126-ammir | ammol-baie | bala-circo | circu-crest | cri-disvi | ditel-finge | finir-impar | impas-latin | latro-mogie | moles-parle | parli-prede | predi-ricer | ricet-scele | scelt-sotto | sottr-total | tovag-visit | vist-zupon
grassetto = Testo principale
Libro, Notte grigio = Testo di commento
4011 I, 4 | ch’el poese né fraza né latro~No gh’entre dentro, né volpe
4012 I, I | virtú, che essercitava il latrocinio non giá per avarizia, ma
4013 I, I | misero ventre, ma per averla lattata e nodrita con queste poppe:
4014 I, 2 | ella tutta si rallegrò, laudando Iddio che egli una volta
4015 II, 8 | circonstanti sí degnamente laudato, si pavoneggiava; e alciata
4016 I, 2 | Samaritana, presa una vergella di lauro in mano, tre volte percosse
4017 I, 4 | ragionamenti la pomposa e lauta cena, tutti divenuti piú
4018 II, 9 | al confessore un bello e lauto desinare e appresso questo
4019 I, 4 | e pò v’andé laldando e lavando la boca de’ fati nuostri
4020 I, 2 | trasse, e con le propie mani lavandolo lo nettò. Il pesce, rese
4021 I, 3 | posta sotto il luoco dove si lavano le pentole e le scutelle,
4022 I, 2 | d’acqua fresca, e fecesi lavare il viso ed i monchi, dalli
4023 I, 2 | le cadevano dal capo; e lavategli le mani, uscivano rose,
4024 I, I | fate quello che io vi dirò. Lavatevi molto bene, e prendete i
4025 I, 4 | Vedend ser Peder un sí fag’lavòr, dis a Zambô: — O fiol me,
4026 I, 4 | La povereta, vedend ü tal lavôr, l’entrá d’afan in afan.
4027 Not, 12(4)| che maestro Chechino stava lavorando per loro, egli mostra il
4028 I, 1 | le fece molte vestimenta lavorate a compassi di grossissime
4029 I, 4 | tempo china a la scura sera lavorava ora co questo ora co quel
4030 II, 8 | ebbero quelli uomini che lavoravano la terra, dissero: — Dio
4031 I, 4 | a’ si galoso co’ zuponi lavoré e le calçe insegnolé e tute
4032 I, 4 | volsi come procedeva la tua leal mercatanzia; e pensando
4033 II, 10 | capo a piedi diligentemente leccato e pettinato, e in pochi
4034 II, 8 | aliqua? Placet ut sternantur lectuli, ut requiem capiatis? —
4035 II, 8 | Pirino prontamente rispose: — Lectus, thorus. — Udendo pre' Papiro
4036 II, 12 | mancandogli i primi fondamenti legali, era cosí nudo di lettere,
4037 II, 5 | spalle che strettamente lo legasseno. La moglie, vedendo il marito
4038 II, 6 | la rocca; e presa Aglea e legatala con una corda, la diede
4039 II, 12 | fece alcune cartelle, e legatele a guisa delle filze de'
4040 II, 7 | ripostigli ne' sacchetti e legatigli, uno sacchetto ne trasse
4041 I, 1 | Benedetto Trivigiano:]~— La leggerezza e poco senno che oggi si
4042 I, 3 | Genobbia, senza altrimenti leggerla, né altro pensando, la gittava
4043 II, 11 | fratello; e tu che sei giovane, leggero e senza alcun peso soprapostoti,
4044 Not | qualcosa di nuovo e di vario leggesi nelle chiuse delle Notti
4045 II, 12 | contrafei al voler vostro? Leggete l'instrumento e poi punitemi,
4046 II | mordaci denti si moveno; ma leggetele alle volte e pigliatene
4047 II, 12 | non intendeva quello che leggeva, e quello ch'aveva imparato
4048 II, 8 | guardava, uscí fuori un leggiadretto cervo; il quale, veduti
4049 I, 2 | tutte quelle prodezze e leggiadrie che ’l Porcarollo col suo
4050 II, 9 | figliuolo. Rosolino, intesa la leggier sentenzia, levò le mani
4051 II, 8 | grammatichi come oratori, sí leggisti come canonisti, sí filosofi
4052 Not, Bibl | 4 e Vili 2 delle P. N. leggonsi tradotte in Simrock, Die
4053 I, 3 | andatosene alla bottega di uno legnaiuolo suo vicino, gli ordinò due
4054 I, 4 | Tia prestamen se n’andá al legnaro e pigia soto al brazo una
4055 II, 10 | circondati di molti sonagli, e legògli al membro virile; e senza
4056 II, 7 | sacchetti, e strettamente legolli. Fatto questo, ecco ch'una
4057 I, 4 | fu me omo c’aèsse tanta legrizia co l’ave lu quela fiá; e
4058 I, 3 | molti paesi, ed udí vari lenguaggi, e considerò le loro maniere
4059 I, 2 | La damigella, non molto lenta ad ubidire il comandamento
4060 II, 11 | e per lo caliginoso aere lentamente scorrevano, quando l'orrevole
4061 II, 9 | pietrosa tana, dove eran leoncini, orsattini e lupini, de'
4062 I, 1 | affamato veltro alla timidetta lepre. Ma la misera Teodosia,
4063 II, 5 | tanta rogna, che pareva leproso; e perché era il freddo
4064 I, I | certa carne di vitello e la lessasse, ed i polli e il lombo arrostisse.
4065 I, I | arrostito il lombo ed i polli, e lessata la carne di vitello. Appresso
4066 II, 9 | scrissi sí e sí; — e gli lesse di parola in parola tutto
4067 I, I | casa, e di’ alla Mina che lessi questo vitello, e il lombo
4068 I, I | compagni, vedendo il rosto, il lesso e la torta al fuoco, ed
4069 II, 7 | entratovi dentro, trovò un letamaro con un poco di paglia: sopra
