercand e domandand de ser Zambô, ch’a ’g fo
2569 I, 4 | ch’an diessi al molin, a domandar-me limuosina per la bell’amor
2570 I, 4 | mancherá de tuto quelo che sarí domandare. — A’ disi ben cossí u altri
2571 I, 4 | da certi medegh, ghe fo domandat se ’l saviva governá mulèti,
2572 I, 3 | all’arte militare si diede, domando cavalli, armeggiando e giostrando;
2573 I, 4 | chiaro — una vila, ch’a’ la domandon Salmazza; e invelò, za gran
2574 I, 4 | offensione tua e di altrui domaresti il cavallo che cosí miserabilmente
2575 I, 4 | ch’a’ ghe pensarém sü, e domatina a’ te responderém. — I do
2576 II, 9 | si ricordasse di messer Domenedio e che si conformasse con
2577 I, 4 | con esso lui incominciò domesticamente ragionare. E cosí ragionando,
2578 I, 1 | intertenere ed alquanto domesticare; ma ella, piú oltre non
2579 I, 3 | appresso questo teneva stretta domestichezza con messer Erminione, il
2580 II, 8 | e disse: — Indi gentile dominationes vestrae re aliqua? Placet
2581 I, 2 | perché era molto vago e al dominio loro soggetto, lo volsero
2582 I, 4 | camí, quando fo in piasí de Domnedé, ol arivá a Lezzafosina;
2583 II, 8 | carniscoculum et nisi succurras domum cum abundantia, non restabit
2584 I, 4 | un piatèl per mandá-i a doná a un so compar in Chioza,
2585 I, 1 | nascimento al mio fattor donai, contaminar potresti. Iddio
2586 I, 2 | disse alla donna: — Donna, donami quel pomo; perciò che di
2587 II, 12 | nel spendere, scioccamente donando il suo e facendo banchetti:
2588 II, 7 | mancano coteste cose che donar mi volete. Portatele alle
2589 I, 2 | trastullo del fanciullo, di donarglielo ricusava. A cui disse la
2590 II, 10 | carico di gioie per venire a donarle a te, e del tutto lo spogliorono;
2591 I, 2 | Se ti sará in piacere di donarlomi, — disse la sirena, — ed
2592 I, 2 | tal prigionia liberarmi e donarmi la vita. Deh, caro fratello,
2593 I, I | prometto sopra la mia fé di donarti fiorini cento d’oro. — Udendo
2594 I | sforzerá per lo innanzi di donarvi cose che vi saranno di maggior
2595 I, 2 | rispose: — Madama, se voi mi donaste ciò che avete al mondo,
2596 II, 8 | indietro la cosa lealmente donata. Questo fanno i fanciulli,
2597 I, 2 | che ’l suocero gli aveva donati, e tolta da lui e dalla
2598 II, 10 | avuto né quarto né terzo. Il donatore, che lo mandò, chiamato
2599 I, 2 | disse la sirena: — Se tu mi donerai il pomo che è vie piú bello
2600 II, 8 | piacere, io piú presto ve la donerei che venderla, pur ch'io
2601 I, I | trecce, la quale con fede e donnesca pietá di continovo alli
2602 I, 4 | guidardonato Guerrino del doppio avuto trionfo, e parendogli
2603 II, 9 | sole per la sua partita dopplicava le ombre, quando il leone
2604 I, 2 | finissimo gli aveva fatto dorare le corna, né mai Travaglino
2605 I, 4 | bramoso di avere lo suo dorato strale, piú oltre, come
2606 I, I | figliuola di messer Odescalco Doria, gentiluomo genovese e de’
2607 II, 9 | ponetelo sotto 'l guanzale dove dorme il marito vostro, e vedrete
2608 I, 1 | Che dimorate? Levatevi su, dormiglione; non sbadagliate, cessate
2609 I, I | letto della camera dove io dormo, ti prometto sopra la mia
2610 II, 12 | vigilanti e non a quelli che dormono. Onde se prenderai, figliuolo
2611 II, 11 | molto, che vidde la sua Dorotea che veniva di fratesco abito
2612 I, 4 | sentendo tai paròi, se dosdegná fortement e dis che la la
2613 II, 10 | figliuola per moglie, e dotarla di oro, di gemme e di bellissime
2614 II, 12 | fabricò una chiesiola, e dotatala di sofficiente dote, e intitolata
2615 II, 6 | famiglia Carafa, e ambiduo dotati di risvegliato ingegno;
2616 II, 10 | posteri suoi. Tante erano le doti dell'anima e del corpo di
2617 I | Caravaggio, non men elegante che dottamente descritti. E quantunque
2618 I, 4 | e non piú tardare; e dotti termine per tutto dimane
2619 II, 8 | monaca, donna molto saputa e dottrinata, e a tal effetto astutamente
2620 II, 8 | assai il prete, tenendolo dottrinato e scienziato molto. Pirino
