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Sebastiano Satta Canti IntraText CT - Lettura del testo |
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IL PRESENTE
Oh se fossi un pastore! Un re pastore Come quelli di Fonni che governano O se pur fossi come quel chiomato Che nell’ottobre chiaro, quando scende Dal suo bel Sangiovanni al Tirso e al mare, Con le sue mandre, — giovanil corona E degli agnelli il tremulo belìo, Copre il sonante fremito del mare.
Se pari a questi fossi, amico mio, Ecco, direi, ai miei servi pastori, Di quella bianca e pura come il fiore Di montone, pur essi, molli e candidi, E andate dall’amico del mio core, E ditegli: L’amico tuo, devoto Ti manda questa lana e questi velli.
La lana per la rocca veneranda Le pelli per i cari pargoletti Che vi nascano in pace ed in fortuna. Vasto l’incendio sul mio dolce ovile: E del mio lieto gregge di speranze Che fiero nutro con la madre cara, Vindice dell’infranto mio destino!
Che udirono gli azzurri pigolii Che sentirono i canti del pastore Lieti, se torni a sera al focolare, Dove la dolce sposa sta a ninnare. |
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