4070 I, 4 | mi e ch’a’ no so ninte de letra, a diré con ha zá dito i
4071 II, 11 | presenzia sua. Le quali lettere lette, esso Gerolomo s'allegrò,
4072 Not | trascrizione forme piú moderne e letterarie a forme antiquate e dialettali;
4073 Not, Bibl | Straparola, nel Giorn. stor. d. letteratura ital., vol. XV e XVI; e
4074 I, 4 | in ca e che ’l vignès a levá-l e portá-l nol Tever segond
4075 I, 4 | li casi de qualcü, a’ i è levadi da certi pizegamort deputadi
4076 II, 12 | letto fino a mezzo giorno, e levandosi sbadagliava e stropicciavasi
4077 II, 12 | grasso di porco, perché levarebbono il dolore e la enfiazione;
4078 I, 4 | si posero unitamente per levargliela dalle natiche; ma si affaticavano
4079 I, 1 | dolor trasfitte, in piedi si levarono, piú la morte che altro
4080 I, 4 | iera za damò apareciò de levarse el sole, e sí a’l se comenzava
4081 I, 4 | Felicèta.~Vedendo-s ser Zambô levat in tanta alteza, e de aví
4082 II, 5 | la qual non si mosse; e levatele i panni e la camiscia, cominciò
4083 II, 5 | fitto nella nera cocolla; e levatisi i panni dinanzi, in presenza
4084 I, I | giudicato lo avrebbe. E levatoselo su le spalle, meglio ch’
4085 I, I | Il preside, che di poca levatura aveva bisogno, diede piena
4086 I, 4 | ch’a’ i no te fès un a te levavi e se n’andas con Dé, e che
4087 II, 5 | potreste, perciò che non mi leverò di qua, che troverò le gioie
4088 I, 3 | in picciol spazio d’ora levoli ogni dolore. — Disse allora
4089 I, I | piva fatta al modo suo, levolle i panni e gliela pose fra
4090 I, 4 | che non erano prima, si levorono dalle mense e al carolare
4091 I, 4 | respós: — Un afamat no guarda lez. — E per che l’iera lü golôs
4092 I, 4 | piasí de Domnedé, ol arivá a Lezzafosina; e per che l’iera senza
4093 I, 2 | cortesia, ti prego, da questo lezzo; perciò che, sí come tu
4094 I, 4 | sorella maggiore, prese una libbra di quella stoppa, e con
4095 II, 10 | Bertuccio. — Io giá tre mesi fa liberai la figliuola del re di Novara
4096 I, 2 | Deh, gentil cavaliere, liberami per cortesia, ti prego,
4097 I, 3 | questo, rispose che mai lo liberarebbe, fino a tanto che non truvassino,
4098 I, 2 | pietá, contentò da morte liberarlo; e tanto e con i piedi e
4099 II, 9 | io sono qui aggiunto per liberarvi. — E cosí dicendo, ecco
4100 II, 9 | piú il figliuol mio, ma liberatelo, perciò che egli è innocentissimo
4101 II, 9 | l'uccisor della fiera e liberator della puncella, e giá averla
4102 II, 9 | colui che era stato il vero liberatore della figliuola. L'eremita,
4103 I, I | lunghi ed acerbi tormenti la libererai. E se in ciò sarò bugiarda,
4104 II, 11 | purgati, si scioglierá e libererassi al tutto, né alcuna cosa
4105 I, 4 | dubitare; perciò che io ti libererò del tutto. Ricordati che
4106 I, 4 | come vuoi tu ch’io t’apri e liberi, se io non ho il modo di
4107 I, 2 | detto il falcone che egli liberò dal freddo ghiaccio, e l’
4108 II, 8 | ospizio, disse: — Domini, libetne vobis hospitari? hic enim
4109 II, 6 | passione venuta nel cuore per libidinoso pensiero. I cui malvagi
4110 I, 4 | sorella, rispose: — Una libra di filo di stoppa con una
4111 II, 6 | maga, ella prese il suo libretto, e fece in terra un cerchio
4112 I, 2 | vestitasi molto lascivamente e licatasi il viso, soletta uscí di
4113 I, 1 | lagrime umilmente lo pregorono licenziare le dovesse, e che di sí
4114 II, 7 | l'uscio aperto, lasciando licenziosamente venir gli uomini in casa,
4115 II, 8 | lettiera nella callicella lievemente giú cadere, finse di sognare:
4116 II, 5 | bevi l'acquatico vino, lievi su la notte a lavorare,
4117 I, 3 | diamante, il quale dentro la ligatura nell’oro aveva scolpito
4118 I, 2 | Capraia, posta nel mare ligustico, la quale Luciano re signoreggiava,
4119 II, 11 | nel cerchio di mezzo, dove limitatamente si purgano i peccati, è
4120 Not | orecchi e orecchie; limosina e limosena; di, de, de'; fosse e fusse;
4121 I, 4 | brinose erbette e le fredde e limpid’acque, si erano con il lor
4122 I, 3 | correnti e larghi fiumi, i limpidi e chiari fonti; ed approssimatasi
4123 I, 4 | al molin, a domandar-me limuosina per la bell’amor de Dio?
4124 I, 4 | pigiá un so drapeselo de lin bianco e neto de lisía,
4125 I, I | lisciare le nostre camiscie, le linciuola e gli altri panni di lino. —
4126 II, 8 | diligentemente mirò ogni linea che in quella si trovava;
4127 I, 1 | intendeva, levatosi in piedi, le lingeva il viso, la gola, il petto
4128 I, 2 | posto silenzio alla dolce lira e chetate le sante corde
4129 I, I | e la fante è occupata in lisciare le nostre camiscie, le linciuola
4130 I, 3 | in cui le serventi con il liscio nettano le camiscie ed altri
4131 I, 4 | meta un drapo bianco de lisia in su ’l volto, e pò ch’
4132 I, 4 | de lin bianco e neto de lisía, e si ghe covrí el volto.