2621 I, 3 | recettacolo di tutte le dottrine, ma ora per la sua ventosa
2622 I, 3 | davanti una favola che vi doverá molto piacere; perciò che
2623 II, 11 | lontano dalla morte, e tu che doveresti e tristarti e star di mala
2624 II, 12 | enfiazione, altri dicevano doverglisi sopraporre radici di altea
2625 I, 1 | pensando con tal parola doverla intertenere ed alquanto
2626 II, 12 | questa però legge e patto: di doverlo servire solamente per attendere
2627 II, 12 | animo pusillanime, il quale doverrebbe temere solamente quelle
2628 II, 7 | quando vede una infermitá doversi causare in alcun corpo umano,
2629 I, I | me incrudelisca, non però dovevi, senza udire la ragione,
2630 I, 4 | Zambô ghe respondiva che la dovis tasí e che no ’l fès andá
2631 II, 10 | casa; e il servo rendè le dovute grazie al patron suo per
2632 II, 9 | L'eremita, intendendo il drago esser morto, e la giovane
2633 I, 2 | fieri leoni ed altretanti dragoni, i quali di continovo ruggiano
2634 I, 4 | Tia. — E po la pigiá un so drapeselo de lin bianco e neto de
2635 I, 1 | che ’n sé non ha ragion né dritta via;~la terza, il dono prezioso
2636 II, 12 | sanarsi; anzi, per parlare piú drittamente, vi piovevano. Il maestro,
2637 I, 3 | gli superbi palazzi, le dritte e spaziose strade, i correnti
2638 I, I | cantore d’un altare e stando dritto in piedi con un saccone
2639 I, 2 | duri e acuti scogli spinto, drizza, a sicuro e riposato porto
2640 I, I | messasi a scopare la camera, a drizzare li tappeti e ad apparecchiare
2641 II, 6 | e aggiunti che furono, drizzarono l'antennella in piede, e
2642 II, 11 | La donna, che aveva il drudo in casa, temendo che tanti
2643 I, 3 | amorevole verso me, non dubitai punto di non poter ottener
2644 II, 8 | rispondeva. Per il che i giovani dubitarono che 'l cavallo, correndo,
2645 I, 3 | stesse cheto e punto non dubitasse; perché alcuno potente signore,
2646 II, 8 | in governo alla signora duchessa che l'ammaestrasse. E venuta
2647 I, 2 | fusse vincitore. E molti duchi, marchesi ed altri potenti
2648 I, I | comprorono la piva per fiorini duecento, e lieti a casa ritornorono.
2649 I, 4 | cominciarono il piú crudo duello che mai fusse veduto al
2650 I, 4 | d’un asenel, ma asé piü dür un calz d’un caval; e per
2651 II, 12 | cacciatore: — Io ne prendo piú di dugento, e vagliono per lo meno
2652 I, 4 | present mio rasoná.~A ’v dighi dunca che Bertold de Valsabbia,
2653 Not, Bibl | notizie bio-bibliografiche.~Dunlop-Liebrecht, Geschichte der Prosadichtungen,
2654 I, 2 | fanciulla che ancora il duodecimo anno tocco non aveva: e
2655 II, 7 | ella poco si cura e 'l duol non crede.~E nel volto sereno,~
2656 II, 5 | comare mia, m'incresce e duole che messer Artilao sia da
2657 II, 5 | disse: — Panfilio, tu ti duoli e contristi di me, che io
2658 II, 6 | i parenti grandemente si duolsero; e senza indugio ad Ortodosio
2659 I, I | di esser molto turbato, e duolsesi che ei avesse di lui cosí
2660 I, 3 | Erminione tuo marito, e duolsi di te che abbi commesso
2661 I, I | ignominiosa morte, tra sé duramente piangendo a dire incominciò: —
2662 II, 5 | miserello non puote piú durare; ma squarciatisi i panni
2663 I, 2 | molto, in guidardone della durata fatica assignò tutte l’ossa
2664 II, 7 | mal acquisto non sono beni duraturi, e se aviene che le goda
2665 I, I | sera, infino a tanto che durerá il carnesale, si danzasse:
2666 I, 4 | grossissimo e la cotica durissima e la barba folta e molto
2667 II, 5 | andò a sedere. Compiuti che ebber le tre suore i loro sermoni,
2668 | ebbi
2669 I, 4 | il marito vostro padirá l’ebbrezza sua. — Ed apparecchiata
2670 I, 4 | riprendeva di queste sue ebbrezze, egli prese la spada e corsemi
2671 I, 4 | fingerai una sera d’esser ebbriaco, e prenderai la tua spada,
2672 I, 3 | il bestione giá padita la ebbriezza, si risvegliò; e come se
2673 II, 11 | trionfò del regno degli ebrei. —~IL FINE DELLA NOTTE DUODECIMA.~~ ~ ~ ~
2674 I, 1 | sarebbe buono che vostra Eccellenza ne fesse alcuna esperienza,
