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Lorenzo Magalotti Lettere odorose IntraText CT - Lettura del testo |
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Firenze, ....
Devo risposta alla vostra de’ 12 scrittami in giustificazione del ritardo della cassetta de’ Buccheri, che volevo vedere se mi riusciva di potervi accusare. Ma aspetta aspetta, non se n’è veduto né fuoco, né fumo. A me non dà fastidio l’indugio, perché, come potete credere, io non ho bisogno di servirmene di tutti a un tratto, trovandomi ancora assai ben provveduto dell’ultima rimessa, che me ne faceste l’anno passato, benché assai diminuita dalle gran chieste, che me ne vengono tuttogiorno da più bande. Io dubito solamente che il povero Giannettone possa aver portato le pene della irregolarità de’ vostri arbitrii in consegnargli cosa della quale egli era così poco degno. Del resto io osservo che voi, con tutto che vi mostriate così sprezzante dei Buccheri rotti, non lasciate di spiegarvi assai chiaro della vostra avarizia, intimandomi in forma assai intelligibile che ne pretendete e ne aspettate la decima in tante pastiglie. Quietatevi, che le averete, e le averete in una forma così nuova, che sarete obbligato a concepire maggiore stima de’ Buccheri rotti, che degl’interi. Ditemi intanto se io possa arrisicarmi a metterci un poco d’ambra senza correr risico di commettere un damicidio, o un prelaticidio, giacché non ho per impossibile che la vostra galanteria vi abbia fatto sposare così appassionatamente l’avversione, che hanno tutte le dame di codesto paese all’ambra, senza patire anche voi, o almeno fingere un deliquio in sentirla. Questo è tutto il negozio che ho con esso voi per questa sera. Dico male, avendone un altro di maggior rilievo assai, ed è il congratularmi con esso voi dell’onore così nuovo e inaudito, che avete avuto in sorte, di vedervi Accademico della Crusca per la seconda volta. Questo è altro, che Coss. II o III degli Imperatori Romani, e pure m’avete aria di averci pensato pochissimo; fortuna, e dormi, non c’è che dire. Ma sapete voi che questo può essere un preludio, un augurio, un chiamatelo come vi pare del Pontificato? Considerate, che di questo successo, per quanto ho potuto scartabellare nell’istorie dall’altra mattina in qua, che il gran caso avvenne, non ne trovo altro esempio che in Urbano VIII che, con quella grandezza d’animo di far riandare lo scrutinio, si può dire che fosse eletto Papa due volte, giusto come due volte siete stato eletto voi Accademico della Crusca; e a me fece un gran caso il vedere, che quest’istessa riflessione, subito reso il partito, sovvenne nell’istesso tempo all’Arciconsolo e a me. Beato voi, e beata la sig. Marchesa, che può mettere a sicuro capitale per a quel tempo tutti i Buccheri dell’universo Mondo. Almanco gli Eretici non averanno che dire. Il fatto sta in vedere, se non averà che dire il sig. Marchese vostro fratello, e se egli sarà così contento di veder lavorare per la sua guardaroba tutti i pentolai dell’America, come tutti gli argentieri del Pellegrino. Addio.
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