4133 II, 9 | Lombardia nobile sí per lo literario studio sí anco per essere
4134 II, 8 | tra gli uomini saputi e literati e quelli che sono materiali
4135 II, 8 | essa ignoranza, faceva il literato, e mostravasi con ogni uno
4136 II, 12 | pronunzierò senza fatica a' litiganti. Non vi par egli, padre,
4137 Not, Bibl | Novelle in der englischen Litteratur des XVI Iahrhund., Strasburgo,
4138 I, 1 | dure pugna gli occhi sí lividi e gonfi che quasi non discerneva,
4139 I, 4 | Hossú! basta mo! meton da un lò le parole e vegnon ai fati.
4140 Not | da tuti quanti;~chi da un lô sta, chi da l'altro.~ben
4141 I, 4 | qualche carogna trova into i loamari. A’ so ben mi co sai fare
4142 I, 3 | farò sí che di me voi vi lodarete, e di loro novella alcuna
4143 I, I | questa gran fortuna; ma lodato sia Iddio che sete ritornato
4144 I, 3 | disse Chiaretta, — mi lodo di questo, che se io avessi
4145 I, 4 | no se possènd cordá con lör, se partí de lá per andá
4146 I, 1 | Simplicio che passeggiava nella loggetta della sua casa; e con allegro
4147 I, I | spaziosa corte, la superba loggia, l’ameno giardino pieno
4148 I, 4 | e vezando Marsilio da la longa ch’andasea de bon andare,
4149 I, 3 | dove con somma allegrezza longamente vissero. E maestro Raimondo,
4150 I, 4 | Tia; — e Cecato s’aiava a longar-se quanto che ’l poea. — Oh,
4151 II, 8 | acciò che il tempo e la lontananza ponesse in oblivione l'innamoramento
4152 I, 4 | uccidesse il figliuolo, in lontane parti mandato l’aveva e
4153 I, 3 | che ne posso io? Darli la loquela non è ufficio umano ma divino.
4154 II, 8 | enim nostrum sic ut auditis loquitur, quoniam maiores et sapientiores
4155 II, 9 | inconfesso ed impenitente, la lorda e scelerata sua vita finí. —~
4156 II, 10 | le poneva. E quantunque lorde e sozze fusseno, perciò
4157 I, 1 | erano l’immondicie e le lordure, sí come fanno i porci,
4158 Not | Francesco Lorenzini,
4159 I, 2 | tenere e amorose carezze e losingarla, volendo che quella notte
4160 I, 4 | piú esser accarezzata né losingata da leggiadri e vaghi giovanetti
4161 I, 4 | salvatico, che l’accarezzava e losingava, destramente la saetta,
4162 I, 2 | signor mio, con vostre finte losinghe ora ingannarmi; ma giurovi
4163 II, 12 | di Toscana, tra Firenze e Lucca, abitava un artegiano molto
4164 II, 7 | era partito da noi; e le lucciole, uscite delle cieche e tenebrose
4165 II, 5 | son sí macri, che paiono lucertole. Ma se voi farete quel che
4166 II, 7 | che dentro d'un camerino luceva; ed entratovi dentro, non
4167 II, 7 | borsone di ducati d'oro, che lucevano come il sole, e un fil di
4168 I, 4 | nobile sembiante~e quelle luci sante~ne’ quai mia vita
4169 II, 8 | perché quanto piú la notte è lucida e serena, tanto piú è tranquilla
4170 I, 2 | a tre figliuole che tre lucidissime stelle parevano, caldamente
4171 II, 12 | nostre abbandonate, e il lucido splendor del giorno erasi
4172 II, 9 | raccomando e do nelle mani di Lucifero». — Il notaio, che temeva
4173 II, 9 | restò, e vestitosi di abito lugubre con la figliuola e la corte,
4174 II, 7 | bellezza compiuta, i cui vaghi lumi fiammeggiavano come matutina
4175 II, 7 | NOTTE OTTAVA~Il biondo e luminoso Apollo, figliuolo del tonante
4176 I, 2 | questa cosa avenire per la lunghezza della infermitá che tali
4177 I, 4 | quartiero ch’iera ivelò puoco lunzi, e sí gh’el messe in cavo;
4178 II, 9 | eran leoncini, orsattini e lupini, de' quali d'ogni sorte
4179 I, 1 | sommamente amava. Laonde cominciò lusingarlo ed accarezzarlo, promettendogli
4180 II, 8 | all'incontro la basciava e lusingava.~Mentre che 'l signore,
4181 I, I | paterna traccia, lasciando a’ lusinghieri ed agli adulatori il corteggiare
4182 II, 8 | La fanciulla, vedendo il lustro della catena d'oro, e piacendole,
4183 I | Vinegia alli ij di Gennaio M.D.L.~~ ~
4184 I, 4 | Benedetto Trivigiano:]~— Ma-de cancagno, madonna parona,
4185 I, 3 | maestro Raimondo con la sua maccaronesca scienza cercò di inebriare
4186 I, 1 | altro che di lasagne e di maccheroni, disse: — Giliola, andiamo
4187 II, 11 | rimovere tutte le cause che macchiar potessero la puritá della
4188 I, 2 | non vogliate ad un tempo macchiare l’onor vostro e mettere
4189 I, 1 | con violenza il corpo mio macchiasti, non però la ben disposta
4190 I, I | guagina ancora di sangue macchiato, quello sará de’ tuoi figliuoli
4191 I, 2 | bellicoso cavallo, sparso di macchie, di picciol capo e di sguardo
4192 II, 6 | che nel proprio sangue si macelliamo le mani. Provedete adunque
4193 I, 3 | mio? per servir a Dio e macerar questa misera carne — disse
4194 II, 9 | che sola la pelle sopra le macerate ossa rimase. Avenne che '
4195 I, 3 | volto squallida; ed era sí macilenta e macra, che per la sua