2675 II, 7 | Perdonimi, prego, Vostra Eccellenzia, signor mio; sono giá dieci
2676 II, 9 | aver commessi tutti gli eccessi contra lui imputati.~Rosolino,
2677 II, 11 | i quali erano assai ed eccessivi; conciosiacosaché, se mandargli
2678 I, 3 | animale, perché tutti, non eccettovando anche la femina, sono sottoposti
2679 Not | a darne un'idea ho fatto eccezioni per la novella I, 1 e per
2680 II, 12 | prete, cerca la mezza notte, eccitando dal sonno il diacono, gli
2681 | Eccola
2682 | Eccolo
2683 I, 2 | rispondesse se non la risonante eco che per tutta l’aria si
2684 I, 3 | ornata de publici e privati edifici, ubertosa di biancheggianti
2685 II, 12 | scorreva un gran fiume. Ivi edificò egli un bel palazzo di marmo
2686 Not | dimenticanza. Il novelliere, edito nel 1550-53, ebbe in Italia
2687 I, 1 | dedito ad ogni specie di effeminata lussuria. E tanta fu la
2688 I, 3 | in due statue che la loro effigie tenevano: di che tutta stupefatta
2689 II, 6 | che diceva, che nel mare Egeo pel circoito di circa dieci
2690 | Eglino
2691 II, 11 | deliberò sanarlo di tal pessima egritudine. Il che pensava non poterle
2692 II, 6 | parte mia, se ella non è eguale alla tua, qual ragion vuole
2693 I, 4 | in botiga, e tantost ch’eia vist Bertaz e Santí, subit
2694 I | Straparola da Caravaggio, non men elegante che dottamente descritti.
2695 I, 3 | reina, che di Costanzo gli elegantissimi gesti, le laudevoli maniere
2696 II, 11 | goder quello che egli se eleggerá. — Ma quello infelice e
2697 II, 5 | E se non vi muoveno ad eleggermi le fatiche sostenute e le
2698 II, 5 | per le stelle, per gli elementi e per tutte le sacre parole
2699 I, I | venire le quattro compagne elette, la seguente canzonetta
2700 II, 10 | maritare, a Novara venisse, ed elevata la man destra al capo, si
2701 II, 11 | pontefice in luogo di lui elevato alla suprema pontifical
2702 II, 11 | gli è ne' floridi campi elisii, dove è perpetuo ed eterno
2703 I, 2 | portorono. E trattogli l’elmo e le relucenti arme, il
2704 I, 4 | zovene sempre gh’andava anch’elogi e la maor parte di suo bali —
2705 II, 12 | e il men dotto e il men eloquente meritamente dir mi possa
2706 I, I | venerabile, di aspetto grave e di eloquenza ornata; le cui divine virtú,
2707 I, 3 | e l’altro da grandissimi embriachi.~Dopo alquanti giorni Nerino
2708 I, 3 | chiedevano perdono, e volevano emendare ogni suo fallo. Il re, sentito
2709 Not | lingua nelle Provincie dell'Emilia, dopo piú di tre secoli
2710 I, 3 | aveva lasciato questo nostro emispero, e tuffatosi nelle marine
2711 I, 4 | che a ogni muód a te n’empagherò. — Ser Zambô, sentend che
2712 II, 5 | dolore. E fattogli certo empiastro mollificativo con oglio
2713 I, I | molto piú si gode, quando empie il suo testamento di biasmevoli
2714 I, I | tocco con mani, chi fu l’empio omicida, e la cagione per
2715 II, 10 | preparate le sedie nell'empireo cielo, dove perpetuamente
2716 II, 7 | prezzo. Laonde il mercatante, empiuti duo gran sacchetti di scudi
2717 II, 10 | desinare come a cena, l'empiva di broda o di qualche altra
2718 Not, Bibl | Straparole. Traduites d'italien en françois par Pierre de Larivey;
2719 II, 9 | ravolgendolo, lo trovorono tutto enfio e nero come corbo; onde
2720 II, 9 | che per lo veneno subito s'enfiò: e andato il veneno al core,
2721 I, I | ingenioso. Tu conosci, se non m’enganno, pre’ Severino, rettore
2722 Not, Bibl | italienischen Novelle in der englischen Litteratur des XVI Iahrhund.,
2723 II, 9 | colpa de' vostri gravi ed enormi delitti, e chiedete perdonanza
2724 II, 7 | mostrare i miei cavalli ed ensegnarti come li debbi governare
2725 II, 8 | il tuo precettore ti ha ensegnato il falso. — E voltatosi
2726 II, 8 | con le quali nella torre entrai, me n'uscisco fuori. — I
2727 II, 6 | cose celesti, nelle amorose entrarono: né altro li restava, se
2728 II, 9 | Padre, non temete, ma entrate sicuramente nella cella,
2729 I, 3 | giunsero ad una ostaria: ed entrativi dentro, addimandorono l’
