Ah tu semini stelle con la mano!
Arde l’ultima fiamma, ecco, su Monte
Atha e tu picchi ancora, o buon titano,
Dall’alba! I carratori volti al mare
Vedon rider nell’ombra, fin dal ponte,
Quel tuo stambugio come un focolare.
A quel sonìo la sedula massaia
Si desta per la casa e dice ai figli:
— O figli, è l’ora: Già sulla giogaia
Trema il Grappolo, e i cieli son vermigli. —
Vengono a te i garzoni e dicon: — Zio,
Tu maestro del ferro, eccoti il vecchio
Ferro, e tu facci un vomere. — Con pio
Vigor tu batti ed ecco dalle mani
Ti esce il vomere. E quello come specchio
Ben poi risplende quando gli anzïani
Spargon pregando la semente, e i solchi
Fumigan sciolti, e ascoltano tra snelle
Selve il brusìo degli orzi alti i bifolchi.
Ed ecco pur, battuti in quel tuo roggio
Antro, falcetti e industriose falci.
O bel cantare del ricolto! Il poggio
Tutto ne suona tra le messi e i tralci.
Ed al ricolto, premio al tuo lavoro,
Ecco grappoli azzurri, ecco mannelle
Di spighe d’oro, una corona d’oro!
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