4196 I, 1 | non sono qui venuto per macolare l’onor tuo, lo quale piú
4197 I, 3 | e macra, che per la sua macrezza tutte le ossa ad una ad
4198 II, 5 | diluviano; nondimeno son sí macri, che paiono lucertole. Ma
4199 II, 5 | ch'io sono sí macilente e macro, come tu vedi, e tu sei
4200 I, 4 | E ela ghe respondí: — Made-sí! — Dis in quella fiada Bertaz: —
4201 I, 4 | Durum est, piasevoi madonni e graziôsa signôra; a’ torni
4202 Not, Bibl | particolare trattazione.~Schmidt, Märchen-Saal. Die Märchen des Straparola
4203 II, 9 | unitamente li nudrí: ed erano sí maestrevolmente uniti, che un non poteva
4204 I, I | attanagliato, come Gano di Maganza, lo fece squartare, dando
4205 I, 4 | ponzini. — Respose Cecato: — Magari a Dio, oh fosse ’l vero
4206 I, I | Dimitrio li dimostrava i magazzini pieni di legna, di formento
4207 II, 8 | determinato alle calende di maggio.~I mercatanti andarono alle
4208 I, I | per l’ordine delli suoi magistrati nobilissima ed abbondevole
4209 I, 4 | sto diambera del buzò gh’i magna tuti? e a’ no ghe posson
4210 II, 8 | con effetti dimostrate la magnanimitá che nel cor vostro ben disposto
4211 II, 12 | giorno questo eccellente magnate, vestito di porpora con
4212 II, 7 | mattina sequente questo magnato ed eccellente medico, chiamato
4213 I, 4 | magnare; e dapò che i ave ben magnò, i s’andò a colgare in leto
4214 I, 4 | magne; e nu povereti a’ magnon la melega. Nu a’ bruscon
4215 II, 7 | dí divenne sí macilente e magro, che appena la pelle sopra
4216 II, 8 | auditis loquitur, quoniam maiores et sapientiores nostri sic
4217 II, 12 | spagnuolo. Il spagnuolo, giotto, maladetto e tristo, fece con le galline
4218 I, 1 | offeso; e appresso questo, maladicevano loro medesime che troppo
4219 I, 1 | richiese infinite cose, che malagevol cosa sarebbe raccontarle
4220 I, 1 | in piedi; ma pur con gran malagevolezza levatosi, e non potendo
4221 I, 2 | sola, assai nella vista sua malanconosa le parve. Laonde la madre
4222 I, 4 | scaltria e cativela co ’l malano, com l’ave sentú vegnir
4223 II, 10 | trovar rimedio alla sua malattia: e fece una pistola al signor
4224 I, 4 | zovane struta scaltria e maledeta, e avea nome Tia: e de zonta,
4225 II, 5 | allegramente bere. Ma l'astuta e maledetta madre ora moveva le legna
4226 I, 4 | con alta vòs la comenzá maledí e biastemá ol dí e l’ora
4227 II, 7 | gli occhi pieni di lagrime malediceva la sua trista sorte; e addimandata
4228 II, 5 | lavorare, e vedendo questa maledizion di rogna averti sí attenuato
4229 II, 9 | omicida, ladro e ad ogni malfar disposto; e tutti Rosolino
4230 I, I | perciò che senza dubbio il malfattore trovarete. — Il re, cercata
4231 | malgrado
4232 II, 9 | i costumi degli uomini maligni fanno spesse volte quello
4233 I, 1 | lussuria. E tanta fu la malignitá di lui, e tali e tanti i
4234 I, 1 | sí fiera e sí spiacevole malinconia e cordoglio, che né mangiare
4235 I, 1 | demonio, veggendola stare sí malinconiosa e sapendo la causa, ma fingendo
4236 I, 4 | a’ i è lôr piü tristi e maliziòs ch’a’ no so mi; — e quest
4237 I, 4 | impiza el fuogo; e stava maliziosamentre al fuogo da quello che ghe
4238 II, 8 | di non essere scoperti e malmenati, non volevano consentire,
4239 II, 5 | tutto enfiato percosso e malmenato, gli fu forza a descendere;
4240 I, 4 | signora Lucrezia:]~— Le malnate ricchezze e i beni per torte
4241 II, 12 | come se avesse qualche malo spirito, cominciò a scongiurarlo.
4242 I, 2 | lamento, e vedutala cosí maltrattata, alquanto la confortò; e
4243 I, I | io in questa notte per la malvagitá del tempo non ho mai dormito;
4244 I, 3 | Raimondo il bicchiere pieno di malvatico vino, ed avendolo Nerino
4245 II, 12 | onorandogli sommamente; ora è malveduto e lo fuggono come contagiosa
4246 II, 12 | Cesare, dottissimo giovane, mancandogli i primi fondamenti legali,
4247 II, 6 | date dodeci staffilate, e mancandone una al numero di venticinque,
4248 II, 7 | voi v'ingannate. A me non mancano coteste cose che donar mi
4249 II, 8 | compagni del signor, vedendo mancargli il lor capo, né sapendo
4250 II, 9 | dopo' le promise di non mancarle di aiuto, dolendosi tuttavia
4251 II, 5 | voi ferma, ch'io non vi mancarò; — e tuttavia l'uno e l'
4252 II, 12 | ricchezze a meno, e insieme gli mancarono tutti gli amici che 'l corteggiavano.
4253 II, 6 | cui rispose Ermacora: — Tu mancasti, fratel mio, nel piú. —
4254 I, 3 | in maniera alcuna non ne mancate. — A cui rispose Acquirino
4255 I, 4 | vuori contentare, a’ no ve mancherá de tuto quelo che sarí domandare. —
4256 I, I | sgomentate; perciò che noi non vi mancheremo di favore e di giustizia,
4257 II, 6 | uguali, ma in diverse cose manchevoli; e disse: — Andolfo, la
4258 I, 1 | superiore, e me come vostro mancipio tene. Taccio ora i vostri