2730 II, 12 | Onde ne fece alcune dove entravano l'acque tanto alte quanta
2731 I, 4 | né fraza né latro~No gh’entre dentro, né volpe né rato,~
2732 I, 3 | verde, con il re lietamente entrorono nel palagio, e si puosero
2733 I, I | freneticando nella mente sua, entrovvi un nuovo pensiero nell’animo:
2734 II, 5 | davano piú il loro lume, ed Eolo, correndo sopra le salse
2735 I, 2 | In mezzo del bel giardino eraci un albero che sopra un ramo
2736 I, 3 | giurato che ella aveva, erale di necessitá che la mano
2737 II, 5 | giorni mi fu rubato, ed erami molto caro. — Rispose messer
2738 I, I | Molti cittadini e plebei eransi andati a richiamare al pretore,
2739 II, 5 | lagrime come di mele; ed eranvi sempre guardiani che gli
2740 I, 4 | salatuci, ol fo ciamat da un erbarol de quei da Chioza, ch’avia
2741 II, 8 | maniera dissero:~Sconsolate erbecine,~Dov'è il valor, dov'è la
2742 II, 12 | alla cura di lei alcuni erbolai, che con gran giuramenti
2743 I, 2 | confortò; e raccolte certe erbucce di maravigliosa virtú, e
2744 I, 3 | palafreni delli fratelli che di erbuzze si pascevano; e girando
2745 II, 12 | mio compare, e ha certe eresie nel capo. E benché ei sia
2746 II, 9 | Agostino, martello degli eretici, lume e chiarezza della
2747 | erit
2748 Not, Bibl | Caravaggio. Dissertation zur Erlangung der philosophischen Doctorwürde;
2749 II, 12 | molti medici, finalmente ermafrodita vien ritrovata.~[Antonio
2750 | ero
2751 I, 2 | perdono ti chiedo. Perciò che errai, ti confesso il fallo mio,
2752 I, 4 | ora si trova un vago ed errante cavaliere, il quale per
2753 I, 2 | coperto il carro di Febo, e le erratice stelle d’ogni parte fiammeggiare
2754 I, 3 | assai lunghe, larghe ed erte, e d’una medesima misura
2755 Not | flessioni, ed ho lasciato, p. es., alciò e alzò; albero, arbovo,
2756 II, 6 | avea dette l'uccello; ed escavorono il luogo che li aveva detto,
2757 II, 9 | sono i delicati frutti~ch'escon di questa scorza,~dopo tante
2758 II, 12 | lusinghevoli e dolci parole si escusava esser stato ingannato dal
2759 I, 3 | con noi. — I giovani si escusorono. Ritornato il re al palazzo,
2760 I, I | proposto, cosí senza indugio eseguí, e prese per adottivo figliuolo
2761 II, 6 | potrei addurre infiniti esempi: i quali, per non fastidire
2762 I, 3 | giorno, ed attendo allo esercizio mio, e pochissime persone
2763 I, 2 | ucciso o scacciato in eterno esilio, un stratagemma astutamente
2764 Not | confermato. Certo è che se la sua esistenza fu oscura, fu tuttavia assai
2765 II, 7 | contadino, udite cosí pazze ed esorbitanti parole, sorridendo gli rispose: —
2766 I, I | a mangiare dolcemente la esortava, Salardo alzò la mano e
2767 II, 11 | voglia e tutto addolorato, lo esortò a confessarsi, dicendo ciò
2768 II, 12 | tu promesso che subito mi espediresti? — Il frate diceva: — Ho
2769 II, 12 | pochetto promettendogli di espedirlo subito. Il villano, pensando
2770 II, 12 | alquanto occupato: ma che, espedite ch'avesse quelle donne, (
2771 I, 2 | caduta, volse che dalle donne esperte fusse veduta; le quali diligentemente
2772 II, 12 | onorandissimi padri, molto esperti nell'arte della medicina,
2773 I, 1 | Melfi come egli era uomo esperto ed aveduto ed atto molto
2774 II, 9 | limosina, con turbato viso l'espulse. Ma Finetta, astuta e maladetta,
2775 I, I | un’ora amano e disamano, essaltano ed abbassano, mi confortò
2776 I, 3 | per lei per diligentemente essaminarla.~Era in Atene un statuto
2777 II, 8 | Papiro che in presenza loro l'essaminasse, acciò che vedessero se
2778 II, 8 | tuttavia piacendovi, che voi essaminaste Pirino mio figliuolo, acciò
2779 II, 12 | cirugia. I quali ben visto ed essaminato il luogo della enfiazione,
2780 II, 8 | brigata, noi faremo un poco di essaminazione sopra le cose che hai imparato
2781 II, 11 | processo per causa degli essecutori, i quali, volendo arricchire
2782 II, 8 | amici, e insieme con loro esseguir il tutto. Gli amici, intesa
2783 I, 3 | adempire i suoi desiri. Ed essendogliene molti alle mani venuti,