4259 II, 8 | spirito, si raccolse in sé, e mandando fuori un gran sospiro, a
4260 II, 12 | distruggono il mondo e mandano ogni cosa sottosopra; la
4261 I, 2 | la scelerata matrigna di mandar ad effetto il suo maligno
4262 II, 8 | per consiglio mio no 'l mandarete piú in studio, a ciò che
4263 II, 10 | quella priego le piaccia mandarlomi con ogni celeritá; altrimenti
4264 II, 8 | regno tuo, io determinai mandarti in Austria, dove dimora
4265 I, 2 | abbiamo presa deliberazione di mandarvi altrove con gioie, gemme
4266 I, 2 | infiniti tesori potente, li mandaste altrove, dove conosciuti
4267 II, 8 | legna ed inteso chi era il mandatore, assai s'allegrò e molto
4268 I, I | partirsi: e voi in questo mezzo manderete per li parenti della moglie,
4269 I, I | fino a tanto che noi non lo mandiamo a casa. — E andatisene in
4270 II, 10 | ecco che per un quarto le mando uno vitello integro: e quella
4271 II, 12 | spagnuolo, tolto un bastagio, mandògli subito a casa; ma non contò
4272 I, 4 | da ü speçial, che pestava mandoi in ü mortér per fa di marzapá,
4273 I, 1 | duo e degli migliori; e mandolli per lo suo valletto a Giliola,
4274 I, 3 | fanno i famelici lupi nelle mandre delle pecorelle venuti;
4275 I, I | altri panni di lino. — Di mane forse sará miglior tempo, —
4276 II, 7 | disse Pisardo — come sono maneggevoli e presti; — e presa una
4277 I, I | ed alla moltitudine de’ maneggi che come a nuovo possessore
4278 I, 2 | voglio che bene lo guata e maneggia, perciò che è piacevole
4279 I, 2 | noia alcuna, lascerommi maneggiare. — Il giovanetto tutto allegro
4280 I, 4 | era solita a governarla e maneggiarla, subito dalle natiche si
4281 II, 7 | dentro, poi che gli ebbe maneggiati un gran pezzo, ripostigli
4282 I, 2 | ammaestrò, che, oltre che si maneggiava d’ogni parte, il s’inchinava,
4283 II, 6 | ingegno; e appresso questo maneggiavano molte merci, con le quali
4284 I, 2 | destrezza ed attitudine quello maneggiò, che ciascuno stavasi attonito
4285 I, 4 | poltrô, ingrat, ribald, manegold, giot e scelerat? Quest
4286 I, I | mondo, e, tutto sopra sé manendo, di stalla si partí.~Venuto
4287 I, 4 | Tever? — e tuta fiá te t’ol manestrava de sí fata manera, che ’
4288 II, 10 | signori fanno, certo io mangerei assai meno di quello ch'
4289 I, I | alcuni suoi amici venissero a mangiar con esso lui; e l’impose
4290 II, 8 | portate la carne a casa per mangiarla, che ne fate voi? non la
4291 II, 12 | animale, certo non vorranno mangiarne, perché non è cibo appropriato
4292 II, 10 | vergogna ad una ostaria, e mangiarono insieme; e ragionando di
4293 I, 4 | romas se no la pèl. Avend mangiat Zambô ol fis, a ’l ghe pars
4294 II, 10 | matura, ma notabile e gran mangiatore. Egli s'avantava di mangiare
4295 I, I | quello che fanno, e come mangino. — Andatisene adunque a
4296 II, 5 | a desinare, e lietamente mangiorono. Appena che avevano fornito
4297 II, 12 | partito, né piú cosa alcuna manifestamente si conoscea, quando la signora,
4298 I, I | appalesar non vogli; perciò che manifestandolo ne saresti e della tua e
4299 II, 12 | giovane andasse al rettore a manifestarli, chiamatolo a sé, e raccontatogli
4300 I, 1 | che io vi prometto di non manifestarlo, senza il vostro volere,
4301 I, 1 | a confessarvi il vero e manifestarmi chi io sono, sappiate ch’
4302 I, 1 | con tal vituperoso scorno manifestate. — Il scolare, vedendole
4303 II, 11 | al corpo mio, allora ti manifesterò ogni cosa. — Per queste
4304 I, I | perturbazione tua, ed io manifesterotti l’innocenza sua. Cessa per
4305 II, 11 | ragione di quanto aveva maniggiato, come fece quel Scipione
4306 I, 4 | Zambô, digand: — Ah poltrô, manigóld, che credi-t che tug’ ancuö
4307 I, 4 | ol se ghe mis dré con la manoela ch’ol aviva in ma, e a’
4308 I, 4 | prendo,~Da quelle viste mansuete e nuove~giungemi al cuor
4309 I, 2 | ed abbelliva, che i lor mantelli non altrimenti che velluto
4310 II, 10 | in mano, e ravoltosi il mantello attorno il braccio, cominciò
4311 II, 6 | rispose la giovane, — di non mantener la lena; perciò che io nuoterei
4312 II, 11 | il marito che le dovesse mantenere quanto le aveva promesso.
4313 II, 6 | rotta fede. Io per me voglio mantenerla, pur che Vostra Santitá
4314 I, 1 | poteste rifocilarvi alquanto e mantenervi nelle fatiche che di continovo
4315 I, 3 | figliuolo mio, Iddio salvi e mantenga. — Sareste voi per aventura
4316 I, 1 | depose la diadema e il manto regale, e in suo luogo con
4317 I, I | di Federico marchese di Mantova, nascosamente se n’andò,
4318 Not | Ioseppe di Manzelli,
4319 I, 4 | gh’andava anch’elogi e la maor parte di suo bali — e si
4320 I, 4 | Stand ixí tug’do in sí fata maravegia, a’ i se fé dinanz a la
4321 I, 4 | i stét fort sovra de sí, maravegiando-s grandement com’era possibol
4322 II, 12 | nell'arte della medicina, si maravigliano non poco dell'ordine da
4323 I, 2 | se tu sapessi, molto ti maraviglieresti, e forse ti rallegreresti. —
4324 I, 3 | notte ragiona, e dice cose maravigliose. Se tu lo avesti in tua
4325 II, 6 | vegga, riescono lieti e maravigliosi effetti, che oltre la speranza
4326 I, 4 | tratat, ol se n’andá a San Marc; e per bôna ventura, passand
4327 II, 5 | Sotto Fano, cittá nella Marca, posta al lito del mare
4328 II, 7 | in vece di putrefazione e marcia, usciva sangue vivo, misto
4329 II, 7 | lussuria — sí come scrive Marco Tullio nel libro della Vecchiezza —
4330 I, 4 | comari, se la ’s doviva maridá o no, e si la ’s maridava,
4331 I, 4 | maridá o no, e si la ’s maridava, la dovès tuór per marit
4332 I, 2 | moglie ed il bambino, indi la marinerezza strettamente abbracciò e
4333 I, 4 | fa, brigantari forfanti marioli, fé del voster e no dol
4334 II, 6 | assai come ha costei, tu ti maritaresti. — Il che intendendo, un
4335 I, 1 | Io, madre mia, vorrei maritarmi. — Il che udendo, la madre
4336 I, 3 | ora è venuto il tempo di maritarti, e noi ti abbiamo trovato
4337 II, 12 | tenessero fino ch'ella si maritasse. A costei, essendo nel monasterio,
4338 II, 11 | nasciuto in Savona, cittá marittima, per avanti chiamato Francesco
4339 I, 3 | Valeriana, figliuola di Marliano re di Scozia, donna nel
4340 I, 3 | sponda del fiume un monaio, Marmiate per nome chiamato; il quale,
4341 I, I | vedendo il servo a guisa d’una marmotta profondamente dormire, trovò
4342 I, I | tolse un martello, e tanto martellò, che ruppe la serratura
4343 I, I | tolta la piva, le soffiò nel martino: ma per questo la meschina
4344 Not | giacqui,~indi poi tratto fuor martirizzato;~cotto giá fui, e quando
4345 II, 9 | maraviglia: perciò che allora voi martoravate le carni morte; ma quando
4346 II, 12 | uscir ne dovesse o sangue o marza, ne uscí un certo grosso
4347 I, 4 | mandoi in ü mortér per fa di marzapá, e sí ghe domandá s’a’l
4348 I, 4 | cavallo, e giunselo in una mascella, e quella dal luogo gli
4349 I, 1 | gl’invitati menavano le mascelle, lo scolare ritornò nella
4350 Not | nacqui,~fui da mia madre maschio procreato;~molti giorni
4351 I, 4 | puovero babion de Cecato masenava la biava al molin, e Marsilio
4352 I, 4 | piaseole e da riso de la soa: e masimamentre ch’a’ ve diré de la struzia
4353 I, 4 | mogiere una figiuola d’una massaria che se ciama i Gagiardi,
4354 II, 10 | preziose vesti, cavalli e masserizie e andò a Napoli; dove tolta
4355 II, 11 | Sisto quarto, pontefice massimo, di nazione genovese, nasciuto
4356 I, 1 | morire. Ripetendo allora mastro Gasparino il suo scongiuro,
4357 I, 1 | giorno, e avendo lasciato il materasso pieno di sterco, se n’andò
4358 II, 9 | che un contadino rozzo e materiale, valicando per quel luogo
4359 II, 8 | literati e quelli che sono materiali e grossi, nondimeno alle
4360 I, 4 | no l’intenderé, te parré mato. —~Quando che la Tia fasea
4361 II, 10 | per l'addietro gustato il mattarello, pose la mano al membro
4362 I, 1 | per moglie la figliuola di Mattias re di Ongheria, Ersilia
4363 I, I | grandissima allegrezza, perciò che mattino e sera se ne andava sopra
4364 I, 2 | per sua disaventura era matto, e tutti quelli che lo conoscevano,
4365 II, 5 | savio, cominciò con le donne maturatamente considerare le prodezze
4366 II, 5 | arbore; e scegliendo i fighi maturi, quelli con silenzio cosí
4367 I, 2 | volentieri l’assunto, e con maturitá considerata la loro condizione,
4368 I, 3 | leggiadre e belle come matutine rose. L’una delle quali
4369 I, 2 | e dalle mani scaturivano matuttine rose ed odorosi fiori. E
4370 II | il primo di settembre, MDLIII.~~ ~ ~ ~
4371 I, 4 | plebeo, di panno fino; se meccanico, di cuoio puro. Laonde la
4372 I, 4 | vedüt ch’a’l fo da certi medegh, ghe fo domandat se ’l saviva
4373 I, 4 | bôna; e zambotand fra sí medém, ol dis: — Ma costör a’
4374 II, 12 | passando, anco egli porse medesimamente il buon giorno a costui.
4375 | medesime
4376 II, 10 | gli valevano medici, non medicine, non rimedi d'alcuna cosa,
4377 I, 4 | car, nu avém bé pensat e mèg considerat i casi noster,
4378 I, 4 | altra containa a parechi megia d’intorno che poèsse stare
4379 I, 4 | fromento, e mi del pan de megio, de melega e de la polenta,
4380 I, 4 | rasoná, pacenza; a’ l’è lü mèig ubidí ché santificá, che
4381 I, 4 | prová se ’l podiva trova meiôr ventura che ’l n’aviva trovat
4382 I, I | Vangelista de’ Cittadini melanese, uomo di gran maneggio,
4383 Not, Bibl | introduzione dello Jannet.~Mélanges tirés d'une grande Bibliothèque.
4384 II, 5 | gettavano lagrime come di mele; ed eranvi sempre guardiani
4385 II, 5 | comendava in tutti gli suoi membri. Rispose madonna Daria:—