2784 I, 2 | matrimonio copulare. Ma essendole tolta ogni speranza di conseguir
2785 I, 1 | la prima e la seconda. Ed essendoli la dimanda al tutto negata,
2786 I, 3 | attilata che la madre sua. Ed essendone state a lui dimostrate molte,
2787 II, 12 | con esso meco; perciò che, essequendo i vostri comandamenti, trovai
2788 I, 2 | imponendogli che tanto essequisca, quanto io gli dirò. — Sia
2789 II, 7 | ordinava cosa alcuna, subito l'essequiva, né a pena il marito aveva
2790 II, 6 | essere uomo piú tosto da essercitarsi ne' piaceri umani, che darsi
2791 I, I | veggio, per non mi essere essercitata nell’arte dell’ornato e
2792 | essergli
2793 | essersi
2794 I, I | padre ti perdoni; l’altro mi essorta che contra te rigidamente
2795 II, 5 | Madre, altre volte io vi essortai che doveste reffrenare cotesta
2796 I, I | umilmente dimandò perdono, essortando i figliuoli ad esser ubidienti
2797 I, 4 | agevolmente intenderete: essortandovi amorevolmente tutte che
2798 II, 6 | incominciò ammonirlo ed essortarlo che da questo iniquo pensiero
2799 II, 10 | per lo disagio nel viso estenuata. Ma poi che l'ebbero piú
2800 I, I | quasi ridotta all’ultimo esterminio, trovasi una villa, chiamata
2801 II, 9 | che l'unica sua bellezza, estimata da tutti, fusse dal marito
2802 I, 3 | uomo veramente grande ed estimato assai nella cittá e ricco
2803 II, 8 | onoravano e di molta dottrina l'estimavano. Avenne che dovendosi il
2804 II, 8 | ardo, né trovo acqua che estinguer possa sí ardente fuoco in
2805 II, 6 | e calata giú l'antenna, estinsero il lume. La miserella, non
2806 I, 2 | in pace».~Fu adunque nell’estreme parti di Lombardia un uomo
2807 I, 4 | in breve spazio di tempo, etica divenuta, miseramente se
2808 I, 1 | sapeva che egli paresse un etiopo, stava tutto sospeso; ma
2809 I, 1 | prestarete.~Nella villa di santa Eufemia, posta sotto Campo San Pietro,
2810 Not | è il primo novelliere in Europa in cui, per proposito che
2811 II, 6 | il nego, e il provo con evidentissima ragione, che potrai con
2812 II, 8 | dissero i fiorentini.— Exigua vobis restat via. — Ed entrando
2813 II, 9 | all'incontro tolleva tanto f ormento o altra biada, che
2814 I, 4 | e che ’l no s’afadighi a fá-m de sti present. — Respós
2815 II, 5 | manderò lo stromento al fabbro, che li fará la punta; doppo
2816 Not | cioè l'argomento che da due fabliaux si suole intitolare Le preist
2817 II, 8 | moglie~li farebbe le corna, fabrica una torre e in quella pone
2818 I, 2 | volse che sopra il scoglio fabricasse un ricchissimo palazzo con
2819 II, 6 | ad un certo porto dove si fabricavano navi; e accostossi ad uno
2820 II, 7 | Bedovina, voglio che facciam patto tra noi: chi sará
2821 | facciano
2822 | facciate
2823 | faccio
2824 II, 11 | vita. Io ho cento moglie, e facciole per timore tutte obedientissime
2825 I, 4 | biava da magnare, che ne façe inchina a Pasqua. Né a’
2826 | facendola
2827 I, 2 | alla mensa mia attenderai, facendomi la credenza di tutto quello
2828 | facendovi
2829 II, 8 | comprar delle mie merci, facesi innanzi! — Udendo le damigelle
2830 | facessero
2831 II, 11 | men piacevole di lei; e facevalo venire a sé ogni dí cerca
2832 II, 8 | Che per divin costume~Ci facevan gioir ad ora ad ora,~E la
2833 II, 9 | rammentavano la morte; e facevasi recare ora una cosa or l'
2834 II, 5 | mi riduce a memoria una facezia non men ridicolosa che la
2835 II, 6 | che li pareva per le sue facezie meritare, tra sé stesso
2836 Not, Bibl | Cenni bibliografici~Les facietieuses Nuits de Straparole. Traduites
2837 I, 2 | la divina Scrittura, piú facil cosa sarebbe che ’l cielo
2838 I, I | uomo, non li paia lieve e facile, e con spazio di tempo non
2839 I, 1 | è lingua sí tersa né sí faconda, che in mille anni a sofficienza
2840 I, I | trovo, perché di quella facondia che in tai ragionamenti
2841 I, 4 | acorzea a che fin la Tia faesse cosí fata facenda; e sí
2842 | fagli
2843 I, 4 | per ch’a’ vuoge muzar la faiga de contar-ve una noela,
2844 I, I | stanga dove erano molti falconi, ne prese uno che era il
2845 I, 4 | e si dièsse tuti, a’ no falerave gnianche — i fasea co ela.
2846 II, 8 | a gli occhi il freno.~O fallace speranza,~Come Amor n'hai
2847 II, 12 | diacono, vedendo ch'aveva fallato la stanza, pian piano ritornò
2848 I, I | il pensier suo gli anderá fallito, per ciò che io mi delibero
2849 I, 4 | spieterò. Mo vegni senza falò e no me trogné. — Quando
2850 II, 8 | porci.~Pirino, vedendosi falsamente superato dalla ignoranza
2851 I, 4 | propri) per sustentá la so famegia, a’l se voltá, come mazzôr
2852 I, 4 | t’ho fag’, ché, de me vil famèi che t’eri, t’ho mi fag’parô
2853 II, 12 | digiunare, negando la cena al famelico ventre. Il contadino, per
2854 II, 12 | ladri uno che era molto familiare e domestico di questo Vilio,
2855 | fammi
2856 I, 3 | precisamente li raccontò ciò che le fanciulle avevano insieme detto. Il
2857 I, 4 | intenderete come una povera fanciulletta, dalla fortuna sovenuta,
2858 I, 4 | sera, Adamantina, come le fanciullette fanno, tolse la poavola
2859 I, 3 | molta turba accompagnava un fanciulletto morto alla sepoltura. Egli
2860 I, 4 | lunghe, e le stré da pioze, fanghi e giazi tute rovine, el
2861 II, 12 | cavalcando Pandolfo per certa via fangosa e malagevole, entrato per
2862 II, 6 | che mortificano l'anima e fannola serva del diavolo. Mentre
2863 I, 4 | disfantasse, come nelle fantasme sempre avenir suole. —~
2864 II, 10 | uno or un altro rimedio fantasticando, divenne a questo consiglio:
2865 I, 3 | salutifero li fusse, pur tanto fantasticò, che gli venne fatto di
2866 II, 8 | disputazione che facevano con la fantesca, s'interpose, e con tanta
2867 I, 2 | donne che mi volessero, faralli tutti quelli piaceri che
2868 II, 8 | sincero, o la pagherá, o farammela, com'è convenevole, ristituire. —
2869 II, 10 | i tuoi ducati ducento, e faranne il peggio che tu sai, né
2870 | faranno
2871 I, 1 | suo padrone, risposero che farebbero quanto gli era da lui imposto.
2872 I, 4 | sta con lü, ch’a ’l ghe farèf bôna compagnia e boni spisi.
2873 I, 1 | che Iddio no ’l voglia, tu faresti gran male a voler con vituperio
2874 II, 10 | vendicasse, non però cessò di farglieli un'altra, per la quale dalla
2875 II, 10 | l'accetterò volontieri, e farolle quella real compagnia che
2876 I, 4 | la razion; e a sto muò a’ faron el sconzuro. Mo guardé ch’
2877 I, 4 | Pasqua. Né a’ sé com a’ faronte me co tante caresti si grande
2878 I, 3 | aggrada, figliuolo mio, farottila vedere quanto ella è brutta:
2879 | farsene
2880 I, 4 | Bertaz e de Santí, ol fé ü farsèt de certi pochi strazi che
2881 I, 2 | la natura; e mi offero di fartelo vedere ed udire, che in
2882 II, 10 | che con buoni capponi, fasciani, francolini e altre sorti
2883 I, 1 | Emerenziana fece raccogliere molti fascicoli di pongenti spine, e poseli
2884 I, 1 | che noi fussimo morte in fascie, che esser con tal vituperoso
2885 I, 4 | la Tia, — inchina ch’a’ fasi el fato vuostro; ma pò ve
2886 I, I | si guasterebbe la coda al fasiano. Dopo, nel giorno che voi
2887 II, 8 | vescovo li richiedesse mille fassa di legna. Laonde l'ignorantazzo,
2888 I, 4 | torzé gozo, perch’a’ no fassan ninte. E mi pò toré el nuostro
2889 I, 3 | e di Costanza, Costanzo fassi chiamare, e capita nella
2890 I, 4 | pigia soto al brazo una bona fassinaza, e sí ghe impiza el fuogo;
2891 II, 6 | esempi: i quali, per non fastidire questa nobile e grata compagnia,
2892 I, 4 | fiso nel volto, a ’l fé sí fatamen, che ela se gh’acorzè che
2893 I, 4 | e sí a’ i me somegia sí fatament, ch’a’ no sém cognosüdi
2894 II, 10 | pativa.~La gatta, che era fatata, mossa a compassione di
2895 II, 6 | papa. Rispose Cimarosto: — Fategli legare ambiduo sopra una
2896 | fatemi
2897 I, 4 | dovès tuór per marit Zambô, fatôr de la botiga, per esser
2898 I, I | misero ed infelice me, che ho fatt’io? Oh come scioccamente
2899 I, 4 | del re si appresentò; e fattagli la convenevole riverenza,