4386 I | contento. State felici, memori di me. Da Vinegia alli ij
4387 II, 9 | ballestra sotto la coda che mena gran vampo, e mal è per
4388 I, 1 | e con esso lei cominciò menare una danza, facendosi far
4389 I, 2 | venisse al palazzo ed insieme menasse il suo cavallo. Il quale,
4390 II, 6 | stia da parte, quando tu menasti a casa Castoria, tua diletta
4391 II, 7 | molto. Fatte le nozze, e menata la moglie a casa, Silverio
4392 II, 5 | vi farete una zuppa; — e menatala in un camerino, le porse
4393 I, I | Dimitrio a’ cognati, disse: — Menate la sorella vostra ovunque
4394 I, 3 | botoli cani aver parturito. E menatolo nella camera dove la addolorata
4395 II, 9 | correndo, strascinava il lupo e menavalo per ispidi dumi, per ruinati
4396 II, 9 | disavedutamente una feminella povera e mendica, la cui arte era di rubare
4397 II, 6 | quando all'Isola di mezzo, e mendicava. Avenne che sendo un giorno
4398 II, 9 | miei figliuoli poveri e mendici? Lascio adunque questo consiglio
4399 II, 9 | di Vostra Maestá, io il menerei qua dinanzi della presenzia
4400 II, 7 | fornito di sella e briglia mi menerete alla fiera, e mi venderete:
4401 I, 2 | disleale e traditore! dove mi meni, cane, figliuolo di cane? —
4402 II, 6 | la prese per la mano e menolla nella sua mal coperta capanna:
4403 II, 5 | passata notte mal dormito; — e menòlla in un camerino: dove gettatasi
4404 I, 1 | danzavano; e finito il ballo, menolli nella camera dove le tre
4405 II, 7 | presero per lo capestro, e lo menorono al fiume per dargli da bere.
4406 I, 4 | ol bus di oreci, e co la ment e col cervel starí a scolta
4407 I, 1 | soccorso. Appena era fornita la mentale orazione, che Teodosia miracolosamente
4408 II | altrimenti dicessi, me ne mentirei; ma ben holle fedelmente
4409 I, 2 | di Biancabella, non però mentovandola per nome. E giunta al fine
4410 I, 2 | che non li pianti qualche menzogna? Vedete la testa che meco
4411 I, 4 | sora via e ghe lassava la meóla de déter. Ol parò, che s’
4412 I, 1 | cuore. Dopo con grandissima meraviglia piú intensamente riguardandole,
4413 I, 2 | e temuta da tutti per la meravigliosa opera, e inteso il giovane
4414 I, 2 | anderebbeno al giovanetto e mercarebbero il cavallo: e forse, per
4415 I, 4 | metter dentro certe sue robbe mercatantesche che per aventura allora
4416 II, 8 | della reina, prese la nobil merce, e quella le diede in dono.
4417 Not, Bibl | Deulin, Les contes de ma mère l'oye avant Perrault, Parigi,
4418 II, 7 | Credete voi ch'io sia qualche meretrice, tentandomi con vostri presenti?
4419 I, 4 | addormentata la vederai nel meriggio, destramente guata sotto
4420 I, 3 | di fiorini al publico e meritano mille forche, si stavano
4421 II, 6 | pareva per le sue facezie meritare, tra sé stesso molto si
4422 II, 9 | i peccati sí lieve pena meritassero, ma per l'amore che 'l padre
4423 I, 4 | forze del mondo. E però meritatamente dicesi l’uomo savio signoreggiare
4424 I, 2 | ed onori che degnamente meritate; e voi, in guidardone delle
4425 II, 9 | molto piú di quello che meritavi, acciò che tu scrivi a modo
4426 II, 10 | ma per le condizioni sue meriterebbe uomo di maggior legnaggio
4427 II, 9 | ladri, scelerati e che meriterebbeno per la mala vita che tengono
4428 I, 1 | stendardo del papa sopra li merli, fu colto da una grossa
4429 I, 3 | per le spalle annodati e meschi con finissimo oro, ed una
4430 II, 9 | suoi. E se per aventura le meschinelle inavedutamente cadeno in
4431 I, I | ed altri odoriferi fiori, mescolati insieme con uccelletti cipriani
4432 II, 8 | bergamaschi di grossi panni, e mescolatisi colli contadini, si misero
4433 I, 2 | fu ii re, la madre per un messaggero tostamente mandò a dire
4434 I, 3 | chiamò uno bastagio; e messagliela in su le spalle, la recò
4435 II, 8 | basciarono. Il giovane, messala sopra il letto e lui coricatosi
4436 II, 12 | cervello; — e aperto il messale, come se avesse qualche
4437 II, 6 | il vaso fosse recato; e messavi la mano dentro, trasse prima
4438 I, 4 | stringeva, fece i ferri e messegli al cavallo, secondo che
4439 I, 4 | ghe respondé: — Disi pure, messiere, ch’a’ ve prometo sul cargo
4440 I, 2 | ed ordinata la botte, e messili tutta tre dentro con una
4441 II, 7 | chiara, e volgarmente è detta Messina. Di questa nacque maestro
4442 II, 9 | licenziò: ed Andrigetto, messogli un fiorino in mano, allegro
4443 I, 2 | scoppiavano da dolore; e tutti mesti e sconsolati la galea di
4444 II, 9 | Rispose l'orso: — Non fa mestiero dir altre parole; io aprirò
4445 I, 4 | pizegamort, la gh’aidá a meter ol corp in spala, e sí ghe
4446 I, 4 | maitina n’aròn altra briga che meterla sul caro e andarsene cantando. —
4447 I, 4 | Marsilio: — Hossú! basta mo! meton da un lò le parole e vegnon
4448 II, 9 | suo, ma anche spesse volte mette a pericolo la vita e sparge
4449 I, 3 | la fusse piú sicura, la metterebbe nella camera dove egli dormiva.
4450 II, 8 | addimandano le ricchezze, e poi metteremo fine alle nostre interrogazioni. —
4451 I, 3 | continovamente s’ingegnavano di metterla in maggior odio della insensata
4452 II, 5 | all'incontro ti prometto di mettermi nelle tue mani, e lasciare
4453 I, I | ira, a mano a mano te li metterò appresso. — Disse Fransoe: —
4454 II, 8 | sopra la catena, e voleva mettersela al collo. Il signore, che
4455 II, 9 | tenaci catene in prigione lo mettessero, dandogli solamente al giorno
4456 I, I | stracci d’un povero uomo e mettetevegli indosso, ed impiastracciatevi
4457 I, I | dissegli: — Va alla stalla, e metti in punto il mio cavallo
4458 II, 10 | Gliceria, cavati e guanti e mettili giú; perciò che non sta
4459 I, 4 | secondo l’ordene che l’aéa metú co la Tia, tolse un bon
4460 I, 4 | e sí me n’andaré. In sto mezo, Tia, andòn a pareciare
4461 II, 11 | venire a sé ogni dí cerca il mezzogiorno, e con gran riposo di animo
4462 I, 4 | A ’l no porae nian star miegio al mondo de Dio. E po’ —
4463 I, 3 | ladroni, che hanno rubbato migliaia di fiorini al publico e
4464 | mila
4465 Not, Bibl | La Novellistica, vol. I, Milano, 1924, pp. 713-31.~ ~
4466 I, 3 | disposto uomo, all’arte militare si diede, domando cavalli,
4467 II, 6 | divenne perito nell'arte della milizia, e fecesi valente soldato
4468 II, 9 | divino nome, e scritto il millesimo, il giorno, il mese e la
4469 I, I | Va a casa, e di’ alla Mina che lessi questo vitello,
4470 I, I | castigato, quantunque da lui con minacce fusse agramente ripreso.
4471 I, 1 | Il scolare con turbato e minaccevole viso comandò che, per quanto
4472 II, 11 | grandemente a riprenderlo e minacciarli. A cui il pazzo: — Tu ben
4473 II, 9 | spiacevoli il villaneggiava e il minacciava sopra la vita; e perché
4474 I, 2 | assai si turbò, e acramente minacciolla che, se ella piú gridava,
4475 II | odio mossi, cercano co' minacciosi denti mordermi e le misere
4476 II, 9 | andò lá dove dimorava il minaccioso dracone, e seco condusse
4477 II, 7 | se ne rideva. E perché il minchione non vedeva per altri occhi
4478 II, 7 | che era agevole, molto minormente appararebbe quella di nigromanzia,
4479 II, 12 | acque, quelle accrescendo e minuendo secondo che gli aggradiva.
4480 II, 10 | non lasciandone pur una minuzia andare a male. E tutte le
4481 I, 2 | spiccò il capo dal busto: e minuzzate le sue carni e fratti li
4482 II, 9 | marito vostro, e vedrete cose mirabili; ma non aprite il drappo
4483 I, 1 | mentale orazione, che Teodosia miracolosamente sparve, ed a Carlo Iddio
4484 I, 2 | un’altra ninfa sedeva. E miratala nel chiaro viso, stupefatto
4485 II, 9 | asino e quello attentamente mirato, molto si maravigliò ch'
4486 II, 8 | Risposero i bergamaschi: — Ne miremini, excellentissimi domini.
4487 II, 10 | in voi si specchi e fisso miri,~che dal capo alle piante~
4488 II, 8 | sua mano e diligentemente mirò ogni linea che in quella
4489 II, 12 | subito prese un bastone di mirto, pieno di nodi, e lo menò
4490 II, 12 | radici di altea cotte e miscolate con grasso di porco, perché
4491 Not | trovi al presente,~godendo miser Iacomo Pesente~che ti ten
4492 II, 10 | per la strada un subito e miserabile accidente, per lo quale
4493 II, 9 | poveri contadini e ad altre miserabili persone, né voleva quelle
4494 I, 3 | come si dice, balla. — Oh miserelli! — disse la colomba, — e
4495 I, I | grandissima umiltá nel sacco si misse. Cassandrino, trincato,
4496 I, 1 | e abbracciata la pietá mista col dolore, volse al tutto,
4497 I, 4 | Verona, dove ol trová un mister de bareti, ol qual ghe domandá
4498 I, 4 | sí. Intrat in botiga, ol míster ghe dé certi cosi de confeziô
4499 Not | delle sue fiabe, e cosí misterioso come un personaggio di queste
4500 I, 1 | disse: — Giliola, andiamo a misurare dodici sacchi di biada,
4501 Not, Bibl | Straparola aus devi italienischen mit Anmerkungen, Berlino, 1817.
4502 II, 12 | il che volendo il padre mitigare il suo grandissimo dolore,
4503 I, 4 | déter nol Tever? Guarda mò un pò se l’è ancora qua. —
4504 II, 9 | veramente di tutti e miei beni, mobili ed immobili, presenti e
4505 II, 12 | secondo il suo bisogno e moderatamente. Gli amici e cari compagni,
4506 I, I | avenire attendi a viver piú modestamente di ciò che per lo adietro
4507 I, I | Gli atti, donna gentil, modesti e grati,~con l’accoglienze
4508 I, 3 | e fattale riverenza, con modesto modo e volto allegro sino
4509 I, 4 | fata facenda; e sí no se moea ninte. E perché Cecato se
4510 I, 4 | Cecato Rabboso avea per mogiere una figiuola d’una massaria
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