2900 I, 1 | portare la pena dell’ingiuria fattami per lo mio grande amore. —
2901 II, 7 | donna uscí di camera; e fattaseli incontro, che pareva una
2902 II, 9 | giunse il marito a casa; e fattasevi incontra con lieto viso,
2903 II, 9 | sospetto contra loro; e fattele ritenere e mettere alla
2904 I, I | di seta tutta guarnita; e fattesi venire le quattro compagne
2905 I, 2 | animoso; ed oltre le belle fattezze ch’egli aveva, era tutto
2906 I, 3 | re vide i giovanetti; e fattigli a sé chiamare, li disse: —
2907 I, I | moglie diletta la prese. E fattole un dono de tutte le vestimenta
2908 I, 1 | del mio nascimento al mio fattor donai, contaminar potresti.
2909 I, I | essempio a tutti gli altri mal fattori. Il pretore, che giá aveva
2910 II, 6 | diede alle incantagioni e fatture, sperando le cose sue riuscirle
2911 II, 6 | conosciuto come il dio Pane tra i Fauni.~Venendo il giorno di ritornar
2912 I, 2 | divenuta, con molto trionfo e fausto, signor del Cairo fu constituito:
2913 Not, Bibl | è tradotta in inglese la fav. XI, 1. La stessa fiaba
2914 I, I | non significa se non la fava secca, la quale, essendo
2915 I, 1 | come era rimasto senza la favella. Venuto il giorno e partitosi
2916 I, 4 | rasonare; e dapò che i ave favelò un gran pezo de compagnia,
2917 I, I | Illustrissimo signor, se mai favilla di pietá fu accesa nel petto
2918 II, 8 | sapendo il primo luogo del favoleggiar a lei toccare, non aspettando
2919 II, 12 | di modo che di lui tutti favoleggiavano. Quanto dolore fusse al
2920 II, 5 | consapevole, non giá che la favoreggiasse, ma perché di ora in ora
2921 II, 5 | ciascaduna di loro era molto favoreggiata dalle suore, e riputavasi
2922 I, 4 | e sí ghe dis: — Che ve-t fazend, Zambô fiol me? che bôni
2923 I, 4 | Zambô de andá per certi so fazendi e per scodí certa quantitá
2924 I, 4 | Besuco te sí, e besuco te fazo;~con questo me tamiso a’
2925 I, 4 | melega. Nu a’ bruscon le vi e fazon el vin, e u el bevi; e nu
2926 I, 4 | panno di tanta puzzolente feccia, che appena se le poteva
2927 II, 11 | basciorono. E quelli accettando, feceli venir nella sua cella, e
2928 II, 5 | sepolta la badessa, le suore feceno sonare a capitolo; e tutte
2929 II, 11 | disciolgersi; perciò che ei teneva fedeli guardiani per custodia della
2930 I, 4 | era accompagnato da duo fedelissimi serventi carichi di gioie
2931 I, I | signore, commetterete il fedelissimo amico vostro esser qui alla
2932 II, 12 | sacco, trovarono morto il fedelississimo suo compagno. E per onorare
2933 II, 6 | Isabella, — conosciate la fedeltá mia, vogliovi apertamente
2934 II, 8 | per moglie una giovane, Feliciana per nome chiamata: donna
2935 I, I | varie maniere di genti e felicissima per le sue sante leggi,
2936 II, 9 | notaio: «Item lascio a Felicita, mia innamorata, un podere
2937 II, 8 | la gatta, figliuol mio? — Felis, rispose Pirino. — Oh caprone! —
2938 II, 9 | mal fondato giudizio dura, fella ed aspra verso voi istimata
2939 I, I | ricorse. La quale, inteso il fellone animo del padre e pieno
2940 I, 4 | me pi vezú: e le poverete femene resta ingané, sbertezé e
2941 II, 5 | anni, prese per moglie una feminazza non men piacevole né men
2942 I, 1 | sarebbe stata a percuotere tre feminelle, e raffrenossi. Pensava
2943 I, I | perciò che per una rea femmina nel sacro sangue le mani
2944 II, 9 | e come una trista e vil femminuzza immonda e sporca gli abbia
2945 I, I | coltello e tirolle di punta e ferilla nella vescica che era di
2946 II, 12 | avanzava, preso il coltello feritorio, percosse leggermente e
2947 II, 12 | altro simil strepito e mi fermai. Nel vero penso che quel
2948 II, 10 | abitazione dove mi possa fermare; e se io con voi non m'accompagno,
2949 II, 6 | comandò al giovane che si fermasse. Fermatosi il giovane, Cimarosto
2950 II, 6 | con chiara voce disse: — Fermati, giovane, e non mi battere. —
2951 II, 8 | strada cavavano fossi. E fermatisi dissero: — O compagni! o
2952 I, 2 | fare le donne un pastone di fermentata pasta. Impastata che fu
2953 I, 1 | addormentata giovane, si fermorono, e considerata la lei bellezza
2954 I, 4 | dia un valente maestro che ferra cavalli; ed ordinagli quattro
2955 I, I | Guidiccione, gentiluomo ferrarese; l’altra la signora Veronica,
2956 II, 11 | vidde pe' cancelli della ferrata gelosia che per aventura
2957 I, 4 | una saetta in mano alla ferriata della prigione dove abitava
2958 II, 6 | adietro era stata divota e fervente nelle orazioni, cosí ora
2959 I, 2 | Biancabella con voce da fervidi singolti interrotta le disse: —
2960 I, 1 | che vostra Eccellenza ne fesse alcuna esperienza, acciò
2961 I, I | innanzi gli occhi, che non li fessero alcuno dispiacere, disse
2962 II, 12 | videro che egli era un becco, festeggiando con le mani e i piedi, scoppiavano
2963 I, 2 | incognito! — e con un spesso e festoso batter di mani fischiavano.
2964 I, 4 | in sema lôr do, che no i feva con Zambô. E se Zambô iera
2965 II, 9 | grandissimo pericolo di fiaccarsi il collo. Il che vedendo,
2966 I, 4 | e’ ha volüt ixí: e spessi fiadi l’om cercand quel ch’el
2967 I, 4 | colera, ch’a ’l gitava fuóg e fiama da tuti li bandi: e no podend
2968 I, 2 | erratice stelle d’ogni parte fiammeggiare si vedevano; e li vaghi
2969 II, 7 | compiuta, i cui vaghi lumi fiammeggiavano come matutina stella. Costei
2970 I, 2 | tenendo gli sproni stretti a’ fianchi, tanto lo punse, che uno
2971 II, 9 | letto, e diede del sinistro fianco sopra la punta de l'osso;
2972 II, 7 | sempre gli stillava; e quando fiatava, rendeva un certo fetore,
2973 I, 2 | tollendo le due penne e ficcandole nella sponda del fiume,
2974 II, 9 | che piú in giú la potesse ficcare, e cavolli il grasso che
2975 I, I | moglie, ed in quel sdegno le ficcò il coltello nel petto: per
2976 I, 4 | Guerrino alquanto dubbioso, fidandosi pur tuttavia delle parole
2977 II, 5 | persona di cui maggiormente fidar mi possa che di voi, con
2978 I, 3 | casa non ho persona di cui fidare mi possa, per essere alle
2979 I, I | alcuno, di cui meglio si fidasse, che la sua balia, a lei,
2980 I, 4 | soficient nol mestér e che l’era fidat, ol mandá con dei robi a
2981 I, 1 | medesime che troppo si avevano fidate in colui che odiare dovevano.
2982 I, 2 | morire; e chiamati certi suoi fidati servi, li commise che con
2983 I, 4 | alcuno, chiamò duo suoi fidelissimi serventi ed il figliuolo;
2984 I, 4 | grandissimo beneficio di colui che fidelmente ha servito. Il che avenne
2985 I, I | vagheggiare. Ed i loro animi sí fidi e sí divoti d’un reciproco
2986 I, 4 | iera perzondena povereto e fidò. Sto Cecato Rabboso avea
2987 II, 5 | che di voi, con baldezza e fiducia sono ricorso a voi per ottener
2988 II, 9 | nondimeno non resterò con fiduzia e sicurtá ricorrere a voi,
2989 I, 2 | chiaro nome e buona fama fie guasta, o che voi sarete
2990 I, 2 | diligentemente custodita da duo fieri leoni ed altretanti dragoni,
2991 II, 5 | gli altri vi era un gran figaro con suoi rami sparsi d'intorno,
2992 I, 4 | Rabboso avea per mogiere una figiuola d’una massaria che se ciama
2993 II, 6 | metá della moglie e de' figli: e poi s'acquetano.~[Lionora:]~—
2994 II, 12 | perdere l'oglio per far il figliolo valente, perse l'uno e l'
2995 II, 9 | Cesarino, e dissegli: — Figliuoccio mio, a questo modo vai tu
2996 I, 2 | volerglielo donare, perciò che del figliuolino era il trastullo. — Se ti
2997 I, 4 | sollecitudine si puose a filare; e filata che fu, diede il filo ad
2998 I, 4 | invogiá intorno, che la filava per la parona, venne Marsilio
2999 II, 9 | cose; ed alfine mosso da filial amore e considerata la lui
3000 II, 8 | leggisti come canonisti, sí filosofi come teologi e di qualunque
3001 I, 4 | la moglie rispose: — Tu fingerai una sera d’esser ebbriaco,
3002 I, I | voi vi vorrete partire, fingerete di ascender in nave, e piú
3003 I, I | voce andatevene a casa, e fingete di essere un mendico che
3004 II, 6 | trovava. Di che i fratelli fingevano averne grandissimo dolore,
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